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Egli distingue tre forme di violenza:  
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#violenza diretta: è il tentativo deliberato di causare danno all'integrità fisica e psichica di una persona attraverso maltrattamento, omicidio, imprigionamento, lavoro forzatoecc.
#violenza diretta: è il tentativo deliberato di causare danno all'integrità fisica e psichica di una persona attraverso maltrattamento, omicidio, imprigionamento, lavoro forzato ecc.
#violenza strutturale: ha a che fare con il 'normale' e quotidiano funzionamento di istituzioni e scelte politiche. Ad esempio, che le donne afro-americane abbiano una probabilità due volte maggiore di morire di cancro al seno di quelle europee-americane a causa della qualità più bassa delle cure mediche, è una forma di violenza strutturale. Infatti il meccanismo 'normale' delle nostre istituzioni economiche causa un aumento significativo dei rischi di cancro, malattie cardiache, AIDS, depressione, minacce ambientali e morte prematura per i poveri. L'uso che facciamo delle automobili, per fare un terzo esempio, comporta la morte 'accettabile' di 50.000 persone ogni anno.
#violenza strutturale: ha a che fare con il 'normale' e quotidiano funzionamento di istituzioni e scelte politiche. Ad esempio, che le donne afro-americane abbiano una probabilità due volte maggiore di morire di cancro al seno di quelle europee-americane a causa della qualità più bassa delle cure mediche, è una forma di violenza strutturale. Infatti il meccanismo 'normale' delle nostre istituzioni economiche causa un aumento significativo dei rischi di cancro, malattie cardiache, AIDS, depressione, minacce ambientali e morte prematura per i poveri. L'uso che facciamo delle automobili, per fare un terzo esempio, comporta la morte 'accettabile' di 50.000 persone ogni anno.
#violenza culturale: comprende il [[razzismo]], il [[sessismo]] e l'[[omofobia]], la svalutazione di culture e gruppi particolari; essa può ispirare e giustificare la violenza diretta e strutturale. <ref>Fonte: [http://www.reteindra.org/BN0201/09.htm Dieci ragioni perché è difficile reagire alla violenza strutturale]</ref>
#violenza culturale: comprende il [[razzismo]], il [[sessismo]] e l'[[omofobia]], la svalutazione di culture e gruppi particolari; essa può ispirare e giustificare la violenza diretta e strutturale. <ref>Fonte: [http://www.reteindra.org/BN0201/09.htm Dieci ragioni perché è difficile reagire alla violenza strutturale]</ref>
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{{vedi|Violenza della polizia}}
{{vedi|Violenza della polizia}}
[[File:Federico Aldrovandi Aut31801.jpg|thumb|left|150px|Il corpo di [[Federico Aldrovandi]], uno studente di 18 anni ucciso da quattro poliziotti]]
[[File:Federico Aldrovandi Aut31801.jpg|thumb|left|150px|Il corpo di [[Federico Aldrovandi]], uno studente di 18 anni ucciso da quattro poliziotti]]
Secondo la definizione classica di [[Max Weber]] nel suo ''La politica e la scienza come professione'' (1919), « lo [[Stato]] rivendica il monopolio della violenza legittima». Storicamente, lo [[Stato]] moderno è stato costruito sulle macerie di precedenti organizzazioni sociali (feudalesimoecc.) ed ha poi assunto il "diritto" di utilizzare la violenza per il proprio tornaconto.  
Secondo la definizione classica di [[Max Weber]] nel suo ''La politica e la scienza come professione'' (1919), « lo [[Stato]] rivendica il monopolio della violenza legittima». Storicamente, lo [[Stato]] moderno è stato costruito sulle macerie di precedenti organizzazioni sociali (feudalesimo ecc.) ed ha poi assunto il "diritto" di utilizzare la violenza per il proprio tornaconto.  


L'uso e l'abuso di questo monopolio da parte dello [[Stato]], ha comportato spesso la [[:Categoria:Vittime dello Stato|morte o la sofferenza fisica]] di moltissime persone "colpevoli" di manifestare in piazza (es. [[Franco Serantini]]) o di essere anarchici (es. [[Giuseppe Pinelli]]), di voler salvaguardare il proprio territorio (es. [[Movimento No Tav]] <ref>[https://www.youtube.com/watch?feature=endscreen&NR=1&v=_TU62LLyY04 Video: un poliziotto spara un lacrimogeno su un cameraman]</ref>), di essere migranti <ref>[http://archive.is/tZzrn Migrante muore per sfuggire ad un controllo]</ref>, carcerati (es. [[Marcello Lonzi]] <ref>[http://www.ristretti.it/areestudio/disagio/lonzi/index.htm Il caso di Marcello Lonzi]</ref>), rom <ref>[http://archive.is/fwM5i Violenze della polizia contro donne e bimbi dentro il campo rom Triboniano a Milano]</ref> o semplicemente dei passanti (es. [[Federico Aldrovandi]]).
