66 518
contributi
K2 (discussione | contributi) m (Sostituzione testo - ".<ref>" con ". <ref>") |
K2 (discussione | contributi) m (Sostituzione testo - "à " con "à ") |
||
Riga 5: | Riga 5: | ||
Nato il [[14 dicembre]] [[1853]] a [[Santa Maria Capua Vetere]] da Lazzarina Rastoin e Federico, una coppia di ricchi proprietari terrieri. Il padre Federico, napoletano originario del Cerriglio, aveva lì una fiorente fabbrica per la concia del cuoio. La madre Lazzarina Rastoin era figlia di un ricco commerciante di pelli di origine marsigliese. | Nato il [[14 dicembre]] [[1853]] a [[Santa Maria Capua Vetere]] da Lazzarina Rastoin e Federico, una coppia di ricchi proprietari terrieri. Il padre Federico, napoletano originario del Cerriglio, aveva lì una fiorente fabbrica per la concia del cuoio. La madre Lazzarina Rastoin era figlia di un ricco commerciante di pelli di origine marsigliese. | ||
===La gioventù: dal repubblicanesimo all'anarchia=== | ===La gioventù: dal repubblicanesimo all'anarchia=== | ||
Errico Malatesta compì gli studi in un collegio di padri scolopi, quindi si iscrisse all'Università | Errico Malatesta compì gli studi in un collegio di padri scolopi, quindi si iscrisse all'Università di Napoli, dove studiò [[medicina sociale|medicina]] per tre anni senza laurearsi. | ||
In giovanissima età | In giovanissima età abbracciò gli ideali repubblicani di Giuseppe Mazzini. Il [[25 marzo]] [[1868]] venne convocato dalla questura di Napoli a causa di una lettera di carattere sovversivo scritta a Vittorio Emanuele II; il [[19 marzo]] [[1870]], non ancora diciottenne, subì il primo di quella che sarebbe stata una lunga serie di arresti, a seguito di una sommossa organizzata da un circolo studentesco repubblicano dell'Università di Napoli. | ||
Nel [[1871]], dopo la [[la Comune di Parigi (1871)|Comune di Parigi]], abbandonò le idee repubblicane per abbracciare l'ideale [[anarchia|anarchico]]; nello stesso anno, insieme ad [[Andrea Costa]], [[Carlo Cafiero]] [[Tino Zanardelli]], [[Celso Ceretti]] e [[Saverio Friscia]], è tra i fondatori della federazione napoletana dell'[[l'Internazionale dei lavoratori|Associazione internazionale dei lavoratori]]. | Nel [[1871]], dopo la [[la Comune di Parigi (1871)|Comune di Parigi]], abbandonò le idee repubblicane per abbracciare l'ideale [[anarchia|anarchico]]; nello stesso anno, insieme ad [[Andrea Costa]], [[Carlo Cafiero]] [[Tino Zanardelli]], [[Celso Ceretti]] e [[Saverio Friscia]], è tra i fondatori della federazione napoletana dell'[[l'Internazionale dei lavoratori|Associazione internazionale dei lavoratori]]. | ||
[[File:Banda del Matese.png|thumb|300px|L'arresto della [[banda del Matese]], nell'aprile 1877]] | [[File:Banda del Matese.png|thumb|300px|L'arresto della [[banda del Matese]], nell'aprile 1877]] | ||
Il [[5 settembre]] [[1872]] giunse in [[Svizzera]] per partecipare al [[Internazionale antiautoritaria|Congresso di Saint-Imier]]; in quell'occasione divenne amico di [[Michail Bakunin]]. Sul periodo bakunista scriverà | Il [[5 settembre]] [[1872]] giunse in [[Svizzera]] per partecipare al [[Internazionale antiautoritaria|Congresso di Saint-Imier]]; in quell'occasione divenne amico di [[Michail Bakunin]]. Sul periodo bakunista scriverà in seguito: | ||
: «Noi vogliamo, per un'azione cosciente, imprimere al movimento operaio la direzione che ci sembra migliore, contro coloro che credono al miracolo dell'automatismo e alle virtù delle masse operaie... Noi che nell'Internazionale veniamo chiamati bakunisti, ed eravamo membri dell'Alleanza, critichiamo fortemente contro Marx e i marxisti perché cercarono di far trionfare nell'internazionale il loro programma specifico; ma a parte la qualità | : «Noi vogliamo, per un'azione cosciente, imprimere al movimento operaio la direzione che ci sembra migliore, contro coloro che credono al miracolo dell'automatismo e alle virtù delle masse operaie... Noi che nell'Internazionale veniamo chiamati bakunisti, ed eravamo membri dell'Alleanza, critichiamo fortemente contro Marx e i marxisti perché cercarono di far trionfare nell'internazionale il loro programma specifico; ma a parte la qualità dei mezzi adoperati sui quali ora è inutile insistere, noi facciamo come loro, vale a dire che cerchiamo di servirci dell'Internazionale per raggiungere i nostri obiettivi di parte.» (''[[Volontà]]'', 1914) | ||
Dopo il congresso iniziò un periodo di intensa attività | Dopo il congresso iniziò un periodo di intensa attività sovversiva: nel [[1873]] fu arrestato a Bologna; nel [[1874]] partecipò con un piccolo gruppo ad un fallito tentativo di [[insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)|insurrezione a Bologna]]; venne arrestato poco dopo a Pesaro. Il processo conseguente si risolse con l'assoluzione di tutti gli imputati, risultando in una notevole popolarità per gli insorti e per Malatesta in particolare. Nel [[1875]] visitò [[Bakunin]] a Lugano. Poco dopo tentò di partire in [[Bosnia-Erzegovina]] per riunirsi ai rivoluzionari serbi ribellatisi al potere ottomano; il [[19 ottobre]] [[1875]] Malatesta si iscrisse alla [[massoneria]] nel tentativo di diffondere l'ideale [[socialismo|socialista]] tra gli iscritti; il suo rapporto con la massoneria fu piuttosto tormentato, e si interruppe definitivamente il [[18 marzo]] [[1876]], quando, indignato dalla decisione della sua "loggia" di organizzare un ricevimento d'onore per Giovanni Nicotera, eletto poco prima ministro dell'interno, decise di abbandonarla definitivamente. | ||
