Il Risveglio Anarchico: differenze tra le versioni

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A sostegno di tali vedute, [[Luigi Bertoni|Bertoni]] aveva anche riproposto alla riflessione dei suoi oppositori il vecchio scritto di [[Malatesta]] ''Verso l'Anarchia'' ([[1910]]), ripubblicandolo sul n. 959, del [[31 ottobre]] [[1936]], con una postilla redazionale in cui si precisava che «diamo una volta di più questo penetrante articolo di [[Malatesta]] per quei compagni che rimproverano alla [[Confederación_Nacional_del_Trabajo|C.N.T.]] ed alla [[Federación_Anarquista_Ibérica|F.A.I.]] di non aver realizzato l'[[anarchia]] d'un solo colpo e che trovano inamissibili le concezioni che hanno finito per fare con gravi strappi ai principi». Costretto, dall'inasprimento della polemica, a risollevare più volte la questione, [[Luigi Bertoni|Bertoni]] ribadì, in tali occasioni, che i compagni spagnoli «hanno dovuto semplicemente cedere a mostruose necessità d'una guerra che da civile è diventata internazionale»; e che, in ultima analisi, non sussistevano alternative al mantenimento della forma statale, «voluta del resto dalla maggioranza del popolo», dal momento che «la [[Spagna]] non poteva rompere i suoi rapporti diplomatici e [[statali]] col resto del mondo, per l'ovvia ragione che facendolo il potere legittimo diventava quello di Franco». <ref>Vedi, in particolare, su questo interessante dibattito, ''Polemica'', n. 961, del 12 dicembre 1936; e ''In margine alla polemica'', n. 967, del 26 febbraio 1937.</ref>
A sostegno di tali vedute, [[Luigi Bertoni|Bertoni]] aveva anche riproposto alla riflessione dei suoi oppositori il vecchio scritto di [[Malatesta]] ''Verso l'Anarchia'' ([[1910]]), ripubblicandolo sul n. 959, del [[31 ottobre]] [[1936]], con una postilla redazionale in cui si precisava che «diamo una volta di più questo penetrante articolo di [[Malatesta]] per quei compagni che rimproverano alla [[Confederación_Nacional_del_Trabajo|C.N.T.]] ed alla [[Federación_Anarquista_Ibérica|F.A.I.]] di non aver realizzato l'[[anarchia]] d'un solo colpo e che trovano inamissibili le concezioni che hanno finito per fare con gravi strappi ai principi». Costretto, dall'inasprimento della polemica, a risollevare più volte la questione, [[Luigi Bertoni|Bertoni]] ribadì, in tali occasioni, che i compagni spagnoli «hanno dovuto semplicemente cedere a mostruose necessità d'una guerra che da civile è diventata internazionale»; e che, in ultima analisi, non sussistevano alternative al mantenimento della forma statale, «voluta del resto dalla maggioranza del popolo», dal momento che «la [[Spagna]] non poteva rompere i suoi rapporti diplomatici e [[statali]] col resto del mondo, per l'ovvia ragione che facendolo il potere legittimo diventava quello di Franco». <ref>Vedi, in particolare, su questo interessante dibattito, ''Polemica'', n. 961, del 12 dicembre 1936; e ''In margine alla polemica'', n. 967, del 26 febbraio 1937.</ref>
=== Firme illustri ===
A chiusura ed a completamento di questa rapida esposizione, non resterebbe che un accenno all’importante collaborazione internazionale, di cui potè fregiarsi il giornale, nel corso dei suoi quarant’anni di esistenza. Tra le firme più autorevoli, va in primo luogo ricordata quella di P. Kropotkin, di cui Il Risveglio pubblicò, negli anni anteriori alla Grande Guerra, numerosi scritti, fra cui L’Anarchia è inevitabile, in app. dal n. 1, a. I, del 7 lug. 1900, al n. 6, del 16 sett. 1900; e L’Azione anarchica nella rivoluzione, n. 389 e 390, del 18 e 29 lug. 1914 e, quindi, dal n. 420, del 9 ott. 1915, al n. 422, del 6 nov. 1915. Da ricordare sono ancora i nomi di Louis Avennier, F. Rouge, Otto Karmin, oltre quello di Georges Biolley, che durante lo sciopero generale del 1902, quando [[Luigi Bertoni|Bertoni]] fu condannato, s’incaricò di redigere la parte italiana del giornale. Cf., per quest’ultima notizia, Georges Biolley [necrologio] sul n. 1033, del 4 nov. 1939. Per restare, comunqe, nel solo campo dei collaboratori italiani, si citano i nomi di Luigi Fabbri («Catilina»; « Adamas »), le cui corrispondenze al giornale s’infittirono particolarmente nel corso degli anni ’30 (vd., ad es., Alcuni doveri dei rivoluzionari, n. 789, dell’8 febb. 1930; Che cosa preparano Mussolini e Stalin?, ibid.; La situazione nella Repubblica Argentina, n. 822, del 16 mag. 1931; La marcia del fascismo nel mondo, n. 830, del 5 sett. 1931; Che cos’è il Fascismo, n. 865, del 14 genn. 1933; Teoria e volontà di libertà, n. 866, del 28 genn. 1933; Fascismo e Democrazia, n. 883, del 7 ott. 1933); Camillo Berneri (del quale ricordo gli scritti; Sanfedismo e fascismo, n. 749, del 21 lug. 1928; La nostra ora, n. 770, del 18 mag. 1929; Interventismo e fascismo, n. 771, del 1 giu. 1929); Ugo Fedeli (« Hugo Trene»); Giuseppe Bifolchi (G. B.; X); Leonida Mastrodicasa (« Numitore »), che a partire dal sett. 1920, inviò regolari corrispondenze al giornale; Carlo Frigerio; e Bruno Misefari, che profugo in Svizzera, dov’era espatriato il 19 giu. 1917, per’ essersi rifiutato d’indossare la divisa militare, colla- boro per qualche tempo al periodico, sotto lo pseud. di « Furio Sbarnemi ». Per la collaborazione di E. Malatesta rinvio, per brevità, alle pp. 284-87, della Bibliografia malatestiana di U. Fedeli (app. a: L. Fabbri, Malatesta. L’uomo e il pensiero, Napoli 1951).
