Difesa di Parma del 1922: differenze tra le versioni

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*'''Aimi Alcide''' (Polesine Parmense, Parma, [[1896]] - Como [[1960]]). Dopo esser stato in seminario ed aver militato nella guardia regia e partecipato alla prima guerra mondiale costituisce il Fascio a [[Busseto]] nel [[1921]]e si può identificare  come capo degli squadristi della Bassa Parmense. È in collegamento con [[Roberto Farinacci]], il ras di Cremona, non per niente il primo a dirigere gli attacchi a Parma sarà lo stesso Farinacci sostituito poi per inefficienza militare. Il culmine dei suoi attacchi fascisti si trova con la distruzione della Cooperativa di Fontanelle nell'agosto del [[1922]]. Nel prosieguo il suo [[fascismo]], dell'Aimi, di stampo intransigente lo porta all'emarginazione nel movimento fascista  parmense stesso, quando è, nel seguito, da limitare uso di manganello ed olio di ricino, mescolato spesso a bitume. Diviene comunque membro del primo Consiglio direttivo della Confederazione Nazionale dei [[Sindacati Fascisti]], commissario straordinario dei sindacati fascisti di Firenze e segretario generale di Massa e Carrara; nel [[1929]] il [[PNF]] lo trasferisce a Mantova dove continua ad occuparsi di [[sindacalismo]].
*'''Aimi Alcide''' (Polesine Parmense, Parma, [[1896]] - Como [[1960]]). Dopo esser stato in seminario ed aver militato nella guardia regia e partecipato alla prima guerra mondiale costituisce il Fascio a [[Busseto]] nel [[1921]]e si può identificare  come capo degli squadristi della Bassa Parmense. È in collegamento con [[Roberto Farinacci]], il ras di Cremona, non per niente il primo a dirigere gli attacchi a Parma sarà lo stesso Farinacci sostituito poi per inefficienza militare. Il culmine dei suoi attacchi fascisti si trova con la distruzione della Cooperativa di Fontanelle nell'agosto del [[1922]]. Nel prosieguo il suo [[fascismo]], dell'Aimi, di stampo intransigente lo porta all'emarginazione nel movimento fascista  parmense stesso, quando è, nel seguito, da limitare uso di manganello ed olio di ricino, mescolato spesso a bitume. Diviene comunque membro del primo Consiglio direttivo della Confederazione Nazionale dei [[Sindacati Fascisti]], commissario straordinario dei sindacati fascisti di Firenze e segretario generale di Massa e Carrara; nel [[1929]] il [[PNF]] lo trasferisce a Mantova dove continua ad occuparsi di [[sindacalismo]].


*'''[[Italo Balbo ]]''', politico, militare e aviatore italiano, ministro dell'aeronautica e governatore della Libia.
*'''[[Italo Balbo]]''', politico, militare e aviatore italiano, ministro dell'aeronautica e governatore della Libia.
*'''Giovanni Botti''', segretario del PNF parmense  nel periodo considerato.
*'''Giovanni Botti''', segretario del PNF parmense  nel periodo considerato.
*'''[[Roberto Farinacci]]''' divenne segretario del Partito Nazionale Fascista.
*'''[[Roberto Farinacci]]''' divenne segretario del Partito Nazionale Fascista.
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=== Fronte unito [[Arditi del Popolo]], Legione Proletaria e [[Filippo Corridoni]] ===
=== Fronte unito [[Arditi del Popolo]], Legione Proletaria e [[Filippo Corridoni]] ===
[[Image:Antonio_Cieri_.jpg |thumb|[[Antonio Cieri]]]]
[[Image:Antonio_Cieri_.jpg |thumb|[[Antonio Cieri]]]]
*'''[[Guido Picelli ]] '''comandante in capo  direttorio del '''Fronte Unito [[Arditi del Popolo]]'''
*'''[[Guido Picelli]] '''comandante in capo  direttorio del '''Fronte Unito [[Arditi del Popolo]]'''
*'''[[Antonio Cieri ]] '''guidò l'epica sortita dal Naviglio ([[Pino Cacucci]] "Oltretorrente")
*'''[[Antonio Cieri]] '''guidò l'epica sortita dal Naviglio ([[Pino Cacucci]] "Oltretorrente")
* '''[[Alceste De Ambris]]''' uomo simbolo per la Lega Proletaria [[Filippo Corridoni]] nello specifico della Difesa di Parma la Legione Proletaria [[Filippo Corridoni]]  era comandata da [[Vittorio Picelli]], fratello di Guido, e sindacalista rivoluzionario.  
