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Dopo quattro giorni di combattimenti per le strade, il [[26 giugno]] [[1848]] il governo annunciava: « Gli insorti sono battuti. La lotta è finita. L'ordine ha trionfato sull'anarchia ». In nome della libertà d'impresa, il governo sopprimeva gli odiati laboratori nazionali – che per qualche mese erano serviti ad assicurare un po' di lavoro a decine di migliaia di disoccupati – innalzava l'orario di lavoro e proibiva per legge costituzionale il diritto di sciopero. | Dopo quattro giorni di combattimenti per le strade, il [[26 giugno]] [[1848]] il governo annunciava: « Gli insorti sono battuti. La lotta è finita. L'ordine ha trionfato sull'anarchia ». In nome della libertà d'impresa, il governo sopprimeva gli odiati laboratori nazionali – che per qualche mese erano serviti ad assicurare un po' di lavoro a decine di migliaia di disoccupati – innalzava l'orario di lavoro e proibiva per legge costituzionale il diritto di sciopero. | ||
Anche la piccola borghesia si era battura in quei giorni di giugno contro gli operai, già loro alleati a febbraio quando si era trattato di rovesciare [[Luigi Filippo]], re amato da banchieri e speculatori. Timorosi di perdere le loro [[La proprietà |proprietà ]] e i loro commerci costruiti con le cambiali, i piccoli borghesi, in divisa di guardie nazionali, avevano sparato contro le barricate dei quartieri operai, ma non non ne avevano ricavato i vantaggi sperati, perché il governo non accordò loro alcun favore e l'Assemblea costituente ristabilì la prigione per debiti e abolì ogni forma di transazione diretta tra creditori e debitori.<ref>''La Comune del 1871'', a cura di J. Bruhat, J. Dautry, É. Tersen, Roma, Editori Riuniti, 1971, p. 13.</ref> | Anche la piccola borghesia si era battura in quei giorni di giugno contro gli operai, già loro alleati a febbraio quando si era trattato di rovesciare [[Luigi Filippo]], re amato da banchieri e speculatori. Timorosi di perdere le loro [[La proprietà |proprietà]] e i loro commerci costruiti con le cambiali, i piccoli borghesi, in divisa di guardie nazionali, avevano sparato contro le barricate dei quartieri operai, ma non non ne avevano ricavato i vantaggi sperati, perché il governo non accordò loro alcun favore e l'Assemblea costituente ristabilì la prigione per debiti e abolì ogni forma di transazione diretta tra creditori e debitori.<ref>''La Comune del 1871'', a cura di J. Bruhat, J. Dautry, É. Tersen, Roma, Editori Riuniti, 1971, p. 13.</ref> | ||
La Chiesa benediceva la lungimiranza del governo. Paul d'Astros, arcivescovo di Tolosa e prossimo cardinale di Pio IX, l'aveva approvato sostenendo, dall'alto del suo magistero, che « l'ineguaglianza delle condizioni sociali [...] è la legge fondamentale della società [...] Questa legge fa parte del disegno di Dio e della sua saggezza, che ha voluto offrire ai ricchi la possibilità di fare generosi sacrifici per alleviare le sofferenze dei poveri; e ai poveri un motivo di riconoscenza e d'amore per le buone azioni dei ricchi ».<ref>Paul Droulers, ''Action pasorale et problèmes sociaux sous la monarchie de Juillet chez Mgr. d'Astros, archevêque de Toulouse, censeur de La Mennais '', Paris, Librairie philosophique J. Vrin, 1954.</ref> | La Chiesa benediceva la lungimiranza del governo. Paul d'Astros, arcivescovo di Tolosa e prossimo cardinale di Pio IX, l'aveva approvato sostenendo, dall'alto del suo magistero, che « l'ineguaglianza delle condizioni sociali [...] è la legge fondamentale della società [...] Questa legge fa parte del disegno di Dio e della sua saggezza, che ha voluto offrire ai ricchi la possibilità di fare generosi sacrifici per alleviare le sofferenze dei poveri; e ai poveri un motivo di riconoscenza e d'amore per le buone azioni dei ricchi ».<ref>Paul Droulers, ''Action pasorale et problèmes sociaux sous la monarchie de Juillet chez Mgr. d'Astros, archevêque de Toulouse, censeur de La Mennais '', Paris, Librairie philosophique J. Vrin, 1954.</ref> | ||
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== La Comune anarchica == | == La Comune anarchica == | ||
La comune riservò sin dal suo principio grande importanza all'[[Individualità |individualità ]]: [[libertà ]] d'espressione, di coscienza, di lavoro e d'intervento nelle decisioni comunali. | La comune riservò sin dal suo principio grande importanza all'[[Individualità |individualità]]: [[libertà]] d'espressione, di coscienza, di lavoro e d'intervento nelle decisioni comunali. | ||
L'aspetto caratterizzante quest'esperienza fu il localismo, la rivolta contro il potere centralizzato e la distruzione dello [[Stato]] politico quale centro di controllo [[autorità |autoritario]]. | L'aspetto caratterizzante quest'esperienza fu il localismo, la rivolta contro il potere centralizzato e la distruzione dello [[Stato]] politico quale centro di controllo [[autorità |autoritario]]. |