Umberto Postiglione: differenze tra le versioni

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[[File:Umberto Postiglione.jpg|thumb|Umberto Postiglione]] '''Umberto Postiglione''' (Raiano, L'Aquila, [[25 aprile]] [[1893]] – San Demetrio ne' Vestini, L'Aquila, [[28 marzo]] [[1924]]) è stato un anarchico italiano. Emigrato negli [[Stati Uniti]], legò il suo nome ai [[gruppi d'affinità]] di [[Luigi Galleani]], prima di girovagare in Sud America e poi far rientro nel suo amato Abruzzo.<ref>[http://www.regione.abruzzo.it/xcultura/asp/loadDoc.asp?pdfDoc=xBeniCulturali/docs/personaggi/Post.pdf Fonte principale articolo]</ref>
[[File:Umberto Postiglione.jpg|thumb|Umberto Postiglione]] '''Umberto Postiglione''' (Raiano, L'Aquila, [[25 aprile]] [[1893]] – San Demetrio ne' Vestini, L'Aquila, [[28 marzo]] [[1924]]) è stato un anarchico italiano. Emigrato negli [[Stati Uniti]], legò il suo nome ai [[gruppi d'affinità]] di [[Luigi Galleani]], prima di girovagare in Sud America e poi far rientro nel suo amato Abruzzo. <ref>[http://www.regione.abruzzo.it/xcultura/asp/loadDoc.asp?pdfDoc=xBeniCulturali/docs/personaggi/Post.pdf Fonte principale articolo]</ref>


== Biografia ==
== Biografia ==
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Con lo scoppio della prima guerra mondiale, per evitare il rimpatrio forzato in [[Italia]] o la coscrizione militare negli USA, Postiglione sceglie l'esilio verso la cittadina di Monterrey, in [[Messico]], insieme a tantissimi anarchici italo-americani, tra cui [[Riziero Fantini]], [[Nicola Sacco]], [[Bartolomeo Vanzetti]], [[Emilio Coda]], [[Giovanni Scussel]], [[Amleto Fabbri]], [[Adelfo Sanchioni]], [[Umberto Colarossi]], [[Mario Buda]], [[Carlo Valdinoci]], [[Salvatore De Filippis]], ecc.
Con lo scoppio della prima guerra mondiale, per evitare il rimpatrio forzato in [[Italia]] o la coscrizione militare negli USA, Postiglione sceglie l'esilio verso la cittadina di Monterrey, in [[Messico]], insieme a tantissimi anarchici italo-americani, tra cui [[Riziero Fantini]], [[Nicola Sacco]], [[Bartolomeo Vanzetti]], [[Emilio Coda]], [[Giovanni Scussel]], [[Amleto Fabbri]], [[Adelfo Sanchioni]], [[Umberto Colarossi]], [[Mario Buda]], [[Carlo Valdinoci]], [[Salvatore De Filippis]], ecc.


Quella di Postiglione e dei suoi compagni non è una scelta dettata dalla codardia, bensì dalla semplice volontà  di esser coerente rispetto ai principi anarchici [[internazionalismo|internazionalisti]].<ref>Su quest'argomento molto interessanti sono alcuni capitoli del libro di [[Paul Avrich]] dal titolo ''Ribelli in paradiso. Sacco, Vanzetti e il movimento anarchico negli Stati Uniti'', Nova Delphi Libri, 2015.</ref> Questa sua posizione sarà  peraltro esplicitata al padre Franco che gli chiedeva di rientrare in Abruzzo per adempiere a quello che riteneva fosse un dovere del figlio:
Quella di Postiglione e dei suoi compagni non è una scelta dettata dalla codardia, bensì dalla semplice volontà  di esser coerente rispetto ai principi anarchici [[internazionalismo|internazionalisti]]. <ref>Su quest'argomento molto interessanti sono alcuni capitoli del libro di [[Paul Avrich]] dal titolo ''Ribelli in paradiso. Sacco, Vanzetti e il movimento anarchico negli Stati Uniti'', Nova Delphi Libri, 2015.</ref> Questa sua posizione sarà  peraltro esplicitata al padre Franco che gli chiedeva di rientrare in Abruzzo per adempiere a quello che riteneva fosse un dovere del figlio:
: «Qui io dovrei dirti le ragioni che inducono la mia coscienza a ribellarsi non soltanto al comando di un re, ma al richiamo di un padre. Le ragioni sono molte, e a dirtele io farei opera vana. Tu non mi comprenderesti. Non perché voi siate inferiori a me, e io superiore a voi. Io, pur essendo carne della vostra carne, sangue del vostro sangue, sono diverso da voi. Vedo il mondo e concepisco la vita in un modo diverso dal vostro. Noi parliamo due lingue differenti. Ecco tutto. Voi chiamate eroi coloro che vanno in guerra, io li chiamo assassini. Una cosa mi preme di farti, di farvi comprendere a tutti. Non crediate che io non torno perché ho paura di lasciare la vita sui campi di battaglia. No. Vi è una ragione più nobile che mi spinge al rifiuto di obbedienza, a non macchiarmi la mano col sangue dei miei fratelli. Perché sono miei fratelli, anche se figli di un altro padre, e nati sotto un altro tetto, i soldati dell'Austria. Non sono essi nostro prossimo? E non disse il vostro Cristo che dite di amare e adorare e ubbidire: ‘Ama il prossimo tuo come te stesso'? Non comandò dio di non uccidere? Per me dio è la mia coscienza, e la ubbidisco perché mi condannerebbe a pene più crudeli di quelle dell'inferno. »
: «Qui io dovrei dirti le ragioni che inducono la mia coscienza a ribellarsi non soltanto al comando di un re, ma al richiamo di un padre. Le ragioni sono molte, e a dirtele io farei opera vana. Tu non mi comprenderesti. Non perché voi siate inferiori a me, e io superiore a voi. Io, pur essendo carne della vostra carne, sangue del vostro sangue, sono diverso da voi. Vedo il mondo e concepisco la vita in un modo diverso dal vostro. Noi parliamo due lingue differenti. Ecco tutto. Voi chiamate eroi coloro che vanno in guerra, io li chiamo assassini. Una cosa mi preme di farti, di farvi comprendere a tutti. Non crediate che io non torno perché ho paura di lasciare la vita sui campi di battaglia. No. Vi è una ragione più nobile che mi spinge al rifiuto di obbedienza, a non macchiarmi la mano col sangue dei miei fratelli. Perché sono miei fratelli, anche se figli di un altro padre, e nati sotto un altro tetto, i soldati dell'Austria. Non sono essi nostro prossimo? E non disse il vostro Cristo che dite di amare e adorare e ubbidire: ‘Ama il prossimo tuo come te stesso'? Non comandò dio di non uccidere? Per me dio è la mia coscienza, e la ubbidisco perché mi condannerebbe a pene più crudeli di quelle dell'inferno. »


