Ugo Mazzucchelli: differenze tra le versioni

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Gli anarchici sono tra i primi a contrastare militarmente l'ascesa del [[Fascismo|fascismo]] e le loro organizzazioni saranno quelle che riconoscevano, assieme a gruppi di socialisti massimalisti, le "squadre di autodifesa proletaria", chiamate [[Arditi del Popolo]] e costituite da ex combattenti ed Arditi d'Italia. Gli [[Arditi del Popolo]] applicavano tattiche militari assai efficaci contro i [[fascismo|fascisti]], spesso spalleggiati dalle stesse forze militari di [[Stato]] (un caso del tutto eccezionale fu quello di Sarzana, in cui il capitano dei carabinieri [[Guido Jurgens]] attaccò gli squadristi fascisti fianco a fianco degli [[Arditi del Popolo]]). Oltre ai fatti di Sarzana, Mazzucchelli, miliziano degli [[Arditi del Popolo]], è presente alla [[Difesa di Parma del 1922]], quando 350 [[Arditi del Popolo|Arditi]], a comando del socialista internazionalista [[Guido Picelli]] e dell'anarchico [[Antonio Cieri]], impartiscono ai fascisti di Balbo una ben più severa lezione di quella già  non trascurabile impartita loro a Sarzana.
Gli anarchici sono tra i primi a contrastare militarmente l'ascesa del [[Fascismo|fascismo]] e le loro organizzazioni saranno quelle che riconoscevano, assieme a gruppi di socialisti massimalisti, le "squadre di autodifesa proletaria", chiamate [[Arditi del Popolo]] e costituite da ex combattenti ed Arditi d'Italia. Gli [[Arditi del Popolo]] applicavano tattiche militari assai efficaci contro i [[fascismo|fascisti]], spesso spalleggiati dalle stesse forze militari di [[Stato]] (un caso del tutto eccezionale fu quello di Sarzana, in cui il capitano dei carabinieri [[Guido Jurgens]] attaccò gli squadristi fascisti fianco a fianco degli [[Arditi del Popolo]]). Oltre ai fatti di Sarzana, Mazzucchelli, miliziano degli [[Arditi del Popolo]], è presente alla [[Difesa di Parma del 1922]], quando 350 [[Arditi del Popolo|Arditi]], a comando del socialista internazionalista [[Guido Picelli]] e dell'anarchico [[Antonio Cieri]], impartiscono ai fascisti di Balbo una ben più severa lezione di quella già  non trascurabile impartita loro a Sarzana.


