Sholom Schwartzbard: differenze tra le versioni

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Fu congedato nell'agosto [[1917]] ed in settembre viaggiò con sua moglie nella Russia del Governo provvisorio. Sulla barca francese "Melbourne" fu arrestato per una agitazione comunista e consegnato alle autorità russe di Arkhangelsk. Viaggiò più tardi a San Pietroburgo, dove si congiunse e servì, tra il [[1917]] ed il [[1929]], nelle Guardie Rosse, poi in un battaglione speciale della Čeka, inviato nel sud dell'Ucraina. Schwartzbard comandò un'unità di 90 sciabolatori ebrei nella brigata del leader comunista Grigory Kotovsky. Schwarzbard combatté in due separate campagne. La prima da febbraio a maggio [[1918]] con un gruppo, composto di volontari anarchici di Odessa chiamati ''Otriad Rashal'', formato da un giovane leader carismatico bolscevico ucciso in Romania poco tempo prima. Effettivamente l'unità fu formata per difendere la frontiera ucraina contro una invasione rumena vicino a Tiraspol, ma presto fuggì verso est inseguito dalle truppe austriache e tedesche nella steppa, finché poi fu tradito dai bolscevichi che uccisero un certo numero di compagni di Schwarzbard che stavano dormendo. Schwarzbard con fortuna riuscì a scappare e fuggire in bicicletta di nuovo oltre la barriera di confine ad Odessa, ora sotto occupazione tedesca.
Fu congedato nell'agosto [[1917]] ed in settembre viaggiò con sua moglie nella Russia del Governo provvisorio. Sulla barca francese "Melbourne" fu arrestato per una agitazione comunista e consegnato alle autorità russe di Arkhangelsk. Viaggiò più tardi a San Pietroburgo, dove si congiunse e servì, tra il [[1917]] ed il [[1929]], nelle Guardie Rosse, poi in un battaglione speciale della Čeka, inviato nel sud dell'Ucraina. Schwartzbard comandò un'unità di 90 sciabolatori ebrei nella brigata del leader comunista Grigory Kotovsky. Schwarzbard combatté in due separate campagne. La prima da febbraio a maggio [[1918]] con un gruppo, composto di volontari anarchici di Odessa chiamati ''Otriad Rashal'', formato da un giovane leader carismatico bolscevico ucciso in Romania poco tempo prima. Effettivamente l'unità fu formata per difendere la frontiera ucraina contro una invasione rumena vicino a Tiraspol, ma presto fuggì verso est inseguito dalle truppe austriache e tedesche nella steppa, finché poi fu tradito dai bolscevichi che uccisero un certo numero di compagni di Schwarzbard che stavano dormendo. Schwarzbard con fortuna riuscì a scappare e fuggire in bicicletta di nuovo oltre la barriera di confine ad Odessa, ora sotto occupazione tedesca.


Durante l'occupazione, e nel caos che ne seguì dopo il ritiro dei tedeschi, Schwarzbard mantenne un basso profilo, sopravvisse ad un grave attacco di tifo e lavorò a protezione dei servizi e forniture per il nuovo sistema sovietico di istruzione, in corso di formazione. Aveva cercato di istituire scuole indipendenti anarchiche, ma era disposto a lavorare con i bolscevichi, man mano che essi centralizzarono sempre più il sistema scolastico. Appresa la notizia di innumerevoli pogrom, Schwarzbard cercò di arruolarsi come soldato volontario nella Guardia Rossa. Dopo molti rinvii fu infine accettato in una ''Brigata internazionale'' nel giugno [[1919]] iniziando la sua seconda campagna rivoluzionaria. I successivi due mesi furono forse i peggiori della sua vita. La sua unità fu sconfitta dalle forze combinate di Simon Petljura e Anton Ivanovič Denikin. Schwarzbard era a Kiev quando vi entrarono entrambi gli eserciti, quello ucraino e l'Armata Bianca; da allora la sua unità venne dispersa e si sciolse. Fu in questo periodo, tra luglio e agosto del [[1919]], che Schwarzbard assistette in prima persona alle rovine e alla devastazione umana lasciata dalla violenza dei [[pogrom]]; immagini che lo tormenteranno per il resto della sua vita. Riuscì nuovamente tornare a Odessa in treno, dove fu tradito da un compagno anarchico e segnalato alle forze dei bianchi, che controllavano la città. Prima che lo potessero prendere scoprì che, come veterano di guerra francese, aveva il diritto di prendere una nave di ritorno in Francia. Alla fine di dicembre del [[1919]] salì a bordo del "Nicola I" e, dopo aver navigato fino a Istanbul, Beirut e Porto Said, sbarcò a Marsiglia. Tornò a Parigi il [[21 gennaio]] [[1920]], deluso dal comportamento dei suoi compagni rivoluzionari durante la guerra civile.
Durante l'occupazione, e nel caos che ne seguì dopo il ritiro dei tedeschi, Schwarzbard mantenne un basso profilo, sopravvisse ad un grave attacco di tifo e lavorò a protezione dei servizi e forniture per il nuovo sistema sovietico di istruzione, in corso di formazione. Aveva cercato di istituire scuole indipendenti anarchiche, ma era disposto a lavorare con i bolscevichi, man mano che essi centralizzarono sempre più il sistema scolastico. Appresa la notizia di innumerevoli [[pogrom]], Schwarzbard cercò di arruolarsi come soldato volontario nella Guardia Rossa. Dopo molti rinvii fu infine accettato in una ''Brigata internazionale'' nel giugno [[1919]] iniziando la sua seconda campagna rivoluzionaria. I successivi due mesi furono forse i peggiori della sua vita. La sua unità fu sconfitta dalle forze combinate di Simon Petljura e Anton Ivanovič Denikin. Schwarzbard era a Kiev quando vi entrarono entrambi gli eserciti, quello ucraino e l'Armata Bianca; da allora la sua unità venne dispersa e si sciolse. Fu in questo periodo, tra luglio e agosto del [[1919]], che Schwarzbard assistette in prima persona alle rovine e alla devastazione umana lasciata dalla violenza dei [[pogrom]]; immagini che lo tormenteranno per il resto della sua vita. Riuscì nuovamente tornare a Odessa in treno, dove fu tradito da un compagno anarchico e segnalato alle forze dei bianchi, che controllavano la città. Prima che lo potessero prendere scoprì che, come veterano di guerra francese, aveva il diritto di prendere una nave di ritorno in Francia. Alla fine di dicembre del [[1919]] salì a bordo del "Nicola I" e, dopo aver navigato fino a Istanbul, Beirut e Porto Said, sbarcò a Marsiglia. Tornò a Parigi il [[21 gennaio]] [[1920]], deluso dal comportamento dei suoi compagni rivoluzionari durante la guerra civile.


