Voltaire: differenze tra le versioni

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Dunque Dio esiste e sebbene si trovino in questa opinione molte difficoltà , le difficoltà  che si oppongono all'opinione contraria sono ancora maggiori.   
Dunque Dio esiste e sebbene si trovino in questa opinione molte difficoltà , le difficoltà  che si oppongono all'opinione contraria sono ancora maggiori.   
Aveva contribuito a queste sue convinzioni lo studio di Newton, la cui scienza pur rimanendo estranea, in quanto filosofia matematica, alla ricerca delle cause, risulta strettamente connessa alla metafisica teistica, implicando una razionale credenza in un essere supremo.
Aveva contribuito a queste sue convinzioni lo studio di Newton, la cui scienza pur rimanendo estranea, in quanto filosofia matematica, alla ricerca delle cause, risulta strettamente connessa alla metafisica teistica, implicando una razionale credenza in un essere supremo.
Voltaire crede in un Dio che unifica, Dio di tutti gli uomini: universale come la ragione, Dio è di tutti.
Voltaire crede in un Dio che unifica, Dio di tutti gli uomini: universale come la ragione, Dio è di tutti.


Uno dei suoi maggior nemici fu la [[Chiesa cattolica]] (che lui chiama «l'infame»), egli infatti tenta di demolire il cattolicesimo per proclamare la validità  della [[religione]] naturale.  La sua fede nei principi della morale naturale mira ad unire spiritualmente gli uomini al di là  delle differenze di costumi e di usanze. Proclama quindi la tolleranza contro il fanatismo e la superstizione (che stanno alla religione come l'astrologia alla astronomia) nel ''Trattato sulla tolleranza'' ([[1763]]).
Uno dei suoi maggior nemici fu la [[Chiesa cattolica]] (che lui chiama «l'infame»), egli infatti tenta di demolire il cattolicesimo per proclamare la validità  della [[religione]] naturale.  La sua fede nei principi della morale naturale mira ad unire spiritualmente gli uomini al di là  delle differenze di costumi e di usanze. Proclama quindi la tolleranza contro il fanatismo e la superstizione (che stanno alla religione come l'astrologia alla astronomia) nel ''Trattato sulla tolleranza'' ([[1763]]).
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Le concezioni filosofiche di Voltaire sono inscindibili dal suo modo di fare storia.  Infatti egli vuole trattare questa disciplina da filosofo, cioè cogliendo al di là  della congerie dei fatti un ordine progressivo che ne riveli il significato permanente.
Le concezioni filosofiche di Voltaire sono inscindibili dal suo modo di fare storia.  Infatti egli vuole trattare questa disciplina da filosofo, cioè cogliendo al di là  della congerie dei fatti un ordine progressivo che ne riveli il significato permanente.


Dalle sue grandi opere storiche l'''Historie de Charles XII'' ([[1731]]), ''Les siecle de Louis XIV'' ([[1751]]), l'''Essai sur les moeurs et l'esprit des nations'' ([[1754]]-58), nasce una storia "dello spirito umano", ovvero si applica un enorme ampliamento dell'orizzonte storico, una radicale rottura con la visione teologico-provvidenzialistica del cammino umano e con la storiografia annalistica e panegiristica dei regnanti.  Voltaire si interessa ai popoli, ai loro costumi; prima la storia era la storia del mondo cristiano, legata ai confini europei, adesso è la storia universale del progresso umano.
Dalle sue grandi opere storiche l'''Historie de Charles XII'' ([[1731]]), ''Les siecle de Louis XIV'' ([[1751]]), l'''Essai sur les moeurs et l'esprit des nations'' ([[1754]]-58), nasce una storia "dello spirito umano", ovvero si applica un enorme ampliamento dell'orizzonte storico, una radicale rottura con la visione teologico-provvidenzialistica del cammino umano e con la storiografia annalistica e panegiristica dei regnanti.  Voltaire si interessa ai popoli, ai loro costumi; prima la storia era la storia del mondo cristiano, legata ai confini europei, adesso è la storia universale del progresso umano.
Progresso inteso come il dominio che la ragione esercita sulle passioni, nelle quali si radicano i pregiudizi e gli errori, infatti l'Essai presenta sempre come incombente il pericolo del fanatismo.
Progresso inteso come il dominio che la ragione esercita sulle passioni, nelle quali si radicano i pregiudizi e gli errori, infatti l'Essai presenta sempre come incombente il pericolo del fanatismo.


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