Socialismo: differenze tra le versioni

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: «Nessuna teoria politica o sociale nasce così, dal nulla. Essa presuppone dei nessi con il mondo nel quale si sviluppa, si può affermare che è proprio nella società capitalistica che l'anarchia nasce, si sviluppa e prospera. Ciò la lega al socialismo; ma qui terminano le cose in comune. Perché, contrariamente a quello che comunemente si pensa, socialismo e anarchia sono diversi come il giorno dalla notte e si contrappongono come l'acqua al fuoco.» <ref>''[http://www.rivstoricavirt.com/rivstoricavirt_sito/Anarchia.html Anarchia]''</ref>
: «Nessuna teoria politica o sociale nasce così, dal nulla. Essa presuppone dei nessi con il mondo nel quale si sviluppa, si può affermare che è proprio nella società capitalistica che l'anarchia nasce, si sviluppa e prospera. Ciò la lega al socialismo; ma qui terminano le cose in comune. Perché, contrariamente a quello che comunemente si pensa, socialismo e anarchia sono diversi come il giorno dalla notte e si contrappongono come l'acqua al fuoco.» <ref>''[http://www.rivstoricavirt.com/rivstoricavirt_sito/Anarchia.html Anarchia]''</ref>


: «Una delle definizioni del pensiero anarchico (in forma sintetica) è infatti “né Dio né padrone”. Sébastien Faure disse: “Chiunque neghi l'autorità e combatta contro di essa è un anarchico”. Definizione molto semplice, e per questo incompleta e alla fine fuorviante. Il pensiero anarchico è in realtà un pensiero complesso, policromo, talvolta contraddittorio. Semplificarlo non aiuta a conoscerlo e a liberarsi dalla confusione cui accennavamo prima. È un pensiero che ha una sua storia peculiare e un proprio originale nucleo teorico-concettuale, che lo distingue da altre dottrine politiche, come il socialismo o il liberalismo, e che lo rende in un certo senso più ampio di queste, in quanto tende ad occuparsi dell'intera vita umana e non soltanto della gestione politica o di quella economica. Ma ciò che soprattutto lo distingue dalle altre dottrine politiche, è che per l'anarchismo non esiste una “umanità astratta” (di cui invece trattano tanto il liberalismo quanto il socialismo di stato e il comunismo autoritario), ma singoli uomini concreti. Il pensiero anarchico pertanto, diversamente dalle altre dottrine politiche, non ritiene di aver compreso per via filosofica la “natura” dell'uomo, e non si considera legittimato a prescrivere un codice morale e un'etica di comportamento che implichino diritti e doveri uguali per tutti gli uomini. Nell'anarchia è di fondamentale importanza l'autodeterminazione dell'individuo, di ogni singolo individuo, che è unico e diverso da tutti gli altri, e il suo totale e pieno diritto di scelta, di consenso o di rifiuto. Potremmo provare a definirla quindi una filosofia della libertà. Ma anche così otteniamo una definizione in un certo senso riduttiva e vaga al tempo stesso. Quello anarchico non è un pensiero che rimane tale: è un pensiero legato strettamente all'azione, dando immediata origine all'”anarchismo”. Precisando meglio, l'anarchismo non deriva da riflessioni astratte di qualche intellettuale o filosofo, ma dalla lotta diretta dei lavoratori contro il capitalismo, dalla ribellione degli oppressi contro i loro oppressori, dai bisogni e dalle necessità di questi uomini e dalle loro aspirazioni di libertà ed eguaglianza. I pensatori anarchici, quindi, come Bakunin o Kropotkin, non inventarono l'idea dell'anarchismo, semplicemente la scoprirono nelle masse oppresse e sfruttate e la rafforzarono, la chiarirono e la divulgarono. È l'azione pertanto che dà origine al pensiero. Il fine ultimo dell'anarchismo è infatti quello di un cambiamento sociale. L'anarchia critica la società esistente, di conseguenza non respinge il potere terreno in base a considerazioni prettamente filosofiche o religiose (come i mistici o gli stoici, ad esempio).» <ref>[http://www.filosofico.net/filosofiaanarchica.htm ''IL PENSIERO ANARCHICO'']</ref>
: «Una delle definizioni del pensiero anarchico (in forma sintetica) è infatti “né Dio né padrone”. Sébastien Faure disse: “Chiunque neghi l'autorità e combatta contro di essa è un anarchico”. Definizione molto semplice, e per questo incompleta e alla fine fuorviante. Il pensiero anarchico è in realtà un pensiero complesso, policromo, talvolta contraddittorio. Semplificarlo non aiuta a conoscerlo e a liberarsi dalla confusione cui accennavamo prima. È un pensiero che ha una sua storia peculiare e un proprio originale nucleo teorico-concettuale, che lo distingue da altre dottrine politiche, come il socialismo o il liberalismo, e che lo rende in un certo senso più ampio di queste, in quanto tende ad occuparsi dell'intera vita umana e non soltanto della gestione politica o di quella economica. Ma ciò che soprattutto lo distingue dalle altre dottrine politiche, è che per l'anarchismo non esiste una “umanità astratta” (di cui invece trattano tanto il liberalismo quanto il socialismo di stato e il comunismo autoritario), ma singoli uomini concreti. Il pensiero anarchico pertanto, diversamente dalle altre dottrine politiche, non ritiene di aver compreso per via filosofica la “natura” dell'uomo, e non si considera legittimato a prescrivere un codice morale e un'etica di comportamento che implichino diritti e doveri uguali per tutti gli uomini. Nell'anarchia è di fondamentale importanza l'autodeterminazione dell'individuo, di ogni singolo individuo, che è unico e diverso da tutti gli altri, e il suo totale e pieno diritto di scelta, di consenso o di rifiuto. Potremmo provare a definirla quindi una filosofia della libertà. Ma anche così otteniamo una definizione in un certo senso riduttiva e vaga al tempo stesso. Quello anarchico non è un pensiero che rimane tale: è un pensiero legato strettamente all'azione, dando immediata origine all'”anarchismo”. Precisando meglio, l'anarchismo non deriva da riflessioni astratte di qualche intellettuale o filosofo, ma dalla lotta diretta dei lavoratori contro il capitalismo, dalla ribellione degli oppressi contro i loro oppressori, dai bisogni e dalle necessità di questi uomini e dalle loro aspirazioni di libertà ed eguaglianza. I pensatori anarchici, quindi, come Bakunin o Kropotkin, non inventarono l'idea dell'anarchismo, semplicemente la scoprirono nelle masse oppresse e sfruttate e la rafforzarono, la chiarirono e la divulgarono. È l'azione pertanto che dà origine al pensiero. Il fine ultimo dell'anarchismo è infatti quello di un cambiamento sociale. L'anarchia critica la società esistente, di conseguenza non respinge il potere terreno in base a considerazioni prettamente filosofiche o religiose (come i mistici o gli stoici, ad esempio).» <ref>[http://www.filosofico.net/filosofiaanarchica.htm ''Il pensiero anarchico''], di Silvia Ferbri</ref>


