Volontà: differenze tra le versioni

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«'''Volontà'''» è stata una rivista anarchica fondata da [[Giovanna Caleffi]] e [[Cesare Zaccaria]] e pubblicata dal [[1946]] al [[1996]].
«'''Volontà'''» è stata una rivista anarchica fondata da [[Giovanna Caleffi]] e [[Cesare Zaccaria]] e pubblicata dal [[1946]] al [[1996]].
== Storia ==
[[File:Volonta.jpg|thumb|200px|left|Una copertina di "Volontà" (maggio 1968).]]
[[File:Volonta.jpg|thumb|200px|left|Una copertina di "Volontà" (maggio 1968).]]
== Storia ==
Quando [[Giovanna Caleffi|Giovanna Caleffi Berneri]] (vedova di [[Camillo Berneri|Camillo]], ucciso a Barcellona nel [[1937]], durante la guerra civile) e [[Cesare Zaccaria]] fondano nel [[1946]] la rivista «Volontà» riprendono il titolo che [[Errico Malatesta]] aveva dato al suo giornale pubblicato ad Ancona dal [[1911]] al [[1914]]. Ma le analogie con quel giornale forse si fermano al titolo, perché i due fondatori imprimono già dal primo numero un carattere nuovo alla pubblicistica anarchica. «Volontà», infatti, si presenta subito come rivista con una grande apertura verso le esperienze libertarie nel mondo unita a riflessione teorica. Ma non solo questo: anche temi sociali quali il controllo delle nascite, tanto che i redattori verranno processati e condannati per aver propagandato la programmazione demografica e familiare vietata allora in Italia in base a leggi del periodo fascista.
Quando [[Giovanna Caleffi|Giovanna Caleffi Berneri]] (vedova di [[Camillo Berneri|Camillo]], ucciso a Barcellona nel [[1937]], durante la guerra civile) e [[Cesare Zaccaria]] fondano nel [[1946]] la rivista «Volontà» riprendono il titolo che [[Errico Malatesta]] aveva dato al suo giornale pubblicato ad Ancona dal [[1911]] al [[1914]]. Ma le analogie con quel giornale forse si fermano al titolo, perché i due fondatori imprimono già dal primo numero un carattere nuovo alla pubblicistica anarchica. «Volontà», infatti, si presenta subito come rivista con una grande apertura verso le esperienze libertarie nel mondo unita a riflessione teorica. Ma non solo questo: anche temi sociali quali il controllo delle nascite, tanto che i redattori verranno processati e condannati per aver propagandato la programmazione demografica e familiare vietata allora in Italia in base a leggi del periodo fascista.


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