Centri sociali autogestiti dell'Emilia-Romagna: differenze tra le versioni

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===Circolo anarchico Berneri===
===Circolo anarchico Berneri===
Circolo [[anarchismo|anarchico]] posizionato dentro il cassero di Porta Santo Stefano (nella metà opposta a quella dove si trova ''Atlantide''). La sede venne concessa ad un affitto simbolico dal Comune di Bologna come risarcimento per l'esproprio avvenuto in epoca fascista della sede dell'[[Unione Sindacale Italiana|USI]], presso la Vecchia Camera del Lavoro di Via delle Lame <ref>[http://www.horstfantazzini.net/libero_fantazzini.htm Biografia di Libero Fantazzini], Tomaso Marabini, Roberto Zani, 24 aprile 2003</ref>. Grazie anche al sostegno dell'[[ANPI]], con cui avevano mantenuto buoni rapporti, i militanti anarchici bolognesi, tra cui [[Libero Fantazzini]] e [[Elio Xerri]], riuscirono ad ottenere l'edificio ed inaugurare la sede il [[5 agosto]] [[1972]]. Il circolo, che fu intitolato a [[Camillo Berneri]], andò ad affiancare l'altra sede anarchica bolognese "''Cafiero''" di via Paglietta.  
Circolo [[anarchismo|anarchico]] posizionato dentro il cassero di Porta Santo Stefano (nella metà opposta a quella dove si trova ''Atlantide''). La sede venne concessa ad un affitto simbolico dal Comune di Bologna come risarcimento per l'esproprio avvenuto in epoca fascista della sede dell'[[Unione Sindacale Italiana|USI]], presso la Vecchia Camera del Lavoro di Via delle Lame <ref>[http://www.horstfantazzini.net/libero_fantazzini.htm Biografia di Libero Fantazzini], Tomaso Marabini, Roberto Zani, 24 aprile 2003</ref>. Grazie anche al sostegno dell'[[ANPI]], con cui avevano mantenuto buoni rapporti, i militanti anarchici bolognesi, tra cui [[Libero Fantazzini]] e [[Elio Xerri]], riuscirono ad ottenere l'edificio ed inaugurare la sede il [[5 agosto]] [[1972]]. Il circolo, che fu intitolato a [[Camillo Berneri]], andò ad affiancare l'altra sede anarchica bolognese "''Cafiero''" di via Paglietta.  
Attorno al circolo ''Berneri'' ruotarono le principali esperienze della Bologna anarchica degli anni successivi: la ''libreria del Picchio'', la ''libreria-osteria dell'Onagro'', l'''osteria-music hall della Talpa'' (in seguito ''Punkreas''), i ''Nuclei Libertari di Fabbrica'', i ''Nuclei Liberari degli studenti'', il ''Nucleo Anarchico Universitario'', i gruppi "''Pensiero e Azione''", "''Azione Anarchica''", "''Autogestione''" fino alla costituzione della ''Federazione Anarchica Bolognese'' nel [[1975]]<ref>[http://libreriailpicchio.blogspot.com/2006/12/blog-post_21.html Se trent'anni vi sembran pochi... Iniziative per i 30 anni di attività del circolo anarchico "Camillo Berneri"]</ref>.  
Attorno al circolo ''Berneri'' ruotarono le principali esperienze della Bologna anarchica degli anni successivi: la ''libreria del Picchio'', la ''libreria-osteria dell'Onagro'', l'''osteria-music hall della Talpa'' (in seguito ''Punkreas''), i ''Nuclei Libertari di Fabbrica'', i ''Nuclei Liberari degli studenti'', il ''Nucleo Anarchico Universitario'', i gruppi "''Pensiero e Azione''", "''Azione Anarchica''", "''Autogestione''" fino alla costituzione della ''Federazione Anarchica Bolognese'' nel [[1975]] <ref>[http://libreriailpicchio.blogspot.com/2006/12/blog-post_21.html Se trent'anni vi sembran pochi... Iniziative per i 30 anni di attività del circolo anarchico "Camillo Berneri"]</ref>.  
Negli [[anni 1990]] a Bologna si è andata delineando una spaccatura tra i militanti anarchici legati alla [[Federazione Anarchica Italiana]], alla quale è sempre stato legato il Circolo Berneri, e gruppi anarchici non organizzati, spesso definiti dai [[media]] «[[anarco-insurrezionalismo|anarco-insurrezionalisti]]». Nella notte del [[31 agosto]] [[1996]] un episodio sancisce la rottura: una festa di protesta organizzata dai gruppi autonomi al circolo Berneri, prestato per l'occasione, degenera a causa di alcuni militanti ubriachi che richiedono soldi alle auto che transitano. Intervengono le forze dell'ordine che assediano fino al mattino i partecipanti all'iniziativa barricati dentro al Berneri ed un centinaio di militanti del circolo e delle realtà di movimento bolognesi che tentano di frapporsi tra polizia e assediati, mentre dal tetto dell'edificio vengono lanciate tegole e vengono contestati anche i militanti sopraggiunti. Il circolo Berneri e la [[FAI]] condannarono «certi atti teppistici e provocatori, lontani dall'etica anarchica, che hanno messo a repentaglio l'incolumità della sede», provocando la rottura definitiva <ref>[http://squat.net/tmc/msg02445.html Repubblica on-line del 13-1-2002]<br />[http://www.tmcrew.org/news/cassero.htm Assediato il Cassero Anarchico]<br />''Pacchi bomba, indagini a Bologna'', Sara Menafra, Il Manifesto, 14 gennaio 2004</ref>.
