Giuseppe Mariani: differenze tra le versioni

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Nei primi mesi del [[1919]] si reca a Milano, città in cui trova lavora come meccanico e dove frequenta gli ambienti [[anarco-individualismo|anarco-individualisti]] del capoluogo lombardo. In questo periodo viene arrestato con l'accusa di aver partecipato ad una serie di attentati firmati dal gruppo di [[Bruno Filippi]]. Partecipa alle prime manifestazioni [[antifascismo|antifasciste]] e a quelle del [[biennio rosso]], costituendo con [[Giuseppe Boldrini]] ed [[Ettore Aguggini]] un gruppo [[anarco-individualismo|anarco-individualista]] che organizza e mette in atto due attentati al ristorante Cova di Milano ([[26 giugno]] ed [[8 agosto]]). Pochi giorni dopo, sempre con i suoi due fidati compagni ed amici, oltrepassa la frontiera ed entra clandestinamente in [[Svizzera]] per sfuggire ad un possibile arresto. Dopo un periodo trascorso a Zurigo, i tre ritornano a Milano nel settembre [[1920]] con l'intento di dare il proprio contributo alle rivolte del [[biennio rosso]]. Il [[14 ottobre]], Mariani e compagni mettono a segno un'[[azione diretta]] contro l'albergo Cavour che doveva ospitare la delegazione inglese partecipante al congresso della Società delle Nazioni.
Nei primi mesi del [[1919]] si reca a Milano, città in cui trova lavora come meccanico e dove frequenta gli ambienti [[anarco-individualismo|anarco-individualisti]] del capoluogo lombardo. In questo periodo viene arrestato con l'accusa di aver partecipato ad una serie di attentati firmati dal gruppo di [[Bruno Filippi]]. Partecipa alle prime manifestazioni [[antifascismo|antifasciste]] e a quelle del [[biennio rosso]], costituendo con [[Giuseppe Boldrini]] ed [[Ettore Aguggini]] un gruppo [[anarco-individualismo|anarco-individualista]] che organizza e mette in atto due attentati al ristorante Cova di Milano ([[26 giugno]] ed [[8 agosto]]). Pochi giorni dopo, sempre con i suoi due fidati compagni ed amici, oltrepassa la frontiera ed entra clandestinamente in [[Svizzera]] per sfuggire ad un possibile arresto. Dopo un periodo trascorso a Zurigo, i tre ritornano a Milano nel settembre [[1920]] con l'intento di dare il proprio contributo alle rivolte del [[biennio rosso]]. Il [[14 ottobre]], Mariani e compagni mettono a segno un'[[azione diretta]] contro l'albergo Cavour che doveva ospitare la delegazione inglese partecipante al congresso della Società delle Nazioni.


Si stabilizza preferibilmente a Mantova, frequenta un Circolo di Studi Sociali e si occupa tra l'altro di recuperare armi ed esplosivi da utilizzare per un «necessario movimento insurrezionale». Dopo l'arresto di [[Malatesta]], [[Armando Borghi|Borghi]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] (ottobre 1920) e il loro [[sciopero della fame]] contro l'ingiusta detenzione (marzo [[1921]]), Mariani e compagni il [[23 marzo]] [[1921]] fanno esplodere un ordigno al [[Teatro Diana|teatro Diana provocando una strage]]: 21 morti e 80 feriti. L'obiettivo non era il teatro ma l'albergo, dove si pensava risiedesse il questore Giovanni Gasti. Casualità e approssimazione trasformarono un gesto di [[solidarietà]] verso altri compagni in una drammatica strage che susciterà orrore anche nel [[movimento anarchico]] (l'attentato al Diana faceva parte di una terna di azioni, le altre due sarebbero dovute essere compiute contro la centrale elettrica di via Gladio ed alla sede del giornale socialista «l'Avanti»).
Si stabilizza preferibilmente a Mantova, frequenta un Circolo di Studi Sociali e si occupa tra l'altro di recuperare armi ed esplosivi da utilizzare per un «necessario movimento insurrezionale». Dopo l'arresto di [[Malatesta]], [[Armando Borghi|Borghi]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] (ottobre 1920) e il loro [[sciopero della fame]] contro l'ingiusta detenzione (marzo [[1921]]), Mariani e compagni il [[23 marzo]] [[1921]] fanno esplodere un ordigno al [[Teatro Diana|teatro Diana provocando una strage]]: 21 morti e 80 feriti. L'obiettivo non era il teatro ma l'albergo, dove si pensava risiedesse il questore Giovanni Gasti. Casualità e approssimazione trasformarono un gesto di [[solidarietà]] verso altri compagni in una drammatica strage che susciterà orrore anche nel [[movimento anarchico]] (l'attentato al Diana faceva parte di una terna di azioni, le altre due sarebbero dovute essere compiute contro la centrale elettrica di via Gladio ed alla sede del giornale [[socialista]] «l'Avanti»).


Arrestato nel mese di aprile a Mantova, Giuseppe Mariani che ha confessato il suo coinvolgimento viene condannato all'ergastolo ([[Ettore Aguggini|Aguggini]] viene condannato a 30 anni, [[Giuseppe Boldrini|Boldrini]] all'ergastolo). Detenuto al [[carcere]] di San Vittore, viene trasferito il [[20 giugno]] [[1922]] al penitenziario di Santo Stefano, dove per 10 anni rimarrà in isolamento. Ritornato allo stato di detenzione ordinaria, lavora in [[carcere]] come sarto e insegna francese e italiano agli altri detenuti. Il [[15 novembre]] [[1943]] è tra i leader di una sanguinosa [[rivolta]] dei detenuti del [[carcere]] di San Stefano (con lui anche [[Sante Pollastri]]).
Arrestato nel mese di aprile a Mantova, Giuseppe Mariani che ha confessato il suo coinvolgimento viene condannato all'ergastolo ([[Ettore Aguggini|Aguggini]] viene condannato a 30 anni, [[Giuseppe Boldrini|Boldrini]] all'ergastolo). Detenuto al [[carcere]] di San Vittore, viene trasferito il [[20 giugno]] [[1922]] al penitenziario di Santo Stefano, dove per 10 anni rimarrà in isolamento. Ritornato allo stato di detenzione ordinaria, lavora in [[carcere]] come sarto e insegna francese e italiano agli altri detenuti. Il [[15 novembre]] [[1943]] è tra i leader di una sanguinosa [[rivolta]] dei detenuti del [[carcere]] di San Stefano (con lui anche [[Sante Pollastri]]).
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