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Superata la crisi, prosegue con profitto i suoi studi come allieva di [[René Le Senne]] e di [[Alain]] (pseudonimo di Émile-Auguste Chartier) e nel [[1931]] si laurea in [[filosofia]]. Immediatamente va ad insegnare nei licei di provincia (Le Puy, di Auxerre e di Roanne), che le fanno toccare con mano la diffiicle vita dei lavoratori. Per questo si avvicina ai movimenti dell'estrema sinistra del [[sindacalismo rivoluzionario]], abbracciando inoltre un radicale [[ateismo]]. All'inizio degli "anni '30" è attiva nella difesa dei disoccupati del luogo dove insegnava, accusata anche di essere la vera organizzatrice di tali manifestazioni. Tra il [[1931]] e [[1932]], fa un viaggio in [[Germania]] per comprendere il fenomeno [[nazista]], dove Hitler non aveva ancora preso il potere, e per cercare di capire se fosse possibile compiere una [[rivoluzione sociale]] diversa da quella stalinista.
Superata la crisi, prosegue con profitto i suoi studi come allieva di [[René Le Senne]] e di [[Alain]] (pseudonimo di Émile-Auguste Chartier) e nel [[1931]] si laurea in [[filosofia]]. Immediatamente va ad insegnare nei licei di provincia (Le Puy, di Auxerre e di Roanne), che le fanno toccare con mano la diffiicle vita dei lavoratori. Per questo si avvicina ai movimenti dell'estrema sinistra del [[sindacalismo rivoluzionario]], abbracciando inoltre un radicale [[ateismo]]. All'inizio degli "anni '30" è attiva nella difesa dei disoccupati del luogo dove insegnava, accusata anche di essere la vera organizzatrice di tali manifestazioni. Tra il [[1931]] e [[1932]], fa un viaggio in [[Germania]] per comprendere il fenomeno [[nazista]], dove Hitler non aveva ancora preso il potere, e per cercare di capire se fosse possibile compiere una [[rivoluzione sociale]] diversa da quella stalinista.
===Il lavoro manuale e il cristianesimo===
===Il lavoro manuale e il cristianesimo===
Pur essendo amata dai suoi allievi, nel [[1934]] abbandona l'insegnamento per sperimentare su se stessa le fatiche del lavoro manuale (lavorò come manovale presso una società  di costruzioni meccaniche a Parigi, poi alla Renault). L'esperienza la porterà  a scrivere i suoi saggi più famosi: ''Le Riflessioni sulle cause della libertà  e dell’oppressione sociale'', del 1934, e ''La condizione operaia'', del [[1935]]. In questi saggi Weil riportà  che a suo parere le condizioni dello sfruttamento non risiedano nella [[proprietà  privata]] ma in un'innata inclinazione umana a sopraffare i più deboli e soprattutto nella separazione tra chi detiene il potere e chi lo subisce.
Pur essendo amata dai suoi allievi, nel [[1934]] abbandona l'insegnamento per sperimentare su se stessa le fatiche del lavoro manuale (lavorò come manovale presso una società  di costruzioni meccaniche a Parigi, poi alla Renault). L'esperienza la porterà  a scrivere i suoi saggi più famosi: ''Le Riflessioni sulle cause della libertà  e dell'oppressione sociale'', del 1934, e ''La condizione operaia'', del [[1935]]. In questi saggi Weil riportà  che a suo parere le condizioni dello sfruttamento non risiedano nella [[proprietà  privata]] ma in un'innata inclinazione umana a sopraffare i più deboli e soprattutto nella separazione tra chi detiene il potere e chi lo subisce.


