Zelmira Peroni: differenze tra le versioni

nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 7: Riga 7:


Da questa data la Peroni resterà sempre accanto al marito, con il quale fonda, il [[16 luglio]] [[1903]] ''[[Il Libertario]]'', uno dei più diffusi [[stampa anarchica|periodici anarchici]] della penisola (e la cooperativa editoriale «La Sociale», che pubblica gli scritti di [[Pietro Gori]]). Contribuisce alla divulgazione sul foglio «dei concetti [[libertari]] che propugna in modo chiaro e diretto». Nel giugno del [[1916]] partecipano a Firenze alla fondazione del «Comitato di Azione Internazionalista Anarchica», che si batte contro la guerra in corso. La Peroni firma numerosi articoli soprattutto a sfondo culturale e pubblica una collana di poesie. Cura con il marito una «Antologia Libertaria» intitolata ''Pagine d'oro''. Lo sostituisce più volte nella direzione e nell'amministrazione del settimanale, sia nei periodi in cui egli è impegnato in giri di conferenze in [[Italia]] e all'estero, che in quelli in cui è recluso. Condividerà con lui le alterne vicende della vita de ''[[Il Libertario]]'', costellata di censure, sequestri, processi e condanne, anche a prezzo della propria [[libertà]]. Infatti, dopo la forzata sospensione delle pubblicazioni de ''[[Il Libertario]]'' nel maggio [[1917]], le autorità prefettizie ritengono che la «presenza nella Piazza Forte della Spezia della Peroni costituisca un pericolo permanente così grave per la resistenza interna e per l'ordine pubblico tale da rendere necessaria una strettissima misura di sorveglianza».  
Da questa data la Peroni resterà sempre accanto al marito, con il quale fonda, il [[16 luglio]] [[1903]] ''[[Il Libertario]]'', uno dei più diffusi [[stampa anarchica|periodici anarchici]] della penisola (e la cooperativa editoriale «La Sociale», che pubblica gli scritti di [[Pietro Gori]]). Contribuisce alla divulgazione sul foglio «dei concetti [[libertari]] che propugna in modo chiaro e diretto». Nel giugno del [[1916]] partecipano a Firenze alla fondazione del «Comitato di Azione Internazionalista Anarchica», che si batte contro la guerra in corso. La Peroni firma numerosi articoli soprattutto a sfondo culturale e pubblica una collana di poesie. Cura con il marito una «Antologia Libertaria» intitolata ''Pagine d'oro''. Lo sostituisce più volte nella direzione e nell'amministrazione del settimanale, sia nei periodi in cui egli è impegnato in giri di conferenze in [[Italia]] e all'estero, che in quelli in cui è recluso. Condividerà con lui le alterne vicende della vita de ''[[Il Libertario]]'', costellata di censure, sequestri, processi e condanne, anche a prezzo della propria [[libertà]]. Infatti, dopo la forzata sospensione delle pubblicazioni de ''[[Il Libertario]]'' nel maggio [[1917]], le autorità prefettizie ritengono che la «presenza nella Piazza Forte della Spezia della Peroni costituisca un pericolo permanente così grave per la resistenza interna e per l'ordine pubblico tale da rendere necessaria una strettissima misura di sorveglianza».  
[[File:Lipari 1927.jpg|thumb|300px|Zelmira e [[Pasquale Binazzi]] (i primi due a sinistra) nel confino di Lipari nel [[1927]].]]
[[File:Lipari 1927.jpg|thumb|300px|Zelmira Peroni e [[Pasquale Binazzi]] (i primi due a sinistra) nel confino di Lipari nel [[1927]].]]
Il [[18 dicembre]] [[1917]] la Peroni viene confinata assieme a [[Pasquale Binazzi|Binazzi]] a Lipari. Ne fa ritorno tredici mesi più tardi riprendendo immediatamente la propria attività editoriale nonostante i gravi problemi alla vista che da qualche tempo la affliggono. In seguito alla distruzione della sede de ''[[Il Libertario]]'' da parte dei [[fascisti]] il [[26 ottobre]] [[1922]] (e conseguente cessazione momentanea delle pubblicazioni), è costretta a stabilirsi con [[Pasquale Binazzi|Binazzi]] nella nativa Caprigliola. All'indomani dell'attentato di [[Anteo Zamboni]] ([[31 ottobre]] [[1926]]), e dopo la chiusura definitiva del giornale a causa delle leggi liberticide [[fasciste]], la Peroni, a causa della sua «opera antinazionale, della sua pericolosità per il regime e per occuparsi di movimenti rivoluzionari», è nuovamente condannata al «confino di polizia per la durata di anni cinque», prima a Tremiti e successivamente a Lipari, dove è raggiunta da [[Pasquale Binazzi|Binazzi]]. Ottiene uno sconto di pena di tre anni e nel novembre [[1928]] può tornare a Caprigliola, dove «ormai stanca e semicieca» si stabilisce definitivamente. Nella primavera del [[1930]] accoglie in casa propria il vecchio [[Luigi Galleani]], prendendosi cura di lui fino al giorno della morte dell'[[anarchico]] piemontese il [[4 novembre]] [[1931]]. «Conducendo vita ritiratissima e data l'età avanzata», il [[5 ottobre]] [[1934]] la Peroni ottiene la radiazione dallo schedario dei sovversivi. Il [[24 dicembre]] [[1936]], minata nel fisico da una malattia ai polmoni, si spegne all'ospedale civile della Spezia. Il suo corpo viene cremato e tumulato nel cimitero cittadino.
Il [[18 dicembre]] [[1917]] la Peroni viene confinata assieme a [[Pasquale Binazzi|Binazzi]] a Lipari. Ne fa ritorno tredici mesi più tardi riprendendo immediatamente la propria attività editoriale nonostante i gravi problemi alla vista che da qualche tempo la affliggono. In seguito alla distruzione della sede de ''[[Il Libertario]]'' da parte dei [[fascisti]] il [[26 ottobre]] [[1922]] (e conseguente cessazione momentanea delle pubblicazioni), è costretta a stabilirsi con [[Pasquale Binazzi|Binazzi]] nella nativa Caprigliola. All'indomani dell'attentato di [[Anteo Zamboni]] ([[31 ottobre]] [[1926]]), e dopo la chiusura definitiva del giornale a causa delle leggi liberticide [[fasciste]], la Peroni, a causa della sua «opera antinazionale, della sua pericolosità per il regime e per occuparsi di movimenti rivoluzionari», è nuovamente condannata al «confino di polizia per la durata di anni cinque», prima a Tremiti e successivamente a Lipari, dove è raggiunta da [[Pasquale Binazzi|Binazzi]]. Ottiene uno sconto di pena di tre anni e nel novembre [[1928]] può tornare a Caprigliola, dove «ormai stanca e semicieca» si stabilisce definitivamente. Nella primavera del [[1930]] accoglie in casa propria il vecchio [[Luigi Galleani]], prendendosi cura di lui fino al giorno della morte dell'[[anarchico]] piemontese il [[4 novembre]] [[1931]]. «Conducendo vita ritiratissima e data l'età avanzata», il [[5 ottobre]] [[1934]] la Peroni ottiene la radiazione dallo schedario dei sovversivi. Il [[24 dicembre]] [[1936]], minata nel fisico da una malattia ai polmoni, si spegne all'ospedale civile della Spezia. Il suo corpo viene cremato e tumulato nel cimitero cittadino.


64 364

contributi