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Nell'ottobre del [[1923]] viene nominato insegnante di tutte le materie in una prima elementare a San Demetrio (AQ), nonostante le [[autorità]] lo abbiano segnalato come attivista anarchico («Il noto anarchico Umberto Postiglione, insegnante elementare a S. Demetrio nei Vestini, si è trasferito temporaneamente in questa città, siccome chiamato a disposizione presso l'ufficio del R. Provveditorato agli studi. Il Postiglione non è pericoloso, ma ha coltura ed attitudine a svolgere propaganda».). A quest'incarico dovrà  per un periodo rinunciare perché chiamato dal Provveditore agli studi a collaborare all'istituzione della biblioteca dei maestri di L'Aquila e a presentare un intervento al Congresso Magistrale di L'Aquila ([[17 Novembre]] [[1923]]). <ref>Durante il congresso, Postiglione elaborerà  il testo su ''L'autoeducazione del maestro'', che susciterà  grande clamore per il suo carattere fortemente anticonformista.</ref>Nel mese di dicembre ritornerà  a svolgere il mestiere di maestro nella [[scuola]] di San Demetrio.  
Nell'ottobre del [[1923]] viene nominato insegnante di tutte le materie in una prima elementare a San Demetrio (AQ), nonostante le [[autorità]] lo abbiano segnalato come attivista anarchico («Il noto anarchico Umberto Postiglione, insegnante elementare a S. Demetrio nei Vestini, si è trasferito temporaneamente in questa città, siccome chiamato a disposizione presso l'ufficio del R. Provveditorato agli studi. Il Postiglione non è pericoloso, ma ha coltura ed attitudine a svolgere propaganda».). A quest'incarico dovrà  per un periodo rinunciare perché chiamato dal Provveditore agli studi a collaborare all'istituzione della biblioteca dei maestri di L'Aquila e a presentare un intervento al Congresso Magistrale di L'Aquila ([[17 Novembre]] [[1923]]). <ref>Durante il congresso, Postiglione elaborerà  il testo su ''L'autoeducazione del maestro'', che susciterà  grande clamore per il suo carattere fortemente anticonformista.</ref>Nel mese di dicembre ritornerà  a svolgere il mestiere di maestro nella [[scuola]] di San Demetrio.  


Nell'ultima fase della sua breve vita, Postiglione termina il sussidiario, ''La terra d'Abruzzo e la sua gente'' (ed. Paravia) e soprattutto riscopre il dialetto pubblicando numerose poesie in abruzzese.<ref>[http://www.concapeligna.it/terrad'abruzzo/artecultura/poesie/postiglione/umberto_postiglione_home.htm Poesie dialettali di Postiglione]</ref> La sua esistenza termina bruscamente a causa di una fulminante polmonite il [[28 marzo]] [[1924]].
Nell'ultima fase della sua breve vita, Postiglione termina il sussidiario, ''La terra d'Abruzzo e la sua gente'' (ed. Paravia) e soprattutto riscopre il dialetto pubblicando numerose poesie in abruzzese. <ref>[http://www.concapeligna.it/terrad'abruzzo/artecultura/poesie/postiglione/umberto_postiglione_home.htm Poesie dialettali di Postiglione]</ref> La sua esistenza termina bruscamente a causa di una fulminante polmonite il [[28 marzo]] [[1924]].


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