In seguito, dopo aver assistito ad una processione religiosa in un piccolo villaggio del [[Portogallo]], si avvicina al cristianesimo "prima maniera", e per certi versi più radicale di quello attuale, con notevoli analogie con l'[[anarchismo cristiano]]. Scriverà  in seguito che in quel momento ebbe «all'improvviso la certezza che il cristianesimo è per eccellenza la religione degli schiavi, che gli schiavi non possono non aderirvi, e io con loro» <ref>''[http://books.google.it/books?id=mWQtm3AJO5YC&pg=PA1015&lpg=PA1015&dq=viaggio+in+portogallo+simone+weil&source=bl&ots=8JXnYGqWNA&sig=G5gBuIO4IW_D5yXndrHs07QuOcM&hl=it&sa=X&ei=9gFAU_HUKsHVtQb-0oCgAQ&ved=0CEYQ6AEwAw#v=onepage&q=viaggio%20in%20portogallo%20simone%20weil&f=false Le filosofie del '900]'', pag 105</ref>
In seguito, dopo aver assistito ad una processione religiosa in un piccolo villaggio del [[Portogallo]], si avvicina al cristianesimo "prima maniera", e per certi versi più radicale di quello attuale, con notevoli analogie con l'[[anarchismo cristiano]]. Scriverà  in seguito che in quel momento ebbe «all'improvviso la certezza che il cristianesimo è per eccellenza la religione degli schiavi, che gli schiavi non possono non aderirvi, e io con loro» <ref>''[http://books.google.it/books?id=mWQtm3AJO5YC&pg=PA1015&lpg=PA1015&dq=viaggio+in+portogallo+simone+weil&source=bl&ots=8JXnYGqWNA&sig=G5gBuIO4IW_D5yXndrHs07QuOcM&hl=it&sa=X&ei=9gFAU_HUKsHVtQb-0oCgAQ&ved=0CEYQ6AEwAw#v=onepage&q=viaggio%20in%20portogallo%20simone%20weil&f=false Le filosofie del '900]'', pag 105</ref>
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Descriverà  la sua esperienza mistica con queste parole:  
Descriverà  la sua esperienza mistica con queste parole:  
: «Nel 1938 ho passato dieci giorni nell’abbazia di Solesmes, dalla domenica delle Palme al martedì di Pasqua, seguendo tutte le funzioni. Un giovane inglese cattolico mi fece conoscere quel poeta inglese del 600 che venivano detti metafisici, più tardi nel leggerli vi ho scoperto una poesia intitolata “Amore”, l'ho imparata a memoria e spesso, nei momenti culminanti delle violenti crisi di emicrania, mi sono esercitata a recitarla, ponendovi la massima attenzione e aderendo con tutta l’anima alla tenerezza che essa racchiude. Credevo di recitarla soltanto come una bella poesia, mentre a mia insaputa quella recitazione, aveva la virtù di una preghiera, fu proprio mentre la stavo recitando che Cristo è disceso e mi ha presa».<ref>[http://www2.reggionet.it/pbergama/Costume_societa/fedelibera_weil.html La fede libera di S. Weil]</ref>
: «Nel 1938 ho passato dieci giorni nell'abbazia di Solesmes, dalla domenica delle Palme al martedì di Pasqua, seguendo tutte le funzioni. Un giovane inglese cattolico mi fece conoscere quel poeta inglese del 600 che venivano detti metafisici, più tardi nel leggerli vi ho scoperto una poesia intitolata “Amore”, l'ho imparata a memoria e spesso, nei momenti culminanti delle violenti crisi di emicrania, mi sono esercitata a recitarla, ponendovi la massima attenzione e aderendo con tutta l'anima alla tenerezza che essa racchiude. Credevo di recitarla soltanto come una bella poesia, mentre a mia insaputa quella recitazione, aveva la virtù di una preghiera, fu proprio mentre la stavo recitando che Cristo è disceso e mi ha presa».<ref>[http://www2.reggionet.it/pbergama/Costume_societa/fedelibera_weil.html La fede libera di S. Weil]</ref>
Il suo desiderio non è quello di far parte della [[Chiesa]], non è interessata né al battesimo né alla messa, ma si dichiara «disposta a morire per la Chiesa, se mai ne avesse bisogno, piuttosto che entrarvi».<ref>S. Weil, lettera a Thibon, in ''Attesa di Dio'', op. cit., p. 218.</ref> Egli, infatti, ritiene che la sua vocazione fosse quella di «essere cristiana fuori dalla Chiesa», sostenendo che alla Chiesa per essere effettivamente cattolica mancasse l'universalità , ovvero essere effettivamente in grado di abbracciare tutti gli esseri umani di tutti i tempi e di tutti i luoghi.
Il suo desiderio non è quello di far parte della [[Chiesa]], non è interessata né al battesimo né alla messa, ma si dichiara «disposta a morire per la Chiesa, se mai ne avesse bisogno, piuttosto che entrarvi».<ref>S. Weil, lettera a Thibon, in ''Attesa di Dio'', op. cit., p. 218.</ref> Egli, infatti, ritiene che la sua vocazione fosse quella di «essere cristiana fuori dalla Chiesa», sostenendo che alla Chiesa per essere effettivamente cattolica mancasse l'universalità , ovvero essere effettivamente in grado di abbracciare tutti gli esseri umani di tutti i tempi e di tutti i luoghi.


