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Ignorando tutto dei metodi di condizionamento, si lascia prendere in trappola, come un giovane animale. Quando, detentore delle armi della critica, vorrà puntarle contro il tempo, gli anni l'avranno trascinato lontano dal bersaglio. Porterà l'infanzia nel cuore come una ferita sempre aperta. "''Non esiste nulla che sia anche lontanamente simile al tempo. È tanto innaturale e tuttavia tanto universale quanto l'alienazione''". Chacalos (1988) fece notare che presente è una nozione sconvolgente e intrattabile quanto lo è il tempo stesso. Cos'è il presente? Sappiamo che è sempre ora; si è confinati ad esso in un senso importante e non si può esperire alcuna altra "frazione" di tempo. Parliamo sicuri di altre frazioni di tempo che chiamiamo "passato" e "futuro", ma mentre le cose che esistono altrove nello spazio continuano ad esistere, le cose che non esistono ora, come osservò Sklar (1992), in realtà non esistono affatto. Il tempo necessariamente scorre; senza il suo passaggio non ci sarebbe il senso del tempo. Qualsiasi cosa scorra, però, scorre rispetto al tempo. Il tempo pertanto scorre rispetto a sé stesso, che non ha alcun significato perché nulla può scorrere rispetto a sé stesso. Non è disponibile alcun termine per fornire una spiegazione astratta del tempo eccetto termini in cui il tempo sia già presupposto. È necessario mettere in dubbio tutto quanto è scontato. | Ignorando tutto dei metodi di condizionamento, si lascia prendere in trappola, come un giovane animale. Quando, detentore delle armi della critica, vorrà puntarle contro il tempo, gli anni l'avranno trascinato lontano dal bersaglio. Porterà l'infanzia nel cuore come una ferita sempre aperta. "''Non esiste nulla che sia anche lontanamente simile al tempo. È tanto innaturale e tuttavia tanto universale quanto l'alienazione''". Chacalos (1988) fece notare che presente è una nozione sconvolgente e intrattabile quanto lo è il tempo stesso. Cos'è il presente? Sappiamo che è sempre ora; si è confinati ad esso in un senso importante e non si può esperire alcuna altra "frazione" di tempo. Parliamo sicuri di altre frazioni di tempo che chiamiamo "passato" e "futuro", ma mentre le cose che esistono altrove nello spazio continuano ad esistere, le cose che non esistono ora, come osservò Sklar (1992), in realtà non esistono affatto. Il tempo necessariamente scorre; senza il suo passaggio non ci sarebbe il senso del tempo. Qualsiasi cosa scorra, però, scorre rispetto al tempo. Il tempo pertanto scorre rispetto a sé stesso, che non ha alcun significato perché nulla può scorrere rispetto a sé stesso. Non è disponibile alcun termine per fornire una spiegazione astratta del tempo eccetto termini in cui il tempo sia già presupposto. È necessario mettere in dubbio tutto quanto è scontato. | ||
La metafisica con le restrizioni che la divisione del lavoro ha imposto fin dal suo inizio è troppo limitata per un tale compito. Cosa provoca lo scorrere del tempo, cosa lo fa muovere verso il futuro? Qualunque cosa sia, deve trattarsi di qualcosa oltre il nostro tempo, più profondo e più potente, deve dipendere, come sostenne Conly (1975) "''da forze elementari continuamente attive''". William Spanos (1987) fece notare che alcune parole latine usate per cultura non solo significano anche agricoltura o addomesticamento, ma sono traduzioni di termini greci riferiti all'immagine spaziale del tempo. Fondamentalmente "''catturiamo il tempo''", per usare il lessico di Alfred Korzybski (1948); la specie, grazie a questa caratteristica, crea una classe simbolica di vita, un mondo artificiale. La cattura del tempo si rivela come un "''enorme aumento del controllo sulla natura''". Il tempo diventa reale perché ha delle conseguenze, e questo effetto non è mai stato così angosciosamente manifesto. Si dice che nel suo profilo più scarno la vita sia un viaggio attraverso il tempo; che sia un viaggio attraverso l'alienazione è uno dei più pubblici dei segreti. "''L'ora non batte per l'uomo felice''", recita un proverbio tedesco. Lo scorrere del tempo, una volta insignificante, è ora il battito inevitabile, limitante e coercitivo che rispecchia l'autorità cieca. Guyau (1890) affermò che lo scorrere del tempo costituisce "''la distinzione fra ciò che si desidera e ciò che si ha''" e pertanto "''il principio del rimpianto''". Carpe diem, consiglia la massima, ma la civiltà ci obbliga sempre ad ipotecare il presente per il futuro. Il tempo tende ad essere sempre più regolare e universale. In base ad esso il mondo tecnologico del capitale registra i suoi progressi e non potrebbe esistere in sua assenza. Secondo Bertrand Russel (1929) "''L'importanza del tempo si trova più in relazione al nostri desideri che in relazione alla verità ''". II desiderio è palpabile quanto lo è diventato il tempo stesso e la sua negazione non può essere misurata in modo più preciso che mediante il vasto costrutto che chiamiamo