Volante Rossa: differenze tra le versioni

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«Docente universitario, sicura promessa della scienza italiana fu vecchio combattente, seppur giovane d'età, nella lotta per la libertà del popolo. Chiamò a raccolta, per primo, tutti i giovani d'Italia contro il nemico nazifascista. Attratta dalla sua fede, dal suo entusiasmo e dal suo esempio, la parte migliore della gioventù italiana rispose all'appello ed egli seppe guidarla nell'eroica lotta ed organizzarla in quel potente strumento di liberazione che fu il Fronte della gioventù. Animatore impareggiabile è sempre laddove c'è da organizzare, da combattere, da incoraggiare. Spiato, braccato dall'insidioso nemico che vedeva in lui il più pericoloso avversario, mai desisteva dalla lotta. Alla vigilia della conclusione vittoriosa degli immensi sforzi del popolo italiano cadeva in un proditorio agguato tesogli dai sicari nazifascisti.» ([https://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/14174 Tratto da documenti ufficiali pubblicati su quirinale.it] È da evidenziare che ci si ritrovò nella situazione che lo [[Stato]] borghese, che con tanta "pompa" assegnò la dovuta medaglia d'oro al [[comunismo|comunista]] Curiel, non fece nulla per perseguire i suoi macellai, fra i quali Felice Ghisalberti, figlio di un ex maresciallo dei carabinieri che aveva preso parte all'uccisione e fu giustiziato per l'appunto dai miliziani della '''''Volante Rossa''''' in via Lomazzo). </ref> ad opera dei [[Fascismo|nazifascisti]]. Quello fu un periodo, "grazie" anche alle prese di posizione di [[Palmiro Togliatti]], in cui gli "organi di repressione dello [[Stato]] capitalista" se la prendevano non con i criminali [[Fascismo|fascisti]] sfuggiti alla resa dei conti avvenuta dopo la Liberazione, ma con gli ex partigiani. Di particolare importanza fu la figura del ''tenente Alvaro'', cioè Giulio Paggio, comandante della ''Volante Rossa'' ed ex valoroso comandante partigiano. Il nome stesso ''Volante Rossa'' fu retaggio del nome adottato da molte squadre partigiane numericamente ridotte e strutturate per interventi militari rapidi ed importanti. Altra persona molto importante fu il prefetto [[Ettore Troilo]], ex comandante partigiano di [[Giustizia e Libertà]], formazioni che nella Resistenza non disdegnarono di collaborare con le [[Anarchici e Resistenza|formazioni anarchiche]] a [[Emilio Canzi|diversi livelli]]. Ettore fu Comandante della formazione partigiana  ''Gruppo dei Patrioti della Maiella'': destituito
«Docente universitario, sicura promessa della scienza italiana fu vecchio combattente, seppur giovane d'età, nella lotta per la libertà del popolo. Chiamò a raccolta, per primo, tutti i giovani d'Italia contro il nemico nazifascista. Attratta dalla sua fede, dal suo entusiasmo e dal suo esempio, la parte migliore della gioventù italiana rispose all'appello ed egli seppe guidarla nell'eroica lotta ed organizzarla in quel potente strumento di liberazione che fu il Fronte della gioventù. Animatore impareggiabile è sempre laddove c'è da organizzare, da combattere, da incoraggiare. Spiato, braccato dall'insidioso nemico che vedeva in lui il più pericoloso avversario, mai desisteva dalla lotta. Alla vigilia della conclusione vittoriosa degli immensi sforzi del popolo italiano cadeva in un proditorio agguato tesogli dai sicari nazifascisti.» ([https://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/14174 Tratto da documenti ufficiali pubblicati su quirinale.it] È da evidenziare che ci si ritrovò nella situazione che lo [[Stato]] borghese, che con tanta "pompa" assegnò la dovuta medaglia d'oro al [[comunismo|comunista]] Curiel, non fece nulla per perseguire i suoi macellai, fra i quali Felice Ghisalberti, figlio di un ex maresciallo dei carabinieri che aveva preso parte all'uccisione e fu giustiziato per l'appunto dai miliziani della '''''Volante Rossa''''' in via Lomazzo). </ref> ad opera dei [[Fascismo|nazifascisti]]. Quello fu un periodo, "grazie" anche alle prese di posizione di [[Palmiro Togliatti]], in cui gli "organi di repressione dello [[Stato]] capitalista" se la prendevano non con i criminali [[Fascismo|fascisti]] sfuggiti alla resa dei conti avvenuta dopo la Liberazione, ma con gli ex partigiani. Di particolare importanza fu la figura del ''tenente Alvaro'', cioè Giulio Paggio, comandante della ''Volante Rossa'' ed ex valoroso comandante partigiano. Il nome stesso ''Volante Rossa'' fu retaggio del nome adottato da molte squadre partigiane numericamente ridotte e strutturate per interventi militari rapidi ed importanti. Altra persona molto importante fu il prefetto [[Ettore Troilo]], ex comandante partigiano di [[Giustizia e Libertà]], formazioni che nella Resistenza non disdegnarono di collaborare con le [[Anarchici e Resistenza|formazioni anarchiche]] a [[Emilio Canzi|diversi livelli]]. Ettore fu Comandante della formazione partigiana  ''Gruppo dei Patrioti della Maiella'': destituito
