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Nel [[1951]] tiene la prima mostra personale alla ''Galleria San Fedele'' di Milano, dove espone opere informali. Nel [[1952]], insieme a Sergio Dangelo, firma il ''Manifesto della Pittura Nucleare'' e, nel [[1954]], insieme ad Asger Jorn, fonda il ''Mouvement international pour un Bauhaus Imaginiste'', schierandosi contro l'eccessiva razionalizzazione e geometrizzazione dell'arte. Nel [[1957]] firma il ''Manifesto Contro lo Stile'', che vuole affermare l'irripetibilità dell’opera d'arte. Per Baj sono anni di grande riflessione e scambio intellettuale grazie ai contatti con artisti internazionali come Lucio Fontana, Piero Manzoni, Joe Colombo, Lucio Del Pezzo, Giò Pomodoro, Max Ernst, Marcel Duchamp, Yves Klein. | Nel [[1951]] tiene la prima mostra personale alla ''Galleria San Fedele'' di Milano, dove espone opere informali. Nel [[1952]], insieme a Sergio Dangelo, firma il ''Manifesto della Pittura Nucleare'' e, nel [[1954]], insieme ad Asger Jorn, fonda il ''Mouvement international pour un Bauhaus Imaginiste'', schierandosi contro l'eccessiva razionalizzazione e geometrizzazione dell'arte. Nel [[1957]] firma il ''Manifesto Contro lo Stile'', che vuole affermare l'irripetibilità dell’opera d'arte. Per Baj sono anni di grande riflessione e scambio intellettuale grazie ai contatti con artisti internazionali come Lucio Fontana, Piero Manzoni, Joe Colombo, Lucio Del Pezzo, Giò Pomodoro, Max Ernst, Marcel Duchamp, Yves Klein. | ||
Nella sua ricerca artistica, che si esprime attraverso collage polimaterici e policromatici, si possono distinguere due tendenze: una più ludica e ironica <ref name ="arma">Baj considerava l'ironia, la satira e la denuncia di costume l'arma intellettuale più corrosiva e duratura.</ref>, in cui prevale il piacere di fare pittura con ogni sorta di materiale, e una più sarcastica <ref name ="arma"></ref>, contrassegnata da un forte impegno civile, che si esprime nei «'''generali'''» (individui appena abbozzati, volgari, tronfi, che, memori dell'«Ubu roi» di Jarry, rappresentano l'arroganza, la tracotanza, la grossolanità del [[potere]] e dell'[[autoritarismo]]) e nelle «'''parate militari'''» degli anni Sessanta <ref name="Como">Il [[21 settembre]] [[1969]] Baj sfida una pubblica piazza per una performance di denuncia politica: nel centro di Como, durante l'evento ''Campo Urbano'', proclama il colpo di [[Stato]] fra lo stupore dei passanti.</ref> e ancor più nelle opere degli anni Settanta: come '''''I funerali dell'anarchico Pinelli''''' ([[1972]]), '''''Nixon Parade''''' ([[1974]]) e l''''''Apocalisse''''' ([[1979]]). Da qui in avanti la sua critica alla contemporaneità si fa sempre più forte. Nel dicembre del [[1987]], in un'aula della facoltà di Architettura, a Milano, il [[Centro Studi Libertari]] organizza lo spettacolo ''Re Ubu a Chernobyl (oppure: Da Pinelli all'Apocalisse)'', in cui le sagome di Baj (sagome di generali e di altri «mostri ordinari e straordinari») vengono animate da un gruppo di mimi. | Nella sua ricerca artistica, che si esprime attraverso collage polimaterici e policromatici, si possono distinguere due tendenze: una più ludica e ironica <ref name ="arma">Baj considerava l'ironia, la satira e la denuncia di costume l'arma intellettuale più corrosiva e duratura.</ref>, in cui prevale il piacere di fare pittura con ogni sorta di materiale, e una più sarcastica <ref name ="arma"></ref>, contrassegnata da un forte impegno civile, che si esprime nei «'''generali'''» (individui appena abbozzati, volgari, tronfi, che, memori dell'«Ubu roi» di Jarry, rappresentano l'arroganza, la tracotanza, la grossolanità del [[potere]] e dell'[[autoritarismo]]) e nelle «'''parate militari'''» degli anni Sessanta <ref name="Como">Il [[21 settembre]] [[1969]] Baj sfida una pubblica piazza per una performance di denuncia politica: nel centro di Como, durante l'evento ''Campo Urbano'', proclama il colpo di [[Stato]] fra lo stupore dei passanti.</ref> e ancor più nelle opere degli anni Settanta: come '''''I funerali dell'anarchico Pinelli''''' ([[1972]]), '''''Nixon Parade''''' ([[1974]]) e l''''''Apocalisse''''' ([[1979]]). Da qui in avanti la sua critica alla contemporaneità si fa sempre più forte. Nel dicembre del [[1987]], in un'aula della facoltà di Architettura, a Milano, il [[Centro Studi Libertari]] organizza lo spettacolo ''Re Ubu a Chernobyl (oppure: Da Pinelli all'Apocalisse)'', in cui le sagome di Baj (sagome di generali e di altri «mostri ordinari e straordinari») vengono animate da un gruppo di mimi. <ref>[http://www.arivista.org/index.php?nr=143&pag=143_13.html ''Re Ubu a Chernobyl''], di Marina Padovese e Fabio Santin</ref> | ||
Nella serie ''Metamorfosi Metafore'' ([[1988]]) Baj sviluppa un immaginario dominato dal kitsch, unico stile che secondo l'artista riesce a rappresentare la cultura odierna. | Nella serie ''Metamorfosi Metafore'' ([[1988]]) Baj sviluppa un immaginario dominato dal kitsch, unico stile che secondo l'artista riesce a rappresentare la cultura odierna. |