Severino Di Giovanni: differenze tra le versioni

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== I contrasti con il movimento anarchico ==
== I contrasti con il movimento anarchico ==
[[Image:Severino di Giovanni in court.jpg|thumb|300px|Severino Di Giovanni in un momento processuale]]
[[Image:Severino di Giovanni in court.jpg|thumb|250px|Severino Di Giovanni in un momento processuale]]
Le azioni di '''Severino Di Giovanni''' e della sua banda furono spesso mal sopportate dal movimento anarchico, sino addirittura arrivare al suo isolamento a causa di una serie di azioni ritenute eccessivamente cruente. Già dopo la bomba al consolato italiano di Buenos Aires - che essendo collocata all'ingresso dell'edificio determinò la morte di 9 persone, molte delle quali erano lì solo in attesa solo di un visto - gran parte degli [[Personalità anarchiche|anarchici]] espressero il loro sdegno. Successivamente, dopo l'attentato alla "National City Bank" (2 morti e 23 feriti), altre accuse furono rovesciate addosso a Di Giovanni e alla sua banda. Egli cercò di difendersi attraverso una serie di articoli pubblicati su «[[Il Culmine]]» e attraverso una lettera all'«[[L'Adunata dei Refrattari]]» (organo degli [[anarco-individualismo|anarco-individualisti]] italiani negli [[USA|Stati Uniti]]), in cui chiedeva l'istituzione di una commissione anarchica internazionale che giudicasse i fatti. [[Luigi Fabbri]] e [[Vincenzo Capuana]] mostrarono attenzione ai suoi scritti, inducendo Di Giovanni a credere che si trattasse di una specie di assenso alle sue azioni.  
Le azioni di '''Severino Di Giovanni''' e della sua banda furono spesso mal sopportate dal movimento anarchico, sino addirittura arrivare al suo isolamento a causa di una serie di azioni ritenute eccessivamente cruente. Già dopo la bomba al consolato italiano di Buenos Aires - che essendo collocata all'ingresso dell'edificio determinò la morte di 9 persone, molte delle quali erano lì solo in attesa solo di un visto - gran parte degli [[Personalità anarchiche|anarchici]] espressero il loro sdegno. Successivamente, dopo l'attentato alla "National City Bank" (2 morti e 23 feriti), altre accuse furono rovesciate addosso a Di Giovanni e alla sua banda. Egli cercò di difendersi attraverso una serie di articoli pubblicati su «[[Il Culmine]]» e attraverso una lettera all'«[[L'Adunata dei Refrattari]]» (organo degli [[anarco-individualismo|anarco-individualisti]] italiani negli [[USA|Stati Uniti]]), in cui chiedeva l'istituzione di una commissione anarchica internazionale che giudicasse i fatti. [[Luigi Fabbri]] e [[Vincenzo Capuana]] mostrarono attenzione ai suoi scritti, inducendo Di Giovanni a credere che si trattasse di una specie di assenso alle sue azioni.  


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