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Nel [[1921]] Aguggini entra a far parte di un gruppo di [[antifascismo|antifascisti]] che intendono proteggere e difendere il [[stampa libertaria|quotidiano anarchico]] «[[Umanità Nova]]» dagli attacchi degli [[fascismo|squadristi fascisti]] e della [[polizia]]. In seguito all'incarcerazione senza prove e relativo processo di molti militanti [[anarco-sindacalismo|anarco-sindacalisti]] e anarchici (ottobre [[1920]]), tra cui alcuni di «[[Umanità Nova]]» ([[Malatesta]], [[Armando Borghi|Borghi]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]]), si levano alte in [[Italia]] le proteste contro l'ingiusta detenzione di [[Malatesta]] e compagni. I redattori del [[Umanità Nova|quotidiano anarchico]]», per smuovere le acque, a metà marzo del [[1921]] decidono di iniziare uno [[sciopero della fame]]. | Nel [[1921]] Aguggini entra a far parte di un gruppo di [[antifascismo|antifascisti]] che intendono proteggere e difendere il [[stampa libertaria|quotidiano anarchico]] «[[Umanità Nova]]» dagli attacchi degli [[fascismo|squadristi fascisti]] e della [[polizia]]. In seguito all'incarcerazione senza prove e relativo processo di molti militanti [[anarco-sindacalismo|anarco-sindacalisti]] e anarchici (ottobre [[1920]]), tra cui alcuni di «[[Umanità Nova]]» ([[Malatesta]], [[Armando Borghi|Borghi]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]]), si levano alte in [[Italia]] le proteste contro l'ingiusta detenzione di [[Malatesta]] e compagni. I redattori del [[Umanità Nova|quotidiano anarchico]]», per smuovere le acque, a metà marzo del [[1921]] decidono di iniziare uno [[sciopero della fame]]. | ||
Vista la drammatica situazione che si stava delineando (Malatesta era quasi settantenne e versava in non buone condizioni di [[salute]]), Ettore Aguggini ed i suoi compagni | Vista la drammatica situazione che si stava delineando (Malatesta era quasi settantenne e versava in non buone condizioni di [[salute]]), Ettore Aguggini ed i suoi compagni milanesi - tra cui [[Giuseppe Mariani]], [[Giuseppe Boldrini]] ed [[Antonio Pietropaolo]] - decidono di mettere in atto una terna di attentati (alla centrale elettrica di via Gladio, alla sede del giornale socialista «l'Avanti» e all'albergo Diana, in via Mascagni, nei pressi dell'omonimo Teatro.) per attirare l'attenzione dell'opinione pubblica sull'assurda detenzione degli anarchici. <ref>[http://simonettiwalter.blogspot.it/2010/06/gli-individualisti-che-salvarono.html Gli individualisti che salvarono Malatesta da Anarcotico.net]</ref> | ||
L'attentato principale, nonché quello più difficile da attuare, era quello contro il [[Teatro Diana|questore Giovanni Gasti]], che si pensava risiedesse in un appartamento dell'albergo Diana (separato dall'omonimo teatro da una semplice parete). Questa specifica [[azione diretta|azione]], programmata per il [[21 marzo]] [[1921]] (cinque giorni dopo l'inizio dello sciopero della fame dei tre redattori), era stato progettato da Ettore Agggini, [[Giuseppe Mariani]] e [[Giuseppe Boldrini]] (con la collaborazione di [[Elena Melli]]). Come detto, l'intenzione era quella di colpire l'albergo, ma per casualità , nonché per l'approssimazione con cui il tutto era stato progettato, l'esplosione provoca la [[Teatro Diana|deflagrazione del Teatro]], provocando 21 morti e 80 feriti. Immediatamente i fascisti, per rappresaglia, danno l'assalto alla sede del giornale socialista «L'Avanti» e a quella di «[[Umanità Nova]]». | L'attentato principale, nonché quello più difficile da attuare, era quello contro il [[Teatro Diana|questore Giovanni Gasti]], che si pensava risiedesse in un appartamento dell'albergo Diana (separato dall'omonimo teatro da una semplice parete). Questa specifica [[azione diretta|azione]], programmata per il [[21 marzo]] [[1921]] (cinque giorni dopo l'inizio dello sciopero della fame dei tre redattori), era stato progettato da Ettore Agggini, [[Giuseppe Mariani]] e [[Giuseppe Boldrini]] (con la collaborazione di [[Elena Melli]]). Come detto, l'intenzione era quella di colpire l'albergo, ma per casualità , nonché per l'approssimazione con cui il tutto era stato progettato, l'esplosione provoca la [[Teatro Diana|deflagrazione del Teatro]], provocando 21 morti e 80 feriti. Immediatamente i fascisti, per rappresaglia, danno l'assalto alla sede del giornale socialista «L'Avanti» e a quella di «[[Umanità Nova]]». |