* '''[[Alceste De Ambris]]''' uomo simbolo per la Lega Proletaria [[Filippo Corridoni]] nello specifico della Difesa di Parma la Legione Proletaria [[Filippo Corridoni]]  era comandata da [[Vittorio Picelli]], fratello di Guido, e sindacalista rivoluzionario.  


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*'''[[Ulisse Corazza]]''', «metto il mio moschetto a vostra disposizione comandante Picelli»([[Pino Cacucci]], ''Oltretorrente'') consigliere comunale del PPI, fu uno dei 5 caduti degli [[Arditi del Popolo]], cadde difendendo valorosamente una barricata.
*'''[[Ulisse Corazza]]''', «metto il mio moschetto a vostra disposizione comandante Picelli»([[Pino Cacucci]], ''Oltretorrente'') consigliere comunale del PPI, fu uno dei 5 caduti degli [[Arditi del Popolo]], cadde difendendo valorosamente una barricata.
*'''[[Giacomo Ferrari]]''', sindaco di Parma, parlamentare e ministro del Partito Comunista Italiano
*'''[[Giacomo Ferrari]]''', sindaco di Parma, parlamentare e ministro del Partito Comunista Italiano
*'''[[Dante Gorreri ]]''', ardito del popolo ed in seguito partigiano
*'''[[Dante Gorreri]]''', ardito del popolo ed in seguito partigiano
*'''[[Enrico Griffith]]''', [http://www.romacivica.net/ANPIROMA/antifascismo/biografie%20antifascisti96.html ANPI] [http://www.criticaeconflitto.org/artpdf/storia_movimentooperaio_parma/griffit1.pdf storia movimento operaio di Parma]
*'''[[Enrico Griffith]]''', [http://www.romacivica.net/ANPIROMA/antifascismo/biografie%20antifascisti96.html ANPI] [http://www.criticaeconflitto.org/artpdf/storia_movimentooperaio_parma/griffit1.pdf storia movimento operaio di Parma]
*'''[[Giuseppe Isola]]''', antifascista e dirigente dei socialisti internazionalisti "terzini" di Parma (Parma, 1881- 1957)
*'''[[Giuseppe Isola]]''', antifascista e dirigente dei socialisti internazionalisti "terzini" di Parma (Parma, 1881- 1957)
*'''[[Aroldo Lavagetto]]''' (Parma, [[1896]] - [[1981]]), reduce dalla guerra del 1915-18. Fu fra i rappresentanti di spicco dell'[[antifascismo]] liberale e repubblicano, redattore capo presso il giornale "il Piccolo Esponente" di Parma che fu fondato da Tullio Masotti. La sede del [[Il Piccolo]] fu devastata dagli squadristi durante l'attacco a Parma anche se i giornalisti tentarono una difesa armata e fu spostata quindi la stessa redazione presso la tipografia della Camera del Lavoro di borgo delle Grazie, in Oltretorrente, zona non conquistata dai fascisti e roccaforte del Fronte Unito [[Arditi del Popolo]]. A [[fascismo]] affermato, Lavagetto dovette fuggire a Milano riuscendo a trovar lavoro al «Corriere della Sera», in seguito si spostò ancora all'ufficio stampa delle Terme di Salsomaggiore ed infine nel [[1935]] trovò sistemazione in una societaà petrolifera appartenente a Nando Peretti. Dopo l'[[8 settembre]] del [[1943]] si stabilì a Roma e nel 1965 tornò a Parma.  
*'''[[Aroldo Lavagetto]]''' (Parma, [[1896]] - [[1981]]), reduce dalla guerra del 1915-18. Fu fra i rappresentanti di spicco dell'[[antifascismo]] liberale e repubblicano, redattore capo presso il giornale "il Piccolo Esponente" di Parma che fu fondato da Tullio Masotti. La sede del [[Il Piccolo]] fu devastata dagli squadristi durante l'attacco a Parma anche se i giornalisti tentarono una difesa armata e fu spostata quindi la stessa redazione presso la tipografia della Camera del Lavoro di borgo delle Grazie, in Oltretorrente, zona non conquistata dai fascisti e roccaforte del Fronte Unito [[Arditi del Popolo]]. A [[fascismo]] affermato, Lavagetto dovette fuggire a Milano riuscendo a trovar lavoro al «Corriere della Sera», in seguito si spostò ancora all'ufficio stampa delle Terme di Salsomaggiore ed infine nel [[1935]] trovò sistemazione in una societaà petrolifera appartenente a Nando Peretti. Dopo l'[[8 settembre]] del [[1943]] si stabilì a Roma e nel 1965 tornò a Parma.  
