Kronstadt: Bagliori di socialismo: differenze tra le versioni

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===Kronstadt insegna===
===Kronstadt insegna===


Interrogarsi sul lascito di Kronstadt è molto importante per chi vuole mantenere viva e rafforzare la prospettiva del socialismo come primo passo per l'autoemancipazione. Non casualmente i vecchi marxisti rivoluzionari, e segnatamente i trotskisti nella crisi che li attanaglia, continuano a non voler imparare dagli eventi di quel drammatico 1921. Viceversa il nuovo marxismo rivoluzionario continua a cercare di estrarre lezioni vive dalle rivoluzioni, sia per la positiva sia per la negativa. In effetti, grazie in primo luogo al contributo di Dario Renzi, la posizione del nuovo marxismo rivoluzionario su Kronstadt, è assolutamente controcorrente rispetto alle posizioni classiche invalse nel marxismo rivoluzionario. La pochezza, sotto tutti i profili, di chi continua a ripetere che la repressione di Kronstadt fu una tragica necessità ” si evidenzia ancor più per contrasto con il giudizio solidale con gli insorti che viene dalla corrente del nuovo marxismo rivoluzionario. Due insegnamenti in particolare ci vengono offerti a questo proposito) dal giudizio di Dario Renzi: se come speriamo di essere riusciti a dimostrare quella di Kronstadt fu una rivoluzione socialista, allora la sua repressione ad opera dei bolscevichi fu un crimine contro il socialismo e la rivoluzione, e, se la repressione avvenne in nome e nell'interesse del mantenimento del potere da parte dei bolscevichi, allora da essa possiamo estrarre fondamentali ragioni per la critica della politica, anche di quella rivoluzionaria Queste caratterizzazioni critiche sono la base sulla quale è possibile cogliere insegnamenti a positivo, per saper estrarre dalla rivoluzione di Kronstadt il suo contributo al socialismo, così come i suoi limiti.
Interrogarsi sul lascito di Kronstadt è molto importante per chi vuole mantenere viva e rafforzare la prospettiva del socialismo come primo passo per l'autoemancipazione. Non casualmente i vecchi marxisti rivoluzionari, e segnatamente i trotskisti nella crisi che li attanaglia, continuano a non voler imparare dagli eventi di quel drammatico 1921. Viceversa il nuovo marxismo rivoluzionario continua a cercare di estrarre lezioni vive dalle rivoluzioni, sia per la positiva sia per la negativa. In effetti, grazie in primo luogo al contributo di Dario Renzi, la posizione del nuovo marxismo rivoluzionario su Kronstadt, è assolutamente controcorrente rispetto alle posizioni classiche invalse nel marxismo rivoluzionario. La pochezza, sotto tutti i profili, di chi continua a ripetere che la repressione di Kronstadt fu una tragica necessità” si evidenzia ancor più per contrasto con il giudizio solidale con gli insorti che viene dalla corrente del nuovo marxismo rivoluzionario. Due insegnamenti in particolare ci vengono offerti a questo proposito) dal giudizio di Dario Renzi: se come speriamo di essere riusciti a dimostrare quella di Kronstadt fu una rivoluzione socialista, allora la sua repressione ad opera dei bolscevichi fu un crimine contro il socialismo e la rivoluzione, e, se la repressione avvenne in nome e nell'interesse del mantenimento del potere da parte dei bolscevichi, allora da essa possiamo estrarre fondamentali ragioni per la critica della politica, anche di quella rivoluzionaria Queste caratterizzazioni critiche sono la base sulla quale è possibile cogliere insegnamenti a positivo, per saper estrarre dalla rivoluzione di Kronstadt il suo contributo al socialismo, così come i suoi limiti.


La proclamazione della repubblica di Kronstadt nella primavera del ‘17 non fu un escamotage per prendere le distanze dal soviet di Pietrogrado, allora orientato su posizioni moderate; che vi fosse anche questo può essere, ma non era l'elemento preponderante. Quella scelta rappresentava qualcosa di più profondo, cioè una tensione anticentralista e federativa che è al contempo espressione della diffidenza verso un'eccessiva concentrazione di potere nell'apparato centrale dello Stato; in questo senso da quella scelta di Kronstadt possiamo estrarre una tensione antistatalista che la rivoluzione socialista deve assumere al fine di disarticolare e rendere più leggero possibile lo Stato, perché possa essere uno Stato-non Stato) che non si estingua semplicemente all'estinguersi delle classi, ma sia invece, pena la ricostruzione di classi o ceti dominanti per tramite dello Stato, predisposto ad estinguersi al più presto possibile, facendosi assorbire dalla società  civile.
La proclamazione della repubblica di Kronstadt nella primavera del ‘17 non fu un escamotage per prendere le distanze dal soviet di Pietrogrado, allora orientato su posizioni moderate; che vi fosse anche questo può essere, ma non era l'elemento preponderante. Quella scelta rappresentava qualcosa di più profondo, cioè una tensione anticentralista e federativa che è al contempo espressione della diffidenza verso un'eccessiva concentrazione di potere nell'apparato centrale dello Stato; in questo senso da quella scelta di Kronstadt possiamo estrarre una tensione antistatalista che la rivoluzione socialista deve assumere al fine di disarticolare e rendere più leggero possibile lo Stato, perché possa essere uno Stato-non Stato) che non si estingua semplicemente all'estinguersi delle classi, ma sia invece, pena la ricostruzione di classi o ceti dominanti per tramite dello Stato, predisposto ad estinguersi al più presto possibile, facendosi assorbire dalla società  civile.
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