Sulla teologia della fotografia di strada (di Pino Bertelli): differenze tra le versioni

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=== Del documento fotografico ===
=== Del documento fotografico ===
Il documento fotografico è qualcosa di diverso dalla fotografia documentaria e dalla fotografia di strada… sono moti i libri, manuali, guide alla critica fotografica che dedicano interi capitoli al documento fotografico o alla fotografia documentaria e sovente li confondono. Il documento fotografico riguarda l’insieme delle fotografie che nel tempo si trascolorano
Il documento fotografico è qualcosa di diverso dalla fotografia documentaria e dalla fotografia di strada… sono moti i libri, manuali, guide alla critica fotografica che dedicano interi capitoli al documento fotografico o alla fotografia documentaria e sovente li confondono. Il documento fotografico riguarda l’insieme delle fotografie che nel tempo si trascolorano
in storia delle immagini… è uno strumento informativo e non necessariamente l’intervento dell’autore è cosciente. Il documento fotografico indica un momento, un accadere, una situazione indicativa… comunica un messaggio, è l’attimo fermato in un’immagine al quale il tempo conferirà  un’aurea storica. Il documento fotografico registra un avvenimento e questa “causalità  iconografica” si traduce in “documento”, quando contiene significati subito riconoscibili e portata sociale d’interesse comune.
in storia delle immagini… è uno strumento informativo e non necessariamente l’intervento dell’autore è cosciente. Il documento fotografico indica un momento, un accadere, una situazione indicativa… comunica un messaggio, è l’attimo fermato in un’immagine al quale il tempo conferirà  un’aurea storica. Il documento fotografico registra un avvenimento e questa “causalità  iconografica” si traduce in “documento”, quando contiene significati subito riconoscibili e portata sociale d’interesse comune.


In questo senso, (al di là  del valore estetico), un matrimonio, un funerale, una fototessera, una foto segnaletica della polizia, la lapidazione di una puttana araba, un paio di torri di cemento che crollano incendiate da atti di terrorismo, la diva del cinema senza mutande, il presentatore televisivo che si confessa gay davanti alle telecamere, operai uccisi dal cancro nelle fabbriche dell’Occidente, minatori morti nelle miniere della Russia o della Cina, bambini morti per fame nei Sud della terra, soldati morti nelle guerre del petrolio, delle fedi
In questo senso, (al di là  del valore estetico), un matrimonio, un funerale, una fototessera, una foto segnaletica della polizia, la lapidazione di una puttana araba, un paio di torri di cemento che crollano incendiate da atti di terrorismo, la diva del cinema senza mutande, il presentatore televisivo che si confessa gay davanti alle telecamere, operai uccisi dal cancro nelle fabbriche dell’Occidente, minatori morti nelle miniere della Russia o della Cina, bambini morti per fame nei Sud della terra, soldati morti nelle guerre del petrolio, delle fedi
(ebree, cristiane, musulmane) o del mercato globale… in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo (digitale o analogico fa lo stesso) queste immagini sono raccolte, si rovesciano in documento. Non importa che siano a fuoco, mosse o appena leggibili. L’importante è che il “segno” del momento sia fissato su un supporto e non soltanto nelle parole dei giornalisti, dei preti, degli storici o dei politici. '''Come sappiamo, col senno di sempre, i detentori dell’informazione, delle dottrine, dei saperi e dei governi hanno riempito le fosse comuni dell’umanità  disprezzata'''.
(ebree, cristiane, musulmane) o del mercato globale… in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo (digitale o analogico fa lo stesso) queste immagini sono raccolte, si rovesciano in documento. Non importa che siano a fuoco, mosse o appena leggibili. L’importante è che il “segno” del momento sia fissato su un supporto e non soltanto nelle parole dei giornalisti, dei preti, degli storici o dei politici. '''Come sappiamo, col senno di sempre, i detentori dell’informazione, delle dottrine, dei saperi e dei governi hanno riempito le fosse comuni dell’umanità  disprezzata'''.


