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=== Anarchia e anarchismo === | === Anarchia e anarchismo === | ||
Errico Malatesta tenta una sintesi della concezione anarchica, senza però imprigionarla in un sistema. A questo scopo distingue l'[[anarchia]] dall'[[anarchismo]]: | Errico Malatesta tenta una sintesi della concezione anarchica, senza però imprigionarla in un sistema. A questo scopo distingue l'[[anarchia]] dall'[[anarchismo]]: | ||
: «'''''L'anarchia è l'ideale che potrebbe anche non realizzarsi mai, così come non si raggiunge mai la linea dell'orizzonte, l'anarchismo è il metodo di vita e di lotta e deve essere dagli anarchici praticato oggi e sempre, nei limiti delle possibilità, variabili secondo i tempi e le circostanze.'''''» (E. Malatesta, «Repubblicanesimo sociale e anarchia», «Umanità Nova», Roma, 1922) | : «'''''L'anarchia è l'ideale che potrebbe anche non realizzarsi mai, così come non si raggiunge mai la linea dell'orizzonte, l'anarchismo è il metodo di vita e di lotta e deve essere dagli anarchici praticato oggi e sempre, nei limiti delle possibilità, variabili secondo i tempi e le circostanze.'''''» (E. Malatesta, «Repubblicanesimo sociale e anarchia», «Umanità Nova», Roma, 1922) | ||
La prima è il fine, ha un valore meta-storico ed universale: rappresenta il voler essere, e come tale non è deducibile da alcuna situazione storica. L'[[anarchismo]] è la traduzione di questo fine nella concretezza di una situazione storica. La divisione corrisponde a quella tra giudizi di valore e giudizi di fatto. | La prima è il fine, ha un valore meta-storico ed universale: rappresenta il voler essere, e come tale non è deducibile da alcuna situazione storica. L'[[anarchismo]] è la traduzione di questo fine nella concretezza di una situazione storica. La divisione corrisponde a quella tra giudizi di valore e giudizi di fatto. | ||
===Il volontarismo=== | ===Il volontarismo=== | ||
I valori fondamentali dell'[[anarchia]] – [[libertà]], [[uguaglianza]], solidarietà – sono espressioni a-razionali di una aspirazione universale, e come tali non si legano a nessuna dottrina. Malatesta rifiuta tanto il [[giusnaturalismo]] quanto il [[positivismo]]. Il primo, perché considera l'idea di una società naturale come il risultato della pigrizia di chi sogna che le aspirazioni umane si realizzino spontaneamente, senza lotta; il secondo, perché l'esaltazione della scienza porta ad un nuovo [[dogmatismo]], come accade in [[Pëtr Kropotkin]]. | I valori fondamentali dell'[[anarchia]] – [[libertà]], [[uguaglianza]], solidarietà – sono espressioni a-razionali di una aspirazione universale, e come tali non si legano a nessuna dottrina. Malatesta rifiuta tanto il [[giusnaturalismo]] quanto il [[positivismo]]. Il primo, perché considera l'idea di una società naturale come il risultato della pigrizia di chi sogna che le aspirazioni umane si realizzino spontaneamente, senza lotta; il secondo, perché l'esaltazione della scienza porta ad un nuovo [[dogmatismo]], come accade in [[Pëtr Kropotkin]]. | ||
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La [[violenza]] di per sé è nemica della [[libertà]]. Essa è una triste necessità dell'[[anarchismo]], ma solo nella fase negativa della distruzione delle forme oppressive. Malatesta è contrario ad ogni terrore rivoluzionario, che conduce necessariamente alla dittatura, così come respinge l'idea [[comunista]] della [[dittatura del proletariato]] e giudica molto severamente i risultati della [[rivluzione russa|rivoluzione bolscevica]], che ha fermato l'esperimento dei [[Soviet|soviet]] ed ha instaurato uno [[Stato]] autoritario. <ref>Nel 1922, a La Spezia, Malatesta conobbe Herman Sandomirsky, un anarchico russo alleato del bolscevismo, giunto in Italia come membro della delegazione russa al congresso di Genova, che sollecitava gli anarchici a schierarsi con la bandiera leninista. Rispondendo all'anarchico filobolscevico, Malatesta si