Nei tumulti che si succedettero nel periodo della [[guerra civile russa]], quattordici membri della sua famiglia perirono nei [[pogrom]] [[antisemiti]], tra cui il suo amato zio, ucciso ad Ananiev. I nomi di tutti i quattordici sono stati elencati per sostenere le prove della sua innocenza e possono essere trovati nell'archivio di Schwarzbard ''YIVO''.
Nei tumulti che si succedettero nel periodo della [[guerra civile russa]], quattordici membri della sua famiglia perirono nei [[pogrom]] [[antisemiti]], tra cui il suo amato zio, ucciso ad Ananiev. I nomi di tutti i quattordici sono stati elencati per sostenere le prove della sua innocenza e possono essere trovati nell'archivio di Schwarzbard ''YIVO''.
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NIn questo periodo il fratello di Sholom Schwartzbard fu espulso dalla Francia per l'attivismo nella distribuzione di propaganda comunista e sommosse.
NIn questo periodo il fratello di Sholom Schwartzbard fu espulso dalla Francia per l'attivismo nella distribuzione di propaganda comunista e sommosse.


Nel [[1920]], disilluso dalla volontà dei suoi compagni di prostituire se stessi e la rivoluzione per pochi rubli, Sholom tornò a Parigi dove aprì un negozio di riparazione orologi e cronometri. Lì era attivo nel movimento operaio francese come anarchico e nel [[1925]] divenne cittadino francese. Conobbe i maggiori attivisti anarchici emigrati dalla [[Russia]] e dall'[[Ucraina]], tra cui figure come [[Volin]], [[Alexander Berkman]], [[Emma Goldman]], come pure [[Nestor Makhno]] e il suo seguace [[Pëtr Andreevič Aršinov|Peter Arshinov]]. A Parigi Schwartzbard divenne anche un membro del ''Unione dei cittadini ucraini''. Contribuì a un certo numero di articoli per un quotidiano anarchico di New York ''Freie Arbeiter Stimme'', sotto lo pseudonimo di "''Sholem''", il suo primo nome e in ebraico significante "pace", un fatto di cui era molto orgoglioso, come essere un fan sfegatato del conte [[Lev Tolstoj]].
Nel [[1920]], disilluso dalla volontà dei suoi compagni di prostituire se stessi e la rivoluzione per pochi rubli, Sholom tornò a Parigi dove aprì un negozio di riparazione orologi e cronometri. Lì era attivo nel movimento operaio francese come anarchico e nel [[1925]] divenne cittadino francese. Conobbe i maggiori attivisti anarchici emigrati dalla [[Russia]] e dall'[[Ucraina]], tra cui figure come [[Volin]], [[Alexander Berkman]], [[Emma Goldman]], come pure [[Nestor Makhno]] e il suo seguace [[Pëtr Andreevič Aršinov|Peter Arshinov]]. A Parigi Schwartzbard divenne anche un membro del ''Unione dei cittadini ucraini''. Contribuì a un certo numero di articoli per un quotidiano anarchico di New York, ''Freie Arbeiter Stimme'', sotto lo pseudonimo di "''Sholem''", il suo primo nome e in ebraico significante "pace", cosa di cui era molto orgoglioso, così come era molto orgoglioso di essere un ammiratore sfegatato di [[Lev Tolstoj]].