Delegato della Federazione italiana al [[Internazionale antiautoritaria|Congresso dell'Internazionale antiautoritaria]] di Berna del [[26 ottobre|26]]-[[29 ottobre]] [[1876]], dichiarò durante i lavori: | Delegato della Federazione italiana al [[Internazionale antiautoritaria|Congresso dell'Internazionale antiautoritaria]] di Berna del [[26 ottobre|26]]-[[29 ottobre]] [[1876]], dichiarò durante i lavori: | ||
Riga 23: | Riga 23: | ||
===Partenza dall'Italia=== | ===Partenza dall'Italia=== | ||
Nel [[1878]] iniziò per Malatesta un intenso periodo di peregrinazioni: dopo un breve periodo in [[Egitto]], si recò in Siria ed in [[Romania]] prima di fermarsi a Ginevra, dove conobbe [[Élisée Reclus]] e [[Pëtr Kropotkin]], del quale divenne grande amico e con cui pubblicò «[[Le Révolte]]»; in [[Svizzera]] frequentò l'ambiente dei fuorusciti italiani ([[Vito Solieri]], [[Luigi Mercatalli]], [[Sebastiano Casadio]], [[Francesco Ginnasi]] e [[Alfonso Danesi]]), autori del volantino ''Ad Umberto Re d'Italia nel giorno della sua nascita''", un elogio a [[Giovanni Passannante]], che minacciava l'ordine sociale e lo stesso re Umberto se Passanannante fosse stato giustiziato. Il volantino provocherà | Nel [[1878]] iniziò per Malatesta un intenso periodo di peregrinazioni: dopo un breve periodo in [[Egitto]], si recò in Siria ed in [[Romania]] prima di fermarsi a Ginevra, dove conobbe [[Élisée Reclus]] e [[Pëtr Kropotkin]], del quale divenne grande amico e con cui pubblicò «[[Le Révolte]]»; in [[Svizzera]] frequentò l'ambiente dei fuorusciti italiani ([[Vito Solieri]], [[Luigi Mercatalli]], [[Sebastiano Casadio]], [[Francesco Ginnasi]] e [[Alfonso Danesi]]), autori del volantino ''Ad Umberto Re d'Italia nel giorno della sua nascita''", un elogio a [[Giovanni Passannante]], che minacciava l'ordine sociale e lo stesso re Umberto se Passanannante fosse stato giustiziato. Il volantino provocherà un decreto di espulsione dalla [[Svizzera]] (decreto federale [[29 aprile]] [[1879]]), che sarà messo in pratica dopo il suo arresto a Lugano ([[21 febbraio]] [[1881]]). | ||
Si spostò successivamente in [[Belgio]], quindi nel [[1881]] raggiunse Londra, dove organizzò insieme a [[Kropotkin]] il [[Congresso Internazionale Socialista Rivoluzionario]]. | Si spostò successivamente in [[Belgio]], quindi nel [[1881]] raggiunse Londra, dove organizzò insieme a [[Kropotkin]] il [[Congresso Internazionale Socialista Rivoluzionario]]. | ||
Riga 33: | Riga 33: | ||
===Esule in Argentina=== | ===Esule in Argentina=== | ||
[[File:ErricoMalatesta.gif|thumb|Altra immagine di Malatesta]] | [[File:ErricoMalatesta.gif|thumb|Altra immagine di Malatesta]] | ||
Malatesta ebbe notevole influenza nello sviluppo del [[anarchismo argentino|movimento anarchico argentino]]: secondo lo storico [[Osvaldo Bayer]], l'importanza di Malatesta si è evidenziata nel suo [[internazionalismo]], la sua volontà | Malatesta ebbe notevole influenza nello sviluppo del [[anarchismo argentino|movimento anarchico argentino]]: secondo lo storico [[Osvaldo Bayer]], l'importanza di Malatesta si è evidenziata nel suo [[internazionalismo]], la sua volontà di organizzare i lavoratori e gli sfruttati, in antitesi all'[[anarco-individualismo|individualismo]] e all'[[anarco-comunismo]] [[determinismo|determinista]] di [[Kropotkin]]. <ref>[[Osvaldo Bayer]], ''La influencia de la inmigración italiana en el movimiento obrero argentino'', en ''Los anarquistas expropiadores y otros ensayos.'' Booklet, Buenos Aires, 2008</ref> | ||
Si stabilì a Buenos Aires insieme ad altri anarchici italiani ([[Galileo Palla]], [[Francesco Nata]], [[Luisa Minguzzi]] e [[Francesco Pezzi]]...), dove entrò in contatto con il [[Circolo Comunista Anárquico]] e riprese la pubblicazione - in lingua italiana - de «La Questione sociale». A Rosario, il gruppo ''El Miserable'' divenne più incisivo a livello sociale dopo aver incontrato Errico Malatesta; in molte città | Si stabilì a Buenos Aires insieme ad altri anarchici italiani ([[Galileo Palla]], [[Francesco Nata]], [[Luisa Minguzzi]] e [[Francesco Pezzi]]...), dove entrò in contatto con il [[Circolo Comunista Anárquico]] e riprese la pubblicazione - in lingua italiana - de «La Questione sociale». A Rosario, il gruppo ''El Miserable'' divenne più incisivo a livello sociale dopo aver incontrato Errico Malatesta; in molte città venivano per lui organizzate diverse conferenze, alle quali partecipava sempre entusiasticamente. | ||