pronunciò pubblicamente sui rapporti tra il movimento anarchico e la Rivoluzione russa. A Sandomirsky rimprovera di aver rinnegato l'ideale anarchico, per stare '''«con un governo, ed un governo che ha fucilato dei compagni nostri e ne tiene ancora tanti in prigione»''' («Anarchici e bolscevichi», «Umanità Nova», 16 maggio 1922). Alla fine, Malatesta arrivò a identificare la dittatura bolscevica, almeno sotto certi aspetti, con il fascismo tout court: '''«I bolscevichi''' [...] '''hanno il merito di essere franchi e sfacciati: tale e quale come i fascisti!»''' («In regime di dittatura proletaria», «Umanità Nova», 12 agosto 1922).<br>Nel 1924, alla morte di Lenin, Malatesta, componendo il necrologio del capo rivoluzionario scriveva le seguenti parole: '''«Lenin è morto. Noi possiamo avere per lui quella specie di ammirazione forzata che strappano alle folle gli uomini forti, anche se allucinati, anche se malvagi, che riescono a lasciare nella storia una traccia profonda del loro passaggio: Alessandro, Giulio Cesare, Loyola, Cromwell, Robespierre, Napoleone. Ma egli, sia pure colle migliori intenzioni, fu un tiranno, fu lo strangolatore della Rivoluzione russa, e noi che non potemmo amarlo vivo, non possiamo piangerlo morto. Lenin è morto. Viva la libertà!»''' («Lutto o festa?», «[[Pensiero e Volontà]]», n. 3, 10 febbraio 1924).</ref> | La [[violenza]] di per sé è nemica della [[libertà]]. Essa è una triste necessità dell'[[anarchismo]], ma solo nella fase negativa della distruzione delle forme oppressive. Malatesta è contrario ad ogni terrore rivoluzionario, che conduce necessariamente alla dittatura, così come respinge l'idea [[comunista]] della [[dittatura del proletariato]] e giudica molto severamente i risultati della [[rivluzione russa|rivoluzione bolscevica]], che ha fermato l'esperimento dei [[Soviet|soviet]] ed ha instaurato uno [[Stato]] autoritario. <ref>Nel 1922, a La Spezia, Malatesta conobbe Herman Sandomirsky, un anarchico russo alleato del bolscevismo, giunto in Italia come membro della delegazione russa al congresso di Genova, che sollecitava gli anarchici a schierarsi con la bandiera leninista. Rispondendo all'anarchico filobolscevico, Malatesta si pronunciò pubblicamente sui rapporti tra il movimento anarchico e la Rivoluzione russa. A Sandomirsky rimprovera di aver rinnegato l'ideale anarchico, per stare '''«con un governo, ed un governo che ha fucilato dei compagni nostri e ne tiene ancora tanti in prigione»''' («Anarchici e bolscevichi», «Umanità Nova», 16 maggio 1922). Alla fine, Malatesta arrivò a identificare la dittatura bolscevica, almeno sotto certi aspetti, con il fascismo tout court: '''«I bolscevichi''' [...] '''hanno il merito di essere franchi e sfacciati: tale e quale come i fascisti!»''' («In regime di dittatura proletaria», «Umanità Nova», 12 agosto 1922).<br>Nel 1924, alla morte di Lenin, Malatesta, componendo il necrologio del capo rivoluzionario scriveva le seguenti parole: '''«Lenin è morto. Noi possiamo avere per lui quella specie di ammirazione forzata che strappano alle folle gli uomini forti, anche se allucinati, anche se malvagi, che riescono a lasciare nella storia una traccia profonda del loro passaggio: Alessandro, Giulio Cesare, Loyola, Cromwell, Robespierre, Napoleone. Ma egli, sia pure colle migliori intenzioni, fu un tiranno, fu lo strangolatore della Rivoluzione russa, e noi che non potemmo amarlo vivo, non possiamo piangerlo morto. Lenin è morto. Viva la libertà!»''' («Lutto o festa?», «[[Pensiero e Volontà]]», n. 3, 10 febbraio 1924).</ref> | ||