== Derive del socialismo: socialismo italiano e socialismo di stato==
== Derive del socialismo: socialismo italiano e socialismo di stato==
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Fu chiamata '''revisionista''' la corrente moderata e [[Riformismo|riformista]] del [[marxismo]] che sorse verso la fine del [[XIX secolo]], originata dall'osservazione che il comportamento dell'[[capitalismo|economia capitalistica]] non sembrava corrispondere alle previsioni del [[marxismo]]. Il maggior esponente del [[revisionismo]] fu il tedesco [[Eduard Bernstein]], il quale auspicava la realizzazione di riforme nell'interesse dei lavoratori anziché propugnare la lotta di classe e la [[rivoluzione sociale]].
Fu chiamata '''revisionista''' la corrente moderata e [[Riformismo|riformista]] del [[marxismo]] che sorse verso la fine del [[XIX secolo]], originata dall'osservazione che il comportamento dell'[[capitalismo|economia capitalistica]] non sembrava corrispondere alle previsioni del [[marxismo]]. Il maggior esponente del [[revisionismo]] fu il tedesco [[Eduard Bernstein]], il quale auspicava la realizzazione di riforme nell'interesse dei lavoratori anziché propugnare la lotta di classe e la [[rivoluzione sociale]].
==Note==
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== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
*[[Socialismo di Stato]]
*[[Socialismo di Stato]]
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