Violenza: differenze tra le versioni

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«È certo che i fini e i mezzi sono collegati tra loro da un nesso intimo, il quale fa sì che per ogni fine vi sia un mezzo che meglio gli conviene, come ogni mezzo tende a realizzare il fine che gli è naturale, anche senza e contro la volontà di coloro che lo adoperano».
«È certo che i fini e i mezzi sono collegati tra loro da un nesso intimo, il quale fa sì che per ogni fine vi sia un mezzo che meglio gli conviene, come ogni mezzo tende a realizzare il fine che gli è naturale, anche senza e contro la volontà di coloro che lo adoperano».
Se l'anarchia vuol dire per principio «non-violenza, non-dominio dell'uomo sull'uomo, non imposizione per forza di uno o di più su quella degli altri», come va usato il mezzo della violenza senza farsi sopraffare dalla sua logica? Dove inizia e dove finisce la sua necessità? E chi ha il diritto di usarlo? Per [[Malatesta]] la forza, in questo caso la violenza, non può superare gli ambiti della sua funzione negativa, che le deriva dall'essere uno strumento dell'anarchismo, non certo un elemento costitutivo dell'anarchia. Ecco quindi la necessità di affermare che «la nostra violenza è, per così dire, negativa: serve a distruggere quegli ordinamenti che per mezzo della forza organizzata in governo costringono gli uomini a subire la volontà altrui e a farsi sfruttare dagli altri».


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