Cesare Zaccaria: differenze tra le versioni

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L'influenza di Zaccaria sulle posizioni teoriche e pratiche della [[FAI]] nel primo dopoguerra è notevole per quanto riguarda la «fiducia nella libera iniziativa» e la diffidenza verso un'organizzazione permanente con un preciso programma politico. <ref>Secondo [[Pietro Adamo|Adamo]] egli «tentò di dar corpo a una prospettiva individualistica fondata su un forte senso della rilevanza privata e pubblica dell'etica». M. A. Rossi ricorda che «eroismo, santità, spiritualità umana, sono termini che ricorrono negli interventi di Zaccaria, e danno conto delle accuse di idealismo lanciate da altre componenti del movimento». Per Cerrito, il pensiero di Zaccaria si basa su una sorta di «empirismo liberale» in quanto «seguace di teorie democratico-radicali di tipo anglosassone». Ad ogni modo egli avrebbe avuto un ruolo di primo piano nelle polemiche interne: contro le tesi neomarxiste del trio Perelli-Pietropaolo-Concordia al Congresso del [[1945]], contro [[Pier Carlo Masini]], redattore di «[[Umanità Nova]]», al congresso di Livorno del [[1949]] e poi contro i [[GAAP]], di cui [[Pier Carlo Masini|Masini]] era un promotore. Nella ricostruzione di Dadà, Zaccaria, con [[Giovanna Caleffi|Caleffi]], [[Pio Turroni|Turroni]], [[Ugo Fedeli|Fedeli]] e [[Italo Garinei|Garinei]], è tra «i più noti individualisti antiorganizzatori» che si riuniscono, sul finire del [[1949]], nel gruppo «[[L'Antistato]]», di fatto la vera dirigenza del movimento.</ref> Per un forte interesse verso una morale e una pratica svincolata dai tabù clericali e reazionari e fondata sui diritti umani e sociali, Cesare e Giovanna scrivono l'opuscolo «Il controllo delle nascite». Mezzi pratici per avere figli solo quando si vogliono (Napoli, [[1948]] e poi Milano, [[1955]], con uno scritto di G. Salvemini). Sono imputati di propaganda contro la procreazione, tuttavia proibita dalle leggi fasciste sulla “difesa della razza” e per l'incremento demografico. Il processo del maggio [[1950]], nel quale sono difesi dall'avvocato libertario [[Tommaso Pedio]], termina con l'assoluzione con formula piena.
L'influenza di Zaccaria sulle posizioni teoriche e pratiche della [[FAI]] nel primo dopoguerra è notevole per quanto riguarda la «fiducia nella libera iniziativa» e la diffidenza verso un'organizzazione permanente con un preciso programma politico. <ref>Secondo [[Pietro Adamo|Adamo]] egli «tentò di dar corpo a una prospettiva individualistica fondata su un forte senso della rilevanza privata e pubblica dell'etica». M. A. Rossi ricorda che «eroismo, santità, spiritualità umana, sono termini che ricorrono negli interventi di Zaccaria, e danno conto delle accuse di idealismo lanciate da altre componenti del movimento». Per Cerrito, il pensiero di Zaccaria si basa su una sorta di «empirismo liberale» in quanto «seguace di teorie democratico-radicali di tipo anglosassone». Ad ogni modo egli avrebbe avuto un ruolo di primo piano nelle polemiche interne: contro le tesi neomarxiste del trio Perelli-Pietropaolo-Concordia al Congresso del [[1945]], contro [[Pier Carlo Masini]], redattore di «[[Umanità Nova]]», al congresso di Livorno del [[1949]] e poi contro i [[GAAP]], di cui [[Pier Carlo Masini|Masini]] era un promotore. Nella ricostruzione di Dadà, Zaccaria, con [[Giovanna Caleffi|Caleffi]], [[Pio Turroni|Turroni]], [[Ugo Fedeli|Fedeli]] e [[Italo Garinei|Garinei]], è tra «i più noti individualisti antiorganizzatori» che si riuniscono, sul finire del [[1949]], nel gruppo «[[L'Antistato]]», di fatto la vera dirigenza del movimento.</ref> Per un forte interesse verso una morale e una pratica svincolata dai tabù clericali e reazionari e fondata sui diritti umani e sociali, Cesare e Giovanna scrivono l'opuscolo «Il controllo delle nascite». Mezzi pratici per avere figli solo quando si vogliono (Napoli, [[1948]] e poi Milano, [[1955]], con uno scritto di G. Salvemini). Sono imputati di propaganda contro la procreazione, tuttavia proibita dalle leggi fasciste sulla “difesa della razza” e per l'incremento demografico. Il processo del maggio [[1950]], nel quale sono difesi dall'avvocato libertario [[Tommaso Pedio]], termina con l'assoluzione con formula piena.


