Gli attentati individualistici nella storia dell'anarchismo (da anarcotico.net): differenze tra le versioni

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Fece dunque parte dell'azione e del bagaglio culturale dell'opposizione antimonarchica, di cui l'anarchismo era una componente, ed anche dello stesso Giuseppe Mazzini fin da metà dell'ottocento, l'uso della violenza come strumento di lotta politica. li suo impiego trovò legittimazione nell'idea secondo cui:
Fece dunque parte dell'azione e del bagaglio culturale dell'opposizione antimonarchica, di cui l'anarchismo era una componente, ed anche dello stesso Giuseppe Mazzini fin da metà dell'ottocento, l'uso della violenza come strumento di lotta politica. li suo impiego trovò legittimazione nell'idea secondo cui:


: «Coloro che non riconoscono come legittimo un ordinamento politico possono essere indotti a comportarsi nei confronti dello stato e delle persone che lo dirigono, come gli stati si comportano quando non si riconoscono reciprocamente e tendono al reciproco annientamento.» <ref> Dello stesso parere (circa l'utilità delle azioni violente) sarà Mussolini, prima che divenisse un fascista reazionario, il quale dichiarerà: «... persona vile il lanciatore solo perché si è disperso tra la folla? Ma non tentò anche Felice Orsini di nascondersi? E i terroristi russi non cercano di sfuggire, dopo fatto il colpo, all'arresto? Eroi-pazzi quelli che compiono atto individuale? Eroi quasi sempre, ma pazzi quasi mai. Pazzo un Angiolillo? Pazzo un Bresci? Ah no! Il loro atteggiamento ha strappato righe di ammirazione a giornalisti d'alta intelligenza. Non mettiamoci, giudicando questi uomini e gli atti da loro compiuti, sullo stesso piano della mentalità borghese e poliziesca. E non gettiamo noi socialisti le pietre della nostra lapidazione. Riconosciamo invece che gli atti individuali hanno il loro valore e qualche volta segnano l'inizio di profonde trasformazioni sociali». Da "Alcune interessanti opinioni di Mussolini. (''Il valore degli atti individuali'')", in «Il Martello», New York, 11 settembre 1926, tratto da ''Lotta di classe'' del 16 luglio 1910. </ref>
: «Coloro che non riconoscono come legittimo un ordinamento politico possono essere indotti a comportarsi nei confronti dello stato e delle persone che lo dirigono, come gli stati si comportano quando non si riconoscono reciprocamente e tendono al reciproco annientamento.» <ref> Dello stesso parere (circa l'utilità delle azioni violente) sarà Mussolini, prima che divenisse un fascista reazionario, il quale dichiarerà: «... persona vile il lanciatore solo perché si è disperso tra la folla? Ma non tentò anche Felice Orsini di nascondersi? E i terroristi russi non cercano di sfuggire, dopo fatto il colpo, all'arresto? Eroi-pazzi quelli che compiono atto individuale? Eroi quasi sempre, ma pazzi quasi mai. Pazzo un Angiolillo? Pazzo un Bresci? Ah no! Il loro atteggiamento ha strappato righe di ammirazione a giornalisti d'alta intelligenza. Non mettiamoci, giudicando questi uomini e gli atti da loro compiuti, sullo stesso piano della mentalità borghese e poliziesca. E non gettiamo noi socialisti le pietre della nostra lapidazione. Riconosciamo invece che gli atti individuali hanno il loro valore e qualche volta segnano l'inizio di profonde trasformazioni sociali». Da "Alcune interessanti opinioni di Mussolini. (''Il valore degli atti individuali'')", in «[[Il Martello]]», New York, 11 settembre 1926, tratto da ''Lotta di classe'' del 16 luglio 1910.</ref>


Conclusasi con il regicidio di [[Gaetano Bresci|Bresci]] la stagione degli attentati eccellenti che, secondo Maurizio Antonioli, sancì anche la fine del così detto "bombismo", l'interesse degli ambienti individualisti si localizzò sulla figura e sugli scritti di [[Max Stirner]], fino allora conosciuti in maniera frammentaria. La sua opera, L'Unico e la sua proprietà, apparsa in Italia solo nel corso del 1902, venne a fungere da copertura ideologica per alcuni settori del mondo anarchico ed in special modo per le giovani generazioni di sovversivi le quali, formatesi in una fase nichilista e decadente della cultura occidentale, si abbandonarono ad un ribellismo irrazionale dai forti connotati elitari.
Conclusasi con il regicidio di [[Gaetano Bresci|Bresci]] la stagione degli attentati eccellenti che, secondo Maurizio Antonioli, sancì anche la fine del così detto "bombismo", l'interesse degli ambienti individualisti si localizzò sulla figura e sugli scritti di [[Max Stirner]], fino allora conosciuti in maniera frammentaria. La sua opera, L'Unico e la sua proprietà, apparsa in Italia solo nel corso del 1902, venne a fungere da copertura ideologica per alcuni settori del mondo anarchico ed in special modo per le giovani generazioni di sovversivi le quali, formatesi in una fase nichilista e decadente della cultura occidentale, si abbandonarono ad un ribellismo irrazionale dai forti connotati elitari.
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