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[[File:Simone Weil.gif|thumb|Simone Weil]]'''[[Simone Weil]]''' (Parigi, [[3 febbraio]] [[1909]] – Ashford, [[Gran Bretagna]], [[24 agosto]] [[1943]]), conosciuta anche con lo pseudonimo ''Emile Novis'', è stata una mistica, [[filosofia|filosofa]], ed attivista sociale di tendenza anarchica.
[[File:SW.jpg|thumb|Simone Weil]]'''[[Simone Weil]]''' (Parigi, [[3 febbraio]] [[1909]] – Ashford, [[Gran Bretagna]], [[24 agosto]] [[1943]]), conosciuta anche con lo pseudonimo ''Emile Novis'', è stata una mistica, [[filosofia|filosofa]], ed attivista sociale di tendenza anarchica.


== Biografia ==
== Biografia ==
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=== L'insegnamento e l'idea rivoluzionaria ===
=== L'insegnamento e l'idea rivoluzionaria ===


Superata la crisi, prosegue con profitto i suoi studi come allieva di [[René Le Senne]] e di [[Alain]] (pseudonimo di Émile-Auguste Chartier) e nel [[1931]] si laurea in [[filosofia]]. Immediatamente va ad insegnare nei licei di provincia (Le Puy, di Auxerre e di Roanne), che le fanno toccare con mano la diffiicle vita dei lavoratori. Per questo si avvicina ai movimenti dell'estrema sinistra del [[sindacalismo rivoluzionario]], abbracciando inoltre un radicale [[ateismo]]. All'inizio degli "anni '30" è attiva nella difesa dei disoccupati del luogo dove insegnava, accusata anche di essere la vera organizzatrice di tali manifestazioni. Tra il [[1931]] e [[1932]], fa un viaggio in [[Germania]] per comprendere il fenomeno [[nazista]], dove Hitler non aveva ancora preso il potere, e per cercare di capire se fosse possibile compiere una [[rivoluzione sociale]] diversa da quella stalinista.
Superata la crisi, prosegue con profitto i suoi studi come allieva di René Le Senne e di Alain (pseudonimo di Émile-Auguste Chartier) e nel [[1931]] si laurea in [[filosofia]]. Immediatamente va ad insegnare nei licei di provincia (Le Puy, di Auxerre e di Roanne), che le fanno toccare con mano la diffiicle vita dei lavoratori. Per questo si avvicina ai movimenti dell'estrema sinistra del [[sindacalismo rivoluzionario]], abbracciando inoltre un radicale [[ateismo]]. All'inizio degli "anni '30" è attiva nella difesa dei disoccupati del luogo dove insegnava, accusata anche di essere la vera organizzatrice di tali manifestazioni. Tra il [[1931]] e [[1932]], fa un viaggio in [[Germania]] per comprendere il fenomeno [[nazista]], dove Hitler non aveva ancora preso il potere, e per cercare di capire se fosse possibile compiere una [[rivoluzione sociale]] diversa da quella stalinista.
 
===Il lavoro manuale e il cristianesimo===
===Il lavoro manuale e il cristianesimo===
Pur essendo amata dai suoi allievi, nel [[1934]] abbandona l'insegnamento per sperimentare su se stessa le fatiche del lavoro manuale (lavorò come manovale presso una società di costruzioni meccaniche a Parigi, poi alla Renault). L'esperienza la porterà a scrivere i suoi saggi più famosi: ''Le Riflessioni sulle cause della libertà e dell'oppressione sociale'', del 1934, e ''La condizione operaia'', del [[1935]]. In questi saggi Weil riportà che a suo parere le condizioni dello sfruttamento non risiedano nella [[proprietà privata]] ma in un'innata inclinazione umana a sopraffare i più deboli e soprattutto nella separazione tra chi detiene il potere e chi lo subisce.
Pur essendo amata dai suoi allievi, nel [[1934]] abbandona l'insegnamento per sperimentare su se stessa le fatiche del lavoro manuale (lavorò come manovale presso una società di costruzioni meccaniche a Parigi, poi alla Renault). L'esperienza la porterà a scrivere i suoi saggi più famosi: ''Le Riflessioni sulle cause della libertà e dell'oppressione sociale'', del [[1934]], e ''La condizione operaia'', del [[1935]]. In questi saggi Weil riportà che a suo parere le condizioni dello sfruttamento non risiedano nella [[proprietà privata]] ma in un'innata inclinazione umana a sopraffare i più deboli e soprattutto nella separazione tra chi detiene il potere e chi lo subisce.