Nel [[1886]], con lo scopo di reperire fondi per il movimento, tentò l'esperienza, rivelatasi poi disastrosa, del cercatore d'oro in [[Patagonia]]; nel [[1887]] contribuì alla nascita del primo [[sindacalismo|sindacato]] argentino, il "Sindacato dei fornai" (''Sociedad Cosmopolita de Resistencia y Colocación de Obreros Panaderos''), del quale scrisse lo statuto e che servirà | Nel [[1886]], con lo scopo di reperire fondi per il movimento, tentò l'esperienza, rivelatasi poi disastrosa, del cercatore d'oro in [[Patagonia]]; nel [[1887]] contribuì alla nascita del primo [[sindacalismo|sindacato]] argentino, il "Sindacato dei fornai" (''Sociedad Cosmopolita de Resistencia y Colocación de Obreros Panaderos''), del quale scrisse lo statuto e che servirà da modello per altri gruppi anarchici. Il primo successo dei panificatori nel [[1888]] fu un successo per l'[[anarchismo]], che di fatto portò all'"esplosione" del movimento e alla sua rapida diffusione in tutto il paese. <ref>[[Osvaldo Bayer]], ''La influencia de la inmigración italiana en el movimiento obrero argentino'', en ''Los anarquistas expropiadores y otros ensayos.'' Booklet, Buenos Aires, 2008, p. 130-131.</ref> | ||
Nel [[1888]] ricevette l'accusa - peraltro rilevatasi in seguito infondata - di falsificare monete; decise quindi di partire, e dopo un brevissimo soggiorno a Montevideo tornò in Europa nel [[1889]]. | Nel [[1888]] ricevette l'accusa - peraltro rilevatasi in seguito infondata - di falsificare monete; decise quindi di partire, e dopo un brevissimo soggiorno a Montevideo tornò in Europa nel [[1889]]. | ||
Riga 49: | Riga 49: | ||
===Il periodo di Londra=== | ===Il periodo di Londra=== | ||
Durante il soggiorno nella capitale inglese, Malatesta si guadagnò da vivere come elettricista e meccanico; in questo periodo si registrò un certo indebolimento della sua attività | Durante il soggiorno nella capitale inglese, Malatesta si guadagnò da vivere come elettricista e meccanico; in questo periodo si registrò un certo indebolimento della sua attività sovversiva, a fronte di una continua attività propagandistica. Molto presto si guadagnò la stima dei lavoratori inglesi, che sollevarono imponenti manifestazioni di protesta nelle innumerevoli occasioni in cui Malatesta finì in guai giudiziari. In tal senso è emblematico l'episodio del [[20 maggio]] [[1912]], quando la corte di Bow Street lo condannò a tre mesi di reclusione a seguito di una denuncia per diffamazione da parte della spia italiana Ennio Belelli. La condanna venne accompagnata da un decreto d'espulsione che dovette essere annullato in seguito alla manifestazione popolare del [[12 giugno]] dello stesso anno. | ||
Lasciò l'Inghilterra nel [[1913]] per tornare in Italia, dove iniziò la pubblicazione del settimanale «[[Volontà]]». Nel [[1914]] partecipò alla [[settimana rossa]]; ricercato di nuovo dalla polizia, fu costretto all'ennesimo ritorno nella capitale inglese. | Lasciò l'Inghilterra nel [[1913]] per tornare in Italia, dove iniziò la pubblicazione del settimanale «[[Volontà]]». Nel [[1914]] partecipò alla [[settimana rossa]]; ricercato di nuovo dalla polizia, fu costretto all'ennesimo ritorno nella capitale inglese. | ||
Riga 56: | Riga 56: | ||
===Ritorno in Italia=== | ===Ritorno in Italia=== | ||
Nel [[1919]], dopo molti vani tentativi, Malatesta ottenne il passaporto dal console italiano a Londra, quindi si imbarcò per Taranto il [[24 dicembre]] dello stesso anno. In [[Italia]] godette subito di un'enorme popolarità, di cui si avvantaggiò con un'intensa attività | Nel [[1919]], dopo molti vani tentativi, Malatesta ottenne il passaporto dal console italiano a Londra, quindi si imbarcò per Taranto il [[24 dicembre]] dello stesso anno. In [[Italia]] godette subito di un'enorme popolarità, di cui si avvantaggiò con un'intensa attività propagandistica e sovversiva che lo rese uno dei principali protagonisti del [[consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20) |biennio rosso]]. | ||
[[File:Umanità | [[File:Umanità nova.jpg|thumb|Prima pagina di «Umanità Nova» (9/12/1956), storico [[stampa anarchica|giornale]] fondato da Errico Malatesta]] | ||
Nel [[1920]] diresse a Milano il [[stampa anarchica|quotidiano anarchico]] «[[Umanità | Nel [[1920]] diresse a Milano il [[stampa anarchica|quotidiano anarchico]] «[[Umanità Nova]]»; nel giugno dello stesso anno partecipò in qualità di agitatore alla [[rivolta dei Bersaglieri]]; il [[17 ottobre]], sempre del [[1920]], fu arrestato senza nessuna ben precisata accusa (con lui anche [[Carlo Frigerio]] ed altri anarchici arrestati in tempi più o meno differiti: [[Corrado Quaglino]], [[Nella Giacomelli]], [[Virgilia D'Andrea]], ecc.) e recluso nel [[carcere]] di San Vittore (il [[13 ottobre]] era stato arrestato [[Armando Borghi]], il [[15 ottobre|15]] era stata perquisita la sede di «[[Umanità Nova]]»). Iniziò insieme ad altri detenuti (tra cui [[Armando Borghi]] e [[Corrado Quaglino]]) uno [[sciopero]] della fame per protestare con l'ingiusta detenzione e la mancata fissazione di una data in cui svolgere il processo a loro carico; lo [[sciopero]], che ne minò le condizioni fisiche riducendolo quasi in fin di vita, venne sospeso in seguito ad un attentato avvenuto il [[23 marzo]] [[1921]] in un albergo situato vicino al [[Teatro Diana]] da parte di alcuni anarchici della corrente [[anarco-individualismo|individualista]], che Malatesta condannò risolutamente manifestando «il suo sdegno per il delitto esecrando che giova solo a chi opprime i lavoratori e a chi perseguita il nostro movimento». | ||
