Antonio D’Alba: differenze tra le versioni

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=== Il processo e la condanna ===
=== Il processo e la condanna ===


In attesa del processo, Antonio D'Alba tenta il suicidio, ma senza riuscire a portarlo a termine. L'[[8 ottobre]] [[1912]], davanti ai giudici della corte d'assise di Roma, proclama la sua fede nell'[[anarchismo]], dichiarando sprezzantemente di aver agito da solo. La sua difesa viene assunta dall'avvocato socialista [[Enrico Ferri]], che fonderà  il processo sull'incapacità  di intendere e  
In attesa del processo, Antonio D'Alba tenta il suicidio, ma senza riuscire a portarlo a termine. L'[[8 ottobre]] [[1912]], davanti ai giudici della corte d'assise di Roma, proclama la sua fede nell'[[anarchismo]], dichiarando sprezzantemente di aver agito da solo. La sua difesa viene assunta dall'avvocato socialista [[Enrico Ferri]], che fonderà  il processo sull'incapacità  di intendere e  
volere del D'Alba. Per Ferri l'accusato non è «né delinquente nato né delinquente passionale, né delinquente politico», ma soltanto un «cervello instabile e semioscuro», uno dei «miseri abbandonati dalla famiglia nel fango della strada».
volere del D'Alba. Per Ferri l'accusato non è «né delinquente nato né delinquente passionale, né delinquente politico», ma soltanto un «cervello instabile e semioscuro», uno dei «miseri abbandonati dalla famiglia nel fango della strada».


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