In seguito, dopo aver assistito ad una processione religiosa in un piccolo villaggio del [[Portogallo]], si avvicina al cristianesimo "prima maniera", e per certi versi più radicale di quello attuale, con notevoli analogie con l'[[anarchismo cristiano]]. Scriverà in seguito che in quel momento ebbe «all'improvviso la certezza che il cristianesimo è per eccellenza la religione degli schiavi, che gli schiavi non possono non aderirvi, e io con loro». <ref>G. Fornero - S. Tassinari, ''[http://books.google.it/books?id=mWQtm3AJO5YC&pg=PA1015&lpg=PA1015&dq=viaggio+in+portogallo+simone+weil&source=bl&ots=8JXnYGqWNA&sig=G5gBuIO4IW_D5yXndrHs07QuOcM&hl=it&sa=X&ei=9gFAU_HUKsHVtQb-0oCgAQ&ved=0CEYQ6AEwAw#v=onepage&q=viaggio%20in%20portogallo%20simone%20weil&f=false Le filosofie del '900]'', volume II, Mondadori, p. 105</ref>
In seguito, dopo aver assistito ad una processione religiosa in un piccolo villaggio del [[Portogallo]], si avvicina al cristianesimo "prima maniera", e per certi versi più radicale di quello attuale, con notevoli analogie con l'[[anarchismo cristiano]]. Scriverà in seguito che in quel momento ebbe «all'improvviso la certezza che il cristianesimo è per eccellenza la religione degli schiavi, che gli schiavi non possono non aderirvi, e io con loro». <ref>G. Fornero - S. Tassinari, ''[http://books.google.it/books?id=mWQtm3AJO5YC&pg=PA1015&lpg=PA1015&dq=viaggio+in+portogallo+simone+weil&source=bl&ots=8JXnYGqWNA&sig=G5gBuIO4IW_D5yXndrHs07QuOcM&hl=it&sa=X&ei=9gFAU_HUKsHVtQb-0oCgAQ&ved=0CEYQ6AEwAw#v=onepage&q=viaggio%20in%20portogallo%20simone%20weil&f=false Le filosofie del '900]'', volume II, Mondadori, p. 105</ref>


