Corporativismo fascista: differenze tra le versioni

Jump to navigation Jump to search
m
Sostituzione testo - "’" con "'"
m (Sostituzione testo - " . " con ". ")
m (Sostituzione testo - "’" con "'")
Riga 1: Riga 1:
Il '''Corporativismo [[Fascismo|fascista]]''' è una teoria economica espressa nella Carta del Lavoro ([[1927]]) che si poneva come ipotetica alternativa tra il [[capitalismo]] liberale e il [[comunismo]]. Lo [[Stato]] fascista aveva la funzione di regolare l'economia del paese e di anteporre all'interesse individuale quello nazionale. In realtà  il corporativismo è stato l’emblema della reazionarietà  fascista, consistente nel vano tentativo di pacificare l'eterno conflitto capitale-lavoro.
Il '''Corporativismo [[Fascismo|fascista]]''' è una teoria economica espressa nella Carta del Lavoro ([[1927]]) che si poneva come ipotetica alternativa tra il [[capitalismo]] liberale e il [[comunismo]]. Lo [[Stato]] fascista aveva la funzione di regolare l'economia del paese e di anteporre all'interesse individuale quello nazionale. In realtà  il corporativismo è stato l'emblema della reazionarietà  fascista, consistente nel vano tentativo di pacificare l'eterno conflitto capitale-lavoro.


== La Carta del Lavoro ==
== La Carta del Lavoro ==
Riga 6: Riga 6:


*I primi 10 (I-X) erano intitolati ''Dello '''[[Stato]] corporativistico e della sua organizzazione'''''. Nell'VIII si definiscono le corporazioni :  
*I primi 10 (I-X) erano intitolati ''Dello '''[[Stato]] corporativistico e della sua organizzazione'''''. Nell'VIII si definiscono le corporazioni :  
: «Le corporazioni costituiscono l’organizzazione unitaria delle forze della produzione e ne rappresentano integralmente gli interessi. In virtù di questa integrale rappresentanza essendo gli interessi della produzione interessi nazionali, le corporazioni sono dalla legge riconosciute.»
: «Le corporazioni costituiscono l'organizzazione unitaria delle forze della produzione e ne rappresentano integralmente gli interessi. In virtù di questa integrale rappresentanza essendo gli interessi della produzione interessi nazionali, le corporazioni sono dalla legge riconosciute.»
*I successivi 10 (XI-XXI)  trattavano '''''Del contratto collettivo di lavoro e delle garanzie del lavoro'''''.
*I successivi 10 (XI-XXI)  trattavano '''''Del contratto collettivo di lavoro e delle garanzie del lavoro'''''.
*Gli assiomi che andavano dal XXII al XXV riguardavano gli uffici di collocamento, che sancivano la «preferenza a coloro che appartengono al PNF e ai sindacati fascisti»
*Gli assiomi che andavano dal XXII al XXV riguardavano gli uffici di collocamento, che sancivano la «preferenza a coloro che appartengono al PNF e ai sindacati fascisti»
*Gli ultimi assiomi (XXVI-XXX) stabilivano '''''Della previdenza, dell’assistenza, dell’educazione e dell’istruzione'''''.
*Gli ultimi assiomi (XXVI-XXX) stabilivano '''''Della previdenza, dell'assistenza, dell'educazione e dell'istruzione'''''.


== La reazionarietà  del corporativismo ==
== La reazionarietà  del corporativismo ==
Riga 15: Riga 15:
: «Lo [[Stato]] fascista o è corporativista o non è fascista!» ([[Benito Mussolini]], [[1 ottobre|1° Ottobre]] [[1930]])  
: «Lo [[Stato]] fascista o è corporativista o non è fascista!» ([[Benito Mussolini]], [[1 ottobre|1° Ottobre]] [[1930]])  


La '''''Carta del Lavoro''''' aveva attribuito la rappresentanza degli interessi nazionali alle corporazioni, organi di collegamento fra le associazioni dei datori di lavoro e le associazioni dei lavoratori, affidando dunque agli imprenditori e ai lavoratori uniti il compito di disciplinare l’attività  delle imprese e i loro rapporti stessi. Quindi i datori di lavoro e gli operai dovevano (teoricamente) entrambi anteporre gli interessi nazionali a quelli individuali.
La '''''Carta del Lavoro''''' aveva attribuito la rappresentanza degli interessi nazionali alle corporazioni, organi di collegamento fra le associazioni dei datori di lavoro e le associazioni dei lavoratori, affidando dunque agli imprenditori e ai lavoratori uniti il compito di disciplinare l'attività  delle imprese e i loro rapporti stessi. Quindi i datori di lavoro e gli operai dovevano (teoricamente) entrambi anteporre gli interessi nazionali a quelli individuali.


