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{{citazione|Trattenete con le vostre mani tutte queste ricchezze e tutti i beni che producete in abbondanza col sudore del corpo, teneteveli per voi e per i vostri simili, non date niente a questi superbi e inutili fannulloni, che non fanno nulla di utile, e non date niente di tutto ciò a tutti questi monaci e questi ecclesiastici che vivono inutilmente sulla terra, non date niente a questi nobili fieri e orgogliosi che vi disprezzano e vi calpestano [...]. Unitevi tutti nella stessa volontà di liberarvi da questo odioso e detestabile giogo del loro tirannico dominio, nonché dalle vane e superstiziose pratiche delle loro false religioni. E così non vi sia tra di voi religione diversa da quella della saggezza e della moralità, da quella dell'onestà e della decenza, della franchezza e della generosità d'animo; non ci sia religione diversa da quella che consiste nell'abolire completamente la tirannide e il culto superstizioso degli dèi e dei loro idoli, nel mantenere viva la giustizia e l'equità ovunque, nel lavorare in pace e nel vivere tutti in una società ordinata, nel mantenere la libertà e, infine, nell'amarvi l'un l'altro e nel salvaguardare da ogni pericolo la pace e la concordia tra di voi [...].|Jean Meslier}} | {{citazione|Trattenete con le vostre mani tutte queste ricchezze e tutti i beni che producete in abbondanza col sudore del corpo, teneteveli per voi e per i vostri simili, non date niente a questi superbi e inutili fannulloni, che non fanno nulla di utile, e non date niente di tutto ciò a tutti questi monaci e questi ecclesiastici che vivono inutilmente sulla terra, non date niente a questi nobili fieri e orgogliosi che vi disprezzano e vi calpestano [...]. Unitevi tutti nella stessa volontà di liberarvi da questo odioso e detestabile giogo del loro tirannico dominio, nonché dalle vane e superstiziose pratiche delle loro false religioni. E così non vi sia tra di voi religione diversa da quella della saggezza e della moralità, da quella dell'onestà e della decenza, della franchezza e della generosità d'animo; non ci sia religione diversa da quella che consiste nell'abolire completamente la tirannide e il culto superstizioso degli dèi e dei loro idoli, nel mantenere viva la giustizia e l'equità ovunque, nel lavorare in pace e nel vivere tutti in una società ordinata, nel mantenere la libertà e, infine, nell'amarvi l'un l'altro e nel salvaguardare da ogni pericolo la pace e la concordia tra di voi [...].|Jean Meslier}} | ||
== Portavoce dell'ateismo == | |||
Molte delle tesi di Meslier verranno riprese ''in primis'' dal [[barone d'Holbach]]. <ref>Il passo seguente viene ripreso in maniera molto simile da d'Holbach in uno dei suoi libri anonimi, ''Il buon senso'': «I selvaggi, come tutti gli ignoranti, attribuiscono a qualche "spirito" tutti gli effetti dei quali, per la loro inesperienza, non riescono a rintracciare le vere cause. Chiedete a un selvaggio che cosa fa muovere il vostro orologio: vi risponderà: "Uno spirito". Chiedete ai nostri savi che cosa fa muovere l'universo: vi risponderanno: "Uno spirito".»</ref> | |||
Durante la Rivoluzione, le sue idee verranno fatte proprie dagli [[Enragés]] (anche se il loro leader, il prete costituzionale [[Jacques Roux]], non era ateo) e da [[Jacques-René Hébert]]. | |||
Nel suo ''Trattato di ateologia'', il filosofo francese [[Michel Onfray]] considera Meslier il primo filosofo ateo della storia. L'autore pone l'accento sulla differenza fra il pensiero del curato e quello di altri filosofi considerati, a torto, atei quali [[Epicuro]] o [[Baruch Spinoza]]: mentre questi ultimi affermano l'esistenza di una o più entità divine, anche se [[Materialismo|composte da atomi]] o [[Panteismo|perfettamente coincidente con la Natura]], Meslier confuta radicalmente l'esistenza di qualsiasi divinità o essere trascendente, e a ciò accompagna la critica di tutte religioni in generale e del cristianesimo in particolare. Secondo Onfray, dunque, è dall'apertura del ''Testamento'' che si può iniziare a parlare di ateismo filosofico senza possibilità di contestazione. <ref>Michel Onfray, ''Traité d'athéologie'', éditions Grasset, 2005, p. 55</ref> | |||
== Note == | == Note == |