Storia dell'anarchismo sardo: differenze tra le versioni

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===L'epoca fascista===
===L'epoca fascista===
Nei primi anni del XX° secolo s'era costituito ad Iglesias, cittadina del Sulcis-Iglesiante (regione sud-occidentale della Sardegna) in cui era fortissima la presenza di minatori, il "gruppo [[Sante Caserio]]", che, tra il [[1918]] e il [[1922]], ebbe una notevole influenza nello sviluppo delle lotte dei minatori contro il [[Fascismo|fascismo]] e contro il padronato. <ref name="pequena">[http://lahaine.org/skins/basic/lhart_imp.php?p=14925 Pequeña Historia del anarquismo Sardo.] </ref> Operanti principalmente nel bacino del sulcis-iglesiante, di questo gruppo facevano parte i seguenti militanti: Vittorio Loi, Giovanni Pisu, Francesco Musu, Emilio Atzori, Luigi Atzori, Battista Cadeddu, Giuseppe Nurra, Giuseppe Serra, Antonio Secchi, Giuseppe Secchi, Carlo Pinna, Raimondo Serrau, Giovanni Curti, Pietrina Maxia, Leonardo Cherchi, Giuseppe Ballocco, Costantino Tanda, Giovanni Vacca, Carlo Pani. <ref name="cedema">[http://www.nuoroblindata.altervista.org/opuscoli%20fanzine%20libri%20pdf/Costantino%20Cavalleri%20-%20Storia%20Anarchismo%20Sardo.pdf Per la storia dell'anarchismo in Sardegna]</ref><ref>Il romanzo di [[Sergio Atzeni]], ''Il figlio di Bakunin'', narra proprio di un minatore anarchico del sulcis-iglesiente, Tullio Saba, detto ''[[Bakunin]]'' per le sue tendenze anarchiche.</ref>
Nei primi anni del XX° secolo s'era costituito ad Iglesias, cittadina del Sulcis-Iglesiante (regione sud-occidentale della Sardegna) in cui era fortissima la presenza di minatori, il "gruppo [[Sante Caserio]]", che, tra il [[1918]] e il [[1922]], ebbe una notevole influenza nello sviluppo delle lotte dei minatori contro il [[Fascismo|fascismo]] e contro il padronato. <ref name="pequena">[http://lahaine.org/skins/basic/lhart_imp.php?p=14925 Pequeña Historia del anarquismo Sardo.] </ref> Operanti principalmente nel bacino del sulcis-iglesiante, di questo gruppo facevano parte i seguenti militanti: Vittorio Loi, Giovanni Pisu, Francesco Musu, Emilio Atzori, Luigi Atzori, Battista Cadeddu, Giuseppe Nurra, Giuseppe Serra, Antonio Secchi, Giuseppe Secchi, Carlo Pinna, Raimondo Serrau, Giovanni Curti, Pietrina Maxia, Leonardo Cherchi, Giuseppe Ballocco, Costantino Tanda, Giovanni Vacca, Carlo Pani. <ref name="cedema">[http://www.nuoroblindata.altervista.org/opuscoli%20fanzine%20libri%20pdf/Costantino%20Cavalleri%20-%20Storia%20Anarchismo%20Sardo.pdf Per la storia dell'anarchismo in Sardegna]</ref> <ref>Il romanzo di [[Sergio Atzeni]], ''Il figlio di Bakunin'', narra proprio di un minatore anarchico del sulcis-iglesiente, Tullio Saba, detto ''[[Bakunin]]'' per le sue tendenze anarchiche.</ref>