===Miliziana in Spagna===
===Miliziana in Spagna===
[[File:Simone Weil 07.jpg|thumb|250 px|Simone Weil in divisa da miliziana durante la rivoluzione spagnola]]
[[File:Simone Weil 07.jpg|thumb|Simone Weil in divisa da miliziana durante la [[Rivoluzione spagnola]].]]
Nel luglio del [[1936]] si arruola volontaria nelle [[milizie antifasciste]] che nella [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|guerra di Spagna]] agivano contro i [[Fascismo|fascisti]] di [[Francisco Franco]]. L'evolvere di fatti la deluderà, ma quella rivoluzione fu da lei considerata sempre giusta:
Nel luglio del [[1936]] si arruola volontaria nelle [[milizie antifasciste]] che nella [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|guerra di Spagna]] agivano contro i [[Fascismo|fascisti]] di [[Francisco Franco]]. L'evolvere di fatti la deluderà, ma quella rivoluzione fu da lei considerata sempre giusta:
: «Fin dall'infanzia ho simpatizzato con i gruppi politici che stanno dalla parte degli umiliati, dalla parte di coloro che la gerarchia sociale opprime [...] Non amo la guerra; ma...presi il treno per Barcellona per arruolarmi volontaria. Era il principio di agosto 1936. Un infortunio mi costrinse ad interrompere il soggiorno in Spagna [...] Dovetti lasciare la Spagna contro la mia volontà; avevo intenzione di tornare. Poi decisi di rinunziarvi. Non sentivo alcuna intima esigenza di prendere parte ad una guerra che non contrapponeva più, come avevo pensato all'inizio, masse di contadini affamati ai proprietari e ad i loro complici, i parroci, ma che metteva a confronto le potenze europee: la Russia, la Germania e l'Italia». <ref>H. M. Enzensberger, ''La breve estate dell'anarchia'', Feltrinelli, p. 183</ref>
: «Fin dall'infanzia ho simpatizzato con i gruppi politici che stanno dalla parte degli umiliati, dalla parte di coloro che la gerarchia sociale opprime [...] Non amo la guerra; ma...presi il treno per Barcellona per arruolarmi volontaria. Era il principio di agosto 1936. Un infortunio mi costrinse ad interrompere il soggiorno in Spagna [...] Dovetti lasciare la Spagna contro la mia volontà; avevo intenzione di tornare. Poi decisi di rinunziarvi. Non sentivo alcuna intima esigenza di prendere parte ad una guerra che non contrapponeva più, come avevo pensato all'inizio, masse di contadini affamati ai proprietari e ad i loro complici, i parroci, ma che metteva a confronto le potenze europee: la Russia, la Germania e l'Italia». <ref>H. M. Enzensberger, ''La breve estate dell'anarchia'', Feltrinelli, p. 183</ref>
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Descriverà la sua esperienza mistica con queste parole:  
Descriverà la sua esperienza mistica con queste parole:  
: «Nel 1938 ho passato dieci giorni nell'abbazia di Solesmes, dalla domenica delle Palme al martedì di Pasqua, seguendo tutte le funzioni. Un giovane inglese cattolico mi fece conoscere quel poeta inglese del 600 che venivano detti metafisici, più tardi nel leggerli vi ho scoperto una poesia intitolata “Amore”, l'ho imparata a memoria e spesso, nei momenti culminanti delle violenti crisi di emicrania, mi sono esercitata a recitarla, ponendovi la massima attenzione e aderendo con tutta l'anima alla tenerezza che essa racchiude. Credevo di recitarla soltanto come una bella poesia, mentre a mia insaputa quella recitazione, aveva la virtù di una preghiera, fu proprio mentre la stavo recitando che Cristo è disceso e mi ha presa». <ref>[https://archive.ph/PmRB0 ''La fede libera di Simone Weil''] di Vito Mancuso</ref>
:«Nel [[1938]] ho passato dieci giorni nell'abbazia di Solesmes, dalla domenica delle Palme al martedì di Pasqua, seguendo tutte le funzioni. Un giovane inglese cattolico mi fece conoscere quel poeta inglese del 600 che venivano detti metafisici, più tardi nel leggerli vi ho scoperto una poesia intitolata “Amore”, l'ho imparata a memoria e spesso, nei momenti culminanti delle violenti crisi di emicrania, mi sono esercitata a recitarla, ponendovi la massima attenzione e aderendo con tutta l'anima alla tenerezza che essa racchiude. Credevo di recitarla soltanto come una bella poesia, mentre a mia insaputa quella recitazione, aveva la virtù di una preghiera, fu proprio mentre la stavo recitando che Cristo è disceso e mi ha presa». <ref>[https://archive.is/PmRB0 ''La fede libera di Simone Weil''] di Vito Mancuso</ref>
Il suo desiderio non è quello di far parte della [[Chiesa]], non è interessata né al battesimo né alla messa, ma si dichiara «disposta a morire per la Chiesa, se mai ne avesse bisogno, piuttosto che entrarvi». <ref>S. Weil, ''Lettera a Thibon'', 1942</ref> Egli, infatti, ritiene che la sua vocazione fosse quella di «essere cristiana fuori dalla Chiesa», sostenendo che alla Chiesa per essere effettivamente cattolica mancasse l'universalità, ovvero essere effettivamente in grado di abbracciare tutti gli esseri umani di tutti i tempi e di tutti i luoghi.
Il suo desiderio non è quello di far parte della [[Chiesa]], non è interessata né al battesimo né alla messa, ma si dichiara «disposta a morire per la Chiesa, se mai ne avesse bisogno, piuttosto che entrarvi». <ref>S. Weil, ''Lettera a Thibon'', 1942</ref> Egli, infatti, ritiene che la sua vocazione fosse quella di «essere cristiana fuori dalla Chiesa», sostenendo che alla Chiesa per essere effettivamente cattolica mancasse l'universalità, ovvero essere effettivamente in grado di abbracciare tutti gli esseri umani di tutti i tempi e di tutti i luoghi.


