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Nei mesi successivi la polemica tra i due, che comunque rimasero sempre amici e compagni, si allargò alla questione della strategia rivoluzionaria e alle problematiche della costruzione di una società libertaria. Alla fine [[Malatesta]] chiese a Merlino se si riteneva ancora anarchico e questi gli rispose che preferiva per sé la qualifica di “socialista libertario". | Nei mesi successivi la polemica tra i due, che comunque rimasero sempre amici e compagni, si allargò alla questione della strategia rivoluzionaria e alle problematiche della costruzione di una società libertaria. Alla fine [[Malatesta]] chiese a Merlino se si riteneva ancora anarchico e questi gli rispose che preferiva per sé la qualifica di “socialista libertario". | ||
Merlino quindi auspicava uno [[Stato]] e un governo ridotto all'essenziale (radicalmente democratizzato e decentralizzato), la salvaguardia del mercato come mezzo per garantire una certa giustizia sociale e | Merlino quindi auspicava uno [[Stato]] e un governo ridotto all'essenziale (radicalmente democratizzato e decentralizzato), la salvaguardia del mercato come mezzo per garantire una certa giustizia sociale e il mantenimento di forme di iniziativa privata (singoli [[Individuo|individui]] o di cooperative) accompagnate dalla più ampia [[libertà ]] politica e individuale (singola e associazionistica). | ||
Successivamente questo pensiero si consolidò anche grazie a [[Camillo Berneri]], il quale polemizzò duramente con le concezioni [[anarco-individualismo|ultra-individualistiche]] e antiorganizzatrici che avevano spaccato il movimento anarchico impedendone il radicamento sociale. Ugualmente Berneri criticava le teorie economiche rigidamente [[comunismo|comuniste]] e [[collettivismo|collettiviste]] optando per una posizione di eclettismo e di distinzione tra dimensione economica e dimensione politica: la dimensione politica si basa comunque su un giudizio di valore, la dimensione economica su un giudizio di fatto. Tale approccio porta [[Camillo Berneri|Berneri]] a scrivere «'''''Sul terreno economico gli anarchici sono possibilisti (...) sul terreno politico (...) sono intransigenti al 100%'''''». | Successivamente questo pensiero si consolidò anche grazie a [[Camillo Berneri]], il quale polemizzò duramente con le concezioni [[anarco-individualismo|ultra-individualistiche]] e antiorganizzatrici che avevano spaccato il movimento anarchico impedendone il radicamento sociale. Ugualmente Berneri criticava le teorie economiche rigidamente [[comunismo|comuniste]] e [[collettivismo|collettiviste]] optando per una posizione di eclettismo e di distinzione tra dimensione economica e dimensione politica: la dimensione politica si basa comunque su un giudizio di valore, la dimensione economica su un giudizio di fatto. Tale approccio porta [[Camillo Berneri|Berneri]] a scrivere «'''''Sul terreno economico gli anarchici sono possibilisti (...) sul terreno politico (...) sono intransigenti al 100%'''''». |