Il [[25 marzo]] [[1921]] fu finalmente processato insieme a [[Armando Borghi|Borghi]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] (oltre ad altre decine di imputati) ed assolto da ogni accusa. [[Armando Borghi|Borghi]], [[Malatesta]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] furono nuovamente rinviati a gudizio per istigazioni sovversive, insieme a [[Dante Pagliai]], accusato di essere il gerente di «[[Umanità | Il [[25 marzo]] [[1921]] fu finalmente processato insieme a [[Armando Borghi|Borghi]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] (oltre ad altre decine di imputati) ed assolto da ogni accusa. [[Armando Borghi|Borghi]], [[Malatesta]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] furono nuovamente rinviati a gudizio per istigazioni sovversive, insieme a [[Dante Pagliai]], accusato di essere il gerente di «[[Umanità Nova]]», del quale erano stati incriminati ben 43 articoli. [[Malatesta]] e [[Armando Borghi|Borghi]] restarono in [[carcere]] in attesa del nuovo giudizio ([[Dante Pagliai]] rimase a piede libero, [[Corrado Quaglino|Quaglino]] fu scarcerato). I due nel luglio del [[1921]] furono assolti da ogni accusa e poterono ritornare definitivamente in [[libertà]]. | ||
Malatesta sempre condannò risolutamente il gesto ma mai gli autori, che anzi definì «compagni nostri, buoni compagni nostri, pronti sempre al sacrificio per il bene degli altri»; gente che «nel compiere il loro tragico ed infausto gesto intendevano fare opera di sacrificio e di devozione.». | Malatesta sempre condannò risolutamente il gesto ma mai gli autori, che anzi definì «compagni nostri, buoni compagni nostri, pronti sempre al sacrificio per il bene degli altri»; gente che «nel compiere il loro tragico ed infausto gesto intendevano fare opera di sacrificio e di devozione.». | ||
:«Quegli uomini hanno ucciso e straziato degli incolpevoli in nome della nostra idea, in nome del nostro e del loro sogno d'amore. I dinamitardi del “Diana” furono travolti da una nobile passione, ed ogni uomo dovrebbe arrestarsi innanzi a loro pensando alle devastazioni che una passione, anche sublime, può produrre nel cervello umano (...)» <ref>[http://stragedistato.wordpress.com/tag/errico-malatesta/ L'opinione di Malatesta]</ref> | :«Quegli uomini hanno ucciso e straziato degli incolpevoli in nome della nostra idea, in nome del nostro e del loro sogno d'amore. I dinamitardi del “Diana” furono travolti da una nobile passione, ed ogni uomo dovrebbe arrestarsi innanzi a loro pensando alle devastazioni che una passione, anche sublime, può produrre nel cervello umano (...)» <ref>[http://stragedistato.wordpress.com/tag/errico-malatesta/ L'opinione di Malatesta]</ref> | ||
Più avanti, sulle pagine di «[[Umanità | Più avanti, sulle pagine di «[[Umanità Nova]]», pubblicò un articolo, intitolato ''Guerra civile'': | ||
: «...Qualunque sia la barbarie degli altri, spetta a noi anarchici, a noi tutti uomini di progresso, il mantenere la lotta nei limiti dell'umanità, vale a dire non fare mai, in materia di violenza, più di quello che è strettamente necessario per difendere la nostra libertà | : «...Qualunque sia la barbarie degli altri, spetta a noi anarchici, a noi tutti uomini di progresso, il mantenere la lotta nei limiti dell'umanità, vale a dire non fare mai, in materia di violenza, più di quello che è strettamente necessario per difendere la nostra libertà e per assicurare la vittoria della causa nostra, che è la causa del bene di tutti...» («[[Umanità Nova]]», [[8 settembre]] [[1921]]). | ||
===Il fascismo e la fine dell'attività | ===Il fascismo e la fine dell'attività sovversiva=== | ||
[[File:Pensiero_e_volonta.jpg|150 px|left|thumb|''[[Pensiero e Volontà]]'']] | [[File:Pensiero_e_volonta.jpg|150 px|left|thumb|''[[Pensiero e Volontà]]'']] | ||
Lo stesso anno Malatesta e gli altri imputati (tra cui [[Nella Giacomelli]]) vennero liberati; continuò la direzione di «[[Umanità | Lo stesso anno Malatesta e gli altri imputati (tra cui [[Nella Giacomelli]]) vennero liberati; continuò la direzione di «[[Umanità Nova]]» fino al [[1922]], anno in cui i fascisti presero il potere e chiusero il giornale, che sarebbe stato riaperto nel [[1945]] sotto forma di settimanale. In quello stesso anno Malatesta, sfuggendo al [[fascismo|controllo fascista]], si recò clandestinamente in [[Svizzera]] per assistere al cinquantenario del [[Internazionale antiautoritaria|Congresso di Saint-Imier]], quindi si trasferì definitivamente a Roma con la compagna Elena Melli e sua figlia Gemma. | ||