*'''[[Tullio Masotti]]''' (Falerone, Ascoli Piceno, [[1886]] - Milano, [[1949]]), si stabilì a Parma nel 1907 come collaboratore di [[Alceste De Ambris]], al momento dei fatti di Parma del 1922 era direttore de "Il Piccolo". A Parma, in breve divenne  segretario della Federazione giovanile e vicesegretario della Camera del Lavoro [[sindacalista rivoluzionaria]], dopo il 20 giugno [[1908]], data del grande sciopero agrario, si scatenò la represione della polizia e dovette rifigiarsi prima a [[Nizza]] poi a [[Lugano]]: la Corte d'Assise di Lucca pronunciò sentenza assolutiva per i sindacalisti rivoluzionari promotori dello sciopero, accusati di insurrezione armata contro il potere dello stato e Masotti rientrò a Parma nel maggio [[1909]], immediatamente si mise a ricostruire le fila del sindacalismo rivoluzionrio, indisse azioni contro la Guerra di Libia e iniziative di appoggio al proletariato in lotta in altre parti d'Italia. Tutto ciò aumentò sensibilmente il peso della Camera del Lavoro sindacalista rivoluzionaria di Parma sulla cui scia e, dietro iniziativa di Masotti, nacque l'Unione Sindacale Italiana di Modena nel [[1912]], ne divenne segretario fino alla crisi dovuta la problema dell'interventismo. Masotti, volontario, combatté col grado di ufficiale nella prima guerra mondiale Volontario e combattente con il grado di ufficiale partecipò alla Grande guerra. Dopo la guerra nuovamente a Parma si mise a dirigere un nuovo quotidiano: "Il Piccolo" di indirizzo democratico combattentistico, attirato dal primo fascismo come frange dei sindacalisti, ne divenne oppositore quando il fascismo, immediatamente dopo, rivelò la sua indole antiproletaria: gli squadristi, durante i fatti di Parma devastarono sia la casa di Masotti che la sede del "Piccolo". Molti anni dopo, nel 1940 Masotti si avvicinò alla formazione antifascista di [[Giustizia e Libertà ]] diventando redattore di "Italia Libera". Dopo lo scioglimento di [[Giustizia e Libertà ]] aderì al Partito Socialista dei Lavoratori Italiani,  nel  quale si occupò di "Battaglie sindacali", organo di stampa del partito.
*'''[[Tullio Masotti]]''' (Falerone, Ascoli Piceno, [[1886]] - Milano, [[1949]]), si stabilì a Parma nel 1907 come collaboratore di [[Alceste De Ambris]], al momento dei fatti di Parma del 1922 era direttore de "Il Piccolo". A Parma, in breve divenne  segretario della Federazione giovanile e vicesegretario della Camera del Lavoro [[sindacalista rivoluzionaria]], dopo il 20 giugno [[1908]], data del grande sciopero agrario, si scatenò la represione della polizia e dovette rifigiarsi prima a [[Nizza]] poi a [[Lugano]]: la Corte d'Assise di Lucca pronunciò sentenza assolutiva per i sindacalisti rivoluzionari promotori dello sciopero, accusati di insurrezione armata contro il potere dello stato e Masotti rientrò a Parma nel maggio [[1909]], immediatamente si mise a ricostruire le fila del sindacalismo rivoluzionrio, indisse azioni contro la Guerra di Libia e iniziative di appoggio al proletariato in lotta in altre parti d'Italia. Tutto ciò aumentò sensibilmente il peso della Camera del Lavoro sindacalista rivoluzionaria di Parma sulla cui scia e, dietro iniziativa di Masotti, nacque l'Unione Sindacale Italiana di Modena nel [[1912]], ne divenne segretario fino alla crisi dovuta la problema dell'interventismo. Masotti, volontario, combatté col grado di ufficiale nella prima guerra mondiale Volontario e combattente con il grado di ufficiale partecipò alla Grande guerra. Dopo la guerra nuovamente a Parma si mise a dirigere un nuovo quotidiano: "Il Piccolo" di indirizzo democratico combattentistico, attirato dal primo fascismo come frange dei sindacalisti, ne divenne oppositore quando il fascismo, immediatamente dopo, rivelò la sua indole antiproletaria: gli squadristi, durante i fatti di Parma devastarono sia la casa di Masotti che la sede del "Piccolo". Molti anni dopo, nel 1940 Masotti si avvicinò alla formazione antifascista di [[Giustizia e Libertà]] diventando redattore di "Italia Libera". Dopo lo scioglimento di [[Giustizia e Libertà]] aderì al Partito Socialista dei Lavoratori Italiani,  nel  quale si occupò di "Battaglie sindacali", organo di stampa del partito.
