Gli attentati individualistici nella storia dell'anarchismo: differenze tra le versioni

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Emblematico esempio fu l'accenno di attentato compiuto da [[Pietro Acciarito]] contro Umberto I Re d'Italia nel 1897, <ref>Il [[22 aprile]] [[1897]], ricorrenza dei matrimonio dei reali d'Italia, Umberto uscì dal Quirinale nel pomeriggio per recarsi all'ippodromo delle Capannelle dove si sarebbe svolto il Derby reale, una corsa dotata personalmente il sovrano dei premio di 24.000 lire: cifra d'eccezione per l'epoca. Giunta carrozza... fuori porta S. Giovanni, in piena campagna, un uomo, giovane a piuttosto malmesso, sbucò improvvisamente da un anfratto e fece per gettarsi verso di essa in atteggiamento minaccioso, con una specie di punteruolo in mano, venne di lì a poco catturato da due carabinieri. Cfr. [[Pier Carlo Masini|P.C. MASINI]], t., pp. 107-110. </ref> episodio provocato più dalla disperata povertà  dell'attentatore che da un vero e proprio progetto politico. In verità  il gesto di [[Pietro Acciarito|Acciarito]] si pose anch'esso come fatto di anarchia spontanea, protesta isolata ma non casuale di un individuo diseredato, sintomo di un malessere profondamente diffuso nel paese. Infatti [[Pietro Acciarito|Acciarito]] era un giovane fabbro ferraio di 24 anni abitante ad Artena, uno dei paesi poveri dell'entroterra laziale, in possesso di una limitata istruzione e cresciuto in una famiglia molto povera. Agì, come egli stesso dichiarò, per fame e per punire il massimo simbolo del potere che si permetteva di mettere in palio una fortuna per una corsa di cavalli, mentre lui faticava a rimediare il quotidiano piatto di minestra.
Emblematico esempio fu l'accenno di attentato compiuto da [[Pietro Acciarito]] contro Umberto I Re d'Italia nel 1897, <ref>Il [[22 aprile]] [[1897]], ricorrenza dei matrimonio dei reali d'Italia, Umberto uscì dal Quirinale nel pomeriggio per recarsi all'ippodromo delle Capannelle dove si sarebbe svolto il Derby reale, una corsa dotata personalmente il sovrano dei premio di 24.000 lire: cifra d'eccezione per l'epoca. Giunta carrozza... fuori porta S. Giovanni, in piena campagna, un uomo, giovane a piuttosto malmesso, sbucò improvvisamente da un anfratto e fece per gettarsi verso di essa in atteggiamento minaccioso, con una specie di punteruolo in mano, venne di lì a poco catturato da due carabinieri. Cfr. [[Pier Carlo Masini|P.C. MASINI]], t., pp. 107-110. </ref> episodio provocato più dalla disperata povertà  dell'attentatore che da un vero e proprio progetto politico. In verità  il gesto di [[Pietro Acciarito|Acciarito]] si pose anch'esso come fatto di anarchia spontanea, protesta isolata ma non casuale di un individuo diseredato, sintomo di un malessere profondamente diffuso nel paese. Infatti [[Pietro Acciarito|Acciarito]] era un giovane fabbro ferraio di 24 anni abitante ad Artena, uno dei paesi poveri dell'entroterra laziale, in possesso di una limitata istruzione e cresciuto in una famiglia molto povera. Agì, come egli stesso dichiarò, per fame e per punire il massimo simbolo del potere che si permetteva di mettere in palio una fortuna per una corsa di cavalli, mentre lui faticava a rimediare il quotidiano piatto di minestra.


Non tutti gli attentati organizzati furono dunque il risultato di un percorso politico determinato, ma scaturirono spesso da un istintivo rifiuto della situazione di estrema povertà  con cui lottavano gli individui ai margini della società . Alcuni concetti dell'[[anarchismo]], per la verità  quelli comprensibili ai ceti meno istruiti, potevano facilmente essere fatti propri dai diseredati e, sul sacrificio personale di alcuni attentatori si edificò via via il mito dell'atto individuale risolutore dei problemi attraverso l'uso di azioni violente dirette contro le persone poste a capo delle azioni statali e finalizzate al sovvertimento della società  del tempo.
Non tutti gli attentati organizzati furono dunque il risultato di un percorso politico determinato, ma scaturirono spesso da un istintivo rifiuto della situazione di estrema povertà  con cui lottavano gli individui ai margini della società. Alcuni concetti dell'[[anarchismo]], per la verità  quelli comprensibili ai ceti meno istruiti, potevano facilmente essere fatti propri dai diseredati e, sul sacrificio personale di alcuni attentatori si edificò via via il mito dell'atto individuale risolutore dei problemi attraverso l'uso di azioni violente dirette contro le persone poste a capo delle azioni statali e finalizzate al sovvertimento della società  del tempo.


=== Violenza ed individualismo anarchico ===
=== Violenza ed individualismo anarchico ===
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