===La Seconda guerra mondiale===
===La Seconda guerra mondiale===
Tornata a Marsiglia riprende i contatti con gli ambienti della Resistenza, ma la rete alla quale collaborava viene scoperta nella primavera del [[1941]] e per questo viene interrogata più volte dalla polizia. Nel [[1942]] emigra negli [[USA]] (a New York conobbe [[Jacques Maritain]]) ma solo per raggiungere il Comitato nazionale di "[[France libre]]" e sperare così di rientrare clandestinamente in patria per partecipare attivamente alla Resistenza. Ella vorrebbe costituire un corpo di infermiere che sul fronte di guerra si occupasse dei feriti, ma De Gaulle considerò questa proposta una follia. Per lei questa follia doveva servire da contrappeso alla violenza [[nazista]]: <ref>S. Weil, ''Progetto di una formazione di infermiere di prima linea'', 1940</ref>
Tornata a Marsiglia riprende i contatti con gli ambienti della Resistenza, ma la rete alla quale collaborava viene scoperta nella primavera del [[1941]] e per questo viene interrogata più volte dalla polizia. Nel [[1942]] emigra negli [[USA]] (a New York conobbe Jacques Maritain) ma solo per raggiungere il Comitato nazionale di ''France libre'' e sperare così di rientrare clandestinamente in patria per partecipare attivamente alla Resistenza. Ella vorrebbe costituire un corpo di infermiere che sul fronte di guerra si occupasse dei feriti, ma De Gaulle considerò questa proposta una follia. Per lei questa follia doveva servire da contrappeso alla violenza [[nazista]]: <ref>S. Weil, ''Progetto di una formazione di infermiere di prima linea'', 1940</ref>
:« Soltanto Hitler ha finora colpito l'immaginazione delle masse. Ora bisognerebbe colpire più forte di lui. Questo corpo femminile costituirebbe senza dubbio un mezzo in grado di riuscirci. [...] Questo corpo da una parte e le S.S. dall'altra creerebbero con la loro contrapposizione un'immagine da preferire a qualsiasi slogan. Sarebbe la rappresentazione più clamorosa possibile delle due direzioni tra le quali l'umanità oggi deve scegliere».
:«Soltanto Hitler ha finora colpito l'immaginazione delle masse. Ora bisognerebbe colpire più forte di lui. Questo corpo femminile costituirebbe senza dubbio un mezzo in grado di riuscirci. [...] Questo corpo da una parte e le S.S. dall'altra creerebbero con la loro contrapposizione un'immagine da preferire a qualsiasi slogan. Sarebbe la rappresentazione più clamorosa possibile delle due direzioni tra le quali l'umanità oggi deve scegliere».


===La fine===
===La fine===
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Fra l'inizio del [[1941]] e l'ottobre [[1942]] riempie sedici quaderni di appunti e riflessioni, anche scritti negli anni passati, toccando tutti i temi, filosofici e sociali, che le stavano tanto a cuore. Questi appunti saranno poi pubblicati in vari volumi con il titolo appunto di ''Quaderni''.
Fra l'inizio del [[1941]] e l'ottobre [[1942]] riempie sedici quaderni di appunti e riflessioni, anche scritti negli anni passati, toccando tutti i temi, filosofici e sociali, che le stavano tanto a cuore. Questi appunti saranno poi pubblicati in vari volumi con il titolo appunto di ''Quaderni''.


