Paul Feyerabend: differenze tra le versioni

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Le sue critiche alle teorie popperiane sono alquanto "feroci", in particolare si scaglia contro la [[teoria della falsificazione]] (secondo Popper basta una sola prova per dimostrare l'errore di una determinata teoria scientifica), promuovendo al contrario il [[principio della tenacia]] (già  presente in [[Thomas Kuhn]], ma solo nei cosidetti periodi di "scienza normale") e della [[principio della proliferazione|proliferazione]] (per Feyerabend non solo non basta una prova per falsificare una teoria, ma è bene andare avanti con una determinata teoria, anche se alcune prove ne negano la validità . Egli è convinto che solo il confronto tra diverse teorie può far progredire la conoscenza <ref name="Nietzsche"> Le asserzioni di Feyerabend hanno una notevole affinità  con alcune considerazioni esposte da [[Friedrich Nietzsche]]:
Le sue critiche alle teorie popperiane sono alquanto "feroci", in particolare si scaglia contro la [[teoria della falsificazione]] (secondo Popper basta una sola prova per dimostrare l'errore di una determinata teoria scientifica), promuovendo al contrario il [[principio della tenacia]] (già  presente in [[Thomas Kuhn]], ma solo nei cosidetti periodi di "scienza normale") e della [[principio della proliferazione|proliferazione]] (per Feyerabend non solo non basta una prova per falsificare una teoria, ma è bene andare avanti con una determinata teoria, anche se alcune prove ne negano la validità . Egli è convinto che solo il confronto tra diverse teorie può far progredire la conoscenza <ref name="Nietzsche"> Le asserzioni di Feyerabend hanno una notevole affinità  con alcune considerazioni esposte da [[Friedrich Nietzsche]]:
:«Non esiste un metodo scientifico che sia il solo ad aprire le vie della conoscenza. Dobbiamo procedere per tentativi con le cose, ora con malvagità , ora con bontà  verso di esse, ed avere per loro successivamente equanimità , passione e freddezza. C'è chi parla con le cose come un poliziotto, chi come un confessore, chi come un viandante e un curioso. Ora con simpatia, ora con violenza si caverà  qualcosa da esse; c'è chi è portato avanti e fino alla cognizione esatta dalla riverenza per i loro segreti, chi, per altro verso, dall'indiscrezione e dalla furfanteria nello sciogliere questi segreti. Come tutti i conquistatori, gli scopritori, i navigatori, gli avventurieri, noi indagatori abbiamo una moralità  temeraria e dobbiamo permettere che in complesso ci prendano per malvagi».  </ref>...)
:«Non esiste un metodo scientifico che sia il solo ad aprire le vie della conoscenza. Dobbiamo procedere per tentativi con le cose, ora con malvagità, ora con bontà  verso di esse, ed avere per loro successivamente equanimità, passione e freddezza. C'è chi parla con le cose come un poliziotto, chi come un confessore, chi come un viandante e un curioso. Ora con simpatia, ora con violenza si caverà  qualcosa da esse; c'è chi è portato avanti e fino alla cognizione esatta dalla riverenza per i loro segreti, chi, per altro verso, dall'indiscrezione e dalla furfanteria nello sciogliere questi segreti. Come tutti i conquistatori, gli scopritori, i navigatori, gli avventurieri, noi indagatori abbiamo una moralità  temeraria e dobbiamo permettere che in complesso ci prendano per malvagi».  </ref>...)
   
   
Il suo pensiero relativistico lo porta a sviluppare la teoria della «varianza del significato», ossia ad affermare che le asserzioni osservative sono dipendenti da quelle teoriche (distinzione invece importantissima per il [[neopositivismo]]). In pratica quindi non esistono dati “oggettivi e neutrali”, poiché essi sono dipendenti dalla teoria entro il quale sono stati inquadrati. Tutto ciò non permette di ritenere valide le metodologie standard attraverso le quali definire la qualità  di una teoria rispetto ad un'altra.
Il suo pensiero relativistico lo porta a sviluppare la teoria della «varianza del significato», ossia ad affermare che le asserzioni osservative sono dipendenti da quelle teoriche (distinzione invece importantissima per il [[neopositivismo]]). In pratica quindi non esistono dati “oggettivi e neutrali”, poiché essi sono dipendenti dalla teoria entro il quale sono stati inquadrati. Tutto ciò non permette di ritenere valide le metodologie standard attraverso le quali definire la qualità  di una teoria rispetto ad un'altra.
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'''In questo senso anche l'anarchico non può essere dogmatico e con delle certezze assolute. Per lui l'anarchico è''':
'''In questo senso anche l'anarchico non può essere dogmatico e con delle certezze assolute. Per lui l'anarchico è''':


: «Un anarchico è come un agente segreto che giochi la partita della Ragione allo scopo di minare l'[[autorità ]] della Ragione (della Verità , dell'Onestà , della Giustizia ecc.). [...] L'anarchismo epistemologico differisce sia dallo scetticismo sia dall'anarchismo politico (religioso). Mentre lo scettico considera ogni opinione ugualmente buona, o ugualmente cattiva, o desiste completamente dal dare tali giudizi, l'anarchico epistemologico non ha alcuno scrupolo a difendere anche l'asserzione più trita o più mostruosa. Mentre l'anarchico politico o religioso vuole abolire una certa forma di vita, l'anarchico epistemologico può desiderare di difenderla, poichè egli non ha alcun sentimento eterno di fedeltà , o di avversione, nei confronti di alcuna istituzione o ideologia. Come il [[dadaismo|dadaista]], al quale assomiglia assai di più che non somigli all'anarchico politico, egli "''non soltanto non ha un programma, ma è contro tutti i programmi''", anche se in qualche occasione sarà  il più rumoroso fra i difensori dello ''status quo'' o fra i suoi oppositori: "'''per essere veri dadaisti, si dev'essere antidadaisti'''»".[...] ([[Paul Feyerabend]], ''[[Contro il metodo]]'', Milano, Feltrinelli, 1979, pp. 21-29, 155, 246)
: «Un anarchico è come un agente segreto che giochi la partita della Ragione allo scopo di minare l'[[autorità ]] della Ragione (della Verità, dell'Onestà, della Giustizia ecc.). [...] L'anarchismo epistemologico differisce sia dallo scetticismo sia dall'anarchismo politico (religioso). Mentre lo scettico considera ogni opinione ugualmente buona, o ugualmente cattiva, o desiste completamente dal dare tali giudizi, l'anarchico epistemologico non ha alcuno scrupolo a difendere anche l'asserzione più trita o più mostruosa. Mentre l'anarchico politico o religioso vuole abolire una certa forma di vita, l'anarchico epistemologico può desiderare di difenderla, poichè egli non ha alcun sentimento eterno di fedeltà, o di avversione, nei confronti di alcuna istituzione o ideologia. Come il [[dadaismo|dadaista]], al quale assomiglia assai di più che non somigli all'anarchico politico, egli "''non soltanto non ha un programma, ma è contro tutti i programmi''", anche se in qualche occasione sarà  il più rumoroso fra i difensori dello ''status quo'' o fra i suoi oppositori: "'''per essere veri dadaisti, si dev'essere antidadaisti'''»".[...] ([[Paul Feyerabend]], ''[[Contro il metodo]]'', Milano, Feltrinelli, 1979, pp. 21-29, 155, 246)
==Note==
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