I galleristi, gli operatori culturali, i critici prezzolati… riciclano tutto, dall’icona
I galleristi, gli operatori culturali, i critici prezzolati… riciclano tutto, dall’icona
di “Che” Guevara ai bambini che tiravano i sassi in Palestina (prima che il massiccio intervento dei dollari americani mettesse il bavaglio alla terra dei senza terra e infilasse nei fucili la stoppa del futuro benessere). La fotografia non vende ma serve per riciclare altre cose, fare mercimoni, scrivere e parlare di nuove scemenze che fanno tendenza. La fotografia è una guida turistica alla quale mancano (o sono state strappate) le immagini essenziali della sua storia: quelle del disvelamento di un’esistenza planetaria vessata, umiliata e offesa. Se c’è un angolo culturale che fa pensare all’industria zuccheriera o al tanfo delle fogne, è proprio il mondo dorato della fotografia: poco succo, molta merda.
di “Che” Guevara ai bambini che tiravano i sassi in Palestina (prima che il massiccio intervento dei dollari americani mettesse il bavaglio alla terra dei senza terra e infilasse nei fucili la stoppa del futuro benessere). La fotografia non vende ma serve per riciclare altre cose, fare mercimoni, scrivere e parlare di nuove scemenze che fanno tendenza. La fotografia è una guida turistica alla quale mancano (o sono state strappate) le immagini essenziali della sua storia: quelle del disvelamento di un’esistenza planetaria vessata, umiliata e offesa. Se c’è un angolo culturale che fa pensare all’industria zuccheriera o al tanfo delle fogne, è proprio il mondo dorato della fotografia: poco succo, molta merda.


Quando l’etica dei fotografi, come quella degli operai, non si preoccupava molto dei comandamenti mercantili e i bambini crescevano nelle strade, in prossimità  delle bettole, con i piedi scalzi nel sole… gli uomini con la “scatola delle illusioni” inventarono la disinvoltura, l’amore e la libertà . Sfuggivano ad ogni patria e alla cittadinanza del nome… trovavano sempre non-luoghi della fantasia dove ritornare a giocare alla propria infanzia. La più grande catastrofe di tutti i tempi fu la fuga del mio canino Titti. Un bastardo che quando morì mia nonna, scappò di casa e volò (forse) nei colori irrecuperabili di quel cielo africano bagnato dallo scirocco. Così presi a leggere. Di tutto, all’infuori dei libri di scuola. Ho compreso poi che «l’istruzione obbligatoria è il miglior metodo di abbrutimento delle folle per mantenerle nell’ignoranza» ([[Louis Scutenaire]]).  
Quando l’etica dei fotografi, come quella degli operai, non si preoccupava molto dei comandamenti mercantili e i bambini crescevano nelle strade, in prossimità  delle bettole, con i piedi scalzi nel sole… gli uomini con la “scatola delle illusioni” inventarono la disinvoltura, l’amore e la libertà . Sfuggivano ad ogni patria e alla cittadinanza del nome… trovavano sempre non-luoghi della fantasia dove ritornare a giocare alla propria infanzia. La più grande catastrofe di tutti i tempi fu la fuga del mio canino Titti. Un bastardo che quando morì mia nonna, scappò di casa e volò (forse) nei colori irrecuperabili di quel cielo africano bagnato dallo scirocco. Così presi a leggere. Di tutto, all’infuori dei libri di scuola. Ho compreso poi che «l’istruzione obbligatoria è il miglior metodo di abbrutimento delle folle per mantenerle nell’ignoranza» ([[Louis Scutenaire]]).  