Nei primi anni del [[Fascismo|governo fascista]] riuscì, seppur nella clandestinità, a proseguire la sua attività | Nei primi anni del [[Fascismo|governo fascista]] riuscì, seppur nella clandestinità, a proseguire la sua attività di propaganda; dal [[1924]] al [[1926]], nonostante il rigido controllo della [[censura]], pubblicò il quindicinale clandestino «[[Pensiero e Volontà]]». Ipotizzò, ma senza che poi l'idea si concretizzasse, la costituzione di un [[Fronte Unito Antifascista]] che riunisse tutte le diverse anime antifasciste italiane contro la barbarie del [[fascismo]]. Trovò la contrarietà di alcuni anarchici, come per esempio [[Armando Borghi]] che invece auspicava lo specifico sviluppo dell'[[antifascismo]] anarchico. | ||
Negli anni successivi il [[Fascismo|regime fascista]] impose a Malatesta il continuo controllo a vista da parte di un gruppo di guardie, condannandolo in questo modo ad un sostanziale isolamento dal resto del mondo e dal movimento anarchico in particolare. | Negli anni successivi il [[Fascismo|regime fascista]] impose a Malatesta il continuo controllo a vista da parte di un gruppo di guardie, condannandolo in questo modo ad un sostanziale isolamento dal resto del mondo e dal movimento anarchico in particolare. | ||
Riga 84: | Riga 84: | ||
Errico Malatesta tenta una sintesi della concezione anarchica, senza però imprigionarla in un sistema. A questo scopo distingue l'[[anarchia]] dall'[[anarchismo]]: | Errico Malatesta tenta una sintesi della concezione anarchica, senza però imprigionarla in un sistema. A questo scopo distingue l'[[anarchia]] dall'[[anarchismo]]: | ||
: «'''''L'anarchia è l'ideale che potrebbe anche non realizzarsi mai, così come non si raggiunge mai la linea dell'orizzonte, l'anarchismo è il metodo di vita e di lotta e deve essere dagli anarchici praticato oggi e sempre, nei limiti delle possibilità, variabili secondo i tempi e le circostanze.'''''» (E. Malatesta, «Repubblicanesimo sociale e anarchia», «Umanità | : «'''''L'anarchia è l'ideale che potrebbe anche non realizzarsi mai, così come non si raggiunge mai la linea dell'orizzonte, l'anarchismo è il metodo di vita e di lotta e deve essere dagli anarchici praticato oggi e sempre, nei limiti delle possibilità, variabili secondo i tempi e le circostanze.'''''» (E. Malatesta, «Repubblicanesimo sociale e anarchia», «Umanità Nova», Roma, 1922) | ||
La prima è il fine, ha un valore meta-storico ed universale: rappresenta il voler essere, e come tale non è deducibile da alcuna situazione storica. L'[[anarchismo]] è la traduzione di questo fine nella concretezza di una situazione storica. La divisione corrisponde a quella tra giudizi di valore e giudizi di fatto. | La prima è il fine, ha un valore meta-storico ed universale: rappresenta il voler essere, e come tale non è deducibile da alcuna situazione storica. L'[[anarchismo]] è la traduzione di questo fine nella concretezza di una situazione storica. La divisione corrisponde a quella tra giudizi di valore e giudizi di fatto. | ||
===Il volontarismo=== | ===Il volontarismo=== | ||
I valori fondamentali dell'[[anarchia]] – [[libertà]], [[uguaglianza]], solidarietà | I valori fondamentali dell'[[anarchia]] – [[libertà]], [[uguaglianza]], solidarietà – sono espressioni a-razionali di una aspirazione universale, e come tali non si legano a nessuna dottrina. Malatesta rifiuta tanto il [[giusnaturalismo]] quanto il [[positivismo]]. Il primo, perché considera l'idea di una società naturale come il risultato della pigrizia di chi sogna che le aspirazioni umane si realizzino spontaneamente, senza lotta; il secondo, perché l'esaltazione della scienza porta ad un nuovo [[dogmatismo]], come accade in [[Pëtr Kropotkin]]. | ||
La [[volontarismo|volontà]] è l'elemento decisivo per la trasformazione sociale. La società | La [[volontarismo|volontà]] è l'elemento decisivo per la trasformazione sociale. La società libertaria dipende unicamente dalla volontà degli uomini. La storia sfugge ad ogni [[filosofia]] e ad ogni tentativo di previsione. Per questo non è possibile sapere quando i tempi sono maturi per la rivoluzione, ed occorre approfittare di tutte le occasioni. La [[rivoluzione]] non è un fatto economico e sociale, ma un atto di volontà. La rivoluzione deve coinvolgere le masse, ma le masse non diventeranno anarchiche prima che la [[rivoluzione]] sia iniziata; gli anarchici devono allora accostarsi alle masse e prenderle come sono, senza progetti pedagogici inevitabilmente autoritari, e adattando piuttosto l'ideologia al loro sentire. L'azione rivoluzionaria ha due momenti: la distruzione violenta degli ostacoli alla [[libertà]], e la diffusione graduale della pratica della [[libertà]], priva di ogni coercizione. | ||
===Violenza e non-violenza=== | ===Violenza e non-violenza=== | ||
