Storia del movimento libertario in Italia: differenze tra le versioni

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Il dibattito interno al movimento si svolse principalemte all'interno di riviste e periodici che nacquero e si svilupparono tra enormi difficoltà (clandestinità, minacce e azioni squadriste, difficoltà a reperire fondi, limitazioni drastiche della [[libertà]] di stampa, persecuzioni varie ecc.). I più importanti giornali dell'epoca furono: «[[La Verità]]» (primo [[stampa anarchica|periodico anarchico]] clandestino del [[1923]]), «[[La Voce del profugo]]», «[[Fede!]]» (pubblicato dal [[1923]] al [[1926]]), «[[Pensiero e Volontà]]» (fondato da [[Malatesta]] e pubblicato dal [[1924]] al [[1926]]), «[[L'Adunata dei Refrattari]]» (giornale pubblicato a New York, ma che raccolse numerosi articoli di [[anarchici]] italiani dal [[1928]] al [[1972]]).
Il dibattito interno al movimento si svolse principalemte all'interno di riviste e periodici che nacquero e si svilupparono tra enormi difficoltà (clandestinità, minacce e azioni squadriste, difficoltà a reperire fondi, limitazioni drastiche della [[libertà]] di stampa, persecuzioni varie ecc.). I più importanti giornali dell'epoca furono: «[[La Verità]]» (primo [[stampa anarchica|periodico anarchico]] clandestino del [[1923]]), «[[La Voce del profugo]]», «[[Fede!]]» (pubblicato dal [[1923]] al [[1926]]), «[[Pensiero e Volontà]]» (fondato da [[Malatesta]] e pubblicato dal [[1924]] al [[1926]]), «[[L'Adunata dei Refrattari]]» (giornale pubblicato a New York, ma che raccolse numerosi articoli di [[anarchici]] italiani dal [[1928]] al [[1972]]).


Nel [[1926]] il governo fascista dichiarò illegale l'[[USI]] e la stessa [[Unione Anarchica Italiana|UAI]], ciò non fece altro che a riportare in voga l'atto [[anarco-individualismo |individualistico]]: nel [[1926]] [[Gino Lucetti]] attentò alla vita di [[Benito Mussolini]]; [[Michele Schirru]] e [[Angelo Sbardellotto]] furono condannati a morte per aver solo preparato un piano di attentato.
Nel [[1926]] il governo [[fascista]] dichiarò illegale l'[[USI]] e la stessa [[Unione Anarchica Italiana|UAI]], ciò non fece altro che a riportare in voga l'atto [[anarco-individualismo |individualistico]]: nel [[1926]] [[Gino Lucetti]] attentò alla vita di [[Benito Mussolini]]; [[Michele Schirru]] e [[Angelo Sbardellotto]] furono condannati a morte per aver solo preparato un piano di attentato.
[[Image:Gino_lucetti.jpg|thumb|200px|[[Gino Lucetti]], attentò alla vita di Mussolini]]
[[Image:Gino_lucetti.jpg|thumb|200px|[[Gino Lucetti]], attentò alla vita di Mussolini]]
[[Image:Schirru.jpg|thumb|left|200px|[[Michele Schirru]], condannato a morte per aver progettato un attentato al "Duce"]]
[[Image:Schirru.jpg|thumb|left|200px|[[Michele Schirru]], condannato a morte per aver progettato un attentato al "Duce"]]
Purtroppo al movimento anarchico non venne risparmiata la violenza fascista: durante la marcia su Roma la sede di «[[Umanità Nova]]» venne distrutta; molti anarchici, negli anni '20, furono trucidati tra cui: [[Attilio Fellini]], segretario della Camera del lavoro di Carrara, [[Raffaele Virgulti]] di Imola, [[Filippetti e Catarsi]] di Livorno, [[Cesare Rossi]], cassiere della Camera del lavoro di Sestri Ponente, [[Pietro Ferrero]], segretario [[Fiom]] a Torino e altri (da segnalare anche la morte, in seguito alle feroci persecuzioni, del comunista [[Antonio Gramsci]] e del giovanissimo [[Piero Gobetti]], fondatore de «[[La Rivoluzione Liberale]]» e fautore dell'iniziativa libera e priva da ogni influenza autoritaria).
Purtroppo al [[movimento anarchico]] non venne risparmiata la [[violenza]] [[fascista]]: durante la marcia su Roma la sede di ''[[Umanità Nova]]'' venne distrutta; molti [[anarchici]], negli anni '20, furono trucidati, tra cui [[Attilio Fellini]], segretario della Camera del lavoro di Carrara, [[Raffaele Virgulti]] di Imola, Filippetti e Catarsi di Livorno, [[Cesare Rossi]], cassiere della Camera del lavoro di Sestri Ponente, [[Pietro Ferrero]], segretario [[FIOM]] a Torino e altri (da segnalare anche la morte, in seguito alle feroci persecuzioni, del comunista [[Antonio Gramsci]] e del giovanissimo [[Piero Gobetti]], fondatore de «[[La Rivoluzione Liberale]]» e fautore dell'iniziativa libera e priva da ogni influenza [[autoritaria]]).


Per sfuggire alla [[repressione]], molti anarchici scelsero l'esilio volontario all'estero (per es. [[Luce Fabbri]], [[Armando Borghi]]ecc.), pur mantenendo il contatto con i compagni italiani, molti altri invece vennero condannati al confino (tra cui [[Malatesta]]), prevalentemente a Ventotene (il direttore delle guardie a Ventotene fu un certo [[Marcello Guida]] che nel [[1969]] diventò questore di Milano, fu lui che mentendo dichiarò suicida il defenestrato [[Giuseppe Pinelli]]), ma anche nelle altre isolette del Mediterraneo (Ustica, Tremiti...) adibite a tale scopo; altri furono "costretti" all'esilio (sin dal [[1922]] l'anarchico [[Severino Di Giovanni]] fu costretto ad emigrare in [[Argentina]]. Coloro che invece scelsero di spostarsi in [[Francia]] si raggrupparono intorno alla [[Federazione Anarchica dei Profughi Italiani]]), riscoprendo l'[[internazionalismo|internazionalismo anarchico]]: durante [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)]], molti anarchici italiani, tra cui il già citato Berneri che morì nella Barcellona rivoluzionaria per mano probabilmente di un sicario stalinista, aderirono alla resistenza antifranchista.
Per sfuggire alla [[repressione]], molti anarchici scelsero l'esilio volontario all'estero (per es. [[Luce Fabbri]], [[Armando Borghi]]ecc.), pur mantenendo il contatto con i compagni italiani, molti altri invece vennero condannati al confino (tra cui [[Malatesta]]), prevalentemente a Ventotene (il direttore delle guardie a Ventotene fu un certo [[Marcello Guida]] che nel [[1969]] diventò questore di Milano, fu lui che mentendo dichiarò suicida il defenestrato [[Giuseppe Pinelli]]), ma anche nelle altre isolette del Mediterraneo (Ustica, Tremiti...) adibite a tale scopo; altri furono "costretti" all'esilio (sin dal [[1922]] l'anarchico [[Severino Di Giovanni]] fu costretto ad emigrare in [[Argentina]]. Coloro che invece scelsero di spostarsi in [[Francia]] si raggrupparono intorno alla [[Federazione Anarchica dei Profughi Italiani]]), riscoprendo l'[[internazionalismo|internazionalismo anarchico]]: durante [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)]], molti anarchici italiani, tra cui il già citato Berneri che morì nella Barcellona rivoluzionaria per mano probabilmente di un sicario stalinista, aderirono alla resistenza antifranchista.
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