Però mi piacevano le fotografie dell’album di famiglia. Mio padre in guerra, la seconda, quella mondiale, in Africa. Le donne nude, i seni alti, i sorrisi incerti, gli occhi malinconici dei servi… e i coltelli puliti dei guerrieri… non avevano mai tagliato una gola dell’oppressore. Erano solo oggetti per la fotografia. E mio padre. In posa con la divisa da marinaio libertino. Bello e anarchico. Se ne fregava della guerra, del duce e del re. Amava la vita e dietro una di quelle immagini di cartone ingiallito, di lui sorridente e con i baffi lucidi, c’è scritto: «A Lina, ti amo e vorrei mangiarti un po’, senza distruggerti». Era mia madre. Mio padre non aveva mai avuto bisogno di patria, perché mi diceva, il posto dove stai bene e c’è il tuo amore è la tua terra. Ogni bandiera piantata su un palazzo, come ogni croce fissata su una chiesa, rende l’aria irrespirabile e anche il profumo dei tigli muore. Le fotografie di mio padre sono il primo documento fotografico nel quale mi sono imbattuto. Lì dentro ho compreso il valore di un’immagine come memoria o accusa di una storia universale dell’infamia.
Però mi piacevano le fotografie dell’album di famiglia. Mio padre in guerra, la seconda, quella mondiale, in Africa. Le donne nude, i seni alti, i sorrisi incerti, gli occhi malinconici dei servi… e i coltelli puliti dei guerrieri… non avevano mai tagliato una gola dell’oppressore. Erano solo oggetti per la fotografia. E mio padre. In posa con la divisa da marinaio libertino. Bello e anarchico. Se ne fregava della guerra, del duce e del re. Amava la vita e dietro una di quelle immagini di cartone ingiallito, di lui sorridente e con i baffi lucidi, c’è scritto: «A Lina, ti amo e vorrei mangiarti un po’, senza distruggerti». Era mia madre. Mio padre non aveva mai avuto bisogno di patria, perché mi diceva, il posto dove stai bene e c’è il tuo amore è la tua terra. Ogni bandiera piantata su un palazzo, come ogni croce fissata su una chiesa, rende l’aria irrespirabile e anche il profumo dei tigli muore. Le fotografie di mio padre sono il primo documento fotografico nel quale mi sono imbattuto. Lì dentro ho compreso il valore di un’immagine come memoria o accusa di una storia universale dell’infamia.
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=== Della fotografia documentaria ===
=== Della fotografia documentaria ===


'''Per fotografia documentaria s’intende che la rappresentazione del reale è cercata, scavata, rubata alla realtà  dallo sguardo fantastico o dall’indignazione del fotografo'''. Ora, qualsiasi foto è un “documento” ma la fotografia documentaria fa dell’atto visivo anche, o  spesso, una raffigurazione della verità  non dolcificata, tradita o semplicemente non censurata dalle richieste del mercato. Non importa intervenire su ciò che si fotografa o che la fotografia riproduca l’immagine fedele della realtà , quello che conta è che la fotografia contenga il vero, e niente è più vero del falso. La fotografia documentaria contiene un significato generale che trapassa la fotografia d’attualità  e mostra non solo il dato storico ma anche il coinvolgimento dell’autore.
'''Per fotografia documentaria s’intende che la rappresentazione del reale è cercata, scavata, rubata alla realtà  dallo sguardo fantastico o dall’indignazione del fotografo'''. Ora, qualsiasi foto è un “documento” ma la fotografia documentaria fa dell’atto visivo anche, o  spesso, una raffigurazione della verità  non dolcificata, tradita o semplicemente non censurata dalle richieste del mercato. Non importa intervenire su ciò che si fotografa o che la fotografia riproduca l’immagine fedele della realtà , quello che conta è che la fotografia contenga il vero, e niente è più vero del falso. La fotografia documentaria contiene un significato generale che trapassa la fotografia d’attualità  e mostra non solo il dato storico ma anche il coinvolgimento dell’autore.


La fotografia documentaria contiene lo storico, il poetico, il realistico… ma ne
La fotografia documentaria contiene lo storico, il poetico, il realistico… ma ne
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Il divieto fa emergere la trasgressione ma per la quasi totalità  della fotografia mercantile, l’immagine documentaria resta all’interno di quella proliferazione d’informazioni audiovisuali che investono la quotidianità  e rendono indifferenti a tutto, compreso il patibolo delle lacrime. L’assoluta tolleranza di tutte le opinioni fotografiche ha come fondamento l’intolleranza assoluta di tutte le inciviltà . '''Il diritto di scrivere, fotografare, filmare, pensare, dire di tutto su tutto…non ha niente a che vedere con la libertà  di pensiero…''' semmai ha molto a che fare con la libertà  di uccidere, torturare, opprimere, affamare, sfruttare il povero… e permettere ai mass-media, alle università , alle gallerie d’arte… di sostenere la dis/umanizzazione della comunità  che viene.
Il divieto fa emergere la trasgressione ma per la quasi totalità  della fotografia mercantile, l’immagine documentaria resta all’interno di quella proliferazione d’informazioni audiovisuali che investono la quotidianità  e rendono indifferenti a tutto, compreso il patibolo delle lacrime. L’assoluta tolleranza di tutte le opinioni fotografiche ha come fondamento l’intolleranza assoluta di tutte le inciviltà . '''Il diritto di scrivere, fotografare, filmare, pensare, dire di tutto su tutto…non ha niente a che vedere con la libertà  di pensiero…''' semmai ha molto a che fare con la libertà  di uccidere, torturare, opprimere, affamare, sfruttare il povero… e permettere ai mass-media, alle università , alle gallerie d’arte… di sostenere la dis/umanizzazione della comunità  che viene.