Negli [[anni 1990]] a Bologna si è andata delineando una spaccatura tra i militanti anarchici legati alla [[Federazione Anarchica Italiana]], alla quale è sempre stato legato il Circolo Berneri, e gruppi anarchici non organizzati, spesso definiti dai [[media]] «[[anarco-insurrezionalismo|anarco-insurrezionalisti]]». Nella notte del [[31 agosto]] [[1996]] un episodio sancisce la rottura: una festa di protesta organizzata dai gruppi autonomi al circolo Berneri, prestato per l'occasione, degenera a causa di alcuni militanti ubriachi che richiedono soldi alle auto che transitano. Intervengono le forze dell'ordine che assediano fino al mattino i partecipanti all'iniziativa barricati dentro al Berneri ed un centinaio di militanti del circolo e delle realtà di movimento bolognesi che tentano di frapporsi tra polizia e assediati, mentre dal tetto dell'edificio vengono lanciate tegole e vengono contestati anche i militanti sopraggiunti. Il circolo Berneri e la [[FAI]] condannarono «certi atti teppistici e provocatori, lontani dall'etica anarchica, che hanno messo a repentaglio l'incolumità della sede», provocando la rottura definitiva <ref>[http://squat.net/tmc/msg02445.html Repubblica on-line del 13-1-2002]<br />[http://www.tmcrew.org/news/cassero.htm Assediato il Cassero Anarchico]<br />''Pacchi bomba, indagini a Bologna'', Sara Menafra, Il Manifesto, 14 gennaio 2004</ref>.


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===Livello 57===
===Livello 57===
La prima sede del "Livello 57" fu un edificio dell'Acostud occupato in via Dello Scalo nell'ottobre del [[1993]]<ref>[http://www.livello57.org/Storia/storia.htm Storia del centro sociale sul sito del Livello 57]</ref>. I soggetti che vi presero parte erano in gran parte gli ex occupanti del CSOA Pellerossa, centro sociale occupato nell'ex mensa universitaria di piazza Verdi. Questa realtà era stata occupata nell'aprile del [[1993]] e sgomberata nell'agosto successivo, ospitando nel frattempo storici concerti con gruppi come gli Offspring e i [[NOFX]]. Altre componenti dell'occupazione del Livello furono studenti provenienti dal movimento della "Pantera" ed i realizzatori di "''Radio K Centrale''" e la casa editrice indipendente "''Grafton9''", nate l'anno precedente.
La prima sede del "Livello 57" fu un edificio dell'Acostud occupato in via Dello Scalo nell'ottobre del [[1993]] <ref>[http://www.livello57.org/Storia/storia.htm Storia del centro sociale sul sito del Livello 57]</ref>. I soggetti che vi presero parte erano in gran parte gli ex occupanti del CSOA Pellerossa, centro sociale occupato nell'ex mensa universitaria di piazza Verdi. Questa realtà era stata occupata nell'aprile del [[1993]] e sgomberata nell'agosto successivo, ospitando nel frattempo storici concerti con gruppi come gli Offspring e i [[NOFX]]. Altre componenti dell'occupazione del Livello furono studenti provenienti dal movimento della "Pantera" ed i realizzatori di "''Radio K Centrale''" e la casa editrice indipendente "''Grafton9''", nate l'anno precedente.
Il Livello si caratterizza per l'attività in tre settori: nella lotta per la "liberazione dei saperi", con il collettivo "''InfoShock NoCopyright''", nell'[[antiproibizionismo]], in particolare con campagne informative sulle sostanze psicoattive e nella promozione artistica, caratterizzandosi come nodo fondamentale dei circuiti musicali [[hip hop]], [[raggamuffin]] e soprattutto [[Musica elettronica|elettronico]] italiani.
Il Livello si caratterizza per l'attività in tre settori: nella lotta per la "liberazione dei saperi", con il collettivo "''InfoShock NoCopyright''", nell'[[antiproibizionismo]], in particolare con campagne informative sulle sostanze psicoattive e nella promozione artistica, caratterizzandosi come nodo fondamentale dei circuiti musicali [[hip hop]], [[raggamuffin]] e soprattutto [[Musica elettronica|elettronico]] italiani.
I problemi con gli spacciatori di droghe e con la microcriminalità che gravita attorno al centro sociale sono una delle difficoltà maggiorni che il Livello affronta negli anni successivi. Nel giugno del [[1995]] un ragazzo del centro sociale viene accoltellato da uno spacciatore che voleva allontanare. In seguito a problemi di questo tipo l'amministrazione comunale decise di sgomberare la struttura. Si aprì una trattativa con gli occupanti e dopo proteste e manifestazioni si trovò l'accordo per la concessione di un nuovo spazio, in via Muggia, accanto a porta Mascarella e sotto al ponte di via Stalingrado, aperto nel novembre [[1995]] tre mesi dopa la chiusura della vecchia sede.  