L'uso e l'abuso di questo monopolio da parte dello [[Stato]], ha comportato spesso la [[:Categoria:Vittime dello Stato|morte o la sofferenza fisica]] di moltissime persone "colpevoli" di manifestare in piazza (es. [[Franco Serantini]]) o di essere anarchici (es. [[Giuseppe Pinelli]]), di voler salvaguardare il proprio territorio (es. [[Movimento No Tav]] <ref>[https://www.youtube.com/watch?feature=endscreen&NR=1&v=_TU62LLyY04 Video: un poliziotto spara un lacrimogeno su un cameraman]</ref>), di essere migranti <ref>[http://archive.is/tZzrn Migrante muore per sfuggire ad un controllo]</ref>, carcerati (es. [[Marcello Lonzi]] <ref>[http://www.ristretti.it/areestudio/disagio/lonzi/index.htm Il caso di Marcello Lonzi]</ref>), rom <ref>[http://archive.is/fwM5i Violenze della polizia contro donne e bimbi dentro il campo rom Triboniano a Milano]</ref> o semplicemente dei passanti (es. [[Federico Aldrovandi]]).
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Il [[capitalismo]] causa ogni anno molti morti o feriti, spessissimo catalogate ipocritamente dai [[media]] come '''"[[morti bianche]]"'''. Con questo termine ci si riferisce alla morte di persone avvenute luogo di lavoro, generalmente a causa della totale o parziale mancanza di rispetto delle più elementari norme di sicurezza. Per il [[capitalismo|capitalista]] investire in sicurezza significa ridurre i profitti e per questo preferisce trascurare tale aspetto, spesso con il silenzio dei [[sindacalismo|sindacati]] e delle istituzioni.
Il [[capitalismo]] causa ogni anno molti morti o feriti, spessissimo catalogate ipocritamente dai [[media]] come '''"[[morti bianche]]"'''. Con questo termine ci si riferisce alla morte di persone avvenute luogo di lavoro, generalmente a causa della totale o parziale mancanza di rispetto delle più elementari norme di sicurezza. Per il [[capitalismo|capitalista]] investire in sicurezza significa ridurre i profitti e per questo preferisce trascurare tale aspetto, spesso con il silenzio dei [[sindacalismo|sindacati]] e delle istituzioni.


I morti sul lavoro in [[Italia]] ammontano mediamente a circa 1300-1400, secondo i dati ufficiali riferiti al triennio [[2003]]-[[2005]], ovvero circa '''4 morti al giorno'''; il numero dei morti è talmente alto che il sistema capitalistico ha dovuto dedicare un'ipocrita giornata per la "sicurezza sul lavoro". A questo conteggio vanno aggiunti circa 300 morti dovuti a malattie professionali. L''''ILO''' fa una stima di oltre '''13 mila morti''' l'anno per esposizione a sostanze chimiche.
I morti sul lavoro in [[Italia]] ammontano mediamente a circa 1.300-1.400, secondo i dati ufficiali riferiti al triennio [[2003]]-[[2005]], ovvero circa '''4 morti al giorno'''; il numero dei morti è talmente alto che il sistema capitalistico ha dovuto dedicare un'ipocrita giornata per la "sicurezza sul lavoro". A questo conteggio vanno aggiunti circa 300 morti dovuti a malattie professionali. L''''ILO''' fa una stima di oltre '''13 mila morti''' l'anno per esposizione a sostanze chimiche.