dall'incarico da De Gasperi con l'accusa di coprire le azioni della ''Volante Rossa'', nella realtà dei fatti tentò di perseguire gli ex-[[Fascismo|fascisti]] macchiatisi di delitti e fu talmente importante per i miliziani della ''Volante Rossa'' che il [[27 novembre]] [[1947]] la formazione guidò l'occupazione della prefettura di Milano, per protestare contro la sostituzione del prefetto [[Ettore Troilo]], che non faceva altro che il suo “dovere legale”, ovvero quello di perseguire i [[Fascismo|fascisti]] che si erano macchiati di particolari crimini. Il “dovere pratico” che gli si volle imporre fu però quello di lasciar quietare i [[Fascismo|fascisti]] e perseguire gli ex partigiani. Ciò avvenne in particolare nel periodo dell'amnistia Togliatti ai [[Nazionalsocialismo|nazifascisti]], che permise la liberazione di molti di questi personaggi: es. il "boia di Alberga”, che si vantava di avere ammazzato e torturato oltre una cinquantina fra
dall'incarico da De Gasperi con l'accusa di coprire le azioni della ''Volante Rossa'', nella realtà dei fatti tentò di perseguire gli ex-[[Fascismo|fascisti]] macchiatisi di delitti e fu talmente importante per i miliziani della ''Volante Rossa'' che il [[27 novembre]] [[1947]] la formazione guidò l'occupazione della prefettura di Milano, per protestare contro la sostituzione del prefetto [[Ettore Troilo]], che non faceva altro che il suo “dovere legale”, ovvero quello di perseguire i [[Fascismo|fascisti]] che si erano macchiati di particolari crimini. Il “dovere pratico” che gli si volle imporre fu però quello di lasciar quietare i [[Fascismo|fascisti]] e perseguire gli ex partigiani. Ciò avvenne in particolare nel periodo dell'amnistia Togliatti ai [[Nazionalsocialismo|nazifascisti]], che permise la liberazione di molti di questi personaggi: es. il "boia di Alberga”, che si vantava di avere ammazzato e torturato oltre una cinquantina fra
partigiani e civili, donne comprese, e che fino alla morte si dichiarò soldato del Reich Hitleriano. Nonostante questo, la condanna, facendo leva sulla sua presunta infermità mentale, fu tramutata in ergastolo e poi, grazie all'amnistia (concessa dal Guardasigilli [[Palmiro Togliatti]] e secondo una fonte opportunamente teleguidata da uno zio cardinale), a 7 anni di [[carcere]] militare (in buona parte mai fatti). <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Luciano_Luberti#Il_Boia_di_Albenga Il boia di Albenga]</ref> Verranno invece perseguiti alcuni comandanti partigiani come [[Francesco Moranino]] condannato all'ergastolo e scagionato 10 anni dopo la condanna, anche se Moranino non scontò nessuna pena in quanto latitante, rientrò in [[Italia]] solo quando fu giudicato totalmente assolutamente estraneo ai fatti. Un'altra persecuzione fu quella legata ai fatti penali conseguenti a quelli tragici della [[Brigata Osoppo]]).'''
partigiani e civili, donne comprese, e che fino alla morte si dichiarò soldato del Reich Hitleriano. Nonostante questo, la condanna, facendo leva sulla sua presunta infermità mentale, fu tramutata in ergastolo e poi, grazie all'amnistia (concessa dal Guardasigilli [[Palmiro Togliatti]] e secondo una fonte opportunamente teleguidata da uno zio cardinale), a 7 anni di [[carcere]] militare (in buona parte mai fatti). <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Luciano_Luberti#Il_Boia_di_Albenga Il boia di Albenga]</ref> Verranno invece perseguiti alcuni comandanti partigiani come [[Francesco Moranino]] condannato all'ergastolo e scagionato 10 anni dopo la condanna, anche se Moranino non scontò nessuna pena in quanto latitante, rientrò in [[Italia]] solo quando fu giudicato totalmente assolutamente estraneo ai fatti. Un'altra persecuzione fu quella legata ai fatti penali conseguenti a quelli tragici della [[Brigata Osoppo]].'''


== Bibliografia ==
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