Voltaire: differenze tra le versioni

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Fu esiliato in [[Gran Bretagna]] ([[1726]]-[[1729]]) dove, con la conoscenza di uomini di cultura democratica, scrittori e filosofi come [[Robert Walpole]], [[Jonathan Swift]], [[Alexander Pope]] e [[George Berkeley]], maturò idee illuministe contrarie all'[[assolutismo]] feudale della [[Francia]]. In [[Gran Bretagna]] scrisse [[Lettere sugli inglesi]] (o Lettere filosofiche), per la quale venne di nuovo condannato, essendo stata un'opera di riferimento contro il vecchio regime.
Fu esiliato in [[Gran Bretagna]] ([[1726]]-[[1729]]) dove, con la conoscenza di uomini di cultura democratica, scrittori e filosofi come [[Robert Walpole]], [[Jonathan Swift]], [[Alexander Pope]] e [[George Berkeley]], maturò idee illuministe contrarie all'[[assolutismo]] feudale della [[Francia]]. In [[Gran Bretagna]] scrisse [[Lettere sugli inglesi]] (o Lettere filosofiche), per la quale venne di nuovo condannato, essendo stata un'opera di riferimento contro il vecchio regime.


Ancora esule in Lorena (a causa dell'opera Storia di Carlo XII del [[1731]]), scrisse le tragedie ''Bruto'' e ''La morte di Cesare'', cui seguirono ''Maometto'' e ''Merope'', il trattato ''Gli elementi della filosofia di Newton'' oltre all'opera storiografica Il secolo di Luigi XIV. Grazie al riavvicinamento con la corte, favorito da Madame de Pompadour, nel [[1746]] fu nominato storiografo e membro dell'Académie Française. Dal [[1749]] al [[1752]] soggiornò a [[Berlino]], a Ginevra, e nel [[1755]] a [[Losanna]] presso il castello di [[Ferney]]. È di questo periodo la stesura della tragedia ''Oreste'' ([[1750]]), considerata una delle opere minori del teatro di Voltaire.
Ancora esule in Lorena (a causa dell'opera Storia di Carlo XII del [[1731]]), scrisse le tragedie ''Bruto'' e ''La morte di Cesare'', cui seguirono ''Maometto'' e ''Merope'', il trattato ''Gli elementi della filosofia di Newton'' oltre all'opera storiografica Il secolo di Luigi XIV. Grazie al riavvicinamento con la corte, favorito da Madame de Pompadour, nel [[1746]] fu nominato storiografo e membro dell'Académie Française. Dal [[1749]] al [[1752]] soggiornò a [[Berlino]], a Ginevra, e nel [[1755]] a [[Losanna]] presso il castello di [[Ferney]]. È di questo periodo la stesura della tragedia ''Oreste'' ([[1750]]), considerata una delle opere minori del teatro di Voltaire.


Ormai ricco e famoso, divenne un punto di riferimento per tutta l'Europa illuminista. Entrò in polemica coi cattolici per la parodia di Giovanna d'Arco in ''La pulzella d'Orléans'', ed espresse le sue posizioni in ''Candido ovvero l'ottimismo'' ([[1759]]), in cui polemizzò con l'ottimismo di [[Gottfried Leibniz]]. Il romanzo rimane l'espressione letteraria più riuscita del suo pensiero, contrario ad ogni provvidenzialismo o fatalismo. Da qui iniziò un'accanita polemica contro la superstizione ed il fanatismo a favore di una maggiore tolleranza e [[giustizia sociale|giustizia]].
Ormai ricco e famoso, divenne un punto di riferimento per tutta l'Europa illuminista. Entrò in polemica coi cattolici per la parodia di Giovanna d'Arco in ''La pulzella d'Orléans'', ed espresse le sue posizioni in ''Candido ovvero l'ottimismo'' ([[1759]]), in cui polemizzò con l'ottimismo di [[Gottfried Leibniz]]. Il romanzo rimane l'espressione letteraria più riuscita del suo pensiero, contrario ad ogni provvidenzialismo o fatalismo. Da qui iniziò un'accanita polemica contro la superstizione ed il fanatismo a favore di una maggiore tolleranza e [[giustizia sociale|giustizia]].
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