Il [[14 dicembre]] si stabilisce a Londra dove divenne redattrice della ''[[Direction de l'interieur de la France Libre]]''. Dopo aver trascorso una vita di generosità, abnegazione, sofferenze, muore nel sanatorio di Ashford, [[Gran Bretagna|Inghilterra]], il [[24 agosto]] [[1943]].
Il [[14 dicembre]] si stabilisce a Londra dove divenne redattrice della ''Direction de l'interieur de la France Libre''. Dopo aver trascorso una vita di generosità, abnegazione, sofferenze, muore nel sanatorio di Ashford, [[Gran Bretagna|Inghilterra]], il [[24 agosto]] [[1943]].


Nella primavera precedente aveva scritto all'amico Padre Perrin:
Nella primavera precedente aveva scritto all'amico Padre Perrin:
:« Mi sono sempre proibita di pensare a una vita futura, ma ho sempre creduto che l'istante della morte sia la norma e lo scopo della vita. Pensavo che per quanti vivono come si conviene, sia l'istante in cui per una frazione infinitesimale di tempo penetra nell'anima la verità pura, nuda, certa, eterna. Posso dire di non avere mai desiderato per me altro bene».
:«Mi sono sempre proibita di pensare a una vita futura, ma ho sempre creduto che l'istante della morte sia la norma e lo scopo della vita. Pensavo che per quanti vivono come si conviene, sia l'istante in cui per una frazione infinitesimale di tempo penetra nell'anima la verità pura, nuda, certa, eterna. Posso dire di non avere mai desiderato per me altro bene».


== Il pensiero ==
== Il pensiero ==


Simone Weil subì inizialmente il fascino del [[marxismo]] (durante il periodo della [[La Rivoluzione Russa|rivoluzione d'Ottobre]]), di cui però rifiutò sempre il carattere autoritario. Si occupò sempre di politica ma non s'iscrisse mai ad alcun partito e la sua stessa [[sindacalismo|militanza sindacale]] e politica iniziale - '''più anarchica che marxista''' - trovava la ragione in un'ispirazione [[etica]] che la porterà sempre a mettersi dalla parte degli oppressi:
Simone Weil subì inizialmente il fascino del [[marxismo]] (durante il periodo della [[La Rivoluzione russa|rivoluzione d'Ottobre]]), di cui però rifiutò sempre il carattere autoritario. Si occupò sempre di politica ma non s'iscrisse mai ad alcun partito e la sua stessa [[sindacalismo|militanza sindacale]] e politica iniziale - '''più anarchica che marxista''' - trovava la ragione in un'ispirazione [[etica]] che la porterà sempre a mettersi dalla parte degli oppressi:


