Zemlja i Volja: differenze tra le versioni

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Nel marzo [[1879]], i ''politiki'' diedero vita al ''Comitato esecutivo del Partito socialrivoluzionario'', all'interno del quale fu creata la sezione ''Svoboda ili smert'' (Libertà o morte). Durante il congresso clandestino di Zemlja i Volja (Pietroburgo, [[29 marzo]] [[1879]]) i ''politiki'' posero la questione del regicidio, ottenendo però un netto rifiuto da parte della maggioranza dei militanti. L'attentato ad Alessandro II, che era già stato preparato da [[Aleksandr Konstantinovic Solov'ev]], fu ugualmente messo in atto il [[2 aprile]], ma fallì. I ''politiki'' tennero un congresso separato a Lipetsk, dove adottarono una risoluzione che poneva al centro del programma la lotta politica e l'uso del terrore. Durante il congresso comune di Voronez, tenutosi nel giugno del [[1879]], emersero le solite divergenze che portarono infine, nel congresso di Pietroburgo, alla scissione e alla nascita di due nuovi gruppi: [[Narodnaja Volja]] (nata ufficialmente il [[25 agosto]] [[1879]]), che si concentrò sull'azione terroristica (sfocerà nell'attentato mortale ai danni dello zar Alessadro II nel marzo [[1881]]), e il [[Čërnyj peredel]] («Ripartizione nera» <ref>Чёрный передел, ''Ripartizione nera'': il nome allude all'abolizione del grande latifondo attraverso la ripartizione tra i contadini delle terre fertili o ''terre nere'', in russo ''čërnozem''.</ref> continuando a rifiutare ogni rivendicazione di carattere politico.), che al contrario era fautore di una linea più morbida ed in favore della prosecuzione dell'attività propagandistica nelle campagne.
Nel marzo [[1879]], i ''politiki'' diedero vita al ''Comitato esecutivo del Partito socialrivoluzionario'', all'interno del quale fu creata la sezione ''Svoboda ili smert'' (Libertà o morte). Durante il congresso clandestino di Zemlja i Volja (Pietroburgo, [[29 marzo]] [[1879]]) i ''politiki'' posero la questione del regicidio, ottenendo però un netto rifiuto da parte della maggioranza dei militanti. L'attentato ad Alessandro II, che era già stato preparato da [[Aleksandr Konstantinovic Solov'ev]], fu ugualmente messo in atto il [[2 aprile]], ma fallì. I ''politiki'' tennero un congresso separato a Lipetsk, dove adottarono una risoluzione che poneva al centro del programma la lotta politica e l'uso del terrore. Durante il congresso comune di Voronez, tenutosi nel giugno del [[1879]], emersero le solite divergenze che portarono infine, nel congresso di Pietroburgo, alla scissione e alla nascita di due nuovi gruppi: [[Narodnaja Volja]] (nata ufficialmente il [[25 agosto]] [[1879]]), che si concentrò sull'azione terroristica (sfocerà nell'attentato mortale ai danni dello zar Alessadro II nel marzo [[1881]]), e il [[Čërnyj peredel]] («Ripartizione nera» <ref>Чёрный передел, ''Ripartizione nera'': il nome allude all'abolizione del grande latifondo attraverso la ripartizione tra i contadini delle terre fertili o ''terre nere'', in russo ''čërnozem''.</ref> continuando a rifiutare ogni rivendicazione di carattere politico.), che al contrario era fautore di una linea più morbida ed in favore della prosecuzione dell'attività propagandistica nelle campagne.


[[Narodnaja Volja]] riuscirà a creare un movimento vasto e organizzato, e nonostante tutti i populisti continuassero a ripetere che l'obiettivo era andare verso il popolo, alla fine dell'anno in [[Russia]] rimanevano attive solo due «colonie» di attivisti propagandisti delle campagne - i cosiddetti ''derevenščiki'' - a Tambov e a Novosaratov: a tal proposito [[German Aleksandrovic Lopatin|Lopatin]] scrisse a [[Friedrich Engels]] che «la propaganda socialista tra i contadini è cessata quasi completamente. I rivoluzionari più impegnati si sono orientati spontaneamente verso la lotta politica, anche se non hanno il coraggio morale di ammetterlo apertamente».
[[Narodnaja Volja]] riuscirà a creare un movimento vasto e organizzato, e nonostante tutti i populisti continuassero a ripetere che l'obiettivo era andare verso il popolo, alla fine dell'anno in [[Russia]] rimanevano attive solo due «colonie» di attivisti propagandisti delle campagne - i cosiddetti ''derevenščiki'' - a Tambov e a Novosaratov: a tal proposito [[German Aleksandrovic Lopatin|Lopatin]] scrisse a [[Friedrich Engels]] che «la propaganda [[socialista]] tra i contadini è cessata quasi completamente. I rivoluzionari più impegnati si sono orientati spontaneamente verso la lotta politica, anche se non hanno il coraggio morale di ammetterlo apertamente».


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