C'é da dire che l'azione degli [[Arditi del Popolo]] non era ben vista da tutti i partiti [[antifascismo|antifascisti]]: il partito comunista (ma anche quello socialista), su ordine di [[Amedeo Bordiga]], chiese ai suoi militanti di non entrare nell'organizzazione. Di posizione diversa fu [[Antonio Gramsci]] e anche la maggior parte dei militanti comunisti, che disobbedendo entrarono in gran numero negli [[Arditi del Popolo]]. Comunisti e anarchici in questa fase andavano abbastanza d'accordo (lo stalinismo solo in seguito riuscirà  a far versar sangue fratricida fra comunisti ed anarchici). Un esempio di questa coesione fu la protezione ricevuta dal comunista [[Francesco Leone]], uno dei capi degli [[Arditi del Popolo]] di Novara e Vercelli, poi padre costituente parlamentare nonché [[sindacalismo|sindacalista]] del partito comunista, che in un'intervista raccontò che non riusciva a comprendere come lui potesse tranquillamente passeggiare per le strade da solo e di notte, senza che i [[fascismo|fascisti]] lo attaccassero, visto che era notorio che li aveva presi a revolverate...e non una sola volta. Dopo molti anni scoprì che era seguito da una squadra di anarchici che vigilava su di lui, formata in gran parte da operai decisissimi negli scontri con i [[Fascismo|fascisti]]<ref> «[...] Vedi, c'era un gruppo di anarchici. Qui c'era stato [[Luigi Galleani]], che era stato in America e per un certo periodo poi era stato anche qui. Anzi, io credo che questo gruppo di anarchici si chiamasse il gruppo Galleani. E questo gruppo era composto da elementi molto decisi, molto decisi. Ricordo, per esempio, dopo quella lotta lì con i fascisti, io son sempre uscito tutte le sere, nonostante che ci fossero sempre scontri, una volta mi hanno anche sparato da un viale: a pochi metri di distanza non m'hanno preso. Ebbene, questi anarchici, a mia insaputa, dopo questo atto, si distribuivano la notte nei giardini proprio a mia difesa, senza che io neanche lo sapessi. [...]» ([http://www.storia900bivc.it/pagine/editoria/bermani100.html Intervista rilasciata a Cesare Birmani storico e studioso antifascismo]) </ref>.
C'é da dire che l'azione degli [[Arditi del Popolo]] non era ben vista da tutti i partiti [[antifascismo|antifascisti]]: il partito comunista (ma anche quello socialista), su ordine di [[Amedeo Bordiga]], chiese ai suoi militanti di non entrare nell'organizzazione. Di posizione diversa fu [[Antonio Gramsci]] e anche la maggior parte dei militanti comunisti, che disobbedendo entrarono in gran numero negli [[Arditi del Popolo]]. Comunisti e anarchici in questa fase andavano abbastanza d'accordo (lo stalinismo solo in seguito riuscirà  a far versar sangue fratricida fra comunisti ed anarchici). Un esempio di questa coesione fu la protezione ricevuta dal comunista [[Francesco Leone]], uno dei capi degli [[Arditi del Popolo]] di Novara e Vercelli, poi padre costituente parlamentare nonché [[sindacalismo|sindacalista]] del partito comunista, che in un'intervista raccontò che non riusciva a comprendere come lui potesse tranquillamente passeggiare per le strade da solo e di notte, senza che i [[fascismo|fascisti]] lo attaccassero, visto che era notorio che li aveva presi a revolverate...e non una sola volta. Dopo molti anni scoprì che era seguito da una squadra di anarchici che vigilava su di lui, formata in gran parte da operai decisissimi negli scontri con i [[Fascismo|fascisti]] <ref> «[...] Vedi, c'era un gruppo di anarchici. Qui c'era stato [[Luigi Galleani]], che era stato in America e per un certo periodo poi era stato anche qui. Anzi, io credo che questo gruppo di anarchici si chiamasse il gruppo Galleani. E questo gruppo era composto da elementi molto decisi, molto decisi. Ricordo, per esempio, dopo quella lotta lì con i fascisti, io son sempre uscito tutte le sere, nonostante che ci fossero sempre scontri, una volta mi hanno anche sparato da un viale: a pochi metri di distanza non m'hanno preso. Ebbene, questi anarchici, a mia insaputa, dopo questo atto, si distribuivano la notte nei giardini proprio a mia difesa, senza che io neanche lo sapessi. [...]» ([http://www.storia900bivc.it/pagine/editoria/bermani100.html Intervista rilasciata a Cesare Birmani storico e studioso antifascismo]) </ref>.


Ugo Mazzucchelli dopo questi fatti, ed anche perché deve proteggere la sua famiglia che ha formato in giovane età, si trasferisce tra le montagne delle Apuane, vicino alle cave di Lorano, zona che ritroveremo quando Mazzucchelli, i suoi figli ed i compagni iniziano la Resistenza armata al [[fascismo]] nel [[1943]]. Anche in pieno fascismo, Mazzucchelli manifesta la sua idea libertaria, pur se questo gli costa una certa precarietà  nel lavoro dato che i padroni delle cave erano restii ad assumere stabilmente un noto "sovversivo" che festeggiava [[il Primo Maggio]] non andando a lavorare <ref name="artic">[http://archiviostorico.corriere.it/1993/marzo/11/noi_anarchici_con_Mani_pulite_co_0_93031116418.shtml Da un'intervista del Corriere della Sera:] «Il fascio aveva abolito la festa dei lavoratori, ma io e pochi altri che la pensavano come me continuavamo a celebrarla. E sa come? Rifiutandoci di lavorare. Il padrone ci denunciò, stilò un elenco e lo spedì in questura»</ref>.
Ugo Mazzucchelli dopo questi fatti, ed anche perché deve proteggere la sua famiglia che ha formato in giovane età, si trasferisce tra le montagne delle Apuane, vicino alle cave di Lorano, zona che ritroveremo quando Mazzucchelli, i suoi figli ed i compagni iniziano la Resistenza armata al [[fascismo]] nel [[1943]]. Anche in pieno fascismo, Mazzucchelli manifesta la sua idea libertaria, pur se questo gli costa una certa precarietà  nel lavoro dato che i padroni delle cave erano restii ad assumere stabilmente un noto "sovversivo" che festeggiava [[il Primo Maggio]] non andando a lavorare <ref name="artic">[http://archiviostorico.corriere.it/1993/marzo/11/noi_anarchici_con_Mani_pulite_co_0_93031116418.shtml Da un'intervista del Corriere della Sera:] «Il fascio aveva abolito la festa dei lavoratori, ma io e pochi altri che la pensavano come me continuavamo a celebrarla. E sa come? Rifiutandoci di lavorare. Il padrone ci denunciò, stilò un elenco e lo spedì in questura»</ref>.
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