Da segnalare è anche la larga ospitalità concessa dal giornale a molti importanti lavori di carattere storico e documentario e l’ampia scelta antologica di scritti « classici » dell’anarchismo. Si segnalano, in particolare: la riproduzione dell’opuscolo di S. Merlino, Perchè siamo anarchici (New York 1892), dal 15 mar. 1902 (a. III, n. 45) al 19 lug. 1902 (a. III, n. 54); la versione italiana dell’opera di Victor Dave su Michele Bakounine e Carlo Marx (Paris 1900), 16 ag. 1902 (a. III, n. 56) sqq.; la traduzione integrale (« tanto più che la parziale edizione italiana uscita finora è scorretta ») di L’Evoluzione, la Rivoluzione e l’Ideale anarchico, di E. Reclus, (dal n. 423, del 20 genn. 1915, al n. 440, del 22 lug. 1916); i due brevi scritti, dello stesso autore, Il popolo e l’arte e Internazionalismo, pubblicati entrambi sul n. 793, del 5 apr. 1930, in occasione de Il Centenario d’Eliseo Reclus; e, infine, due anticipazioni alla maggiore opera di J. Guillaume: Il collettivismo nell’Internazionale (n. 114, del 12 nov. 1904 e sqq.) e La Federazione Italiana dell’Internazionale, 1872-1878 (dal n. 183, dell’8 sett. 1906, al n. 271, del 1 genn. 1910).
Da ricordare è ancora la serie d’importanti documenti, relativi i più, alla I Internazionale, pubblicati dall’organo anarchico nel corso della sua lunga esistenza. Fra i molti segnalo: Una lettera di Bakounine, n. 90, del 19 dic. 1903 (testo di una lettera « Ai compagni della Federazione del Giura », ch’era apparsa sul suppl. del Bulletin de la Fédération Jurassienne, del 12 ott. 1873); il lavoro di Bakunin Organizzazione dell’Internazionale, n. 221 e 222, del 25 genn. e 8 febb. 1908 (tradotto dall’Almanach du Peuple pour 1872; per la storia di questo scritto vd., comunque, quanto detto nel vol. I, t. 1, p. 14); brani di una lettera « mai terminata, nè spedita », scritta da Bakunin a Zurigo nel 1872 (Vecchia critica, n. 536, del 10 apr. 1920); e di altra, sempre di Bakunin, scritta nel 1869, « in risposta alle calunnie lanciategli da Marx » (Polemica storica, n. 550, del 30 ott. 1920); uno scritto di Bakunin del 1870 (Sistema del mondo, n. 555, dell’8 genn. 1921); il testo di un manifesto redatto da Bakunin nel 1874, per l’Internazionale antiautoritaria (Cosa vogliamo, n. 640, del 1 mag. 1924); una lettera di A. Costa « A nome dei socialisti detenuti a Bologna », inviata da Imola il 25 giu. 1876, alla Sezione di Neuchâtel; ed una, in data 29 ag. 1877, dei membri del « Circolo di Studi Economico-Sociali di Città di Castello » all’« Ufficio federale dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori », per notificare la delega accordata a Costa, quale loro rappresentante al IX Congresso dell’A.I.D.L. (Verviers, 4 sett. 1877), pubblicate entrambe, sotto il tit. Due documenti della Prima Internazionale, nel n. 701, del 4 sett. 1926. Nel n. del 1 mag. 1927, era infine intenzione dei redattori, inserire una « breve storia della Prima Internazionale nel Ticino » ma essendo « mancato il tempo per farlo », venne stabilito di pubblicare, in sostituzione di questa, due documenti parimenti interessanti: una lettera di J. Guillaume a C. Cafiero (datata: Neuchâtel, 18 mar. 1876), relativa alle vittime del traforo del Gottardo del 28 lug. 1875; e la traduzione di una circolare, redatta in francese da C. Salvioni, a nome della « Sezione di Bellinzona », in data 7 ott. 1876, ed inviata alla Federazione del Giura, per denunciare l’orientamento antibakuniniano assunto dalla sezione Ceresio, di Lugano.
In ultimo, non è da passare sotto silenzio l’intensa attività editoriale, affiancata alle pubblicazioni del giornale. Pei tipi del « Risveglio », uscirono in epoche diverse, opere di notevole impegno, fra cui la traduzione italiana de La Grande Rivoluzione, di P. Kropotkin (2 voli., Ginevra 1911); e, sempre dello stesso autore, La scienza moderna e l’anarchia (ivi, 1913); il lavoro di M. Nettlau, Bakunin e l’Internazionale in Italia dal 1864 al 1872 (ivi, 1928); i primi tre voli, degli scritti di E. Malatesta (ivi, 1934-36); oltre un numero incredibile di opuscoli, fra i quali ricordo: G. Conti — G. Gallien, Lo sciopero rosso. Dramma in un atto, s.d. [1912]; F. Ferrer, Lo sciopero generale. Compilazione degli articoli di F. Ferrer (Cero) pubblicati nella « Fluelga General» di Barcellona (1914); L. Bertoni, Cesarismo e fascismo (1928).


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