Dorothy Day: differenze tra le versioni

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Pubblica vari articoli per riviste socialiste e [[comunismo|comuniste]]; passa parecchi mesi al Greenwich Village, entrando in contatto con [[Eugene O' Neill]]. Nel [[1918]] si sposa e poi divorzia l'anno seguente. Da una relazione successiva nasce la sua prima figlia. A partire dal [[1926]] inizia il processo della sua conversione al cattolicesimo, che sfocia nella richiesta del battesimo per sé e per la figlia.  
Pubblica vari articoli per riviste socialiste e [[comunismo|comuniste]]; passa parecchi mesi al Greenwich Village, entrando in contatto con [[Eugene O' Neill]]. Nel [[1918]] si sposa e poi divorzia l'anno seguente. Da una relazione successiva nasce la sua prima figlia. A partire dal [[1926]] inizia il processo della sua conversione al cattolicesimo, che sfocia nella richiesta del battesimo per sé e per la figlia.  


Nel [[1933]], incontrato l'uomo della sua vita, [[Peter Maurin]], brillante intellettuale francese con cui condivide anche il sostegno al sindacato rivoluzionario dell'[[IWW]], con cui fonda «[[The Catholic Worker]]» (Il Lavoratore Cattolico), giornale di sinistra con affinità  anarchiche ma di esplicito orientamento cristiano, e omonimo movimento in difesa dei diseredati e dei poveri. Negli anni dieci, scrive appassionatamente in difesa dei diritti delle donne, della [[libertà ]] dell'amore e del [[neomalthusianesimo|controllo delle nascite]]. Avvia inoltre, in pieno clima guerrafondaio degli anni '30, per delineare una nuova collocazione neutrale e [[pacifismo|pacifista]] che sposava la [[non violenza]], l'amore attivo, la lotta allo [[capitalismo|sfruttamento capitalistico]] ed al sentimento nazionale. Si propagandava anche l'ospitalità  per gli impoveriti e i diseredati, assumendo caratteristiche assai affini con l'[[anarchismo]]:
Nel [[1933]], incontrato l'uomo della sua vita, [[Peter Maurin]], brillante intellettuale francese con cui condivide anche il sostegno al sindacato rivoluzionario dell'[[IWW]], con cui fonda «[[The Catholic Worker]]» (Il Lavoratore Cattolico), giornale di sinistra con affinità  anarchiche ma di esplicito orientamento cristiano, e omonimo movimento in difesa dei diseredati e dei poveri. Negli anni dieci, scrive appassionatamente in difesa dei diritti delle donne, della [[libertà]] dell'amore e del [[neomalthusianesimo|controllo delle nascite]]. Avvia inoltre, in pieno clima guerrafondaio degli anni '30, per delineare una nuova collocazione neutrale e [[pacifismo|pacifista]] che sposava la [[non violenza]], l'amore attivo, la lotta allo [[capitalismo|sfruttamento capitalistico]] ed al sentimento nazionale. Si propagandava anche l'ospitalità  per gli impoveriti e i diseredati, assumendo caratteristiche assai affini con l'[[anarchismo]]:
: «Forse non molti Catholic Workers si definiscono anarchici, ma il movimento, nell'insieme, presenta vari elementi che si possono considerare tali: non esiste un'istanza centrale, non c'è un organismo di riferimento, non ci sono regole né doveri, le iniziative sono prese o accettate di volta in volta da coloro che ne sono direttamente coinvolti. Il “New York Catholic Worker” nel numero di maggio comprende sempre un articolo dal titolo Aim and Means, sui mezzi e i fini del movimento». (da ''[http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/322/47.htm I compagni Catholic Workers]'', articolo di A-Rivista anarchica)
: «Forse non molti Catholic Workers si definiscono anarchici, ma il movimento, nell'insieme, presenta vari elementi che si possono considerare tali: non esiste un'istanza centrale, non c'è un organismo di riferimento, non ci sono regole né doveri, le iniziative sono prese o accettate di volta in volta da coloro che ne sono direttamente coinvolti. Il “New York Catholic Worker” nel numero di maggio comprende sempre un articolo dal titolo Aim and Means, sui mezzi e i fini del movimento». (da ''[http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/322/47.htm I compagni Catholic Workers]'', articolo di A-Rivista anarchica)


In seguito, Dorothy Day apre in un quartiere povero di New York la prima "[[casa di ospitalità ]]". Il movimento, con le sue case, si diffonde rapidamente in altre città  degli [[USA]], in [[Canada]] e in [[Gran Bretagna]]: dal [[1941]] in poi saranno aperte decine di comunità, ognuna indipendente, ma tutte affiliate ai [[Catholic Workers]].  
In seguito, Dorothy Day apre in un quartiere povero di New York la prima "[[casa di ospitalità]]". Il movimento, con le sue case, si diffonde rapidamente in altre città  degli [[USA]], in [[Canada]] e in [[Gran Bretagna]]: dal [[1941]] in poi saranno aperte decine di comunità, ognuna indipendente, ma tutte affiliate ai [[Catholic Workers]].  


Da sempre contro la guerra, Dorothy Day indice con i militanti del movimento molte manifestazioni [[antimilitarismo|antimilitariste]], molte delle quali terminavano con il fermo poliziesco di decine di persone. Nel [[1955]], dopo essere stata arrestata, divide la cella con [[Judith Malina]], attrice del “[[Living Theatre]]”, anch'ella presente alal manifestazione <ref name="dorothy1">[http://lists.peacelink.it/pcknews/msg03092.html La non-violenza è in cammino, cap. 3: Judith Malina ricorda Dorothy Day]</ref>. Dorothy Day ha sempre rifiutato l'etichetta di anarchica, dicendo che la voleva lasciare tutta ad [[Ammon Hennacy]], e preferendo essere definita cristiana, cattolica e "[[personalismo|personalista]]" o "distributista". <ref>In ''[http://lists.peacelink.it/pcknews/msg03092.html La non-violenza è in cammino, cap. 3: Judith Malina ricorda Dorothy Day]'', l'attrice anarchica [[Judith Malina]], che l'aveva ben conosciuta, sostiene invece che Dorothy Day non aveva remore nel definirsi anarchica. Alla domanda se Dorothy Day si definisse in questo modo lei risponde: «Sì, assolutamente anarchica, e una buona anarchica anche».</ref>
Da sempre contro la guerra, Dorothy Day indice con i militanti del movimento molte manifestazioni [[antimilitarismo|antimilitariste]], molte delle quali terminavano con il fermo poliziesco di decine di persone. Nel [[1955]], dopo essere stata arrestata, divide la cella con [[Judith Malina]], attrice del “[[Living Theatre]]”, anch'ella presente alal manifestazione <ref name="dorothy1">[http://lists.peacelink.it/pcknews/msg03092.html La non-violenza è in cammino, cap. 3: Judith Malina ricorda Dorothy Day]</ref>. Dorothy Day ha sempre rifiutato l'etichetta di anarchica, dicendo che la voleva lasciare tutta ad [[Ammon Hennacy]], e preferendo essere definita cristiana, cattolica e "[[personalismo|personalista]]" o "distributista". <ref>In ''[http://lists.peacelink.it/pcknews/msg03092.html La non-violenza è in cammino, cap. 3: Judith Malina ricorda Dorothy Day]'', l'attrice anarchica [[Judith Malina]], che l'aveva ben conosciuta, sostiene invece che Dorothy Day non aveva remore nel definirsi anarchica. Alla domanda se Dorothy Day si definisse in questo modo lei risponde: «Sì, assolutamente anarchica, e una buona anarchica anche».</ref>
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