Anarchismo insurrezionale: differenze tra le versioni

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Una forte prerogativa rivoluzionaria la si ritrova anche in tutti quegli anarchici che subirono l'influenza del [[Bakunin]] durante il suo soggiorno [[Italia|italiano]] ([[1864]]-[[1867]]). Tra questi si può citare [[Andrea Costa]] (almeno sino a quando non si convertì al socialismo parlamentare), [[Carlo Cafiero]], [[Napoleone Papini]] e soprattutto [[Errico Malatesta]]. Quest'ultimo, che fu contemporaneamente ideologo e uomo d'azione, fu tra coloro che tentarono l'[[insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)|insurrezione a Bologna (1874)]] e nel [[Banda del Matese|Matese (1877)]]. Le ragioni dell'azione furono ben spiegati dallo stesso [[Malatesta]]:
Una forte prerogativa rivoluzionaria la si ritrova anche in tutti quegli anarchici che subirono l'influenza del [[Bakunin]] durante il suo soggiorno [[Italia|italiano]] ([[1864]]-[[1867]]). Tra questi si può citare [[Andrea Costa]] (almeno sino a quando non si convertì al socialismo parlamentare), [[Carlo Cafiero]], [[Napoleone Papini]] e soprattutto [[Errico Malatesta]]. Quest'ultimo, che fu contemporaneamente ideologo e uomo d'azione, fu tra coloro che tentarono l'[[insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)|insurrezione a Bologna (1874)]] e nel [[Banda del Matese|Matese (1877)]]. Le ragioni dell'azione furono ben spiegati dallo stesso [[Malatesta]]:


:«... noi vogliamo una rivoluzione profonda, che trasformi tutte le condizioni della vita, che metta tutto il popolo, cioè tutti gl'individui che formano il popolo, in grado di concorrere direttamente alla costituzione delle nuove forme di convivenza sociale, e perciò dall'insurrezione'' ''noi non ci aspettiamo, non possiamo aspettarci, l'attuazione immediata e generale delle nostre idee, ma solo la creazione di circostanze più favorevoli alla nostra propaganda ed alla nostra azione, il principio insomma della nostra Rivoluzione. E questo noi potremo conseguire, poiché, quando il'' ''governo attuale sarà abbattuto da una insurrezione [...] noi non prometteremo al popolo di fare il suo bene, ma lo spingeremo a farselo da se stesso, a prendere possesso della ricchezza, a esercitare di fatto la libertà conquistata... » [[Image:Schirru.jpg|thumb|left|[[Michele Schirru]]]]([[Malatesta]], - [http://www.liberliber.it/biblioteca/m/malatesta/rivoluzione_e_lotta_quotidiana/pdf/rivolu_p.pdf ''Rivoluzione e lotta quotidiana''])
:«... noi vogliamo una rivoluzione profonda, che trasformi tutte le condizioni della vita, che metta tutto il popolo, cioè tutti gl'individui che formano il popolo, in grado di concorrere direttamente alla costituzione delle nuove forme di convivenza sociale, e perciò dall'insurrezione'' ''noi non ci aspettiamo, non possiamo aspettarci, l'attuazione immediata e generale delle nostre idee, ma solo la creazione di circostanze più favorevoli alla nostra propaganda ed alla nostra azione, il principio insomma della nostra Rivoluzione. E questo noi potremo conseguire, poiché, quando il'' ''governo attuale sarà abbattuto da una insurrezione [...] noi non prometteremo al popolo di fare il suo bene, ma lo spingeremo a farselo da se stesso, a prendere possesso della ricchezza, a esercitare di fatto la libertà conquistata... » [[Image:Schirru.jpg|thumb|left|[[Michele Schirru]]]]([[Malatesta]], - [https://www.liberliber.it/mediateca/libri/m/malatesta/rivoluzione_e_lotta_quotidiana/pdf/malatesta_rivoluzione_e_lotta.pdf ''Rivoluzione e lotta quotidiana''])
2) '''Insurrezioni individuali'''. Il fallimento delle rivolte sociali spinse molti individualisti ad [[Gli attentati individualistici nella storia dell'anarchismo|insorgere violentemente contro singoli obiettivi]]: nel [[1878]] [[Giovanni Passannante]] tentò d'uccidere il re [[Umberto I]]; nel [[1892]] [[Pietro Acciarito]] provò pur'egli a metter fine alla vita del monarca, ma senza riuscirci; il [[31 luglio]] [[1900]], finalmente, [[Gaetano Bresci]] riuscì dove Passannante e Acciarito avevano fallito.  
2) '''Insurrezioni individuali'''. Il fallimento delle rivolte sociali spinse molti individualisti ad [[Gli attentati individualistici nella storia dell'anarchismo|insorgere violentemente contro singoli obiettivi]]: nel [[1878]] [[Giovanni Passannante]] tentò d'uccidere il re [[Umberto I]]; nel [[1892]] [[Pietro Acciarito]] provò pur'egli a metter fine alla vita del monarca, ma senza riuscirci; il [[31 luglio]] [[1900]], finalmente, [[Gaetano Bresci]] riuscì dove Passannante e Acciarito avevano fallito.  


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