Carlo Cafiero: differenze tra le versioni

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Presiede poi anche il congresso della federazione socialista dell'alta Italia (Chiasso, [[5 dicembre|5]]-[[6 dicembre]] [[1880]]), dove reitera la sua opposizione alle elezioni e al sistema parlamentare. Il congresso, al solo scopo di promuovere agitazione sociale, stabilisce ugualmente di partecipare alle manifestazioni di Roma in favore del suffragio universale. Cafiero e [[Amilcare Cipriani|Cipriani]] sono delegati da alcuni gruppi a parteciparvi, ma a causa del rinvio della manifestazione dal [[27 gennaio]] al [[10 febbraio]] sono costretti a rinunciarvi.
Presiede poi anche il congresso della federazione socialista dell'alta Italia (Chiasso, [[5 dicembre|5]]-[[6 dicembre]] [[1880]]), dove reitera la sua opposizione alle elezioni e al sistema parlamentare. Il congresso, al solo scopo di promuovere agitazione sociale, stabilisce ugualmente di partecipare alle manifestazioni di Roma in favore del suffragio universale. Cafiero e [[Amilcare Cipriani|Cipriani]] sono delegati da alcuni gruppi a parteciparvi, ma a causa del rinvio della manifestazione dal [[27 gennaio]] al [[10 febbraio]] sono costretti a rinunciarvi.


A Lugano incontra [[Anna Kuluscioff]] e di lei si avvale per un progetto sulla ristampa dei ''Saggi'' di [[Carlo Pisacane]], che erano stati ritrovati in una biblioteca di un liceo del luogo. L'operazione però non andrà  mai in porto. Traduce e legge ''De l'autre vivre'' di [[Alexandre Herzen]] e si scaglia contro l'idea, ventilata da molti anarchici italiani, sull'abbandono dell'[[insurrezionalismo]] e l'inserimento nella vita parlamentare ed elettorale del paese. Il più clamoroso voltafaccia all'[[anarchismo]] è quello di [[Andrea Costa]], contro cui Cafiero scrive una lettera, indirizzata agli internazionalisti [[Vittorino Valbonesi]] e [[Ruggero Moravalli]], che sarà  pubblicata su «Il Grido del popolo», [[stampa anarchica|giornale]] diretto da [[Francesco Saverio Merlino]].
A Lugano incontra [[Anna Kuluscioff]] e di lei si avvale per un progetto sulla ristampa dei ''Saggi'' di [[Carlo Pisacane]], che erano stati ritrovati in una biblioteca di un liceo del luogo. L'operazione però non andrà  mai in porto. Traduce e legge ''De l'autre vivre'' di [[Alexandre Herzen]] e si scaglia contro l'idea, ventilata da molti anarchici italiani, sull'abbandono dell'[[insurrezionalismo]] e l'inserimento nella vita parlamentare ed elettorale del paese. Il più clamoroso voltafaccia all'[[anarchismo]] è quello di [[Andrea Costa]], contro cui Cafiero scrive una lettera, indirizzata agli internazionalisti [[Vittorino Valbonesi]] e [[Ruggero Moravalli]], che sarà  pubblicata su «Il Grido del popolo», [[stampa anarchica|giornale]] diretto da [[Francesco Saverio Merlino]].


Cafiero, [[Malatesta]] e [[Francesco Saverio Merlino|Merlino]] sono gli esponenti di maggior spicco dell'ala rivoluzionaria del movimento e si preparano a portare avanti la loro linea anche al congresso internazionale di Londra, a cui Cafiero non parteciperà  e scriverà  solo la circolare di convocazione. Insieme a [[Malatesta]] e a [[Vito Solieri]], internazionalista in esilio a Londra, Cafiero firma anche la nascita del periodico «L'Insurrezione», che però non sarà  mai pubblicato. Si dichiara a favore dell'«insurrezionismo» <ref>Termine utilizzato in quell'epoca per definire l'[[insurrezionalismo]].</ref>, purchè [[spontaneismo|spontaneo]], non organizzato strutturalmente, come poi spiega in una lettera indirizzata a «Il grido del popolo».  
Cafiero, [[Malatesta]] e [[Francesco Saverio Merlino|Merlino]] sono gli esponenti di maggior spicco dell'ala rivoluzionaria del movimento e si preparano a portare avanti la loro linea anche al congresso internazionale di Londra, a cui Cafiero non parteciperà  e scriverà  solo la circolare di convocazione. Insieme a [[Malatesta]] e a [[Vito Solieri]], internazionalista in esilio a Londra, Cafiero firma anche la nascita del periodico «L'Insurrezione», che però non sarà  mai pubblicato. Si dichiara a favore dell'«insurrezionismo» <ref>Termine utilizzato in quell'epoca per definire l'[[insurrezionalismo]].</ref>, purchè [[spontaneismo|spontaneo]], non organizzato strutturalmente, come poi spiega in una lettera indirizzata a «Il grido del popolo».  
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