:«Anarchia vuol dire non-violenza, non-dominio dell'uomo sull'uomo, non-imposizione per forza della volontà di uno o di più su quella di altri. È solo mediante l'armonizzazione degli interessi, mediante la cooperazione volontaria, con l'amore, il rispetto, la reciproca tolleranza [...] che assicuri a tutti la massima libertà, il massimo sviluppo, il massimo benessere possibili.[...] Ma allora, si potrà domandare, perché nella lotta attuale, contro le istituzioni politico-sociali, che giudicano oppressive, gli anarchici hanno predicato e praticato, e predicano e praticano, quando possono, l'uso dei mezzi violenti che pur sono in evidente contraddizione coi fini loro? [...] la violenza anarchica è la sola che sia giustificabile, la sola che non sia criminale. Parlo naturalmente della violenza che ha davvero i caratteri anarchici, e non di questo o quel fatto di violenza cieca e irragionevole che è stato attribuito agli anarchici [...] '''La vera violenza anarchica è quella che cessa dove cessa la necessità della difesa e della liberazione.''' Essa è temperata dalla coscienza che gl'individui presi isolatamente sono poco o punto responsabili della posizione che ha fatto loro l'eredità e l'ambiente; essa non è ispirata dall'odio ma dall'amore; ed è santa perché mira alla liberazione di tutti e non alla sostituzione del proprio dominio a quello degli altri.» (''[[Anarchia e violenza (di Errico Malatesta)|Anarchia e violenza]]'') | :«Anarchia vuol dire non-violenza, non-dominio dell'uomo sull'uomo, non-imposizione per forza della volontà di uno o di più su quella di altri. È solo mediante l'armonizzazione degli interessi, mediante la cooperazione volontaria, con l'amore, il rispetto, la reciproca tolleranza [...] che assicuri a tutti la massima libertà, il massimo sviluppo, il massimo benessere possibili.[...] Ma allora, si potrà domandare, perché nella lotta attuale, contro le istituzioni politico-sociali, che giudicano oppressive, gli anarchici hanno predicato e praticato, e predicano e praticano, quando possono, l'uso dei mezzi violenti che pur sono in evidente contraddizione coi fini loro? [...] la violenza anarchica è la sola che sia giustificabile, la sola che non sia criminale. Parlo naturalmente della violenza che ha davvero i caratteri anarchici, e non di questo o quel fatto di violenza cieca e irragionevole che è stato attribuito agli anarchici [...] '''La vera violenza anarchica è quella che cessa dove cessa la necessità della difesa e della liberazione.''' Essa è temperata dalla coscienza che gl'individui presi isolatamente sono poco o punto responsabili della posizione che ha fatto loro l'eredità e l'ambiente; essa non è ispirata dall'odio ma dall'amore; ed è santa perché mira alla liberazione di tutti e non alla sostituzione del proprio dominio a quello degli altri.» (''[[Anarchia e violenza (di Errico Malatesta)|Anarchia e violenza]]'') | ||
===Il sindacalismo=== | ===Il sindacalismo=== | ||
Aspetto importante del suo pensiero è la visione del [[sindacalismo]], [[coerenza mezzi-fini|visto come un mezzo]] (e non come un fine) fondamentale per lo sviluppo del [[movimento anarchico]]. Gli anarchici, proprio per questo, devono partecipare alla fondazione di sindacati qualora non ne esistessero già. Poiché il sindacato è un mezzo, non deve essere trasformato in un'organizzazione politica, altrimenti potrebbe diventare uno pseudo-partito, con tendenze [[gerarchia|gerarchizzanti]] ed [[autorità |autoritarie]]. Inoltre i [[sindacalismo|sindacati]] non possono bastare a se stessi, per lo sbocco rivoluzionario è necessario sviluppare l'organizzazione politica. | Aspetto importante del suo pensiero è la visione del [[sindacalismo]], [[coerenza mezzi-fini|visto come un mezzo]] (e non come un fine) fondamentale per lo sviluppo del [[movimento anarchico]]. Gli anarchici, proprio per questo, devono partecipare alla fondazione di sindacati qualora non ne esistessero già. Poiché il sindacato è un mezzo, non deve essere trasformato in un'organizzazione politica, altrimenti potrebbe diventare uno pseudo-partito, con tendenze [[gerarchia|gerarchizzanti]] ed [[autorità |autoritarie]]. Inoltre i [[sindacalismo|sindacati]] non possono bastare a se stessi, per lo sbocco rivoluzionario è necessario sviluppare l'organizzazione politica. | ||