La [[violenza]] di per sé è nemica della [[libertà]]. Essa è una triste necessità | La [[violenza]] di per sé è nemica della [[libertà]]. Essa è una triste necessità dell'[[anarchismo]], ma solo nella fase negativa della distruzione delle forme oppressive. Malatesta è contrario ad ogni terrore rivoluzionario, che conduce necessariamente alla dittatura, così come respinge l'idea [[comunista]] della [[dittatura del proletariato]] e giudica molto severamente i risultati della [[rivluzione russa|rivoluzione bolscevica]], che ha fermato l'esperimento dei [[Soviet|soviet]] ed ha instaurato uno [[Stato]] autoritario. <ref>Nel 1922, a La Spezia, Malatesta conobbe Herman Sandomirsky, un anarchico russo alleato del bolscevismo, giunto in Italia come membro della delegazione russa al congresso di Genova, che sollecitava gli anarchici a schierarsi con la bandiera leninista. Rispondendo all'anarchico filobolscevico, Malatesta si pronunciò pubblicamente sui rapporti tra il movimento anarchico e la Rivoluzione russa. A Sandomirsky rimprovera di aver rinnegato l'ideale anarchico, per stare '''«con un governo, ed un governo che ha fucilato dei compagni nostri e ne tiene ancora tanti in prigione»''' («Anarchici e bolscevichi», «Umanità Nova», 16 maggio 1922). Alla fine, Malatesta arrivò a identificare la dittatura bolscevica, almeno sotto certi aspetti, con il fascismo tout court: '''«I bolscevichi''' [...] '''hanno il merito di essere franchi e sfacciati: tale e quale come i fascisti!»''' («In regime di dittatura proletaria», «Umanità Nova», 12 agosto 1922).<br>Nel 1924, alla morte di Lenin, Malatesta, componendo il necrologio del capo rivoluzionario scriveva le seguenti parole: '''«Lenin è morto. Noi possiamo avere per lui quella specie di ammirazione forzata che strappano alle folle gli uomini forti, anche se allucinati, anche se malvagi, che riescono a lasciare nella storia una traccia profonda del loro passaggio: Alessandro, Giulio Cesare, Loyola, Cromwell, Robespierre, Napoleone. Ma egli, sia pure colle migliori intenzioni, fu un tiranno, fu lo strangolatore della Rivoluzione russa, e noi che non potemmo amarlo vivo, non possiamo piangerlo morto. Lenin è morto. Viva la libertà!»''' («Lutto o festa?», «Pensiero e Volontà, n. 3, 10 febbraio 1924»).</ref> | ||
:«Anarchia vuol dire non-violenza, non-dominio dell'uomo sull'uomo, non-imposizione per forza della volontà | :«Anarchia vuol dire non-violenza, non-dominio dell'uomo sull'uomo, non-imposizione per forza della volontà di uno o di più su quella di altri. È solo mediante l'armonizzazione degli interessi, mediante la cooperazione volontaria, con l'amore, il rispetto, la reciproca tolleranza [...] che assicuri a tutti la massima libertà, il massimo sviluppo, il massimo benessere possibili.[...] Ma allora, si potrà domandare, perché nella lotta attuale, contro le istituzioni politico-sociali, che giudicano oppressive, gli anarchici hanno predicato e praticato, e predicano e praticano, quando possono, l'uso dei mezzi violenti che pur sono in evidente contraddizione coi fini loro? [...] la violenza anarchica è la sola che sia giustificabile, la sola che non sia criminale. Parlo naturalmente della violenza che ha davvero i caratteri anarchici, e non di questo o quel fatto di violenza cieca e irragionevole che è stato attribuito agli anarchici [...] '''La vera violenza anarchica è quella che cessa dove cessa la necessità della difesa e della liberazione.''' Essa è temperata dalla coscienza che gl'individui presi isolatamente sono poco o punto responsabili della posizione che ha fatto loro l'eredità e l'ambiente; essa non è ispirata dall'odio ma dall'amore; ed è santa perché mira alla liberazione di tutti e non alla sostituzione del proprio dominio a quello degli altri.» (''[[Anarchia e violenza (di Errico Malatesta)|Anarchia e violenza]]'') | ||
===Il sindacalismo=== | ===Il sindacalismo=== | ||
Aspetto importante del suo pensiero è la visione del [[sindacalismo]], [[coerenza mezzi-fini|visto come un mezzo]] (e non come un fine) fondamentale per lo sviluppo del [[movimento anarchico]]. Gli anarchici, proprio per questo, devono partecipare alla fondazione di sindacati qualora non ne esistessero già. Poiché il sindacato è un mezzo, non deve essere trasformato in un'organizzazione politica, altrimenti potrebbe diventare uno pseudo-partito, con tendenze [[gerarchia|gerarchizzanti]] ed [[autorità |autoritarie]]. Inoltre i [[sindacalismo|sindacati]] non possono bastare a se stessi, per lo sbocco rivoluzionario è necessario sviluppare l'organizzazione politica. | Aspetto importante del suo pensiero è la visione del [[sindacalismo]], [[coerenza mezzi-fini|visto come un mezzo]] (e non come un fine) fondamentale per lo sviluppo del [[movimento anarchico]]. Gli anarchici, proprio per questo, devono partecipare alla fondazione di sindacati qualora non ne esistessero già. Poiché il sindacato è un mezzo, non deve essere trasformato in un'organizzazione politica, altrimenti potrebbe diventare uno pseudo-partito, con tendenze [[gerarchia|gerarchizzanti]] ed [[autorità |autoritarie]]. Inoltre i [[sindacalismo|sindacati]] non possono bastare a se stessi, per lo sbocco rivoluzionario è necessario sviluppare l'organizzazione politica. | ||
