Zo d'Axa: differenze tra le versioni

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'''Zo d'Axa''' è nato in una famiglia borghese il [[24 maggio]] [[1864]] a Parigi. Discendente del navigatore Gallaud de la Pérouse, nipote del fornitore di latte al principe imperiale, è il figlio di un alto funzionario delle ferrovie di Orléans diventato in seguito ingegnere del municipio di Parigi. Sua sorella Marie, passerà molti anni in Tibet in cui viaggerà vestita da uomo in compagnia di uno ''sherpa''. Nel [[1929]] pubblicò una storia del buddismo.
'''Zo d'Axa''' è nato in una famiglia borghese il [[24 maggio]] [[1864]] a Parigi. Discendente del navigatore Gallaud de la Pérouse, nipote del fornitore di latte al principe imperiale, è il figlio di un alto funzionario delle ferrovie di Orléans diventato in seguito ingegnere del municipio di Parigi. Sua sorella Marie, passerà molti anni in Tibet in cui viaggerà vestita da uomo in compagnia di uno ''sherpa''. Nel [[1929]] pubblicò una storia del buddismo.


Dopo gli studi al ''Collège Chaptal'', Zo d'Axa si arruola nel [[1882]] nei ''Chasseurs d'Afrique'' [Cacciatori d'Africa]. Diserta molto presto dopo aver sedotto la moglie del suo ufficiale superiore. Rifugiato a Bruxelles, collabora a ''Nouvelles du jour'' poi diventa per un po' segretario del teatro dell'Alcazar e poi al teatro dell'Eden. Dopo aver pubblicato un saggio poetico intitolato ''Au Galop'' [Al galoppo], Zo d'Axa si stabilisce a Roma e frequenta Villa Medici, in cui incontra i pittori Vanutelli, Montald e Biséo per i quali posa. Collabora in questo periodo al [[stampa anarchica|giornale]] «L'Italia», in cui ricopre il ruolo di critico d'[[arte]].
Dopo gli studi al ''Collège Chaptal'', Zo d'Axa si arruola nel [[1882]] nei ''Chasseurs d'Afrique'' (''Cacciatori d'Africa''). Diserta molto presto dopo aver sedotto la moglie del suo ufficiale superiore. Rifugiato a Bruxelles, collabora a ''Nouvelles du jour'' poi diventa per un po' segretario del teatro dell'Alcazar e poi al teatro dell'Eden. Dopo aver pubblicato un saggio poetico intitolato ''Au Galop'' (''Al galoppo''), Zo d'Axa si stabilisce a Roma e frequenta Villa Medici, in cui incontra i pittori Vanutelli, Montald e Biséo per i quali posa. Collabora in questo periodo al [[stampa anarchica|giornale]] «L'Italia», in cui ricopre il ruolo di critico d'[[arte]].


L'amnistia del [[1889]] gli permette di rientrare in [[Francia]]. È a questo punto che Zo d'Axa frequenta gli ambienti libertari, anche se il suo [[individualismo]] lo spinge a rifiutare l'etichetta di anarchico. Fonda nel maggio del [[1891]] «[[L'En Dehors]]» [l'Al di fuori], settimanale il cui titolo riassume da sé il suo pensiero e che pubblicò 91 numeri sino al [[1893]] (il titolo sarà ripreso da [[Émile Armand]] nel [[1922]]). I collaboratori, anarchici o non, sono numerosi: [[Tristan Bernard]], [[Georges Darien]], [[Lucien Descaves]], [[Sébastien Faure]], [[Félix Fénéon]], [[Bernard Lazare]], [[Errico Malatesta]], [[Charles Malato]], [[Louise Michel]] e [[Octave Mirbeau]], per nominarne soltanto alcuni. In un'atmosfera di [[propaganda col fatto]] e di attentati, «L'En Dehors» diventa rapidamente il bersaglio delle [[autorità]] e subisce perquisizioni, persecuzioni e sequestri. Zo d'Axa, Louis Matha e Lecoq sono condannati.
L'amnistia del [[1889]] gli permette di rientrare in [[Francia]]. È a questo punto che Zo d'Axa frequenta gli ambienti libertari, anche se il suo [[individualismo]] lo spinge a rifiutare l'etichetta di anarchico. Fonda nel maggio del [[1891]] «[[L'En Dehors]]» («L'Al di fuori»), settimanale il cui titolo riassume da sé il suo pensiero e che pubblicò 91 numeri sino al [[1893]] (il titolo sarà ripreso da [[Émile Armand]] nel [[1922]]). I collaboratori, anarchici o non, sono numerosi: [[Tristan Bernard]], [[Georges Darien]], [[Lucien Descaves]], [[Sébastien Faure]], [[Félix Fénéon]], [[Bernard Lazare]], [[Errico Malatesta]], [[Charles Malato]], [[Louise Michel]] e [[Octave Mirbeau]], per nominarne soltanto alcuni. In un'atmosfera di [[propaganda col fatto]] e di attentati, «L'En Dehors» diventa rapidamente il bersaglio delle [[autorità]] e subisce perquisizioni, persecuzioni e sequestri. Zo d'Axa, Louis Matha e Lecoq sono condannati.
[[Image:Zo d'Axa.jpg|thumb|350px|left|Copertina di ''De Mazas à Jérusalem'' ([[1895]]).]]
[[Image:Zo d'Axa.jpg|thumb|350px|left|Copertina di ''De Mazas à Jérusalem'' ([[1895]]).]]
Dopo l'arresto di [[Ravachol]] e dei suoi compagni, Zo d'Axa lancia una sottoscrizione per i figli dei detenuti e distribuisce il denaro alle famiglie, il che porta al suo arresto per «partecipazione ad associazione a delinquere». Imprigionato a Mazs, rifiuta di rispondere agli interrogatori o di firmare qualunque cosa ed è posto in isolamento, senza visite dei suoi vicini o del suo avvocato. Rimesso in [[libertà]] provvisoria dopo un mese, Zo d'Axa dichiara ironicamente all'uscita di [[carcere|prigione]]: «La nostra povera libertà, sempre provvisoria».
Dopo l'arresto di [[Ravachol]] e dei suoi compagni, Zo d'Axa lancia una sottoscrizione per i figli dei detenuti e distribuisce il denaro alle famiglie, il che porta al suo arresto per «partecipazione ad associazione a delinquere». Imprigionato a Mazs, rifiuta di rispondere agli interrogatori o di firmare qualunque cosa ed è posto in isolamento, senza visite dei suoi vicini o del suo avvocato. Rimesso in [[libertà]] provvisoria dopo un mese, Zo d'Axa dichiara ironicamente all'uscita di [[carcere|prigione]]: «La nostra povera libertà, sempre provvisoria».
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