Antipsichiatria: differenze tra le versioni

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Ancora nell'età medievale, la follia aveva un aspetto di sacralità, in quanto era espressione di un rischio dell'uomo: '''segnalava un limite con cui la ragione doveva confrontarsi'''. Questo concetto durerà fino a tutto il XVI secolo. L'uomo risulta libero proprio perché riconosce questo rischio che deve affrontare. Sono le idee di Erasmo da Rotterdam, la pittura di Bosch, le imprese di Don Chisciotte, attraverso le quali la follia esce in "piena luce", tanto che Charron può scrivere: «Essa [la follia] è un momento duro ma necessario nel lavorio della ragione; attraverso di essa, e persino nelle sue vittorie apparenti, la ragione si manifesta e trionfa» <ref>Charron De la Sagesse, cit. in [[Michel Foucault]], "Storia della follia nell'età classica", trad. it, Milano, Rizzoli 1976.</ref>  
Ancora nell'età medievale, la follia aveva un aspetto di sacralità, in quanto era espressione di un rischio dell'uomo: '''segnalava un limite con cui la ragione doveva confrontarsi'''. Questo concetto durerà fino a tutto il XVI secolo. L'uomo risulta libero proprio perché riconosce questo rischio che deve affrontare. Sono le idee di Erasmo da Rotterdam, la pittura di Bosch, le imprese di Don Chisciotte, attraverso le quali la follia esce in "piena luce", tanto che Charron può scrivere: «Essa [la follia] è un momento duro ma necessario nel lavorio della ragione; attraverso di essa, e persino nelle sue vittorie apparenti, la ragione si manifesta e trionfa» <ref>Charron De la Sagesse, cit. in [[Michel Foucault]], "Storia della follia nell'età classica", trad. it, Milano, Rizzoli 1976.</ref>  
[[File:Michel_foucault.jpg|180 px|thumb|[[Michel Foucault]] (1955), studiò e analizzò la storia della follia]]
[[File:Foucault4.jpg|180px|thumb|[[Michel Foucault]] studiò e analizzò la storia della follia.]]
Nel XVII secolo, col trionfo della Riforma, si accentua ancor più l'opposizione tra bene e male, tra sano e malato. L'opera della Chiesa si concretizza nella costruzione di grandi case di internamento, destinate ad accogliere promiscuamente tutta la devianza sociale. Nel [[1656]] sorge a Parigi l'Hôpital Général, mentre in tutta Europa si costruiscono ricoveri ove vengono stipati «nemici del buon ordine, fannulloni, bugiardi, ubriaconi, impudichi» <ref>ibid.</ref>. Nascono le case di lavoro di Amburgo e di Bristol, che non sono soltanto ospizi, ma devono rispondere a un modello di ordine mantenuto attraverso un sistema di premi e castighi secondo un criterio "psicopedagogico". Tanto che sul portale di una casa di internamento a Magonza si poteva leggere: «Se si è riusciti a sottomettere al giogo taluni animali feroci, non si deve disperare di correggere l'uomo che si è fuorviato» <ref>J. Howard, "État de Prison. Hôpitaux et Maisons de force, in Storia della follia", cit.</ref>. Ma soltanto nel XVIII secolo la follia tocca il punto estremo della sua segregazione. Diventa qualcosa da guardare, uno "spettacolo" cui poteva assistere a pagamento chiunque lo volesse. Ora essa è davvero isolata, internata, osservata e diventa un settore di indagine specifico con un proprio linguaggio. '''L'isolamento della follia rende possibile la sua medicalizzazione: iniziano in questo secolo le ricerche anatomiche sul cervello, nascono scuole di freniatria, si ipotizza la possibilità di cure'''.  
Nel XVII secolo, col trionfo della Riforma, si accentua ancor più l'opposizione tra bene e male, tra sano e malato. L'opera della Chiesa si concretizza nella costruzione di grandi case di internamento, destinate ad accogliere promiscuamente tutta la devianza sociale. Nel [[1656]] sorge a Parigi l'Hôpital Général, mentre in tutta Europa si costruiscono ricoveri ove vengono stipati «nemici del buon ordine, fannulloni, bugiardi, ubriaconi, impudichi» <ref>ibid.</ref>. Nascono le case di lavoro di Amburgo e di Bristol, che non sono soltanto ospizi, ma devono rispondere a un modello di ordine mantenuto attraverso un sistema di premi e castighi secondo un criterio "psicopedagogico". Tanto che sul portale di una casa di internamento a Magonza si poteva leggere: «Se si è riusciti a sottomettere al giogo taluni animali feroci, non si deve disperare di correggere l'uomo che si è fuorviato» <ref>J. Howard, "État de Prison. Hôpitaux et Maisons de force, in Storia della follia", cit.</ref>. Ma soltanto nel XVIII secolo la follia tocca il punto estremo della sua segregazione. Diventa qualcosa da guardare, uno "spettacolo" cui poteva assistere a pagamento chiunque lo volesse. Ora essa è davvero isolata, internata, osservata e diventa un settore di indagine specifico con un proprio linguaggio. '''L'isolamento della follia rende possibile la sua medicalizzazione: iniziano in questo secolo le ricerche anatomiche sul cervello, nascono scuole di freniatria, si ipotizza la possibilità di cure'''.  


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