La sostanza reazionaria e borghese della '''''Carta''''' si può cogliere in maniera chiara e inequivocabile nell’assioma VII, dove viene detto che lo [[Stato]] corporativo considera l’iniziativa privata nel campo della produzione come lo strumento più efficace e più utile nell’interesse della nazione. È evidente quindi che gli interessi dello [[Stato]] e degli imprenditori coincidevano perfettamente. In quest’assioma si parla certamente di «collaborazione delle forze produttive» e di «reciprocità  dei diritti e dei doveri», in realtà  la '''''Carta''''' mantiene le strutture [[gerarchia|gerarchiche]] e [[autorità |autoritarie]] della società , ovvero mantiene la divisione della stessa in classi, nonostante queste fossero state formalmente abolite.
La sostanza reazionaria e borghese della '''''Carta''''' si può cogliere in maniera chiara e inequivocabile nell'assioma VII, dove viene detto che lo [[Stato]] corporativo considera l'iniziativa privata nel campo della produzione come lo strumento più efficace e più utile nell'interesse della nazione. È evidente quindi che gli interessi dello [[Stato]] e degli imprenditori coincidevano perfettamente. In quest'assioma si parla certamente di «collaborazione delle forze produttive» e di «reciprocità  dei diritti e dei doveri», in realtà  la '''''Carta''''' mantiene le strutture [[gerarchia|gerarchiche]] e [[autorità |autoritarie]] della società , ovvero mantiene la divisione della stessa in classi, nonostante queste fossero state formalmente abolite.


È sicuramente vero che gli imprenditori dovettero fare alcune concessioni al proletariato, ma ciò fu una necessità  perché permise loro di spegnere ogni [[rivoluzione sociale|velleità  rivoluzionaria]] a carattere sociale, relegandoli quindi nel loro eterno ruolo di dominati sottomessi ai dominatori.
È sicuramente vero che gli imprenditori dovettero fare alcune concessioni al proletariato, ma ciò fu una necessità  perché permise loro di spegnere ogni [[rivoluzione sociale|velleità  rivoluzionaria]] a carattere sociale, relegandoli quindi nel loro eterno ruolo di dominati sottomessi ai dominatori.
Riga 28: Riga 28:


«Stato Operaio», la rivista del partito comunista in esilio scrisse:  
«Stato Operaio», la rivista del partito comunista in esilio scrisse:  
: «Chi ha direzione e responsabilità  della produzione ha anche nelle sue mani lo [[Stato]]. L’erigere quindi lo Stato ad arbitro dei conflitti tra lavoratori e datori di lavoro significa risolvere dalla borghesia, su un piano diverso, ma sempre unilaterale, le questioni in cui vi è contrasto di interesse tra le parti».
: «Chi ha direzione e responsabilità  della produzione ha anche nelle sue mani lo [[Stato]]. L'erigere quindi lo Stato ad arbitro dei conflitti tra lavoratori e datori di lavoro significa risolvere dalla borghesia, su un piano diverso, ma sempre unilaterale, le questioni in cui vi è contrasto di interesse tra le parti».


Tra gli anarchici [[Camillo Berneri]] espose la sua radicale critica al corporativismo e a tutte le forme di “statolatria”.  
Tra gli anarchici [[Camillo Berneri]] espose la sua radicale critica al corporativismo e a tutte le forme di “statolatria”.  
: «Che certi socialisti, certi repubblicani, certi comunisti siano radicalmente avversi alla «riforma corporativa», quasi quanto noi lo siamo, è credibile, anzi certo […] pochissimi sono coloro, fuori dal campo nostro, che di quella riforma rigettano non solo il carattere contingente ma anche le premesse teoriche e le storiche conseguenze». <ref name="corporativismo"> Pubblicato su «[[L’Adunata dei Refrattari]]» (New York) del [[16 febbraio]] [[1934]], sotto il titolo '''''La vergognosa di Pisa''''' </ref>
: «Che certi socialisti, certi repubblicani, certi comunisti siano radicalmente avversi alla «riforma corporativa», quasi quanto noi lo siamo, è credibile, anzi certo […] pochissimi sono coloro, fuori dal campo nostro, che di quella riforma rigettano non solo il carattere contingente ma anche le premesse teoriche e le storiche conseguenze». <ref name="corporativismo"> Pubblicato su «[[L'Adunata dei Refrattari]]» (New York) del [[16 febbraio]] [[1934]], sotto il titolo '''''La vergognosa di Pisa''''' </ref>


Per Berneri quindi i [[comunismo|comunisti]] e i socialisti erano «dei feticisti dello [[Stato]] e del [[socialismo di Stato]]» e quindi dietro le loro parole si nascondeva una certa demagogia che li portava ad essere avversi al corporativismo fascista, ma non alla progettazione di quello che riteneva fosse un'altra tipologia di corporativismo, certamente diverso da quello [[Fascismo|fascista]], tuttavia «affine nelle sue forme totalitarie, accentratrici e burocratiche».
Per Berneri quindi i [[comunismo|comunisti]] e i socialisti erano «dei feticisti dello [[Stato]] e del [[socialismo di Stato]]» e quindi dietro le loro parole si nascondeva una certa demagogia che li portava ad essere avversi al corporativismo fascista, ma non alla progettazione di quello che riteneva fosse un'altra tipologia di corporativismo, certamente diverso da quello [[Fascismo|fascista]], tuttavia «affine nelle sue forme totalitarie, accentratrici e burocratiche».
64 364

contributi

I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi. Utilizzando i nostri servizi, accetti il nostro utilizzo dei cookie.

Menu di navigazione