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=== Cattura e morte === | === Cattura e morte === | ||
[[File:Esec DG.jpg|miniatura|400px|Momenti della fucilazione di Severino Di Giovanni]] | [[File:Esec DG.jpg|miniatura|400px|Momenti della fucilazione di Severino Di Giovanni]] | ||
''«Di rose il sangue quel bel corpo ammanta<br> | |||
mentre negli occhi è naufragato il cielo...<br> | mentre negli occhi è naufragato il cielo...<br> | ||
un rosignolo dolcemente canta<br> | un rosignolo dolcemente canta<br> | ||
e l'alba si dissolve in tenue velo...'' | e l'alba si dissolve in tenue velo... »''. <ref>Tratto dal poema ''Viva l'Anarchia'' composto, in memoria di Severino Di Giovanni e [[Paulino Scarfò]], da [[Virgilia D'Andrea]] e pubblicato su ''[[L'Adunata dei Refrattari]]'' di New York il [[28 marzo]] [[1931]].</ref> | ||
Il [[29 gennaio]] [[1931]] la tipografia di Severino viene circondata dalla polizia. I componenti del gruppo cercano di fuggire, uccidono due poliziotti, ma alla fine Di Giovanni, sentendosi perduto, tenta invano il suicidio. Ormai moribondo Severino viene fermato dalla polizia e condotto velocemente in ospedale dove i medici gli "salvano" la vita, affinché sia poi lo [[Stato]] argentino a condannarlo a morte. Il [[1 febbraio|1° febbraio]] [[1931]], poche ore dopo il suo arresto, viene condannato alla fucilazione insieme a [[Paulino Scarfò]] <ref name="América"> Prima di morire, Di Giovanni incontrò l'amata [[América Josefina Scarfò]], esortandola a studiare e a fondare una nuova casa editrice. Più tardi la Scarfò insegnò italiano all'Università di Buenos Aires, continuando a militare nel movimento anarchico. Nel [[1951]] giunse in [[Italia]] e si recò a Chieti alla ricerca dei parenti di Severino.</ref>. | Il [[29 gennaio]] [[1931]] la tipografia di Severino viene circondata dalla polizia. I componenti del gruppo cercano di fuggire, uccidono due poliziotti, ma alla fine Di Giovanni, sentendosi perduto, tenta invano il suicidio. Ormai moribondo Severino viene fermato dalla polizia e condotto velocemente in ospedale dove i medici gli "salvano" la vita, affinché sia poi lo [[Stato]] argentino a condannarlo a morte. Il [[1 febbraio|1° febbraio]] [[1931]], poche ore dopo il suo arresto, viene condannato alla fucilazione insieme a [[Paulino Scarfò]] <ref name="América"> Prima di morire, Di Giovanni incontrò l'amata [[América Josefina Scarfò]], esortandola a studiare e a fondare una nuova casa editrice. Più tardi la Scarfò insegnò italiano all'Università di Buenos Aires, continuando a militare nel movimento anarchico. Nel [[1951]] giunse in [[Italia]] e si recò a Chieti alla ricerca dei parenti di Severino.</ref>. |