Nel [[1951]], grazie all'impegno della coppia e utilizzando la casa di campagna di Zaccaria a Piano di Sorrento, si costituisce la Colonia “[[Maria Luisa Berneri]]”, dedicata alla figlia di Camillo e Giovanna prematuramente scomparsa a Londra. L'iniziativa permette a centinaia di bambini, figli di anarchici, di effettuare un periodo di vacanza in un contesto pedagogico di chiaro stampo libertario (Zaccaria non ha figli propri e si occupa dell'educazione e il mantenimento di diversi bambini, tra i quali anche Pietro Tandeddu, nipote di Pasquale noto bandito sardo ucciso nel [[1954]], che mantiene alla elitaria scuola svizzera CEIS di Rimini). La colonia continuerà la propria esperienza presso la casa di Sorrento fino al [[1957]], cioè fino all'estate successiva alla definitiva rottura dei rapporti con [[Giovanna Caleffi]], la quale continua l'iniziativa, a Ronchi di Massa, in Toscana.
Nel [[1951]], grazie all'impegno della coppia e utilizzando la casa di campagna di Zaccaria a Piano di Sorrento, si costituisce la Colonia “[[Maria Luisa Berneri]]”, dedicata alla figlia di Camillo e Giovanna prematuramente scomparsa a Londra. L'iniziativa permette a centinaia di bambini, figli di anarchici, di effettuare un periodo di vacanza in un contesto pedagogico di chiaro stampo libertario (Zaccaria non ha figli propri e si occupa dell'educazione e il mantenimento di diversi bambini, tra i quali anche Pietro Tandeddu, nipote di Pasquale noto bandito sardo ucciso nel [[1954]], che mantiene alla elitaria scuola svizzera ''CEIS'' di Rimini). La colonia continuerà la propria esperienza presso la casa di Sorrento fino al [[1957]], cioè fino all'estate successiva alla definitiva rottura dei rapporti con [[Giovanna Caleffi]], la quale continua l'iniziativa, a Ronchi di Massa, in Toscana.


Nel [[1956]] Zaccaria riprende a frequentare [[Fanny Bernini]], mentre i rapporti con Giovanna, anche per questo motivo, si vanno deteriorando, tanto che quest'ultima si trasferisce a Genova, portando con sé l'amministrazione di «[[Volontà]]». In questo contesto egli esce dall'ambiente libertario e si avvicina più esplicitamente alle correnti liberali. Emblematico di questa crisi è lo scritto «Commiato», («[[Volontà]]», 1959, n. 1), redatto nel dicembre [[1956]] e procrastinato dalla redazione sperando in un ripensamento. In esso egli comunica che «rifiutando anche ogni riposta volontà di preminenza» ha deciso di ritornare sulla «vecchia strada, veramente fuori-dalla-politica» e alla condizione di «solitario-con-amici». Nella risposta [[Giovanna Caleffi|Caleffi]] riconosce che la sua attività «arricchiva il nostro movimento» e dichiara che «attingeremo ancora agli scritti di Cesare Zaccaria». In ogni caso, questa rottura viene vissuta in modo drastico e definitivo dal movimento anarchico, che, a parte qualche eccezione, rompe ogni rapporto con chi «si è escluso da sé». Invece «[[L'Adunata dei Refrattari]]» ricorda che «era rimasto con alcuni di noi in relazione personale» anche dopo il [[1956]].
Nel [[1956]] Zaccaria riprende a frequentare [[Fanny Bernini]], mentre i rapporti con Giovanna, anche per questo motivo, si vanno deteriorando, tanto che quest'ultima si trasferisce a Genova, portando con sé l'amministrazione di «[[Volontà]]». In questo contesto egli esce dall'ambiente libertario e si avvicina più esplicitamente alle correnti liberali. Emblematico di questa crisi è lo scritto «Commiato», («[[Volontà]]», 1959, n. 1), redatto nel dicembre [[1956]] e procrastinato dalla redazione sperando in un ripensamento. In esso egli comunica che «rifiutando anche ogni riposta volontà di preminenza» ha deciso di ritornare sulla «vecchia strada, veramente fuori-dalla-politica» e alla condizione di «solitario-con-amici». Nella risposta [[Giovanna Caleffi|Caleffi]] riconosce che la sua attività «arricchiva il nostro movimento» e dichiara che «attingeremo ancora agli scritti di Cesare Zaccaria». In ogni caso, questa rottura viene vissuta in modo drastico e definitivo dal movimento anarchico, che, a parte qualche eccezione, rompe ogni rapporto con chi «si è escluso da sé». Invece «[[L'Adunata dei Refrattari]]» ricorda che «era rimasto con alcuni di noi in relazione personale» anche dopo il [[1956]].
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