L'esperienza involutiva della [[CGT francese]], trasformatasi da [[sindacalismo rivoluzionario|sindacato rivoluzionario]] a riformistico ed organico alle istituzioni, sembrò avvalorare le sue preoccupazioni. Tali istanze furono presentate lucidamente al [[Congresso di Amsterdam (1907)|Congresso di Amsterdam]] del [[1907]], in opposizione alle tesi di [[Pierre Monatte]]. | L'esperienza involutiva della [[CGT francese]], trasformatasi da [[sindacalismo rivoluzionario|sindacato rivoluzionario]] a riformistico ed organico alle istituzioni, sembrò avvalorare le sue preoccupazioni. Tali istanze furono presentate lucidamente al [[Congresso di Amsterdam (1907)|Congresso di Amsterdam]] del [[1907]], in opposizione alle tesi di [[Pierre Monatte]]. | ||
===Contro la democrazia parlamentare=== | ===Contro la democrazia parlamentare=== | ||
[[File:500mala.png|right|thumb|200px|Errico Malatesta]] | |||
Poiché l'[[anarchia]] è fondata sull'[[etica]] (e su un'[[etica dell'intenzione]], in termini weberiani), essa non può accettare la [[democrazia]] come male minore. Di qui le considerazioni critiche di coloro, tra cui anche i socialisti, che pensavano di potersi opporre al [[Fascismo|fascismo]] attraverso le elezioni e gli strumenti parlamentari "democratici". <ref>Si legga: [http://www.marxists.org/italiano/reference/malatesta/mussolini.htm Mussolini al potere]</ref> Il sistema democratico ricorre all'[[autorità]] della maggioranza, quello anarchico alla intesa volontaria (benché in certi casi sia inevitabile ricorrere al voto). La volontà della maggioranza non può pretendere il possesso della verità assoluta, poiché tale verità non esiste. Il principio di [[libertà]] impedisce di riconoscere una sola verità: ognuno ha la propria verità, ed anche la propria anarchia. In società, tuttavia, la [[libertà]] non può essere assoluta, ma deve essere limitata dal principio della [[solidarietà]] e dell'amore verso gli altri. | Poiché l'[[anarchia]] è fondata sull'[[etica]] (e su un'[[etica dell'intenzione]], in termini weberiani), essa non può accettare la [[democrazia]] come male minore. Di qui le considerazioni critiche di coloro, tra cui anche i socialisti, che pensavano di potersi opporre al [[Fascismo|fascismo]] attraverso le elezioni e gli strumenti parlamentari "democratici". <ref>Si legga: [http://www.marxists.org/italiano/reference/malatesta/mussolini.htm Mussolini al potere]</ref> Il sistema democratico ricorre all'[[autorità]] della maggioranza, quello anarchico alla intesa volontaria (benché in certi casi sia inevitabile ricorrere al voto). La volontà della maggioranza non può pretendere il possesso della verità assoluta, poiché tale verità non esiste. Il principio di [[libertà]] impedisce di riconoscere una sola verità: ognuno ha la propria verità, ed anche la propria anarchia. In società, tuttavia, la [[libertà]] non può essere assoluta, ma deve essere limitata dal principio della [[solidarietà]] e dell'amore verso gli altri. | ||
===La rivoluzione e il comunismo anarchico=== | ===La rivoluzione e il comunismo anarchico=== | ||
Per Malatesta non è possibile compiere la [[rivoluzione]] perseguendo interessi economici, poiché l'interesse è sempre conservatore: solo l'ideale è rivoluzionario. Di qui la supremazia del politico – che persegue l'ideale universale – sull'economico, che persegue sempre fini riformisti e conservatori. Per questo anche i sindacati sono considerati riformisti, mai realmente rivoluzionari (anche per il loro carattere inevitabilmente corporativo). | Per Malatesta non è possibile compiere la [[rivoluzione]] perseguendo interessi economici, poiché l'interesse è sempre conservatore: solo l'ideale è rivoluzionario. Di qui la supremazia del politico – che persegue l'ideale universale – sull'economico, che persegue sempre fini riformisti e conservatori. Per questo anche i sindacati sono considerati riformisti, mai realmente rivoluzionari (anche per il loro carattere inevitabilmente corporativo). |