== Violenza contro gli animali ==
== Violenza contro gli animali ==
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== La posizione degli anarchici ==
== La posizione degli anarchici ==
[[Image:Fumogeni tav.jpg|thumb|250 px|Esempio di violenza usata dalle forze dell'ordine in tenuta antisommossa contro il [[Movimento No TAV|movimento No TAV]] in Val di Susa. Nell'immagine si vede un poliziotto che senza remore spara lacrimogeni altamente tossici sui manifestanti]]Esistono anarchici che invece ritengono maggiormente coerente la loro posizione, rifiutando la violenza anche come mezzo: sono gli [[anarco-pacifismo|anarco-pacifisti]], tra cui non possiamo non ricordare [[Tolstoj]]. <ref>[http://www.arivista.org/riviste/Arivista/297/38.htm ''Tolstoj, gli anarchici e la violenza''], di Piero Brunello (''A - Rivista Anarchica'', anno 34, n. 297, marzo 2004)</ref>
[[Image:Fumogeni tav.jpg|thumb|250 px|Esempio di violenza usata dalle forze dell'ordine in tenuta antisommossa contro il [[Movimento No TAV|movimento No TAV]] in Val di Susa. Nell'immagine si vede un poliziotto che senza remore spara lacrimogeni altamente tossici sui manifestanti]]Esistono anarchici che invece ritengono maggiormente coerente la loro posizione, rifiutando la violenza anche come mezzo: sono gli [[anarco-pacifismo|anarco-pacifisti]], tra cui non possiamo non ricordare [[Tolstoj]]. <ref>[http://www.arivista.org/riviste/Arivista/297/38.htm ''Tolstoj, gli anarchici e la violenza''], di Piero Brunello (''A - Rivista Anarchica'', anno 34, n. 297, marzo 2004)</ref>
Contrariamente al luogo comune che dipinge il [[movimento anarchico]] come incline alla violenza e all'uso della forza per valere le proprie ragioni, gli anarchici, di qualsiasi tendenza o [[correnti anarchiche|corrente]], sono [[Nonviolenza|non-violenti]] rispetto al fine preposto. Ci sono anarchici che ritengono legittimo l'uso della forza, ma [[coerenza mezzi-fini|sempre come mezzo e non come fine]]: non esiste alcun anarchico, da poter esser definito tale, che promuova la costruzione di una società fondata sulla violenza. Tutti gli anarchici auspicano una società umana fondata su rapporti interpersonali non-violenti e capace di dirimere le questioni interne con [[Pacifismo|metodi pacifici]].
Contrariamente al luogo comune che dipinge il [[movimento anarchico]] come incline alla violenza e all'uso della forza per valere le proprie ragioni <ref>Metteva in guardia contro questo pregiudizio, che rischia di far trascurare la portata teorica del pensiero anarchico, già il giurista tedesco Rudolf Stammler nel [[1894]]: «Il numero crescente di tentativi di assassinio e di attentati criminali provenuti recentemente dalla parte anarchica hanno fatto nascere in ampie cerchie l'idea che l'anarchismo sia soltanto una banda di fanatici mezzi matti e illusi. È stato completamente dimenticato - o forse non è mai stato particolarmente conosciuto - che c'è una teoria dell'anarchismo che gioca sempre un ruolo altamente significativo nella filosofia sociale» (''Die Theorie des Anarchismus'', Verlag von O. Häring, Berlino, 1894, pag. 1).</ref>, gli anarchici, di qualsiasi tendenza o [[correnti anarchiche|corrente]], sono [[Nonviolenza|non-violenti]] rispetto al fine preposto. Ci sono anarchici che ritengono legittimo l'uso della forza, ma [[coerenza mezzi-fini|sempre come mezzo e non come fine]]: non esiste alcun anarchico, da poter esser definito tale, che promuova la costruzione di una società fondata sulla violenza. Tutti gli anarchici auspicano una società umana fondata su rapporti interpersonali non-violenti e capace di dirimere le questioni interne con [[Pacifismo|metodi pacifici]].


Esiste indubbiamente nella tradizione anarchica una certa tendenza alla violenza [[iconoclasta]] o agli [[Gli attentati individualistici nella storia dell'anarchismo|attentati contro i simboli del potere]] (siano essi esseri umani o oggetti), tuttavia storicamente mai si è cercato di far del male a degli innocenti. Quando, assai raramente, è capitato che un attentato abbia colpito nel mucchio (probabilmente più per negligenza o per casualità che per un'esplicita volontà dell'attentatore), come per esempio l'[[strage del Teatro Diana|attentato al teatro Diana]] del [[23 marzo]] [[1921]] <ref>[http://www.arivista.org/?nr=279&pag=16.htm La strage del Diana]</ref>, sono stati sempre condannati dalla stragrande maggioranza del [[movimento anarchico|movimento]], anche se questo non necessariamente significa che gli attentatori siano stati abbandonati a sé stessi o giudicati indegni di essere chiamati anarchici.
Esiste indubbiamente nella tradizione anarchica una certa tendenza alla violenza [[iconoclasta]] o agli [[Gli attentati individualistici nella storia dell'anarchismo|attentati contro i simboli del potere]] (siano essi esseri umani o oggetti), tuttavia storicamente mai si è cercato di far del male a degli innocenti. Quando, assai raramente, è capitato che un attentato abbia colpito nel mucchio (probabilmente più per negligenza o per casualità che per un'esplicita volontà dell'attentatore), come per esempio l'[[strage del Teatro Diana|attentato al teatro Diana]] del [[23 marzo]] [[1921]] <ref>[http://www.arivista.org/?nr=279&pag=16.htm La strage del Diana]</ref>, sono stati sempre condannati dalla stragrande maggioranza del [[movimento anarchico|movimento]], anche se questo non necessariamente significa che gli attentatori siano stati abbandonati a sé stessi o giudicati indegni di essere chiamati anarchici.
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