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== Il pensiero ==
== Il pensiero ==


Simone Weil subì inizialmente il fascino del [[marxismo]] (durante il periodo  della [[La Rivoluzione Russa|rivoluzione d’Ottobre]]), di cui però rifiutò sempre il carattere autoritario. Si occupò sempre di politica ma non s’iscrisse mai ad alcun partito e la sua stessa [[sindacalismo|militanza sindacale]] e politica iniziale - '''più anarchica che marxista''' – trovava  la ragione in un’ispirazione [[etica]] che la porterà  sempre a mettersi dalla parte degli oppressi:
Simone Weil subì inizialmente il fascino del [[marxismo]] (durante il periodo  della [[La Rivoluzione Russa|rivoluzione d'Ottobre]]), di cui però rifiutò sempre il carattere autoritario. Si occupò sempre di politica ma non s'iscrisse mai ad alcun partito e la sua stessa [[sindacalismo|militanza sindacale]] e politica iniziale - '''più anarchica che marxista''' – trovava  la ragione in un'ispirazione [[etica]] che la porterà  sempre a mettersi dalla parte degli oppressi:


:«Fin da bambina, le mie simpatie sono state rivolte ai gruppi che sostengono gli strati più disprezzati della gerarchia sociale, fino a quando mi sono resa conto che questi raggruppamenti possono anche scoraggiare queste simpatie. L'ultimo che mi ha ispirato una certa simpatia è stata la CNT spagnola. Avevo viaggiato un pò in Spagna - un bel pò - prima della guerra civile, ma abbastanza per sentire l'amore che è difficile non provare per questo popolo; avevo visto nel movimento anarchico una naturale espressione della sua grandezza e suoi difetti, le sue aspirazioni più e meno legittime. La [[CNT]], la [[FAI]] era un miscuglio incredibile, dove si accettava non importa chi, e dove, di conseguenza, conviveva l'immoralità , il cinismo, il bigottismo, la crudeltà , ma soprattutto l'amoree, lo spirito di fratellanza e soprattutto la richiesta di rispetto per gli uomini umiliati; sentivo che coloro che sono venuti qui animato da un ideale controbilanciassero coloro che amavano la violenza e disordine.<ref>[http://gimenologues.org/spip.php?article404#nb5 Simone Weil, Lettre à  Bernanos.]</ref>
:«Fin da bambina, le mie simpatie sono state rivolte ai gruppi che sostengono gli strati più disprezzati della gerarchia sociale, fino a quando mi sono resa conto che questi raggruppamenti possono anche scoraggiare queste simpatie. L'ultimo che mi ha ispirato una certa simpatia è stata la CNT spagnola. Avevo viaggiato un pò in Spagna - un bel pò - prima della guerra civile, ma abbastanza per sentire l'amore che è difficile non provare per questo popolo; avevo visto nel movimento anarchico una naturale espressione della sua grandezza e suoi difetti, le sue aspirazioni più e meno legittime. La [[CNT]], la [[FAI]] era un miscuglio incredibile, dove si accettava non importa chi, e dove, di conseguenza, conviveva l'immoralità , il cinismo, il bigottismo, la crudeltà , ma soprattutto l'amoree, lo spirito di fratellanza e soprattutto la richiesta di rispetto per gli uomini umiliati; sentivo che coloro che sono venuti qui animato da un ideale controbilanciassero coloro che amavano la violenza e disordine.<ref>[http://gimenologues.org/spip.php?article404#nb5 Simone Weil, Lettre à  Bernanos.]</ref>
Filosoficamente fu affine al pensiero dei suoi insegnanti [[Alain]] e [[Le Senne]], esponenti di un filone dello spiritualismo francese di inizio secolo, permeato di una forte carica anti sistematica.  
Filosoficamente fu affine al pensiero dei suoi insegnanti [[Alain]] e [[Le Senne]], esponenti di un filone dello spiritualismo francese di inizio secolo, permeato di una forte carica anti sistematica.  