*'''[[Gaetano Perillo ]]''', [[comunismo|comunista]], capo degli [[Arditi del Popolo]] di [[Genova]], partigiano, storico, Genova gli ha destinato un fondo per lo studio del movimento operaio genovese; alcuni storiografi che si sono occupati del riordino della vicenda  degli [[Arditi del Popolo]] lo danno presente anche a Parma in quel periodo.  
*'''[[Gaetano Perillo]]''', [[comunismo|comunista]], capo degli [[Arditi del Popolo]] di [[Genova]], partigiano, storico, Genova gli ha destinato un fondo per lo studio del movimento operaio genovese; alcuni storiografi che si sono occupati del riordino della vicenda  degli [[Arditi del Popolo]] lo danno presente anche a Parma in quel periodo.  
*'''[[Vittorio Picelli]]''' (Parma, [[1893]] - Roma, [[1979]]), fattorino postale, promosse l'organizzazione sindacale della categoria sino a divenire dirigente sindacalista rivoluzionario. Fu fondatore, con altri, del Fascio anticlericale “[[Francisco Ferrer y Guardia|Francesco Ferrer]]” nel [[1909]] ed a causa di questa attività venne trasferito a Brescia, dove continuò la sua opera. Nell'agosto del [[1914]] a [[Parma]] si impegnò nella campagna interventista con molti dirigenti sindacalisti rivoluzionari, sul fronte francese fu decorato con medaglia di Bronzo. Assunse, dopo la prima guerra mondiale, incarichi direttivi alla Camera del Lavoro di [[Parma]] e nell'Unione Italiana del Lavoro, fu fra i difensori di Parma assieme al fratello [[Guido Picelli]], a fascismo affermato partecipò all'associazione antifascista “Italia Libera” andando, poi, esule in [[Francia]] nel [[1924]], dove a Parigi fu attivista nel gruppo sindacalista “[[Filippo Corridoni]]” con [[Giuseppe Donati]] ed altri fuoriusciti curò la pubblicazione del “Corriere degli Italiani”, situazione in cui fu anche coinvolto [[Vittorio Ambrosini]] e [[Giuseppe Mingrino]] con le loro attivita' di rottura all'interno del fronte antifascista. Fu fra gli aderenti alla Lega Italiana dei Diritti e della Concentrazione antifascista, si avvicinò a [[Giustizia e Liberta']] nel [[1934]], a causa della miseria,  nella primavera del 1935 si spostò in Belgio, e chiese, tramite lettera a [[Benito Mussolini]] l'arruolamento Africa Orientale, rientrando dall'Etiopia alla fine del [[1936]]. Con la famiglia si stabilì a Roma con incarichi nei sindacati fascisti, scrisse il libro "Il fante nella guerra nell'Africa Orientale"
*'''[[Vittorio Picelli]]''' (Parma, [[1893]] - Roma, [[1979]]), fattorino postale, promosse l'organizzazione sindacale della categoria sino a divenire dirigente sindacalista rivoluzionario. Fu fondatore, con altri, del Fascio anticlericale “[[Francisco Ferrer y Guardia|Francesco Ferrer]]” nel [[1909]] ed a causa di questa attività venne trasferito a Brescia, dove continuò la sua opera. Nell'agosto del [[1914]] a [[Parma]] si impegnò nella campagna interventista con molti dirigenti sindacalisti rivoluzionari, sul fronte francese fu decorato con medaglia di Bronzo. Assunse, dopo la prima guerra mondiale, incarichi direttivi alla Camera del Lavoro di [[Parma]] e nell'Unione Italiana del Lavoro, fu fra i difensori di Parma assieme al fratello [[Guido Picelli]], a fascismo affermato partecipò all'associazione antifascista “Italia Libera” andando, poi, esule in [[Francia]] nel [[1924]], dove a Parigi fu attivista nel gruppo sindacalista “[[Filippo Corridoni]]” con [[Giuseppe Donati]] ed altri fuoriusciti curò la pubblicazione del “Corriere degli Italiani”, situazione in cui fu anche coinvolto [[Vittorio Ambrosini]] e [[Giuseppe Mingrino]] con le loro attivita' di rottura all'interno del fronte antifascista. Fu fra gli aderenti alla Lega Italiana dei Diritti e della Concentrazione antifascista, si avvicinò a [[Giustizia e Liberta']] nel [[1934]], a causa della miseria,  nella primavera del 1935 si spostò in Belgio, e chiese, tramite lettera a [[Benito Mussolini]] l'arruolamento Africa Orientale, rientrando dall'Etiopia alla fine del [[1936]]. Con la famiglia si stabilì a Roma con incarichi nei sindacati fascisti, scrisse il libro "Il fante nella guerra nell'Africa Orientale"


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