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===Generalità sulle teorie economiche=== | ===Generalità sulle teorie economiche=== | ||
Attualmente esistono tre modi per rapportarsi ai problemi economici. Il primo è quello neoclassico, di cui [[Adam Smith]] e [[David Ricardo]] furono i primi esponenti, fondato sul «'''''laissez faire'''''» (“lasciar | Attualmente esistono tre modi per rapportarsi ai problemi economici. Il primo è quello neoclassico, di cui [[Adam Smith]] e [[David Ricardo]] furono i primi esponenti, fondato sul «'''''laissez faire'''''» (“lasciar fare”) e sulla fiducia nella capacità di autoregolazione del mercato. Le leggi del mercato vengono da questi economisti considerate come leggi naturali. Il secondo è quello della scuola keynesiana (da [[John Maynard Keynes]]) che invece ammette l’intervento regolatore dello [[Stato]], soprattutto a livello della domanda, attraverso l’aumento della spesa pubblica. | ||
Queste due teorie sono comunque ugualmente sostenitrici del mercato e del [[capitalismo|sistema capitalista]]. Al contrario l’analisi marxiana individua una serie di contraddizioni insite nel [[capitalismo]] (rapporti di produzione economica, rapporto proletario-capitalista, teoria del plusvalore e della caduta tendenziale del saggio di profitto…) che inevitabilmente porteranno alla crisi e al suo crollo e all’instaurazione di un sistema collettivista sotto la dittatura del proletariato <ref>Vedi [[Karl Marx]] e [[marxismo]]</ref>. | Queste due teorie sono comunque ugualmente sostenitrici del mercato e del [[capitalismo|sistema capitalista]]. Al contrario l’analisi marxiana individua una serie di contraddizioni insite nel [[capitalismo]] (rapporti di produzione economica, rapporto proletario-capitalista, teoria del plusvalore e della caduta tendenziale del saggio di profitto…) che inevitabilmente porteranno alla crisi e al suo crollo e all’instaurazione di un sistema collettivista sotto la dittatura del proletariato <ref>Vedi [[Karl Marx]] e [[marxismo]]</ref>. |