Successivamente sviluppò il proprio pensiero sulla base delle esperienze interiori. Gli anni di lavoro in fabbrica avviarono una profonda riflessione sul senso della propria esistenza. Lentamente abbandonò l’interesse più propriamente politico, sospingendo sempre più la sua riflessione in direzione del senso dell’esistere, colto nei suoi risvolti religiosi e mistici, senza con ciò rinunciare al tentativo di tradurre il tutto in "'''''Pensiero'''''", compito che non delegò mai ad alcuna istituzione politica nè ecclesiastica: questo fu uno dei punti fermi che le garantì la coerenza con se stessa.  
Successivamente sviluppò il proprio pensiero sulla base delle esperienze interiori. Gli anni di lavoro in fabbrica avviarono una profonda riflessione sul senso della propria esistenza. Lentamente abbandonò l'interesse più propriamente politico, sospingendo sempre più la sua riflessione in direzione del senso dell'esistere, colto nei suoi risvolti religiosi e mistici, senza con ciò rinunciare al tentativo di tradurre il tutto in "'''''Pensiero'''''", compito che non delegò mai ad alcuna istituzione politica nè ecclesiastica: questo fu uno dei punti fermi che le garantì la coerenza con se stessa.  


Per Weil, scoprendo «l’esistenza nell’anima di una facoltà  superiore a se stessa, che conduce il pensiero al di sopra di essa», frutto di alcuna costrizione esterna, l’intelligenza umana trova in se stessa «un motivo sufficiente che la costringa a subordinarsi all’amore soprannaturale». È su queste basi che la [[filosofia|filosofa]] francese arriva ad una delle formulazioni cardine del suo pensiero che l’avvicina così alle posizioni della più moderna [[anarchismo epistemologico|epistemologia,]] là  dove afferma che «la verità  non si trova mediante prove, ma mediante esplorazione. Essa è sempre sperimentale».
Per Weil, scoprendo «l'esistenza nell'anima di una facoltà  superiore a se stessa, che conduce il pensiero al di sopra di essa», frutto di alcuna costrizione esterna, l'intelligenza umana trova in se stessa «un motivo sufficiente che la costringa a subordinarsi all'amore soprannaturale». È su queste basi che la [[filosofia|filosofa]] francese arriva ad una delle formulazioni cardine del suo pensiero che l'avvicina così alle posizioni della più moderna [[anarchismo epistemologico|epistemologia,]] là  dove afferma che «la verità  non si trova mediante prove, ma mediante esplorazione. Essa è sempre sperimentale».


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