:«Fin da bambina, le mie simpatie sono state rivolte ai gruppi che sostengono gli strati più disprezzati della gerarchia sociale, fino a quando mi sono resa conto che questi raggruppamenti possono anche scoraggiare queste simpatie. L'ultimo che mi ha ispirato una certa simpatia è stata la CNT spagnola. Avevo viaggiato un pò in Spagna - un bel pò - prima della guerra civile, ma abbastanza per sentire l'amore che è difficile non provare per questo popolo; avevo visto nel movimento anarchico una naturale espressione della sua grandezza e suoi difetti, le sue aspirazioni più e meno legittime. La [[CNT]], la [[FAI]] era un miscuglio incredibile, dove si accettava non importa chi, e dove, di conseguenza, conviveva l'immoralità, il cinismo, il bigottismo, la crudeltà, ma soprattutto l'amoree, lo spirito di fratellanza e soprattutto la richiesta di rispetto per gli uomini umiliati; sentivo che coloro che sono venuti qui animato da un ideale controbilanciassero coloro che amavano la violenza e disordine». <ref>S. Weil, [https://bibliotecakulturthek.wordpress.com/2020/06/01/simone-weil-lettera-a-george-bernanos-1938/ ''Lettera a Bernanos''], 1938</ref>
:«Fin da bambina, le mie simpatie sono state rivolte ai gruppi che sostengono gli strati più disprezzati della gerarchia sociale, fino a quando mi sono resa conto che questi raggruppamenti possono anche scoraggiare queste simpatie. L'ultimo che mi ha ispirato una certa simpatia è stata la CNT spagnola. Avevo viaggiato un pò in Spagna - un bel pò - prima della guerra civile, ma abbastanza per sentire l'amore che è difficile non provare per questo popolo; avevo visto nel movimento anarchico una naturale espressione della sua grandezza e suoi difetti, le sue aspirazioni più e meno legittime. La [[CNT]], la [[FAI]] era un miscuglio incredibile, dove si accettava non importa chi, e dove, di conseguenza, conviveva l'immoralità, il cinismo, il bigottismo, la crudeltà, ma soprattutto l'amoree, lo spirito di fratellanza e soprattutto la richiesta di rispetto per gli uomini umiliati; sentivo che coloro che sono venuti qui animato da un ideale controbilanciassero coloro che amavano la violenza e disordine». <ref>S. Weil, [https://bibliotecakulturthek.wordpress.com/2020/06/01/simone-weil-lettera-a-george-bernanos-1938/ ''Lettera a Bernanos''], 1938</ref>
Filosoficamente fu affine al pensiero dei suoi insegnanti [[Alain]] e [[Le Senne]], esponenti di un filone dello spiritualismo francese di inizio secolo, permeato di una forte carica anti sistematica.  
Filosoficamente fu affine al pensiero dei suoi insegnanti Alain e Le Senne, esponenti di un filone dello spiritualismo francese di inizio secolo, permeato di una forte carica anti sistematica.  


Successivamente sviluppò il proprio pensiero sulla base delle esperienze interiori. Gli anni di lavoro in fabbrica avviarono una profonda riflessione sul senso della propria esistenza. Lentamente abbandonò l'interesse più propriamente politico, sospingendo sempre più la sua riflessione in direzione del senso dell'esistere, colto nei suoi risvolti religiosi e mistici, senza con ciò rinunciare al tentativo di tradurre il tutto in "'''''Pensiero'''''", compito che non delegò mai ad alcuna istituzione politica ecclesiastica: questo fu uno dei punti fermi che le garantì la coerenza con se stessa.  
Successivamente sviluppò il proprio pensiero sulla base delle esperienze interiori. Gli anni di lavoro in fabbrica avviarono una profonda riflessione sul senso della propria esistenza. Lentamente abbandonò l'interesse più propriamente politico, sospingendo sempre più la sua riflessione in direzione del senso dell'esistere, colto nei suoi risvolti religiosi e mistici, senza con ciò rinunciare al tentativo di tradurre il tutto in "Pensiero", compito che non delegò mai ad alcuna istituzione politica ecclesiastica: questo fu uno dei punti fermi che le garantì la coerenza con se stessa.  


Per Weil, scoprendo «l'esistenza nell'anima di una facoltà superiore a se stessa, che conduce il pensiero al di sopra di essa», frutto di alcuna costrizione esterna, l'intelligenza umana trova in se stessa «un motivo sufficiente che la costringa a subordinarsi all'amore soprannaturale». È su queste basi che la [[filosofia|filosofa]] francese arriva ad una delle formulazioni cardine del suo pensiero che l'avvicina così alle posizioni della più moderna [[anarchismo epistemologico|epistemologia,]] là dove afferma che «la verità non si trova mediante prove, ma mediante esplorazione. Essa è sempre sperimentale».
Per Weil, scoprendo «l'esistenza nell'anima di una facoltà superiore a se stessa, che conduce il pensiero al di sopra di essa», frutto di alcuna costrizione esterna, l'intelligenza umana trova in se stessa «un motivo sufficiente che la costringa a subordinarsi all'amore soprannaturale». È su queste basi che la [[filosofia|filosofa]] francese arriva ad una delle formulazioni cardine del suo pensiero che l'avvicina così alle posizioni della più moderna [[anarchismo epistemologico|epistemologia,]] là dove afferma che «la verità non si trova mediante prove, ma mediante esplorazione. Essa è sempre sperimentale».
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