Nonostante la storiografia ufficiale abbia cercato di ricondurre tutte queste [[antifascismo|lotte antifasciste]] e [[sindacalismo|sindacali]] al [[marxismo]] e al riformismo, gli anarchici sardi furono molto attivi nel contrastare lo squadrismo e per questo spesso vittime di numerose aggressioni, frequentemente commissionate dai padroni delle fabbriche e delle miniere che mal sopportavano il loro sostegno agli sfruttati. "Il Sante Caserio" fu il primo gruppo sardo ad opporsi in maniera organizzata a queste violenze che oramai si susseguivano con una certa continuità: nel [[1921]] l'anarchico [[Luigi Atzori]] è arrestato dalle per essersi difeso dallo squadrismo fascista; [[Giuseppe Ballocco]], minacciato sul posto di lavoro dai fascisti, reagisce ferendo uno dei suoi aggressori. Nel [[1924]] numerosi anarchici vengono attaccati mentre diffondo il periodico «Fede», ma la loro pronta reazione lascia a mal partito i soliti seguaci del "Duce". Nel [[1926]] sono organizzate numerose manifestazioni [[antifascismo|antifasciste]] di matrice anarchica. Della [[repressione]] degli anarchici a Cagliari ne fa cenno anche [[Emilio Lussu]] in ''Marcia su Roma e dintorni'', in cui, a proposito del tentato linciaggio nei suoi confronti da parte dei fascisti, scrive:
Nonostante la storiografia ufficiale abbia cercato di ricondurre tutte queste [[antifascismo|lotte antifasciste]] e [[sindacalismo|sindacali]] al [[marxismo]] e al riformismo, gli anarchici sardi furono molto attivi nel contrastare lo squadrismo e per questo spesso vittime di numerose aggressioni, frequentemente commissionate dai padroni delle fabbriche e delle miniere che mal sopportavano il loro sostegno agli sfruttati. "Il Sante Caserio" fu il primo gruppo sardo ad opporsi in maniera organizzata a queste violenze che oramai si susseguivano con una certa continuità: nel [[1921]] l'anarchico [[Luigi Atzori]] è arrestato dalle per essersi difeso dallo squadrismo fascista; [[Giuseppe Ballocco]], minacciato sul posto di lavoro dai fascisti, reagisce ferendo uno dei suoi aggressori. Nel [[1924]] numerosi anarchici vengono attaccati mentre diffondo il periodico «Fede», ma la loro pronta reazione lascia a mal partito i soliti seguaci del "Duce". Nel [[1926]] sono organizzate numerose manifestazioni [[antifascismo|antifasciste]] di matrice anarchica. Della [[repressione]] degli anarchici a Cagliari ne fa cenno anche [[Emilio Lussu]] in ''Marcia su Roma e dintorni'', in cui, a proposito del tentato linciaggio nei suoi confronti da parte dei fascisti, scrive:
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Ma il progetto libertario più interessante fu però messo in atto all'inizio degli anni  
Ma il progetto libertario più interessante fu però messo in atto all'inizio degli anni  
'60 dal già  citato [[Tomaso Serra]] che a Barrali (Ca) fondò la "[[Collettività  anarchica di solidarietà]]" (CAS). La CAS fu un vero e proprio esperimento di [[autogestione]] che ebbe all'epoca notevole risalto anche all'estero. A metà  degli anni '60 [[Aurelio Chessa]] (nato a Putifigari) ritornò in Sardegna, ad Iglesias, dove per breve periodo trasferì il suo archivio anarchico alla ricerca di nuovo materiale. Il [[24 aprile]] [[1970]], durante la visita di Papa Paolo VI nel capoluogo, ad un gruppo di anarchici, tra cui diversi appartenenti del gruppo "Dioniso Milano", venne impedito di manifestare contro il corteo papale. Ciò scatenò dei tumulti nel corso del quale ci fu una violenta sassaiola prima dell'arresto di ventidue anarchici che nell'ottobre successivo saranno processati e condannati <ref>[http://www.arivista.org/?nr=339&pag=56.htm Pietro e le pietre]</ref><ref>[http://www.arivista.org/index.php?nr=83&pag=83_06.htm Quelli del Dioniso]</ref>.
'60 dal già  citato [[Tomaso Serra]] che a Barrali (Ca) fondò la "[[Collettività  anarchica di solidarietà]]" (CAS). La CAS fu un vero e proprio esperimento di [[autogestione]] che ebbe all'epoca notevole risalto anche all'estero. A metà  degli anni '60 [[Aurelio Chessa]] (nato a Putifigari) ritornò in Sardegna, ad Iglesias, dove per breve periodo trasferì il suo archivio anarchico alla ricerca di nuovo materiale. Il [[24 aprile]] [[1970]], durante la visita di Papa Paolo VI nel capoluogo, ad un gruppo di anarchici, tra cui diversi appartenenti del gruppo "Dioniso Milano", venne impedito di manifestare contro il corteo papale. Ciò scatenò dei tumulti nel corso del quale ci fu una violenta sassaiola prima dell'arresto di ventidue anarchici che nell'ottobre successivo saranno processati e condannati <ref>[http://www.arivista.org/?nr=339&pag=56.htm Pietro e le pietre]</ref> <ref>[http://www.arivista.org/index.php?nr=83&pag=83_06.htm Quelli del Dioniso]</ref>.


Riguardo poi all'esperienza della CAS, in seno a quest'iniziativa nacque più avanti nel tempo anche l'"Arkiviu-bibrioteka de kurtura populari" (Archivio biblioteca di cultura popolare), che alla morte di [[Tomaso Serra]], avvenuta nel [[1985]], assunse il nome di [[S'arkiviu-bibrioteka "T. Serra"]]. Questa biblioteca, gestita attualmente da [[Costantino Cavalleri]], si avvalse dei testi di [[Tomaso Serra]] e di donazioni fatte da altri anarchici sardi, in particolare da [[Pietrino Arixi]] e [[Giovanni Tolu]].  
Riguardo poi all'esperienza della CAS, in seno a quest'iniziativa nacque più avanti nel tempo anche l'"Arkiviu-bibrioteka de kurtura populari" (Archivio biblioteca di cultura popolare), che alla morte di [[Tomaso Serra]], avvenuta nel [[1985]], assunse il nome di [[S'arkiviu-bibrioteka "T. Serra"]]. Questa biblioteca, gestita attualmente da [[Costantino Cavalleri]], si avvalse dei testi di [[Tomaso Serra]] e di donazioni fatte da altri anarchici sardi, in particolare da [[Pietrino Arixi]] e [[Giovanni Tolu]].  
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