Gli attentati individualistici nella storia dell'anarchismo: differenze tra le versioni

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== Gli attentati individualistici nella storia dell'anarchismo ==
== Gli attentati individualistici nella storia dell'anarchismo ==
[[File:Bapjpg |thumb|left|200px|Gli attentatori del re d'Italia Umberto I: [[Gaetano Bresci]] ([[29 luglio]] [[1900]]), [[Pietro Acciarito]] ([[22 aprile]] [[1897]]) e [[Giovanni Passannante]] ([[17 novembre]] [[1878]]).]]
[[File:Bap.jpg |thumb|left|200px|Gli attentatori del re d'Italia Umberto I: [[Gaetano Bresci]] ([[29 luglio]] [[1900]]), [[Pietro Acciarito]] ([[22 aprile]] [[1897]]) e [[Giovanni Passannante]] ([[17 novembre]] [[1878]]).]]
Sul finire del XIX secolo il movimento anarchico salì alla ribalta, nell'ambito della problematica sociale e politica europea, in seguito ad una serie di attentati terroristici contro alcune personalità forti di vari governi continentali. L'impatto che tali gesti ebbero sulle società, ma soprattutto sulle classi dirigenti dei diversi stati colpiti, fu così forte da richiedere una mobilitazione totale ed immediata di queste ultime al fine di eliminare o almeno arginare quell'incombente pericolo. Particolarmente preoccupato il governo italiano che, risolvere il problema, ritenne necessario promuovere organizzare un [[Convegno anti-anarchico (Roma, 1898)|convegno internazionale anti-anarchico]] tenutosi a Roma nel 1898. Agli occhi delle classi dominanti degli stati europei l'[[anarchia]] assunse il ruolo di nemico principale dell'ordine costituito ed i conseguenti attentati contro le Massime autorità dello stato furono fonte di timori e di squilibri politico-sociali a livello internazionale. Ad onor del vero bisogna anche dire che, in molti casi, la causa scatenante che spinse uomini disperati a compiere (o a tentare di compiere) gesti terroristici, fu uno spiccato senso di ribellione, frutto del forte disagio economico-sociale, contro le ingiuste condizioni di vita con le quali essi doveva misurarsi quotidianamente.  
Sul finire del XIX secolo il movimento anarchico salì alla ribalta, nell'ambito della problematica sociale e politica europea, in seguito ad una serie di attentati terroristici contro alcune personalità forti di vari governi continentali. L'impatto che tali gesti ebbero sulle società, ma soprattutto sulle classi dirigenti dei diversi stati colpiti, fu così forte da richiedere una mobilitazione totale ed immediata di queste ultime al fine di eliminare o almeno arginare quell'incombente pericolo. Particolarmente preoccupato il governo italiano che, risolvere il problema, ritenne necessario promuovere organizzare un [[Convegno anti-anarchico (Roma, 1898)|convegno internazionale anti-anarchico]] tenutosi a Roma nel 1898. Agli occhi delle classi dominanti degli stati europei l'[[anarchia]] assunse il ruolo di nemico principale dell'ordine costituito ed i conseguenti attentati contro le Massime autorità dello stato furono fonte di timori e di squilibri politico-sociali a livello internazionale. Ad onor del vero bisogna anche dire che, in molti casi, la causa scatenante che spinse uomini disperati a compiere (o a tentare di compiere) gesti terroristici, fu uno spiccato senso di ribellione, frutto del forte disagio economico-sociale, contro le ingiuste condizioni di vita con le quali essi doveva misurarsi quotidianamente.  


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