Clément Duval: differenze tra le versioni

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Nell'ottobre del [[1886]] Clément è accusato di essere stato uno degli autori del furto effettuato il 5 del mese in un hotel di ''rue de Monceaup'', in seguito incendiato dai ladri stessi.
Nell'ottobre del [[1886]] Clément è accusato di essere stato uno degli autori del furto effettuato il 5 del mese in un hotel di ''rue de Monceaup'', in seguito incendiato dai ladri stessi.
Per sfuggire all'arresto, ferisce con molte coltellate, «in nome della libertà», l'agente Rossignol che voleva eseguire il fermo «in nome della legge». Imprigionato a Mazas, Duval si giustifica in «Le Révolté» ([[12 novembre]] [[1886]]) per la condanna ad un anno di [[carcere]] riguardo ad un furto compiuto nel [[1878]] <ref>In seguito alle gravi difficoltà economiche, Duval rubò alla cassa della stazione ferroviaria del Bois de Boulogne e venne catturato e condannato a un anno di [[carcere]].</ref> (l'anno di detenzione gli costò la fuga della sua compagna, che ritornò col figlio dai suoi genitori e di lui non volle sapere più niente). L'[[11 gennaio]] [[1887]] Duval così difende la sua azione in una lunga dichiarazione <ref>Marianne Enckell, responsabile del [[CIRA|C.I.R.A]] di Losanna, ha ricevuto dalle mani di Max Sartin nel [[1980]] una parte del manoscritto originale, che farà editare sotto il titolo di ''Clément Duval, bagnard et anarchiste'' ("Clement Duval, ergastolano e anarchico")</ref>:  
Per sfuggire all'arresto, ferisce con molte coltellate, «in nome della libertà», l'agente Rossignol che voleva eseguire il fermo «in nome della legge». Imprigionato a Mazas, Duval si giustifica in «Le Révolté» ([[12 novembre]] [[1886]]) per la condanna ad un anno di [[carcere]] riguardo ad un furto compiuto nel [[1878]] <ref>In seguito alle gravi difficoltà economiche, Duval rubò alla cassa della stazione ferroviaria del Bois de Boulogne e venne catturato e condannato a un anno di [[carcere]].</ref> (l'anno di detenzione gli costò la fuga della sua compagna, che ritornò col figlio dai suoi genitori e di lui non volle sapere più niente). L'[[11 gennaio]] [[1887]] Duval così difende la sua azione in una lunga dichiarazione <ref>Marianne Enckell, responsabile del [[CIRA|C.I.R.A]] di Losanna, ha ricevuto dalle mani di Max Sartin nel [[1980]] una parte del manoscritto originale, che farà editare sotto il titolo di ''Clément Duval, bagnard et anarchiste'' ("Clement Duval, ergastolano e anarchico")</ref>:  
: «...Secondo logica, voi siete la forza, ne approfittate e se vi serve la testa di un anarchico, la prendete, il giorno della resa dei conti voi ne dovrete render conto... voi mi accusate di furto, come se un lavoratore che non possiede nulla potesse essere un ladro. No, il furto non esiste che nello sfruttamento dell'uomo sull'uomo, in una parola in quelli che vivono alle spalle della classe produttrice. Non è un furto che ho commesso, ma un giusto esproprio fatto in nome dell'umanità, questo denaro che deve servire alla propaganda rivoluzionaria con lo scritto e mediante il fatto... non è un ladro che condannerete in me, ma un lavoratore cosciente, che non si considera un animale da soma, ricattabile e sfruttabile a volontà, e che riconosce il diritto innegabile che la natura dà ad ogni essere umano: il diritto alla vita. E quando la società gli rifiuta questo diritto, deve prenderselo e non tendere la mano, è una codardia in una società in cui tutto abbonda...No! Non sono un ladro ma un derubato, un giustiziere, che dice che tutto è di tutti, ed è questa logica stretta dell'idea anarchica che vi fa tremare le gambe. Non non sono un ladro, ma un rivoluzionario sincero, avente il coraggio delle sue convinzioni e sacrificato alla sua causa. Nella società attuale, essendo il denaro il nervo della guerra, avrei fatto tutto ciò che era in mio potere per procurarne, per servire questa causa così giusta, così nobile, che deve liberare l'umanità di tutte le tirannia, le persecuzioni di cui soffre così crudelmente». <ref name="mi">[http://militants-anarchistes.info/spip.php?article1420&var_recherche=duval da "militants-anarchistes"]</ref>
: «...Secondo logica, voi siete la forza, ne approfittate e se vi serve la testa di un anarchico, la prendete, il giorno della resa dei conti voi ne dovrete render conto... voi mi accusate di furto, come se un lavoratore che non possiede nulla potesse essere un ladro. No, il furto non esiste che nello sfruttamento dell'uomo sull'uomo, in una parola in quelli che vivono alle spalle della classe produttrice. Non è un furto che ho commesso, ma un giusto esproprio fatto in nome dell'umanità, questo denaro che deve servire alla propaganda rivoluzionaria con lo scritto e mediante il fatto... non è un ladro che condannerete in me, ma un lavoratore cosciente, che non si considera un animale da soma, ricattabile e sfruttabile a volontà, e che riconosce il diritto innegabile che la natura dà ad ogni essere umano: il diritto alla vita. E quando la società gli rifiuta questo diritto, deve prenderselo e non tendere la mano, è una codardia in una società in cui tutto abbonda...No! Non sono un ladro ma un derubato, un giustiziere, che dice che tutto è di tutti, ed è questa logica stretta dell'idea anarchica che vi fa tremare le gambe. Non non sono un ladro, ma un rivoluzionario sincero, avente il coraggio delle sue convinzioni e sacrificato alla sua causa. Nella società attuale, essendo il denaro il nervo della guerra, avrei fatto tutto ciò che era in mio potere per procurarne, per servire questa causa così giusta, così nobile, che deve liberare l'umanità di tutte le tirannia, le persecuzioni di cui soffre così crudelmente». <ref name="mi">''[http://militants-anarchistes.info/spip.php?article1420&var_recherche=duval Dictionnaire des militants anarchistes]''</ref>


Il [[12 gennaio]], Duval, di cui la difesa aveva editato e diffuso 50.000 esemplari di un opuscolo intitolato ''Le Pillage de l'hôtel Monceau – l'anarchiste Duval devant ses juges – Défense que devait prononcer le compagnon Duval'' (Il furto all'hotel Moncea - l'anarchico Duval davanti ai giudici -Difesa che deve pronunciare il compagno Duval), veniva condannato a morte. Nel febbraio seguente la pena veniva commutata ai lavori forzati a vita.
Il [[12 gennaio]], Duval, di cui la difesa aveva editato e diffuso 50.000 esemplari di un opuscolo intitolato ''Le Pillage de l'hôtel Monceau – l'anarchiste Duval devant ses juges – Défense que devait prononcer le compagnon Duval'' (Il furto all'hotel Moncea - l'anarchico Duval davanti ai giudici -Difesa che deve pronunciare il compagno Duval), veniva condannato a morte. Nel febbraio seguente la pena veniva commutata ai lavori forzati a vita.
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