Le immagini più consumate della civiltà  dello spettacolo sono gogne. Ci sono interi popoli che non hanno diritto d’opinione e di vita di fronte alle potenze occidentali eppure sono i più fotografati, filmati, videoripresi… il digitale fa miracoli… il genocidio in diretta è come un medicamento sociale… fa bene a tutti e anche i bambini hanno i giocattoli telematici per dare agli ultimi la sorte che meritano. Nemmeno i “bastoni animati” di Walt Disney hanno fatto tanti
Le immagini più consumate della civiltà  dello spettacolo sono gogne. Ci sono interi popoli che non hanno diritto d’opinione e di vita di fronte alle potenze occidentali eppure sono i più fotografati, filmati, videoripresi… il digitale fa miracoli… il genocidio in diretta è come un medicamento sociale… fa bene a tutti e anche i bambini hanno i giocattoli telematici per dare agli ultimi la sorte che meritano. Nemmeno i “bastoni animati” di Walt Disney hanno fatto tanti
danni nella testa dei bambini d‘ogni tempo, quanto le “scatole desideranti” dei grandi centri commerciali. «Ciò che sacralizza uccide. L’esecrazione nasce dall’adorazione. Sacralizzati, il bambino è un tiranno, la donna un oggetto, la vita un’astrazione disincantata» ([[Raoul Vaneigem]]). E gli uomini tutti, guardano passare sui marciapiedi della storia (come puttane sfiorite), i loro profeti con le mani lorde di sangue. Messia, Papa, Imam, Rabbino, Pope,
danni nella testa dei bambini d‘ogni tempo, quanto le “scatole desideranti” dei grandi centri commerciali. «Ciò che sacralizza uccide. L’esecrazione nasce dall’adorazione. Sacralizzati, il bambino è un tiranno, la donna un oggetto, la vita un’astrazione disincantata» ([[Raoul Vaneigem]]). E gli uomini tutti, guardano passare sui marciapiedi della storia (come puttane sfiorite), i loro profeti con le mani lorde di sangue. Messia, Papa, Imam, Rabbino, Pope,
Guru o Pastore fa lo stesso… è nel dogma, credo o fede che si alzano le croci, le bandiere, i monumenti, le forche, i campi di sterminio, i mattatoi delle guerre… la circoncisione del cervello è la pratica del vivente e l’arte di conciliare la colonizzazione del mondo con il massacro di intere popolazioni e fare finta che questo sia nell’ordine del mercato globale è quantomeno bizzarra. Le polemiche religiose, politiche o culturali che circolano nelle “grandi” fonti d’informazione… sono baruffe di buffoni che continuano a generare mostri.
Guru o Pastore fa lo stesso… è nel dogma, credo o fede che si alzano le croci, le bandiere, i monumenti, le forche, i campi di sterminio, i mattatoi delle guerre… la circoncisione del cervello è la pratica del vivente e l’arte di conciliare la colonizzazione del mondo con il massacro di intere popolazioni e fare finta che questo sia nell’ordine del mercato globale è quantomeno bizzarra. Le polemiche religiose, politiche o culturali che circolano nelle “grandi” fonti d’informazione… sono baruffe di buffoni che continuano a generare mostri.