Riga 101: | Riga 101: | ||
L'esperienza involutiva della [[CGT francese]], trasformatasi da [[sindacalismo rivoluzionario|sindacato rivoluzionario]] a riformistico ed organico alle istituzioni, sembrò avvalorare le sue preoccupazioni. Tali istanze furono presentate lucidamente al [[Congresso di Amsterdam (1907)|Congresso di Amsterdam]] del [[1907]], in opposizione alle tesi di [[Pierre Monatte]]. | L'esperienza involutiva della [[CGT francese]], trasformatasi da [[sindacalismo rivoluzionario|sindacato rivoluzionario]] a riformistico ed organico alle istituzioni, sembrò avvalorare le sue preoccupazioni. Tali istanze furono presentate lucidamente al [[Congresso di Amsterdam (1907)|Congresso di Amsterdam]] del [[1907]], in opposizione alle tesi di [[Pierre Monatte]]. | ||
===Contro la democrazia parlamentare=== | ===Contro la democrazia parlamentare=== | ||
Poiché l'[[anarchia]] è fondata sull'[[etica]] (e su un'[[etica dell'intenzione]], in termini weberiani), essa non può accettare la [[democrazia]] come male minore. Di qui le considerazioni critiche di coloro, tra cui anche i socialisti, che pensavano di potersi opporre al [[Fascismo|fascismo]] attraverso le elezioni e gli strumenti parlamentari "democratici". <ref>Si legga: [http://www.marxists.org/italiano/reference/malatesta/mussolini.htm Mussolini al potere]</ref> Il sistema democratico ricorre all'[[autorità]] della maggioranza, quello anarchico alla intesa volontaria (benché in certi casi sia inevitabile ricorrere al voto). La volontà | Poiché l'[[anarchia]] è fondata sull'[[etica]] (e su un'[[etica dell'intenzione]], in termini weberiani), essa non può accettare la [[democrazia]] come male minore. Di qui le considerazioni critiche di coloro, tra cui anche i socialisti, che pensavano di potersi opporre al [[Fascismo|fascismo]] attraverso le elezioni e gli strumenti parlamentari "democratici". <ref>Si legga: [http://www.marxists.org/italiano/reference/malatesta/mussolini.htm Mussolini al potere]</ref> Il sistema democratico ricorre all'[[autorità]] della maggioranza, quello anarchico alla intesa volontaria (benché in certi casi sia inevitabile ricorrere al voto). La volontà della maggioranza non può pretendere il possesso della verità assoluta, poiché tale verità non esiste. Il principio di [[libertà]] impedisce di riconoscere una sola verità: ognuno ha la propria verità, ed anche la propria anarchia. In società, tuttavia, la [[libertà]] non può essere assoluta, ma deve essere limitata dal principio della [[solidarietà]] e dell'amore verso gli altri. | ||
===La rivoluzione e il comunismo anarchico=== | ===La rivoluzione e il comunismo anarchico=== | ||
Per Malatesta non è possibile compiere la [[rivoluzione]] perseguendo interessi economici, poiché l'interesse è sempre conservatore: solo l'ideale è rivoluzionario. Di qui la supremazia del politico – che persegue l'ideale universale – sull'economico, che persegue sempre fini riformisti e conservatori. Per questo anche i sindacati sono considerati riformisti, mai realmente rivoluzionari (anche per il loro carattere inevitabilmente corporativo). | Per Malatesta non è possibile compiere la [[rivoluzione]] perseguendo interessi economici, poiché l'interesse è sempre conservatore: solo l'ideale è rivoluzionario. Di qui la supremazia del politico – che persegue l'ideale universale – sull'economico, che persegue sempre fini riformisti e conservatori. Per questo anche i sindacati sono considerati riformisti, mai realmente rivoluzionari (anche per il loro carattere inevitabilmente corporativo). | ||
La rivoluzione è attuabile volontaristicamente, attraverso l'[[insurrezionalismo|atto insurrezionale]] («La Federazione Italiana crede che il fatto insurrezionale, destinato ad affermare con delle azioni il principio socialista, sia il mezzo di propaganda più efficace ed il solo che, senza ingannare e corrompere le masse possa penetrare nei più profondi strati sociali...»., dichiarazione di [[Carlo Cafiero]] ed [[Errico Malatesta]] al Congresso di Berna dell'[[Internazionale antiautoritaria]], [[1876]]) ma senza trascurare la possibilità | La rivoluzione è attuabile volontaristicamente, attraverso l'[[insurrezionalismo|atto insurrezionale]] («La Federazione Italiana crede che il fatto insurrezionale, destinato ad affermare con delle azioni il principio socialista, sia il mezzo di propaganda più efficace ed il solo che, senza ingannare e corrompere le masse possa penetrare nei più profondi strati sociali...»., dichiarazione di [[Carlo Cafiero]] ed [[Errico Malatesta]] al Congresso di Berna dell'[[Internazionale antiautoritaria]], [[1876]]) ma senza trascurare la possibilità di raggiungere obiettivi parziali, purché finalizzati alla [[rivoluzione]]. Una teoria questa, chiamata [[gradualismo rivoluzionario]]. | ||