tempo. Il tempo, al pari della tecnologia, non è mai neutrale; come giustamente valutò Castoriadis (1991) è "''sempre dotato di significato''". Tutte le considerazioni sulla tecnologia espresse da opinionisti come Ellul si applicano infatti anche al tempo e in maniera ancora più profonda. Entrambi i presupposti si propagano, sono onnipresenti, basilari e in generale dati per scontati quanto la stessa alienazione. Il tempo, al pari della tecnologia, non è solo un fattore determinante, ma anche l'elemento dissimulatore in cui si sviluppa la società divisa. Esso richiede che i suoi soggetti siano scrupolosi, "realistici", seri e soprattutto dediti al lavoro. È autonomo nel suo aspetto generale, come la tecnologia va avanti in perpetuo per moto proprio. Come la divisione del lavoro, che sta a monte e mette in moto tempo e tecnologia, questo dopo tutto è un fenomeno appreso a livello sociale. Gli esseri umani e il resto del mondo sono sincronizzati al tempo e alla sua incarnazione tecnica, piuttosto che il contrario. L'aspetto sostanziale di questa dimensione - come dell'alienazione di per sé - è la sensazione di essere uno spettatore indifeso. Ogni ribelle quindi insorge anche contro il tempo e la sua inesorabilità . La liberazione deve comportare, in un senso estremamente fondamentale, la liberazione dal tempo. | La metafisica con le restrizioni che la divisione del lavoro ha imposto fin dal suo inizio è troppo limitata per un tale compito. Cosa provoca lo scorrere del tempo, cosa lo fa muovere verso il futuro? Qualunque cosa sia, deve trattarsi di qualcosa oltre il nostro tempo, più profondo e più potente, deve dipendere, come sostenne Conly (1975) "''da forze elementari continuamente attive''". William Spanos (1987) fece notare che alcune parole latine usate per cultura non solo significano anche agricoltura o addomesticamento, ma sono traduzioni di termini greci riferiti all'immagine spaziale del tempo. Fondamentalmente "''catturiamo il tempo''", per usare il lessico di Alfred Korzybski (1948); la specie, grazie a questa caratteristica, crea una classe simbolica di vita, un mondo artificiale. La cattura del tempo si rivela come un "''enorme aumento del controllo sulla natura''". Il tempo diventa reale perché ha delle conseguenze, e questo effetto non è mai stato così angosciosamente manifesto. Si dice che nel suo profilo più scarno la vita sia un viaggio attraverso il tempo; che sia un viaggio attraverso l'alienazione è uno dei più pubblici dei segreti. "''L'ora non batte per l'uomo felice''", recita un proverbio tedesco. Lo scorrere del tempo, una volta insignificante, è ora il battito inevitabile, limitante e coercitivo che rispecchia l'autorità cieca. Guyau (1890) affermò che lo scorrere del tempo costituisce "''la distinzione fra ciò che si desidera e ciò che si ha''" e pertanto "''il principio del rimpianto''". Carpe diem, consiglia la massima, ma la civiltà ci obbliga sempre ad ipotecare il presente per il futuro. Il tempo tende ad essere sempre più regolare e universale. In base ad esso il mondo tecnologico del capitale registra i suoi progressi e non potrebbe esistere in sua assenza. Secondo Bertrand Russel (1929) "''L'importanza del tempo si trova più in relazione al nostri desideri che in relazione alla verità ''". II desiderio è palpabile quanto lo è diventato il tempo stesso e la sua negazione non può essere misurata in modo più preciso che mediante il vasto costrutto che chiamiamo tempo. Il tempo, al pari della tecnologia, non è mai neutrale; come giustamente valutò Castoriadis (1991) è "''sempre dotato di significato''". Tutte le considerazioni sulla tecnologia espresse da opinionisti come Ellul si applicano infatti anche al tempo e in maniera ancora più profonda. Entrambi i presupposti si propagano, sono onnipresenti, basilari e in generale dati per scontati quanto la stessa alienazione. Il tempo, al pari della tecnologia, non è solo un fattore determinante, ma anche l'elemento dissimulatore in cui si sviluppa la società divisa. Esso richiede che i suoi soggetti siano scrupolosi, "realistici", seri e soprattutto dediti al lavoro. È autonomo nel suo aspetto generale, come la tecnologia va avanti in perpetuo per moto proprio. Come la divisione del lavoro, che sta a monte e mette in moto tempo e tecnologia, questo dopo tutto è un fenomeno appreso a livello sociale. Gli esseri umani e il resto del mondo sono sincronizzati al tempo e alla sua incarnazione tecnica, piuttosto che il contrario. L'aspetto sostanziale di questa dimensione - come dell'alienazione di per sé - è la sensazione di essere uno spettatore indifeso. Ogni ribelle quindi insorge anche contro il tempo e la sua inesorabilità. La liberazione deve comportare, in un senso estremamente fondamentale, la liberazione dal tempo. | ||
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[[Categoria:Anarchismo verde]] | [[Categoria:Anarchismo verde]] | ||
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