=== Della fotografia di strada ===
=== Della fotografia di strada ===
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l’istante della cronaca e lo rende espressione della storia. Il fotografo non è
l’istante della cronaca e lo rende espressione della storia. Il fotografo non è
mai innocente o ladro soltanto, è anche testimone di un fatto e la sua capacità 
mai innocente o ladro soltanto, è anche testimone di un fatto e la sua capacità 
o incapacità  fattuale è comunque una traccia mai “oggettiva”, semmai incosciente,
o incapacità  fattuale è comunque una traccia mai “oggettiva”, semmai incosciente,
della cosa fotografata.
della cosa fotografata.


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l’utopia è anche una denuncia dell’ordine esistente e l’eresia più concreta
l’utopia è anche una denuncia dell’ordine esistente e l’eresia più concreta
che sta al fondo dell’utopia è rifiutare la brutalità  dei valori correnti e annunciare
che sta al fondo dell’utopia è rifiutare la brutalità  dei valori correnti e annunciare
le “primavere di bellezza” che saranno e che ancora non sono… il presagio
le “primavere di bellezza” che saranno e che ancora non sono… il presagio
di una comunità  differente e di una differente società  di armonia. La
di una comunità  differente e di una differente società  di armonia. La
teologia della fotografia di strada lavora sull’immaginario liberato. Il passaggio
teologia della fotografia di strada lavora sull’immaginario liberato. Il passaggio
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merce o ideologia, segna l’interrogazione dell’ordine costituito.
merce o ideologia, segna l’interrogazione dell’ordine costituito.


'''La fotografia di strada o quella più genericamente di “impegno sociale”,
'''La fotografia di strada o quella più genericamente di “impegno sociale”,
coglie ciò che emerge dall’apoteosi dell’apparenza'''. In questo senso, tutta la
coglie ciò che emerge dall’apoteosi dell’apparenza'''. In questo senso, tutta la
fotografia non addomesticata è una sorta di denuncia del quotidiano aggredito
fotografia non addomesticata è una sorta di denuncia del quotidiano aggredito
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=== Commiato dal futuro ===
=== Commiato dal futuro ===
Teologia dell’amore ludro o Opera do Malandro. Una storiella ebraica (che mi è stata raccontata da fra’ Marcelo Barros, uno dei maggiori esponenti della Teologia della liberazione e mio compagno di strada): Un giorno un rabbino chiese ai suoi discepoli come si distingue il momento
Teologia dell’amore ludro o Opera do Malandro. Una storiella ebraica (che mi è stata raccontata da fra’ Marcelo Barros, uno dei maggiori esponenti della Teologia della liberazione e mio compagno di strada): Un giorno un rabbino chiese ai suoi discepoli come si distingue il momento
in cui finisce la notte e il giorno comincia. Un discepolo rispose: «Quando da lontano riusciamo a distinguere un cane da una pecora». «No», disse il rabbino. «È quando riusciamo a distinguere tra una palma e un albero di fichi», chiese un altro. “No”, disse ancora il rabbino. “Ma, quando è allora?”, chiesero in coro i discepoli. Il rabbino rispose: «È quando si può guardare il volto di una persona e riconoscere in essa un fratello o una sorella.
in cui finisce la notte e il giorno comincia. Un discepolo rispose: «Quando da lontano riusciamo a distinguere un cane da una pecora». «No», disse il rabbino. «È quando riusciamo a distinguere tra una palma e un albero di fichi», chiese un altro. “No”, disse ancora il rabbino. “Ma, quando è allora?, chiesero in coro i discepoli. Il rabbino rispose: «È quando si può guardare il volto di una persona e riconoscere in essa un fratello o una sorella.
Finché non si riesce a vedere così, è ancora notte nel nostro cuore». Solo nell’amare ed essere amati dunque, possiamo riconoscere in ogni uomo e ogni donna della terra, un fratello o una sorella. Allora e solo allora sarà  giorno nei nostri cuori.
Finché non si riesce a vedere così, è ancora notte nel nostro cuore». Solo nell’amare ed essere amati dunque, possiamo riconoscere in ogni uomo e ogni donna della terra, un fratello o una sorella. Allora e solo allora sarà  giorno nei nostri cuori.


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