L'organizzazione sociale preferibile ottenibile attraverso la [[rivoluzione sociale]] è quella [[anarco-comunismo|comunista]], ma deve trattarsi di un [[anarco-comunismo|comunismo]] non imposto, ma liberamente scelto e voluto. Il [[anarco-comunismo|comunismo-anarchico]] di Malatesta non è tanto una concezione economica, quanto un principio di giustizia sociale, una tensione meta-economica. I problemi economici vanno affrontati in modo empirico, scegliendo di volta in volta l'organizzazione economica in grado di adeguare gli ideali politici anarchici. | L'organizzazione sociale preferibile ottenibile attraverso la [[rivoluzione sociale]] è quella [[anarco-comunismo|comunista]], ma deve trattarsi di un [[anarco-comunismo|comunismo]] non imposto, ma liberamente scelto e voluto. Il [[anarco-comunismo|comunismo-anarchico]] di Malatesta non è tanto una concezione economica, quanto un principio di giustizia sociale, una tensione meta-economica. I problemi economici vanno affrontati in modo empirico, scegliendo di volta in volta l'organizzazione economica in grado di adeguare gli ideali politici anarchici. | ||
La sua visione [[anarco-comunismo|anarco-comunista]] si oppone al [[piattaformismo]] di [[Nestor Makhno]], temendo che questo genere di organizzazione possa diventare una sorta di partito, con tanto di [[gerarchia]], [[autorità]] da rispettare e burocrazia. La paura è che il [[piattaformismo]] scada nel dirigismo. <ref>Si legga [http://www.fdca.it/storico/mal_rep2.htm Risposta a Nestor Makhno]</ref> Malatesta però si oppone anche alla visione meccanicistico-scientifica di [[Kropotkin]], secondo cui si giungerebbe all'[[anarco-comunismo]] attraverso un processo scientifico in cui tanto la volontà | La sua visione [[anarco-comunismo|anarco-comunista]] si oppone al [[piattaformismo]] di [[Nestor Makhno]], temendo che questo genere di organizzazione possa diventare una sorta di partito, con tanto di [[gerarchia]], [[autorità]] da rispettare e burocrazia. La paura è che il [[piattaformismo]] scada nel dirigismo. <ref>Si legga [http://www.fdca.it/storico/mal_rep2.htm Risposta a Nestor Makhno]</ref> Malatesta però si oppone anche alla visione meccanicistico-scientifica di [[Kropotkin]], secondo cui si giungerebbe all'[[anarco-comunismo]] attraverso un processo scientifico in cui tanto la volontà quanto l'organizzazione risultano essere superflui, se non addirittura dannosi. <ref>[http://www.intratext.com/ixt/ITA2048/_P2.HTM ''Pietro Kropotkin. Ricordi e critiche di un vecchio amico'', in Studi Sociali, Montevideo, 15 aprile 1931.]</ref> | ||
[[File:500mala.png|right|thumb|300 px|Errico Malatesta]] | [[File:500mala.png|right|thumb|300 px|Errico Malatesta]] | ||
==Note== | ==Note== | ||
Riga 130: | Riga 130: | ||
===1920=== | ===1920=== | ||
* ''I nostri propositi'', in «[[Umanità | * ''I nostri propositi'', in «[[Umanità Nova]]», 27 febbraio | ||
* ''Ancora sulla repubblica'', in «[[Umanità | * ''Ancora sulla repubblica'', in «[[Umanità Nova]]», 21 maggio | ||
* ''Tanto peggio, tanto meglio'', in «[[Umanità | * ''Tanto peggio, tanto meglio'', in «[[Umanità Nova]]», 26 giugno | ||
* ''Le due vie. Riforme o rivoluzione? Libertà | * ''Le due vie. Riforme o rivoluzione? Libertà o dittatura?'', in «[[Umanità Nova]]», 12 agosto | ||
* ''Riforme e rivoluzione'', in «[[Umanità | * ''Riforme e rivoluzione'', in «[[Umanità Nova]]», 10 settembre | ||
* ''Maggioranze e minoranze'', in «[[Umanità | * ''Maggioranze e minoranze'', in «[[Umanità Nova]]», 11 settembre | ||
* ''La rivoluzione in pratica'', in «[[Umanità | * ''La rivoluzione in pratica'', in «[[Umanità Nova]]», 7 ottobre | ||
===1921=== | ===1921=== | ||
Riga 142: | Riga 142: | ||
===1922=== | ===1922=== | ||
* ''La funzione dei sindacati nella rivoluzione'', in «[[Umanità | * ''La funzione dei sindacati nella rivoluzione'', in «[[Umanità Nova]]», 13 aprile | ||
* ''Ancora sulla libertà | * ''Ancora sulla libertà del lavoro'', in «[[Umanità Nova]]», 16 aprile | ||
* ''Repubblicanesimo sociale e anarchismo'', in «[[Umanità | * ''Repubblicanesimo sociale e anarchismo'', in «[[Umanità Nova]]», 27 aprile | ||
* ''La base morale dell'anarchismo'', in «[[Umanità | * ''La base morale dell'anarchismo'', in «[[Umanità Nova]]», 16 settembre | ||
* ''Ancora sulla rivoluzione in pratica'', in «[[Umanità | * ''Ancora sulla rivoluzione in pratica'', in «[[Umanità Nova]]», 14 ottobre | ||
* ''Morale e violenza'', in «[[Umanità | * ''Morale e violenza'', in «[[Umanità Nova]]», 21 ottobre | ||
* ''Discorrendo di rivoluzione'', in «[[Umanità | * ''Discorrendo di rivoluzione'', in «[[Umanità Nova]]», 25 novembre | ||
===1924=== | ===1924=== | ||
Riga 200: | Riga 200: | ||
===Articoli=== | ===Articoli=== | ||
*[https://web.archive.org/web/20070305060057/http://acrataz.oziosi.org/article.php3?id_article=170 Conosci Errico Malatesta?] | *[https://web.archive.org/web/20070305060057/http://acrataz.oziosi.org/article.php3?id_article=170 Conosci Errico Malatesta?] | ||
*[http://www.albertoperconte.it/?p=509 Malatesta anarchico già | *[http://www.albertoperconte.it/?p=509 Malatesta anarchico già a quindici anni] | ||