Zo d'Axa: differenze tra le versioni

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Dopo gli studi al ''Collège Chaptal'', Zo d'Axa si arruola nel [[1882]] nei ''Chasseurs d'Afrique'' (''Cacciatori d'Africa''). Diserta molto presto dopo aver sedotto la moglie del suo ufficiale superiore. Rifugiato a Bruxelles, collabora a ''Nouvelles du jour'' poi diventa per un po' segretario del teatro dell'Alcazar e poi al teatro dell'Eden. Dopo aver pubblicato un saggio poetico intitolato ''Au Galop'' (''Al galoppo''), Zo d'Axa si stabilisce a Roma e frequenta Villa Medici, in cui incontra i pittori Vanutelli, Montald e Biséo per i quali posa. Collabora in questo periodo al [[stampa anarchica|giornale]] «L'Italia», in cui ricopre il ruolo di critico d'[[arte]].
Dopo gli studi al ''Collège Chaptal'', Zo d'Axa si arruola nel [[1882]] nei ''Chasseurs d'Afrique'' (''Cacciatori d'Africa''). Diserta molto presto dopo aver sedotto la moglie del suo ufficiale superiore. Rifugiato a Bruxelles, collabora a ''Nouvelles du jour'' poi diventa per un po' segretario del teatro dell'Alcazar e poi al teatro dell'Eden. Dopo aver pubblicato un saggio poetico intitolato ''Au Galop'' (''Al galoppo''), Zo d'Axa si stabilisce a Roma e frequenta Villa Medici, in cui incontra i pittori Vanutelli, Montald e Biséo per i quali posa. Collabora in questo periodo al [[stampa anarchica|giornale]] «L'Italia», in cui ricopre il ruolo di critico d'[[arte]].


L'amnistia del [[1889]] gli permette di rientrare in [[Francia]]. È a questo punto che Zo d'Axa frequenta gli ambienti libertari, anche se il suo [[individualismo]] lo spinge a rifiutare l'etichetta di anarchico. Fonda nel maggio del [[1891]] «[[L'En Dehors]]» («L'Al di fuori»), settimanale il cui titolo riassume da sé il suo pensiero e che pubblicò 91 numeri sino al [[1893]] (il titolo sarà ripreso da [[Émile Armand]] nel [[1922]]). I collaboratori, anarchici o non, sono numerosi: [[Tristan Bernard]], [[Georges Darien]], [[Lucien Descaves]], [[Sébastien Faure]], [[Félix Fénéon]], [[Bernard Lazare]], [[Errico Malatesta]], [[Charles Malato]], [[Louise Michel]] e [[Octave Mirbeau]], per nominarne soltanto alcuni. In un'atmosfera di [[propaganda col fatto]] e di attentati, «L'En Dehors» diventa rapidamente il bersaglio delle [[autorità]] e subisce perquisizioni, persecuzioni e sequestri. Zo d'Axa, Louis Matha e Lecoq sono condannati.
L'amnistia del [[1889]] gli permette di rientrare in [[Francia]]. È a questo punto che Zo d'Axa frequenta gli ambienti libertari, anche se il suo [[individualismo]] lo spinge a rifiutare l'etichetta di anarchico. Fonda nel maggio del [[1891]] «[[L'En Dehors]]» («L'Al di fuori»), settimanale il cui titolo riassume da sé il suo pensiero e che pubblicò 91 numeri sino al [[1893]] (il titolo sarà ripreso da [[Émile Armand]] nel [[1922]]). I collaboratori, anarchici o non, sono numerosi: [[Tristan Bernard]], [[Georges Darien]], [[Lucien Descaves]], [[Sébastien Faure]], [[Félix Fénéon]], [[Bernard Lazare]], [[Errico Malatesta]], [[Charles Malato]], [[Louise Michel]] e [[Octave Mirbeau]], per nominarne soltanto alcuni. In un'atmosfera di [[propaganda col fatto]] e di attentati, «[[L'En Dehors]]» diventa rapidamente il bersaglio delle [[autorità]] e subisce perquisizioni, persecuzioni e sequestri. Zo d'Axa, Louis Matha e Lecoq sono condannati.
[[Image:Zo d'Axa.jpg|thumb|350px|left|Copertina di ''De Mazas à Jérusalem'' ([[1895]]).]]
[[Image:Zo d'Axa.jpg|thumb|350px|left|Copertina di ''De Mazas à Jérusalem'' ([[1895]]).]]
Dopo l'arresto di [[Ravachol]] e dei suoi compagni, Zo d'Axa lancia una sottoscrizione per i figli dei detenuti e distribuisce il denaro alle famiglie, il che porta al suo arresto per «partecipazione ad associazione a delinquere». Imprigionato a Mazs, rifiuta di rispondere agli interrogatori o di firmare qualunque cosa ed è posto in isolamento, senza visite dei suoi vicini o del suo avvocato. Rimesso in [[libertà]] provvisoria dopo un mese, Zo d'Axa dichiara ironicamente all'uscita di [[carcere|prigione]]: «La nostra povera libertà, sempre provvisoria».
Dopo l'arresto di [[Ravachol]] e dei suoi compagni, Zo d'Axa lancia una sottoscrizione per i figli dei detenuti e distribuisce il denaro alle famiglie, il che porta al suo arresto per «partecipazione ad associazione a delinquere». Imprigionato a Mazs, rifiuta di rispondere agli interrogatori o di firmare qualunque cosa ed è posto in isolamento, senza visite dei suoi vicini o del suo avvocato. Rimesso in [[libertà]] provvisoria dopo un mese, Zo d'Axa dichiara ironicamente all'uscita di [[carcere|prigione]]: «La nostra povera libertà, sempre provvisoria».
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