===L'assassinio di Petljura===
===L'assassinio di Petljura===
[[Symon Petljura]], a capo del ''Direttorato'' della [[Repubblica Popolare Ucraina|Repubblica Nazionale dell'Ucraina]] nel [[1919]], si era trasferito a Parigi nel [[1924]] qui a capo del governo in esilio della [[Repubblica Popolare Ucraina]]. Sholom Schwartzbard, avendo perso la sua famiglia nei pogrom del 1919, ritenne responsabile di ciò Symon Petljura.<ref>Vedi la discussione su [[Symon Petljura#Ruolo nei pogrom|ruolo nei pogrom di Petljura]].</ref> Secondo la sua autobiografia, dopo aver sentito la notizia che Petljura si era rifugiato a Parigi, Schwartzbard, sconvolto, avviò la trama dell'assassinio di Petljura. Una foto di Petljura con [[Józef Piłsudski]] pubblicata nell'Enciclopedia ''[[Éditions Larousse|Larousse]]'' consentì a Schwartzbard di riconoscerlo.<ref>Saul Friedman: ''Pogromchik'', New York (1976), p.107</ref>
Symon Petljura, a capo del ''Direttorato'' della Repubblica Nazionale dell'Ucraina nel [[1919]], si era trasferito a Parigi nel [[1924]], qui a capo del governo in esilio della Repubblica Popolare Ucraina. Sholom Schwartzbard, avendo perso la sua famiglia nei [[pogrom]] del [[1919]], ritenne responsabile di ciò Symon Petljura. Secondo la sua autobiografia, dopo aver sentito la notizia che Petljura si era rifugiato a Parigi, Schwartzbard, sconvolto, avviò la trama dell'assassinio di Petljura. Una foto di Petljura con [[Józef Piłsudski]] pubblicata nell'Enciclopedia Larousse consentì a Schwartzbard di riconoscerlo. <ref>Saul Friedman: ''Pogromchik'', New York (1976), p. 107</ref>


Il 25 maggio [[1926]], alle 14.12, dalla libreria Gibert, si avvicinò a Petljura, che stava camminando su Rue Racine vicino a [[Boulevard Saint-Michel|Boulevard Saint-Miche]]<ref>[http://www.cairn.info/revue-archives-juives-2001-2-page-57.htm ''Paroles et silences. L'affaire Schwartzbard et la presse juive parisienne (1926-1927)''], di Boris Czerny in ''Archives juives'' 2/2001, vol. 34, p.57-71.</ref>[[Boulevard Saint-Michel|l]]<ref>{{cita web |url= http://ouestfrance.cd-script.fr/opdf/1926/05/27/85/1926-05-27_85_03.pdf |titolo= Les faits rapportés dans ''l'Ouest-Éclair'' del 27 maggio 1926 |urlmorto= sì }}</ref> nel [[quartiere latino (Parigi)|quartiere latino]] di Parigi, e gli chiese in ucraino: "''sei il signor Petljura'' ?", Petljura non rispose, ma sollevò il suo bastone. Schwartzbard tirò fuori una pistola e gli sparò cinque volte e, dopo che Petljura cadde a terra, altre due volte. Schwartzbard, non fuggì, e, quando intervenne la polizia gli chiesero se avesse commesso l'assassinio, e, secondo quanto riferito disse: "''Ho ucciso un grande assassino''".<ref name=autogenerated1>[http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,731176,00.html "Petlura Trial"] TIME magazine (7 novembre 1927). Consultato 9 dicembre 2010 (richiesto abbonamento)</ref> Altre fonti affermano che tentò di sparare un ottavo colpo a Petljura, ma la sua arma si inceppò.<ref>[http://www.gpu.ua/index.php?&id=113694&eid=131 Makhno banned Schwartzbard from shooting Petlura] (in Ucraino)</ref>
Il [[25 maggio]] [[1926]], alle 14.12, dalla libreria Gibert, si avvicinò a Petljura, che stava camminando su Rue Racine vicino a Boulevard Saint-Michel <ref>[http://www.cairn.info/revue-archives-juives-2001-2-page-57.htm ''Paroles et silences. L'affaire Schwartzbard et la presse juive parisienne (1926-1927)''], di Boris Czerny in ''Archives juives'' 2/2001, vol. 34, p. 57-71.</ref>, nel quartiere latino di Parigi, e gli chiese in ucraino: «Sei il signor Petljura?» Petljura non rispose, ma sollevò il suo bastone. Schwartzbard tirò fuori una pistola e gli sparò cinque volte e, dopo che Petljura cadde a terra, altre due volte. Schwartzbard, non fuggì, e, quando intervenne la polizia gli chiesero se avesse commesso l'assassinio, disse: «Ho ucciso un grande assassino». <ref>[http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,731176,00.html "Petlura Trial"] TIME magazine (7 novembre 1927).</ref> Altre fonti affermano che tentò di sparare un ottavo colpo a Petljura, ma la sua arma si inceppò.<ref>[http://www.gpu.ua/index.php?&id=113694&eid=131 ''Makhno banned Schwartzbard from shooting Petlura''] (in ucraino)</ref>


===Il processo===
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