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Nel [[1886]] arriva a Bologna per questioni principalmente lavorative e vi si ferma tre anni. Nel [[1889]] è segnalata la sua presenza a Genova, dove viene schedato come agitatore instancabile e organizzatore di [[sciopero|scioperi]] e manifestazioni. Arrestato con l'accusa di aver gestito il giornale ''Primo Maggio'', viene obbligato a rientrare a Lugo. In seguito ritorna a Genova, ma viene quasi immediatamente espulso preventivamente a causa dell'arrivo del re nella città ligure. Continuamente perseguitato dalla [[polizia]], rimane orfano di padre, malato di cuore ma aggravatosi probabilmente anche a causa delle preoccupazioni per le vicissitudini giudiziarie del figlio. | Nel [[1886]] arriva a Bologna per questioni principalmente lavorative e vi si ferma tre anni. Nel [[1889]] è segnalata la sua presenza a Genova, dove viene schedato come agitatore instancabile e organizzatore di [[sciopero|scioperi]] e manifestazioni. Arrestato con l'accusa di aver gestito il giornale ''Primo Maggio'', viene obbligato a rientrare a Lugo. In seguito ritorna a Genova, ma viene quasi immediatamente espulso preventivamente a causa dell'arrivo del re nella città ligure. Continuamente perseguitato dalla [[polizia]], rimane orfano di padre, malato di cuore ma aggravatosi probabilmente anche a causa delle preoccupazioni per le vicissitudini giudiziarie del figlio. | ||
Assolto al processo di Bologna per i reati di stampa, si trasferisce in [[Francia]], a Marsiglia. Qui entra in contatto con gli anarchici francesi, ma ben presto per colpa della sua [[salute]] cagionevole fa rientro nuovamente a Genova, dove è ancora una volta arrestato il [[30 aprile]] [[1892]]. Trascorsi 20 giorni in [[carcere]], Paolo Lega viene allontanato dalla città , senza che però ciò gli impedisca di farvi rientro nel mese di ottobre. | Assolto al processo di Bologna per i reati di stampa, si trasferisce in [[Francia]], a Marsiglia. Qui entra in contatto con gli anarchici francesi, ma ben presto per colpa della sua [[salute]] cagionevole fa rientro nuovamente a Genova, dove è ancora una volta arrestato il [[30 aprile]] [[1892]]. Trascorsi 20 giorni in [[carcere]], Paolo Lega viene allontanato dalla città, senza che però ciò gli impedisca di farvi rientro nel mese di ottobre. | ||
L'anarchico romagnolo partecipa alle attività del gruppo di Genova e La Spezia assumendo la gestione di alcuni numeri unici di giornali anarchici. Soprannominato ''Marat'', dopo sei mesi passati tra Bologna e Marsiglia, frequentando gli ambienti antiorganizzatori prossimi a [[Paolo Schicchi]], il [[16 giugno]] [[1893]] è sorpreso ancora una volta a Genova ed è deportato al suo paese natale. La stessa scena si ripete il [[19 agosto]] [[1893]] e il [[7 marzo]] [[1894]], ma questa volta durante la perquisizione gli trovano un coltello di genere proibito che gli costa una condanna a 60 giorni di [[carcere]]. | L'anarchico romagnolo partecipa alle attività del gruppo di Genova e La Spezia assumendo la gestione di alcuni numeri unici di giornali anarchici. Soprannominato ''Marat'', dopo sei mesi passati tra Bologna e Marsiglia, frequentando gli ambienti antiorganizzatori prossimi a [[Paolo Schicchi]], il [[16 giugno]] [[1893]] è sorpreso ancora una volta a Genova ed è deportato al suo paese natale. La stessa scena si ripete il [[19 agosto]] [[1893]] e il [[7 marzo]] [[1894]], ma questa volta durante la perquisizione gli trovano un coltello di genere proibito che gli costa una condanna a 60 giorni di [[carcere]]. |