Michail Bakunin: differenze tra le versioni

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La questione problematica si presenta però nell'utilizzo dello [[Stato]] durante il periodo rivoluzionario. Per i [[Karl Marx|marxisti]], infatti, si sarebbe dovuta presentare una situazione in cui lo [[Stato]] sarebbe stato arma in mano al proletariato per eliminare la controrivoluzione. Solo allora, con la dissoluzione dell'apparato statale si sarebbe passati all'assenza di classi. La posizione di Bakunin (e, con lui, di tutti gli [[anarchici|anarchici]]) è che lo [[Stato]], strumento prettamente in mano alla borghesia, non può essere usato che contro il proletariato: dato che l'intera classe sfruttata non può amministrare l'infrastruttura statale, ci vorrà una classe burocratica che lo amministri. Bakunin temeva l'inevitabile formazione di una "burocrazia rossa", padrona dello [[Stato]] e nuova dominatrice. L'[[eguaglianza|ugualianza]] e quindi la [[libertà]], secondo il pensatore Russo, non possono esistere nella società marxista. Lo [[Stato]] va quindi abbattuto in fase rivoluzionaria, poiché, finché qualcuno detiene il potere, non lo cederà, e chiunque sia investito di un'autorità, si trasforma inevitabilmente in un oppressore e in uno sfruttatore della società.
La questione problematica si presenta però nell'utilizzo dello [[Stato]] durante il periodo rivoluzionario. Per i [[Karl Marx|marxisti]], infatti, si sarebbe dovuta presentare una situazione in cui lo [[Stato]] sarebbe stato arma in mano al proletariato per eliminare la controrivoluzione. Solo allora, con la dissoluzione dell'apparato statale si sarebbe passati all'assenza di classi. La posizione di Bakunin (e, con lui, di tutti gli [[anarchici|anarchici]]) è che lo [[Stato]], strumento prettamente in mano alla borghesia, non può essere usato che contro il proletariato: dato che l'intera classe sfruttata non può amministrare l'infrastruttura statale, ci vorrà una classe burocratica che lo amministri. Bakunin temeva l'inevitabile formazione di una "burocrazia rossa", padrona dello [[Stato]] e nuova dominatrice. L'[[eguaglianza|ugualianza]] e quindi la [[libertà]], secondo il pensatore Russo, non possono esistere nella società marxista. Lo [[Stato]] va quindi abbattuto in fase rivoluzionaria, poiché, finché qualcuno detiene il potere, non lo cederà, e chiunque sia investito di un'autorità, si trasforma inevitabilmente in un oppressore e in uno sfruttatore della società.


:«I marxisti non si rendono conto di questa contraddizione [...] Dicono che questo gioco dello Stato, questa dittatura (del proletariato, NdA) è una misura transitoria necessaria per poter raggiungere l'emancipazione totale del popolo; l'anarchia o la libertà sono il fine, lo Stato e la dittatura sono il mezzo. E così, per emancipare le masse popolari, si dovrà prima di tutto soggiogarle. [...] Che bella la liberazione!» (da ''[[Stato e Anarchia]]'')
:«I marxisti non si rendono conto di questa contraddizione [...] Dicono che questo gioco dello Stato, questa dittatura [del proletariato, NdA] è una misura transitoria necessaria per poter raggiungere l'emancipazione totale del popolo; l'anarchia o la libertà sono il fine, lo Stato e la dittatura sono il mezzo. E così, per emancipare le masse popolari, si dovrà prima di tutto soggiogarle. [...] Che bella la liberazione!» (da ''[[Stato e Anarchia]]'')


Se lo Stato è l'aspetto politico dello sfruttamento della borghesia, il Capitale ne è quello economico. Qui le differenze del [[marxismo]] sono inesistenti (basti pensare che il primo libro de [[Il Capitale]] fu tradotto in Russo proprio da Bakunin). La differenza tra la concezione marxiana e quella bakuniana del Capitale, è che per Bakunin questo non è elemento fondante dello sfruttamento, ma solo una sua determinazione storica transitoria. Anche se non esplicitato, nella sua opera non viene fatto riferimento alcuno alla [[materialismo storico|concezione materialistica della storia]] (che prevede l'aspetto [[economia|economico]] della [[Società umana|società]] come basilare per l'analisi della stessa).
Se lo Stato è l'aspetto politico dello sfruttamento della borghesia, il Capitale ne è quello economico. Qui le differenze del [[marxismo]] sono inesistenti (basti pensare che il primo libro de [[Il Capitale]] fu tradotto in Russo proprio da Bakunin). La differenza tra la concezione marxiana e quella bakuniana del Capitale, è che per Bakunin questo non è elemento fondante dello sfruttamento, ma solo una sua determinazione storica transitoria. Anche se non esplicitato, nella sua opera non viene fatto riferimento alcuno alla [[materialismo storico|concezione materialistica della storia]] (che prevede l'aspetto [[economia|economico]] della [[Società umana|società]] come basilare per l'analisi della stessa).
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