Nella Giacomelli: differenze tra le versioni

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Nel [[1908]] Giacomelli e Molinari offrono la direzione del nuovo [[stampa anarchica|giornale]] a [[Paolo Schicchi]], ma ben presto si dovranno ricredere per via degli insanabili contrasti che si ingenereranno e che culmineranno in violento ''pamphlet'' accusatorio di [[Paolo Schicchi|Schicchi]] contro la Giacomelli: ''La degenerazione dell'anarchismo''. A questo scritto risponderà "Epifani" ([[Ettore Molinari]]) e "Ireos" (Nella Giacomelli) con ''Un triste caso di ribellismo anarchico'' ([[1909]]).  
Nel [[1908]] Giacomelli e Molinari offrono la direzione del nuovo [[stampa anarchica|giornale]] a [[Paolo Schicchi]], ma ben presto si dovranno ricredere per via degli insanabili contrasti che si ingenereranno e che culmineranno in violento ''pamphlet'' accusatorio di [[Paolo Schicchi|Schicchi]] contro la Giacomelli: ''La degenerazione dell'anarchismo''. A questo scritto risponderà "Epifani" ([[Ettore Molinari]]) e "Ireos" (Nella Giacomelli) con ''Un triste caso di ribellismo anarchico'' ([[1909]]).  
[[File:Ettore Molinari.JPG|thumb|[[Ettore Molinari]], compagno di Nella Giacomelli]]
[[File:Ettore Molinari.JPG|thumb|[[Ettore Molinari]], compagno di Nella Giacomelli]]
Dopo la partenza dell'anarchico siciliano [[Paolo Schicchi|Schicchi]], Giacomelli e Molinari individuano in [[Giuseppe Monanni]], editore anarchico aretino già direttore di «Vir» ([[stampa anarchica|rivista]] anarchica d'arte), e nella sua compagna [[Leda Rafanelli]], due possibili e validi collaboratori.
Dopo la partenza dell'anarchico siciliano [[Paolo Schicchi|Schicchi]], Giacomelli e Molinari individuano in [[Giuseppe Monnanni]], editore anarchico aretino già direttore di «Vir» ([[stampa anarchica|rivista]] anarchica d'arte), e nella sua compagna [[Leda Rafanelli]], due possibili e validi collaboratori.


Terminata l'esperienza de «La Protesta Umana», che cessa le pubblicazioni nel [[1909]], vive in una sorta di isolamento, che nel [[1915]] la porta a scrivere a [[Cesare Agostinelli]]: «Da vari anni, vivo appartata e ho tagliato, si può dire, i ponti fra me e i compagni. Non vado più alle loro riunioni, né loro vengono da me [...] Il fatto vergognoso di Schicchi, mi ha addirittura messo in un tale allarme contro i compagni, che io temo sempre d'imbattermi in qualche farabutto».
Terminata l'esperienza de «La Protesta Umana», che cessa le pubblicazioni nel [[1909]], vive in una sorta di isolamento, che nel [[1915]] la porta a scrivere a [[Cesare Agostinelli]]: «Da vari anni, vivo appartata e ho tagliato, si può dire, i ponti fra me e i compagni. Non vado più alle loro riunioni, né loro vengono da me [...] Il fatto vergognoso di Schicchi, mi ha addirittura messo in un tale allarme contro i compagni, che io temo sempre d'imbattermi in qualche farabutto».
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