I problemi con gli spacciatori di droghe e con la microcriminalità che gravita attorno al centro sociale sono una delle difficoltà maggiorni che il Livello affronta negli anni successivi. Nel giugno del [[1995]] un ragazzo del centro sociale viene accoltellato da uno spacciatore che voleva allontanare. In seguito a problemi di questo tipo l'amministrazione comunale decise di sgomberare la struttura. Si aprì una trattativa con gli occupanti e dopo proteste e manifestazioni si trovò l'accordo per la concessione di un nuovo spazio, in via Muggia, accanto a porta Mascarella e sotto al ponte di via Stalingrado, aperto nel novembre [[1995]] tre mesi dopa la chiusura della vecchia sede.  
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Nel [[1991]] furono occupati due stabili, i civici 76 e 78, che erano stati dichiarati inagibili dal comune. Vennero ristrutturati i tetti e gli appartamenti che divennero luogo di abitazione e spazio sociali attorno ai quali si incontrarono movimenti politici, culturali ed artistici molto eterogenei, dai [[punk (cultura)|punk]] a gruppi di teatranti, dai musicisti ai militanti comunisti.  
Nel [[1991]] furono occupati due stabili, i civici 76 e 78, che erano stati dichiarati inagibili dal comune. Vennero ristrutturati i tetti e gli appartamenti che divennero luogo di abitazione e spazio sociali attorno ai quali si incontrarono movimenti politici, culturali ed artistici molto eterogenei, dai [[punk (cultura)|punk]] a gruppi di teatranti, dai musicisti ai militanti comunisti.  
Le occupazioni, che si trovavano all'incrocio con via Pietralata al centro del micromondo costituito del Pratello, si caratterizzarono per l'intenso rapporto con il quartiere. I rapporti con gli abitanti del circondario furono spesso molto difficili ma portarono anche a iterazioni positive ed un grande livello di integrazione. Nel [[1992]] in tale contesto nacque "''Prate TV''" <ref>[http://www.teleosservanza.it/biblioteca/Inchiesta/3.%20ROMANINI%206-7.pdf Prate Tv: prime esperienze di Tv di strada a Bologna] di Cesare Romani</ref>, una delle prime [[Telestreet|tv di strada]] italiane nata con scopi non commerciali. Negli appartamenti del Pratello si svilupparono inoltre importanti esperienze musicali.
Le occupazioni, che si trovavano all'incrocio con via Pietralata al centro del micromondo costituito del Pratello, si caratterizzarono per l'intenso rapporto con il quartiere. I rapporti con gli abitanti del circondario furono spesso molto difficili ma portarono anche a iterazioni positive ed un grande livello di integrazione. Nel [[1992]] in tale contesto nacque "''Prate TV''" <ref>[http://www.teleosservanza.it/biblioteca/Inchiesta/3.%20ROMANINI%206-7.pdf Prate Tv: prime esperienze di Tv di strada a Bologna] di Cesare Romani</ref>, una delle prime [[Telestreet|tv di strada]] italiane nata con scopi non commerciali. Negli appartamenti del Pratello si svilupparono inoltre importanti esperienze musicali.
Gli edifici vennero sgomberati nell'agosto del 1996, dopo un ultimo tentativo di resistenza degli occupanti dai tetti degli edifici. La storia dell'occupazione è narrata nel romanzo "''La notte del Pratello''" <ref>La prima parte del libro è disponibile on-line: [http://www.fazieditore.it/pdf/88-8112-196-4.pdf ''La notte del Pratello'']</ref> di Emidio Clementi, occupante della prima ora, e nel documentario "''Aiuto - orde barbare al pratello''" di [[Cosimo Terlizzi]]<ref>Disponibile sul sito [http://www.ngvision.org/download/719/ngv.bradipz.net/new_global_vision/disc117/ngv_bo_it_19960606_aiuto_orde_barbare_al_pratello.avi ngvision.org]</ref>
Gli edifici vennero sgomberati nell'agosto del 1996, dopo un ultimo tentativo di resistenza degli occupanti dai tetti degli edifici. La storia dell'occupazione è narrata nel romanzo "''La notte del Pratello''" <ref>La prima parte del libro è disponibile on-line: [http://www.fazieditore.it/pdf/88-8112-196-4.pdf ''La notte del Pratello'']</ref> di Emidio Clementi, occupante della prima ora, e nel documentario "''Aiuto - orde barbare al pratello''" di [[Cosimo Terlizzi]] <ref>Disponibile sul sito [http://www.ngvision.org/download/719/ngv.bradipz.net/new_global_vision/disc117/ngv_bo_it_19960606_aiuto_orde_barbare_al_pratello.avi ngvision.org]</ref>


===Officina Tsunami===
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